I processi

Antigone è coinvolta in diversi procedimenti penali che hanno per oggetto violenze, torture, abusi, maltrattamenti o decessi avvenuti in vari istituti penitenziari del Paese. Nella mappa qui di seguito è possibile osservarne la distribuzione geografica. A ogni procedimento corrisponde un bollino. Passando col cursore sui singoli bollini visualizzerete le sintesi dei procedimenti e dei link che rimandano a maggiori dettagli su fatti, cronologie dei procedimenti, eventuali capi di imputazione, assoluzioni e condanne. L'elenco completo dei procedimenti con le relative informazioni si trova sotto la mappa.

 

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1. Processo Rotundo, avente per oggetto violenze subite dallo stesso da parte di alcuni agenti di polizia penitenziaria nella Casa circondariale di Lucera, in provincia di Foggia

Tribunale di Foggia 

I fatti 
Nel 2011 Antigone viene contattata dal sig. Rotundo, detenuto nella Casa circondariale di Lucera, in provincia di Foggia. Questi denuncia di essere stato vittima di violenze commesse da alcuni agenti della polizia penitenziaria il 12.01.2011.   

I capi di imputazione
Rotundo, nel procedimento, è allo stesso tempo persona offesa e parte civile, essendo egli vittima delle violenze, ed è altresì imputato per lesioni da egli commesse nei confronti degli agenti. I reati imputati agli agenti sono abuso dei mezzi di correzione e disciplina, abuso di autorità contro i detenuti e lesioni. 

Cronologia del procedimento
Nel 2012 vi è un rinvio a giudizio. 
Il 21.10.2015 si apre il dibattimento. Rotundo si costituisce parte civile contro gli agenti di polizia penitenziaria. 
Tra il 2015 e il 2019 si svolge l’istruttoria dibattimentale, cioè la parte centrale del processo penale, in cui vengono esaminate le prove. 
L’11.7.2019 si arriva a sentenza. Il Tribunale di Foggia emette una sentenza di non luogo a procedere per avvenuta prescrizione nei confronti degli agenti. Nei confronti di Rotundo invece emette una condanna alla pena della reclusione per 1 anno e 9 mesi. E’ significativo che nella ricostruzione dei fatti il giudice ritenga fondate le accuse mosse agli agenti per le violenze subite da Rotundo. 
Il 5.11.2019 Rotundo deposita atto di appello per chiedere l’assoluzione, chiedendo che gli venga riconosciuto di aver agito per legittima difesa. 
L'Udienza innanzi alla Corte di Appello di Bari è stata dapprima fissata per il giorno 10 novembre 2020, poi rinviata al 13.05.2021 e poi rinviata, per legittimo impedimento di un avvocato, al 4 novembre 2021.
Il 4 novembre 2021 la Corte di Appello di Bari ha riformato la sentenza emessa dal Tribunale di Foggia e ha assolto Giuseppe Rotundo "perché il fatto non costituisce reato". La Corte ha preso novanta giorni di tempo per le motivazioni.
Il 24 gennaio 2022, la Corte di Appello di Bari ha depositato le motivazioni della sentenza di  assoluzione. I Giudici hanno assolto Giuseppe Rotundo perché il fatto non costituisce reato  in quanto "Sulla base delle richiamate dichiarazioni testimoniali, delle certificazioni sanitarie e dei rilievi fotografici in atti [...] non si può che giungere a ritenere conforme a verità quanto  dichiarato dall'imputato Rotundo Giuseppe, con conseguente assoluzione dei reati ascrittigli in quanto giustificati sul piano fattuale e giuridico dalla evidente necessità di difendersi di fronte ad una brutale aggressione posta in essere all'interno del carcere di Lucera dagli altri imputati, in totale dispregio degli obblighi di sorveglianza e protezione dei detenuti agli stessi certamente riferibili quali operatori di Polizia Penitenziaria."
Nel febbraio 2022 la difesa degli agenti di polizia ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza di appello.
Il 5.05.2023 la Suprema Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi.

 

2. Processo Liotta, morto nella cella della Casa circondariale di Siracusa. 9 persone sono imputate per omicidio colposo. 5 di esse vengono condannate

Tribunale di Siracusa 

I fatti
Il 9.03.2013 Antigone viene contattata dalla sorella di Alfredo Liotta, morto nella Casa circondariale di Siracusa il 26.7.2012. Chiede un intervento dell'associazione nel procedimento penale in corso. Liotta, che aveva problemi di natura psichiatrica, nel periodo precedente la morte soffriva di anoressia. Era arrivato addirittura a pesare 40 kg. La sorella denuncia l’inazione dei medici, i quali non avrebbero fatto nulla per curarlo e assisterlo in maniera adeguata, lasciandolo dunque morire. 

I capi di imputazione
Secondo l'accusa i medici sarebbero colpevoli del decesso di Alfredo Liotta in quanto “descrivendo in maniera generica e atecnica i disturbi del Liotta come “disturbi del comportamento” ovvero “disturbi della personalità” e ancora genericamente il rifiuto del cibo come “sindrome anoressica” hanno omesso “di rappresentare che lo stesso fosse in effetti uno dei sintomi più evidenti di tale disturbo, rispetto al quale lo stesso non era in grado di determinarsi in maniera lucida ed intenzionale” e avrebbero omesso di “trattare il Liotta in maniera consona, disponendo o facendo disporre un ricovero d'urgenza presso idonea struttura ospedaliera; di disporre o far disporre il TSO di cui all'art.34 L.833/1978; di effettuare adeguate misure di controllo e monitoraggio dei parametri vitali del Liotta, ivi compreso la costante misurazione del peso corporeo, l'effettuazione di esami ematologici, nonostante il grave e progressivo decadimento fisica dello stesso; di avviare l'iter per l'alimentazione forzata dal momento in cui il Liotta risultava incapace di autodeterminarsi.”

Cronologia del procedimento
Il 26.06.2013 Antigone presenta un esposto denunciando le mancate cure subite dal Liotta
Il 14.12.2015 Antigone presenta una integrazione all'esposto.
Il 9.11.2017 ha luogo l’udienza preliminare. Antigone si costituisce parte civile.
Il 14.06.2018, 9 persone vengono rinviate a giudizio per omicidio colposo: si tratta di medici e psichiatri che lavoravano presso il carcere
Il 28.05.2019 si apre la fase del dibattimento. 
Il 13.10.2020: 5 medici tra i 9 imputati sono stati condannati per omicidio colposo in quanto ritenuti colpevoli della morte di Alfredo Liotta. Il Giudice ha preso 90 giorni per le motivazioni.
In data 31.12.2020, il Giudice deposita le motivazioni della sentenza. Gli avvocati dei medici condannati presentano atto di appello.
È stata fissata per il 22 marzo 2023 l'udienza innanzi alla Corte di appello di Catania.
L'udienza innanzi alla Corte di Appello di Catania è stata rinviata al 4.10.2023
L'udienza è stata rinviata al 16.02.2024

 

3. Processo Borriello a carico di un medico della Casa circondariale di Pordenone per la morte del giovane, avvenuta il 7 agosto 2015

Tribunale di Pordenone 

I fatti
Nell’agosto del 2015 Antigone viene contatta dalla madre di Stefano Borriello, ventinovenne deceduto presso la Casa circondariale di Pordenone per un'infezione polmonare il 7.08.2015.  Borriello era stato trasportato d’urgenza in ospedale dalla Casa circondariale di Pordenone ma era giunto senza vita al Pronto soccorso.  Secondo la madre, il figlio stava male da diversi giorni ma non era stato curato. 
Antigone, con l'ausilio di un medico e di uno specialista infettivologo, ricostruisce i fatti e decide di entrare formalmente nel procedimento. 

I capi di imputazione
Nella richiesta di rinvio a giudizio viene contestato al medico di non aver diagnosticato, in data 06.08.2015, un'infezione polmonare, verosimilmente batterica: “pur constatando una notevole componente dispnoica, non provvedeva ad alcun rilevamento dei parametri vitali e all'esecuzione dell'esame clinico-toracico – attività che, se effettuata, avrebbe evidenziato con estrema probabilità quei reperti obiettivi che si associano comunemente alle polmoniti”. A causa della mancata diagnosi il medico ha omesso di “somministrare il trattamento medico di antibiotici che, se effettuato, avrebbe evitato il peggiorare delle condizioni di salute di Borriello Stefano ed anzi le avrebbe migliorate, fino alla guarigione”; inoltre, in data 07.08.2015, il medico ha omesso di “diagnosticare un quadro clinico ingravescente; in particolare, i parametri vitali indicati e preesistenti avrebbero dovuto indurlo a sospettare che fosse presente un quadro infiammatorio delle basse vie respiratorie (ed anche, complicanze cardiache, in considerazione del rilevo del polso aritmico) e, quindi, che fosse in atto anche un'endomiocardite, quale complicazione della predetta infezione polmonare in relazione a un soggetto con epatite virale attiva HCV – nota già al momento di ingresso alla casa Circondariale – e con verosimile ridotta competenza immunitaria – attività che, se effettuata, avrebbe evidenziato con estrema probabilità quei reperti obiettivi che si associano comunemente alle polmoniti”. Infine, a causa delle omesse diagnosi, al medico viene contestato di non aver avviato “tempestivamente Borriello Stefano in una struttura ospedaliera per le indagini e le cure opportune che non potevano essere svolte e somministrate all'interno della Casa Circondariale – attività che, se effettuata avrebbe evitato il peggiorare delle condizioni di salute di Borriello Stefano ed anzi le avrebbe migliorate fino alla guarigione”

Cronologia del procedimento
L’8.4.2016 Antigone presenta un esposto nel procedimento già aperto a carico di un medico, nonché Dirigente sanitario della struttura, per l'ipotesi di reato di omicidio colposo. La Procura avanza una prima richiesta di archiviazione, cui l'associazione si oppone.
Il 27.09.2016 il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) rigetta la richiesta di archiviazione e ordina nuove indagini. 
Il 19.07.2017 il Pubblico Ministero presenta una nuova richiesta di archiviazione e l'associazione nuovamente si oppone.
L’8.1.2018 il GIP rigetta la seconda richiesta di archiviazione e ordina al PM l’imputazione coatta per omicidio colposo contro il medico già indagato. 
Il 21.11.2018 ha inizio la fase del dibattimento. Antigone si costituisce parte civile.  Attualmente l’istruttoria dibattimentale è in corso. 
Udienza del 21.10.2020: viene sentito anche il consulente medico infettivologo di Antigone.
Udienza fissata al 16.12.2020, per sentire i testi della difesa dell'imputato.
Udienza rinviata al 24.03.2021 per impedimento del Giudice
Udienza per la discussione delle parti fissata al 2 luglio 2021.
Udienza del 2 luglio 2021: il Giudice, sulla base dei poteri di integrazione probatoria ex art. 507 c.p.p., ha disposto una nuova perizia volta ad accertare il nesso causale tra il comportamento dell'imputato e l'evento.
Udienza rinviata al 29 settembre 2021.
Nell'udienza del 29 settembre 2021 il Giudice ha conferito incarico ai medici affinché rispondano "se, in relazione alla sintomatologia manifestata dal detenuto S.B. e a quanto annotato dagli operatori sanitari nel diario clinico e infermieristico del 5.8.2015 in poi, siano stati omessi dai sanitari intervenuti accertamenti diagnostici e/o interventi terapeutici richiesti dalla buona pratica clinica o comunque doverosi o se siano individuabili altre condotte imprudenti, negligenti o imperite in capo ai suddetti sanitari; quali sarebbero stati i prevedibili esiti degli accertamenti diagnostici e/odegli interventi terapeutici o di ogni altra iniziativa ritenuta doverosa dai periti; se le accertate omissioni o condotte colpose abbiano avuto incidenza nel determinismo della morte". C'è stato poi il rinvio all'11 marzo 2022.
L'udienza dell'11 marzo 2022 ha visto il rinvio all'8 giugno per mancato deposito della perizia disposta dal Giudice.
In data 16.05.2022, viene depositata la perizia.
L'udienza dell'8 giugno 2022 è stata rinviata per impossibilità dei periti. Rinvio al 30 settembre 2022.
L'udienza del 30 settembre 2022 viene rinviata all'udienza del 28 ottobre 2022 per impossibilità dei periti.
L'udienza del 28 ottobre viene rinviata all'udienza del 18 novembre 2022 per impossibilità dei periti.
All'udienza dell'8 giugno viene depositata la consulenza da parte dei consulenti nominati dal Giudice secondo i quali se è pur vero che la mattina del giorno del decesso il quadro clinico del giovane "risulta certamente suggestivo della diagnosi di Polmonite, se non addirittura patognomonico"; unitamente al fatto che il giovane presentava diversi fattori di rischio, ciò nonostante, concludono i Consulenti, la diffusione miocardica della patologia è stata repentina "favorita dalla condizione di immunodepressione del detenuto" per cui anche se fosse stata posta in essere "una diversa, più puntuale e tempestiva presa in carico diagnostica e terapeutica del paziente, che ne prevedesse il trasferimento anche in ambiente protetto, non avrebbe con elevata probabilità logica e scientifica consentito di scongiurarne l'exitus."
Il processo veniva rinviato all'udienza del 7 dicembre 2022 durante la quale venivano sentiti i Consulenti nominati dal Giudice.
Il processo veniva rinviato all'udienza del 13 gennaio 2023 durante la quale si svolgevano le discussioni finali. La Procura avanzava richiesta di pronuncia di
sentenza di assoluzione. Il Giudice, a seguito della camera di consiglio, pronunciava sentenza di assoluzione ex art. 530 comma 2 c.p.p.

 

4. Procedimenti per le violenze che sarebbero state commesse presso la Casa circondariale di Ivrea da parte di agenti di polizia penitenziaria a danno di alcuni detenuti

Tribunale di Ivrea 

Fatti e cronologia dei procedimenti
A marzo del 2016 Antigone riceve una lettera di denuncia da parte di alcuni detenuti del carcere di Ivrea, i quali raccontano di aver assistito a  un episodio di violenza. Si tratta solo di uno dei presunti episodi di violenza che coinvolgono questa casa circondariale e che daranno vita a tre procedimenti penali in cui Antigone è coinvolta.   

Procedimento penale n. 1
Il signor H. A., nel mese di novembre del 2015, avrebbe subito abusi e violenze da parte di alcuni agenti di polizia penitenziaria. 
Il 18.03.2016 Antigone presenta un esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ivrea. 
Il 9.05.2018 il PM avanza una richiesta di archiviazione. Antigone si oppone depositando l’atto di opposizione il 25.06.2018. 
Il 6.02.2019 il Giudice per le indagini preliminari accoglie l'opposizione e ordina ulteriori indagini sull’identificazione degli aggressori e le condizioni di salute della vittima. 
Il 20.11.2019 il Pubblico Ministero avanza una nuova richiesta di archiviazione. Antigone si oppone nuovamente il 3.12.2019. 
A febbraio del 2020 Antigone presenta istanza di avocazione rivolta al Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Torino. Il Procuratore Generale può in effetti avocare a sé un procedimento, cioè prenderlo in carico quando il PM ha omesso delle attività doverose o quando il procedimento rischia l’inerzia per sua causa. 
Viene fissata un'udienza per il 22.04.2020. A causa del covid viene rinviata al 28/10/2020.
In data 26.10.2020 la Procura Generale presso la Corte di Appello di Torino, con provvedimento motivato, revoca la richiesta di archiviazione ed avoca a sé il procedimento penale.           

Procedimento penale n. 2
Il sig. T., tra giugno e luglio 2015, avrebbe subito violenze da parte di alcuni agenti di polizia penitenziaria presso la Casa circondariale di Ivrea. 
Ad aprile del 2018, in seguito a una denuncia presentata dal Garante comunale delle persone detenute del comune di Torino, Antigone presenta un esposto rispetto agli eventi che vedono coinvolto il sig. T. 
Il procedimento penale è iscritto contro ignoti, in quanto la Procura non ha identificato gli autori delle presunte violenze. Il 6.12.2019 Antigone presenta istanza di avocazione, chiedendo al Procuratore Generale della Corte di Appello di Torino di prendere in carico le indagini. 
Il 13.01.2020 il Pubblico Ministero avanza richiesta di archiviazione, cui Antigone si oppone con atto depositato il 29.01.2020.
In data 25.10.2020 la Procura Generale presso la Corte di Appello di Torino, con provvedimento motivato, revoca la richiesta di archiviazione ed avoca a sé il procedimento penale.

Procedimento penale n. 3
Ad aprile 2018, come per il procedimento penale su indicato, Antigone, in seguito a una denuncia del Garante comunale del comune di Ivrea, presenta un esposto per gli abusi che il signor R. avrebbe subito nel maggio del 2016. Il procedimento penale è iscritto contro ignoti.
Il 6.12.2019 Antigone presenta istanza di avocazione, come negli altri due casi, chiedendo al Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Torino di avocare e dunque prendere in carico le indagini. 
Il 27.01.2020 il PM avanza richiesta di archiviazione.  A febbraio del 2020 Antigone deposita atto di opposizione. 
Il 26.10.2020 la Procura Generale presso la Corte di Appello di Torino, con provvedimento motivato, revoca la richiesta di archiviazione ed avoca il procedimento penale.

Procedimento penale n.4
Dall'avocazione dei procedimenti penali disposta dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Torino, nasce un ulteriore procedimento che vede indagati 27 agenti di polizia penitenziaria, tra gli altri, per i reati di lesioni e falso nonché, con riferimento ai fatti del 2021, per il reato di tortura.
9.10.2023 Udienza preliminare innanzi al Tribunale di Ivrea rinviata per difetto di notifica all'11.12.2023.
Udienza 11.12.2023: Antigone presenta la dichiarazione di costituzione di parte civile. Il Giudice, dopo le eccezioni sollevate dalle difese degli imputati, rinvia all'udienza del 15.01.2024.
15.01.202 il GUP, sciolta la riserva e rigettate le eccezioni delle difese, ammette la costituzione di parte civile dell'Associazione Antigone.
Le parti discutono e il Giudice rinvia per la decisione all'udienza del 29 gennaio 2024.

 

5.Processo Guerrieri, avente per oggetto la presenza illegittima in carcere di Valerio Guerrieri e la morte dello stesso, avvenuta in data 14.02.2017 presso la Casa circondariale di Regina Coeli

Tribunale di Roma 

I fatti
Il 24.02.2017 Antigone viene contattata dalla madre di Valerio Guerrieri, un giovane di ventidue anni che la notte precedente si era suicidato nella Casa circondariale di Regina Coeli, a Roma. Guerrieri era detenuto nonostante dieci giorni prima, il 14.02.2017, il Giudice avesse revocato la misura cautelare, pronunciando la sentenza di condanna che lo dichiarava parzialmente incapace di intendere e di volere. Guerrieri avrebbe dovuto essere scarcerato e ricoverato in una Rems, e invece rimane detenuto e pochi giorni dopo si suicida. 

Cronologia del procedimento 
Il 2.11.2017 Antigone presenta un esposto davanti alla Procura della Repubblica di Roma per detenzione illegittima.
Il 20.02.2018 il Pubblico Ministero chiede l’archiviazione del procedimento iscritto contro ignoti.
Il 29.03.2018 Antigone presenta opposizione alla richiesta di archiviazione. 
Il 03.01.2019 si celebra l'udienza sulla richiesta di opposizione.
Il 7.01.2019 il Giudice per le indagini preliminari rigetta la richiesta di archiviazione e ordina nuove indagini.
Il 16.05.2019 il PM chiede nuovamente l’archiviazione. Il procedimento passa a “contro noti” e, in particolare, contro la Direttrice dell’istituto penitenziario e contro due dipendenti del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria.
Il 29.07.2019 Antigone presenta nuovamente opposizione alla richiesta di archiviazione. 
L’udienza relativa alla richiesta di archiviazione è fissata per il 26.3.2020.
Viene rinviata al 10.9.2020 a causa dell’emergenza sanitaria in corso. 
Il 25.09.2020 il Giudice per le indagini preliminari respinge la richiesta di archiviazione e dispone l'imputazione coatta per i reati di rifiuto di atti di ufficio, indebita limitazione della libertà personale e morte o lesioni come conseguenza di un altro reato per la Direttrice della Casa circondariale “Regina Coeli” di Roma e per una seconda dipendente del DAP.
È fissata l'udienza preliminare per il 22 settembre 2021.
C'è stato il rinvio al 5 aprile 2022 per difetto di notifica alle persone offese.
Nell'udienza del 5 aprile 2022 il Giudice rinvia all'udienza del 15 novembre 2022 per l'accertamento del decesso di uno degli imputati.
All'udienza del 15.11.2022, il Giudice ha emesso sentenza di non luogo a procedere con 90 giorni per il deposito delle motivazioni. 
In data 22.11.2022, il Giudice ha depositato le motivazioni della sentenza di non luogo a procedere. Secondo quanto valutato dal Giudice se è pur vero che al momento del compimento del gesto suicidario, Valerio Guerrieri si trovasse in carcere senza un formale titolo, comunque, essendo stato dichiarato "soggetto socialmente pericoloso" in due diversi procedimenti, l'attesa della liberazione del posto in REMS doveva avvenire in carcere.
"Alla data in cui il Guerrieri ha messo in atto il proposito suicidiario lo stesso era ristretto in carcere in attesa della disponibilità di posto in una struttura di cura e custodia in quanto gravato da due provvedimenti, uno irrevocabile della Corte d'Appello e l'altro del Tribunale di Roma che, riconosciuta la sua pericolosità sociale, disponevano nei suoi confronti la misura di sicurezza del ricovero in REMS. In materia va osservato che in presenza di un evidente vuoto normativo e della inadeguatezza delle strutture esistenti rispetto alle esigenze di ricovero derivanti da provvedimenti dell'AG, è invalsa la prassi, sebbene non conforme al dettato normativo che sancisce la distinzione dei presupposti applicativi tra misure cautelari detentive e misure di sicurezza detentive, di procrastinare la permanenza presso le strutture carcerarie dei detenuti destinati alle REMS dettata dalla necessità di evitare, proprio nel silenzio della legge, la libera circolazione di persone riconosciute e dichiarate socialmente pericolose nelle more della disponibilità di un posto e del trasferimento in REMS, per motivi di tutela generale della collettività dalla commissione di ulteriori fatti delittuosi."

 

6. Procedimento per presunte violenze commesse da agenti di polizia penitenziaria a danno di alcune persone detenute presso la Casa circondariale di Viterbo

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo 

Fatti e cronologia del procedimento
A luglio del 2019 Antigone riceve una lettera da parte di una persona detenuta a Viterbo, il sig. B., il quale denuncia due episodi di violenza subiti da due persone detenute presso quel carcere e commessi da alcuni agenti di polizia penitenziaria, allegando la denuncia da lui stesso presentata. 
Il 2.10.2019 Antigone presenta un esposto.
In data 10.12.2021, la Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Roma disponeva l'avocazione delle indagini del fascicolo relativo alla morte di S.H. avvenuta per suicidio in data 23.07.2018.
In data 28.11.2022, la Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Roma ha emesso avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico di sei persone. Per quattro di queste persone, l'accusa mossa è quella di omicidio colposo.
In data 14.09.2023 si è celebrata l'udienza preliminare in cui l'Associazione Antigone si è costituita parte civile. Tre imputati (il Direttore, il Comandante e un agente di polizia penitenziaria) chiedono di procedere con il rito abbreviato.
All'udienza dello 05.10.2023, i tre imputati si sottopongono ad esame. Rinvio al 16.11.2023. 
All'udienza del 16.11.2023, il PM e le parti civili discutono chiedendo la condanna degli imputati. Il Giudice rinvia all'udienza dello 07.12.2023.
All'udienza dello 07.12.2023, discutono le difese di due degli imputati.
All'udienza del 20.12.2023, discute la difesa del terzo imputato.
All'udienza dell'11.01.2024, il PM e le difese delle parti civili presentano le repliche e il Giudice rinvia all'udienza del 22.02.2024.

 

7. Procedimento per presunte violenze commesse da agenti di polizia penitenziaria a danno di U.M., detenuto presso la Casa circondariale di Monza

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Monza 

Fatti e cronologia del procedimento
Il 6.08.2019 Antigone riceve una telefonata da parte di una persona che racconta di una violenta aggressione fisica subita dal fratello, detenuto presso la Casa circondariale di Monza, ad opera di diversi agenti di polizia penitenziaria. I fatti sarebbero avvenuti nel corridoio della sezione. Il detenuto sarebbe stato preso a calci e pugni. Il sig. M., per i fatti in questione, subisce un provvedimento disciplinare che lo pone in isolamento. Il provvedimento viene impugnato. 
Il 25.09.2019 Antigone deposita un esposto denunciando i fatti.
In data 09.10.2020 è stato depositato formale sollecito per la chiusura delle indagini preliminari. 
Le indagini sono in corso. 
In data 5 ottobre 2020 la Procura della Repubblica avanza richiesta di archiviazione per l'ipotesi di tortura a carico di alcuni agenti di polizia penitenziaria per le violenze che sarebbero state commesse a danno di U.M. e per l'ipotesi di rifiuto di atto di ufficio a carico di un medico penitenziario che non avrebbe visitato U.M. dopo le violenze e dopo l'allocazione in una cella di isolamento.
Con atto del 23.11.2020 Antigone si oppone alla richiesta di archiviazione.
Il 20 aprile 2021 è stata fissata l'udienza preliminare innanzi al Tribunale di Monza a carico di 5 agenti di polizia penitenziaria per i reati lesioni aggravate, falso, calunnia, violenza privata, abuso d'ufficio e omessa denuncia a danno di U.M.
Con decreto del 22.03.2021, il Giudice per le indagini preliminari ha disposto l'archiviazione della parte del procedimento relativa all'ipotesi di tortura. 
Udienza preliminare del 20.04.2021: Antigone presenta dichiarazione di costituzione di parte civile. L'udienza è rinviata al 21 maggio 2021.
All'udienza del 21 maggio 2021, Antigone si costituisce parte civile.
Il Giudice, a fronte delle eccezioni avanzate dalla difesa degli imputati, si è espresso in tal modo: "è indubbio che, i fatti per cui si procede, se provati all'esito dei giudizi, sarebbero tali da frustrare l'attività e le iniziative svolte da Antigone nel campo della tutela dei diritti dei detenuti e, dunque, le relative condotte sarebbero idonee a provocare - quantomeno - un danno di immagine dell'associazione la quale, agli occhi dell'opinione pubblica, sembrerebbe nel caso di specie aver fallito nel perseguire i propri scopi associativi; l'associazione si è inoltre occupata specificatamente ed attivamente del caso per cui si procede, come dimostrato dall'esposto presentato a tutela della p.o. dimostrando così di avere un interesse concreto e diretto all'esito della vicenda"
L'udienza preliminare è stata rinviata alla data del 2 luglio 2021.
Udienza del 2 luglio 2021: il GUP ha disposto il rinvio a giudizio di tre agenti di polizia penitenziaria ed un Ispettore Capo per il reato di lesioni aggravate; due degli agenti di polizia penitenziaria e l'Ispettore capo anche per il reato di falsità ideologica e di falsità materiale e di calunnia; uno degli agenti di polizia penitenziaria anche per il reato di violenza privata. Disposto il rinvio a giudizio anche per il Commissario Capo per i reati di falsità ideologica e di falsità materiale e di calunnia e omessa denuncia di reato. Tutti e cinque gli imputati sono stati rinviati a giudizio anche per il reato di abuso di ufficio.
Prima udienza dibattimentale fissata al 16 novembre 2021.
Nell'udienza del 16 novembre 2021, in apertura del dibattimento, il difensore di un poliziotto ha sollevato eccezione per l'esclusione dell'Associazione Antigone quale parte civile. Il processo è stato rinviato al 02 marzo 2022 per lo scioglimento della riserva e per l'apertura del dibattimento.
Nell'udienza del 2 marzo 2022 è stato aperto il dibattimento, è stata confermata l'ammissione di Antigone quale parte civile. Nell'udienza del 30 marzo 2022 è stato nominato il perito per la trascrizione delle intercettazioni. C'è stato poi il rinvio al 15 novembre 2022.
All'udienza del 15.11.2022, sono stati sentiti i seguenti testi: Patrizio Gonnella e gli agenti di P.G. che hanno effettuato le indagini; è stato inoltre visionato il video. Rinvio all'udienza del 20.12.2022.
All'udienza del 20.12.2022, sono stati sentiti il seguente testimone: M. Assistenza di polizia Penitenziaria. Rinvio al 02.05.2023. 
L'udienza del 2 maggio non si è celebrata e il processo è stato rinviato all'udienza del 21.06.2023. 
L'udienza del 21.06.2023 non si è celebrata ed il processo è stato rinviato al 12.12.2023. 
L'udienza del 12.12.2023 viene rinviata per legittimo impedimento di uno dei difensori degli imputati.
All'udienza del 10.01.2024 vengono sentiti quali testimoni il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà e la vittima. Il processo viene rinviato all'11.09.2024. 


8. Processo per presunte torture commesse da agenti di polizia penitenziaria a danno di M.A., detenuto presso la Casa di reclusione di San Gimignano, nonché per rifiuto d'atti d'ufficio a carico di un medico della struttura

Tribunale di Siena 

Fatti e cronologia del procedimento
A ottobre 2019 Antigone riceve notizia di una indagine in corso presso la Procura del Tribunale di Siena per reato di tortura commesso da parte di quindici agenti di polizia penitenziaria della Casa di reclusione di San Gimignano nei cui confronti, in data 28.08.2019, viene emessa ordinanza di misura cautelare. 
Nel mese di dicembre 2019 Antigone presenta un esposto. 
In data 23.04.2020 viene fissata l'udienza preliminare, poi rinviata causa Covid al 10.09.2020.
All'udienza del 10.09.2020 Antigone si costituisce parte civile. Uno degli imputati, il medico, avanza richiesta di rito abbreviato. 
All'udienza del 15.10.2020 si costituisce responsabile civile il Ministero della Giustizia e si procede all'interrogatorio di uno degli indagati.
Rinvio al 5.11.2020
Il 26.11.2020 5 agenti vengono rinviati a giudizio per tortura. Il medico che aveva scelto il rito abbreviato viene condannato a 4 mesi di reclusione per rifiuto di atti d'ufficio, per non aver visitato e refertato la vittima.
La prima udienza dibattimentale è fissata per il 18.05.2021.
Udienza del 9 giugno 2021: il Ministero della Giustizia si costituisce parte civile e viene escluso quale responsabile civile. Viene aperto il dibattimento. Le parti avanzano le richieste istruttorie. Rinvio al 13 luglio 2021.
Udienza del 13 luglio 2021: ammissione dei mezzi istruttori e rinvio al 28 settembre 2021 per sentire i primi tre testi.
Nell'udienza che si è svolta il 28 settembre 2021, sono stati sentiti due testi: l'educatrice e la psicologa.
Nell'udienza del 28 ottobre 2021, sono stati sentiti la direttrice e il responsabile dell'area educativa.
Nell'udienza del 4 novembre 2021, sono stati sentiti un detenuto e il Commissario.
Il 9 dicembre 2021, sono stati sentiti il perito per le trascrizioni e due agenti di polizia penitenziaria.   
Il 17 dicembre 2021, c'è stato un rinvio per motivi legati al Covid. 
Il 21 gennaio 2022, sono stati sentiti due detenuti.
Il 27 gennaio 2022, c'è stato un rinvio per motivi legati al Covid.
Nell'udienza del 24 febbraio 2022 è stato sentito un detenuto, un Commissario, un Vice Ispettore di Polizia Giudiziaria e il Comandante del NIR.
Nell'udienza del 10 marzo 2022 c'è stato il rinvio a causa del contagio da Covid-19 di un avvocato.
Nell'udienza del 28 aprile 2022 è intervenuto un ulteriore rinvio a causa contagio da Covid-19 di un avvocato.
Il processo è stato rinviato al 17 novembre 2022.
All'udienza del 17.11.2022, sono stati ascoltati testimoni tra cui il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà.
All'udienza del 18.11.2022, sono stati ascoltati testimoni.
All'udienza dello 01.12.2022, sono stati ascoltati gli ultimi testimoni.
All'udienza del 15.12.2022, discussione del Pubblico ministero.
All'udienza del 22.12.2022, discussione delle parti civili.
All'udienza del 24.01.2023, discussione delle difese degli imputati.
All'udienza dello 06.02.2023, discussione delle difese degli imputati. Rinvio allo 09.03.2023. 
All'udienza del 9.03.2023 è stata pronunciata sentenza di condanna a carico degli imputati per i reato loro ascritti tra cui il reato di tortura. Due imputati sono stati assolti dal reato di minaccia.
In data 05.09.2023, sono state depositate le motivazioni della sentenza.
 

9. Procedimento per l'ipotesi di tortura commessa da agenti di polizia penitenziaria a danno di diversi detenuti presso la Casa circondariale “Lorusso e Cotugno” di Torino

Tribunale di Torino 

Fatti e cronologia del procedimento
A ottobre 2019 Antigone riceve notizia di una indagine in corso presso la Procura del Tribunale di Torino per diverse ipotesi di reato, tra cui anche il reato di tortura, a carico di diciassette agenti di polizia penitenziaria della CC “Lorusso e Cutugno” di Torino. Nei confronti di tredici persone viene emessa un'ordinanza di misura cautelare.
Il 25 novembre 2019 Antigone presenta un esposto. 
Il 25.08.2020 Antigone avanza richiesta per ottenere copia degli atti di indagine. Viene autorizzata. Dagli atti di indagine e dall'avviso di conclusione delle indagini preliminari risulta indagato anche il Direttore del carcere per il reato di favoreggiamento personale e di omessa denuncia.
Si è in attesa della fissazione dell'udienza preliminare.
È stata fissata per il 18 dicembre 2021 l'udienza preliminare.
Nel corso dell’udienza del 18 dicembre 2021 Antigone ha avanzato dichiarazione di costituzione di parte civile. 
Dopo il rigetto della costituzione di parte civile, nell’udienza del 15 gennaio 2022, le difese degli imputati avanzano eccezioni per questo rigetto. 
Il 5 febbraio 2022, il Giudice ammette la dichiarazione di costituzione di parte civile di Antigone in quanto: "dalla lettura dello Statuto dell'associazione emerge che obiettivo della stessa è la tutela dei diritti delle persone private della libertà personale e il miglioramento delle loro condizioni." E ancora: "Ritiene invero questo giudice che sia sufficiente a consentire la verifica dell'interesse ad agire il richiamo fatto nell'atto di costituzione agli interessi tutelati dall'associazione ed al suo concreto agire per perseguirli ed il loro raffronto con le violazioni ascritte agli imputati." 
C’è stato poi il rinvio all'udienza del 14.03.2022.
L'udienza del 14 marzo 2022 si è aperta con le questioni preliminari; due imputati hanno avanzato richiesta di procedere con il rito abbreviato.
Nell'udienza del 21 marzo 2022 si è proceduto all'interrogatorio di un imputato.
Nell'udienza del 23 marzo 2022 hanno avuto inizio le discussioni delle difese.
Nelle udienze del 4 aprile, 6 aprile e 11 aprile 2022 sono proseguite le discussioni delle difese.
Con l'udienza del 20 aprile 2022 il Giudice ha emesso il decreto di rinvio a giudizio.
Nel processo, tre imputati scelgono il rito abbreviato.
Si tratta dell'allora Direttore del carcere, del Comandante e di un agente di polizia penitenziaria. 
All'udienza del 31.05.2022, D.M. si sottopone ad esame.
All'udienza del 22.06.2022, G.B.A. si sottopone ad esame.
L'udienza dell'8 novembre 2022, viene rinviata al 18.12.2022 per cambiamento del Giudice.
L'udienza del 18.12.2022, viene rinviata al 31.01.2023 per cambiamento del Giudice.
All'udienza del 31.01.2023, il Pubblico ministero fa la requisitoria e chiede la condanna per gli imputati:
per D.M. (l'allora Direttore), chiede la condanna per i capi di imputazione contestati alla pena di anni 1 di reclusione;
per G.B.A.(l'allora Comandante), chiede la condanna per i capi di imputazione contestati alla pena di anni 1 e mesi 2
di reclusione;
per A.A. (agente di polizia penitenziaria), chiede sentenza di non doversi procedere per un capo di imputazione per improcedibilità per mancanza di querela e la condanna per gli altri capi di imputazione alla pena di anni 4 di reclusione
All'udienza dello 07.02.2023, discutono i legali delle parti civili Garante nazionale, Garante regionale e Associazione Antigone.
All'udienza del 9 febbraio 2023, hanno discusso le difese degli imputati.
All'udienza del 24 marzo 2023, hanno discusso le difese degli imputati.
All'udienza del 28 aprile 2023, sono state fatte le repliche da parte del Pubblico ministero e delle difese delle parti civili.
All'udienza del 26 maggio 2023, sono state fatte le repliche da parte delle difese degli imputati. Rinvio all'udienza del 16 giugno 2023.
Il 4 luglio 2023 inizia il dibattimento per gli imputati che hanno scelto il rito ordinario.
L'udienza del 16 giugno 2023 è stata rinviata al 22.09.2023.
All'udienza del 22.09.2023, il Giudice, dopo essersi ritirato in Camera di Consiglio ha emesso sentenza di assoluzione per i capi di imputazione contestati al Comandante "perché il fatto non costituisce reato"; previa riqualificazione ha condannato un agente di polizia penitenziaria per il reato di abuso di autorità contro arrestati (ex art. 608 c.p.) e, previa riqualificazione, ha condannato il Direttore per il reato di omessa denuncia (ex art. 361 c.p.).
L'udienza del 4 luglio 2023 per il rito ordinario è stata rinviata al 20.10.2023 per le questioni preliminari.
In data 21.12.2023, il Giudice deposita le motivazioni della sentenza relativa all'abbreviato. L'allora Direttore viene condannato per omessa denuncia ed assolto per favoreggiamento. Secondo il Giudice, a fronte della "quantità e qualità dei casi segnalati" e per la "persistenza nel tempo di criticità anomale legate ad atteggiamenti prevaricatori e aggressivi tenuti nei confronti dei detenuti", il Direttore si sarebbe dovuto attivare denunciando i casi di cui era a conoscenza. Mentre il Giudice non ha rinvenuto i presupposti per giungere alla condanna per favoreggiamento non essendo stata provata (elemento soggettivo) alcuna finalità di voler favorire gli agenti di polizia penitenziaria.
Il Comandante è stato assolto per la contestazione di favoreggiamento. Anche in questo caso per assenza del dolo - "Nessuno dei testi sentiti [....] ha fornito elementi specifici e inequivoci che possano far ritenere che egli si fosse attivamente adoperato per favorire qualcuno dei suoi sottoposti ad eludere le attività investigative." - Il Giudice specifica altresì che anche in caso di derubricazione del favoreggiamento in omessa denuncia, si deve comunque giungere alla sentenza di assoluzione "perchè il fatto non costituisce reato" in quanto l'imputato era a conoscenza che la denuncia era stata presentata dall'allora Vicedirettrice.
Infine, il Giudice condanna un agente di polizia penitenziaria per la contestazione di tortura derubricata in abuso di autorità (art.608 c.p.) in quanto, secondo il Giudice: "Non emerge [...] una forma di sadica soddisfazione per la propria capacità di generare sofferenza quanto piuttosto l'evidente incapacità di valutare i limiti della propria funzione, in rapporto non solo al caso specifico ma anche alla delicatezza dell'incarico svolto, verosimilmente anche in ragione di una scarsa preparazione a trattare con particolari categorie di detenuti."
Con riferimento alla derubricazione del reato di tortura, si riporta di seguito il capo di imputazione contestato all'imputato di cui è stato vittima un detenuto non italiano: "[...] segnatamente portava al detenuto una pastiglia di Buscopan (da lui richiesta per dolori all'addome) e gliela lanciava dicendogli: "Tieni pezzo di merda, devi morire qui"; quindi, dopo pochi minuti, lo convocava nell'ufficio dell'Ispettore, in quel momento assente, e, alla presenza di un collega non identificato, gli sferrava un violento calcio dietro alla gamba sinistra, facendolo cadere a terra, per poi colpirlo reiteratamente con violenti calci all'addome, il tutto mentre l'altro agente osservava la scena in silenzio; dette condotte comportavano un trattamento inumano e degradante per la dignità della persona detenuta."
Il Giudice ha poi assolto lo stesso agente di polizia penitenziaria dai fatti contestati per insufficienza di prove con riferimento ad altri due capi di imputazioni. In questo caso, la contestazione di tortura è stata derubricata nel reato di Abuso contro arrestati o detenuti in quanto fatto commesso prima dell'entrata in vigore della Legge di introduzione del reato di tortura.
All'udienza del 20.10.2023 relativa al rito ordinario sono state trattate le questioni preliminari.
All'udienza dello 09.01.2024 il Collegio ha sciolto la riserva sulle questioni preliminari e il processo è stato rinviato allo 08.02.2024. 

 

10. Procedimento penale per preseunte violenze commesse da agenti di polizia penitenziaria a danno di una persona detenuta presso la Casa Circondariale “Pagliarelli” di Palermo

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo 

Fatti e cronologia del procedimento
A gennaio del 2020 Antigone viene contattata dalla moglie e dal legale di una persona detenuta presso la Casa circondariale Pagliarelli di Palermo. Entrambi denunciano violenze e maltrattamenti subiti il 18.01.2020 dal familiare e assistito al momento dell'ingresso in carcere.
Due giorni dopo, il 20.01.2020, la persona detenuta viene portata davanti ai Giudici della Corte di Assise di Appello di Palermo per lo svolgimento del processo. In quella sede rende dichiarazioni spontanee, denunciando quando accaduto al suo arrivo in carcere. La Corte, riscontrati i segni al volto e ascoltato il racconto, trasmette gli atti alla Procura competente.
Il 22.05.2020 Antigone presenta un esposto contro gli agenti per ipotesi di tortura nonché contro i medici, i quali, secondo quanto ricostruito, non avrebbero accertato le lesioni, favorendo così gli agenti di polizia penitenziaria.
Le indagini sono in corso.
In data 30.10.2021, la Procura emette richiesta di archiviazione.
In data 17.06.2022, l'Associazione deposita atto di opposizione. 

 

11. Procedimento penale per presunte violenze commesse da  agenti di polizia penitenziaria a danno di diversi detenuti presso la Casa di reclusione “Opera” di Milano in seguito alle rivolte scoppiate per il rischio di contagio da Covid 19

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano 

Fatti e cronologia del procedimento
A marzo 2020 Antigone viene contattata da molti familiari di persone detenute nell'istituto penitenziario milanese di Opera. Questi denunciano violenze, abusi e maltrattamenti subiti il 09.03.2020 dai propri familiari a seguito della rivolta scoppiata nel I Reparto. I familiari raccontano che le violenze sarebbero state commesse da agenti di polizia penitenziaria a rivolta finita. Vi avrebbero preso parte anche rappresentanti della Polizia di stato e dei Carabinieri.
Il 18.03.2020 Antigone deposita un esposto contro gli agenti di polizia penitenziaria per ipotesi di abusi, violenze e torture.
Le indagini sono in corso.

 

12. Procedimento penale per omicidio colposo in seguito alla morte di nove persone detenute presso la Casa circondariale di Modena, avvenute in seugito alle rivolte scoppiate in istituto per il rischio di contagio da Covid 19

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Modena 

Fatti e cronologia del procedimento
L'8 marzo 2020 Antigone apprende da fonti giornalistiche della grave rivolta scoppiata il giorno stesso presso la Casa circondariale di Modena e della morte di nove persone detenute, che sarebbe avvenuta per intossicazione da farmaci. Cinque di esse sarebbero morte nello stesso istituto, quattro a seguito di trasferimento in altri istituti. Il trasferimento sarebbe avvenuto con il nulla osta medico.
Il 18.03.2020 Antigone deposita un esposto contro gli agenti polizia penitenziaria ed il personale sanitario per omissioni e colpe per la morte dei detenuti.
Le indagini sono in corso.
In data 7 gennaio 2021, Antigone deposita una integrazione all'esposto del 18.03.2020. L'associazione prende tale decisione a seguito della formale segnalazione della denuncia presentata da cinque persone detenute per le violenze che sarebbero state commesse da agenti di polizia penitenziaria a danno di alcuni detenuti subito dopo la rivolta scoppiata presso la Casa circondariale di Modena nella data dell'8 marzo 2020.
Il 26.02.2021 la Procura della Repubblica ha avanzato richiesta di archiviazione, ritenendo escluso qualsiasi profilo di responsabilità in merito al decesso dei detenuti.
Il 19.03.2021 Antigone ha presentato opposizione alla richiesta di archiviazione.
Il Giudice per le Indagini preliminari ha fissato udienza al 7 giugno 2021.
In data 16 giugno 2021, il Giudice emette ordinanza con cui dichiara inammissibile l'opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata da Antigone e dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, "trattandosi di soggetti privi della qualifica di persone offese in riferimento ai reati ipotizzati o, pur solo astrattamente, enucleabili", e rigetta l'opposizione avanzata dai familiari di una delle vittime.
Il 30 giugno 2021, Antigone ha depositato reclamo innanzi al Tribunale di Modena per chiedere la nullità del provvedimento di archiviazione (ex art. 410 bis c.p.p.) in quanto nel provvedimento si dichiarava l'inammissibilità dell'opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dall'associazione.
È stata fissata per il primo dicembre 2021 l'udienza in Camera di Consiglio per la decisione sul reclamo presentato.
Il 28 gennaio 2022, il Tribunale emette ordinanza di inammissibilità al reclamo presentato da Antigone. Secondo il Tribunale, il provvedimento di archiviazione risulta legittimamente assunto in quanto il Giudice lo ha emesso al termine dell’udienza camerale cui hanno partecipato tutte le parti processuali "compresa anche l'Associazione Antigone ONLUS": "[...] la medesima  autorità giudiziaria [...] ha inteso fissare l'udienza camerale, facendone dare comunicazione al difensore della medesima" per cui "nessuna violazione della facoltà di intervento si è realizzata e la valutazione espressa dal GIP nell'ordinanza di archiviazione finisce per costituire argomentazione di merito [...] come tale sottratta al sindacato della scrivente."

 

13. Procedimento penale per presunte violenze commesse da  agenti di polizia penitenziaria a danno di alcune persone detenute presso la Casa circondariale di Melfi in seguito alla rivolta scoppiate per il rischio di contagio da Covid 19

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza  

Fatti e cronologia del procedimento
A marzo del 2020 Antigone viene contattata dai familiari di diverse persone detenute nel carcere di Melfi. Questi denunciano gravi violenze, abusi e maltrattamenti subiti nella notte tra il 16 ed il 17 marzo 2020, alle ore 3.30 circa, dai familiari come punizione per la protesta scoppiata il 9.03.2020 in seguito alle restrizioni dettate dall'emergenza Covid-19. Secondo la ricostruzione di Antigone i detenuti sarebbero stati denudati, picchiati (anche con manganelli), insultati, messi in isolamento. Molti di essi, anche tra le vittime delle presunte torture, sono stati trasferiti. Durante le traduzioni, che in diversi casi sono state lunghe, non sarebbe stato permesso loro di andare in bagno. Ai detenuti sarebbero poi state fatte firmare delle dichiarazioni in cui avrebbero riferito di essere accidentalmente caduti, a spiegazione dei segni e delle ferite riportate. 
Il 7.04.2020 Antigone deposita un esposto contro agenti di polizia penitenziaria e medici per violenze, abusi e torture. 
Il 3 maggio 2021, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza ha avanzato richiesta di archiviazione.
In data 3 giugno 2021, Antigone presenta opposizione alla richiesta di archiviazione.
Nel corso dell’udienza del 2 febbraio 2022 si è discusso dell’opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata da Antigone.
Il 9 marzo 2022, il Giudice per le Indagini preliminari ha emesso ordinanza di archiviazione. Secondo il Tribunale, non sussistono profili di responsabilità penale in quanto l'intervento attuato dalla Polizia penitenziaria per disporre i trasferimenti dei detenuti è stato effettuato "a sorpresa" dando adito a forme di resistenza da parte degli stessi determinando così l'utilizzo della forza ad opera degli agenti.
"Alla luce del complessivo materiale probatorio acquisito e valutata la condizione di pericolo per la sicurezza che regnava nel momento in cui il trasferimento fu attuato, si deve giungere alla conclusione che la richiesta di archiviazione del P.M. può essere condivisa, dal momento che non è possibile escludere che le denunciate violenze siano da ricollegare alla resistenza al trasferimento fatta dai detenuti che rese necessario agli agenti impegnati nell'azione il ricorso ad una azione coattiva finalizzata ad attuare lo spostamento dei detenuti da quello stesso istituto in cui, pochi giorni prima, erano stati commessi reati di danneggiamento e violenza acclarati dall'Autorità Giudiziaria."

 

14. Procedimento penale per presunte violenze e torture commesse da agenti di polizia penitenziaria a danno di vari detenuti presso la Casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere in seguito alle proteste per il rischio di contagio da Covid 19

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere 

Fatti e cronologia degli eventi
Ad aprile del 2020 Antigone viene contattata via e-mail, Facebook e telefonicamente da diversi familiari di persone detenute nella Casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere. Questi denunciano abusi, violenze e torture subite dai familiari.
I detenuti  del reparto “Nilo” sarebbero stati colpiti e costretti a radersi barba e capelli dagli agenti di polizia penitenziaria. L'azione violenta si sarebbe verificata nel pomeriggio del 6.04.2020 e ne sarebbero responsabili circa 400 agenti, intervenuti in tenuta antisommossa a seguito di una protesta posta in essere il giorno precedente dai detenuti dello stesso reparto. Questi sarebbero stati preoccupati per la diffusione della notizia di un detenuto positivo al coronavirus, posto in isolamento con febbre. Nei giorni successivi i casi accertati di contagio sono saliti a quattro. Alcuni detenuti, dopo l'azione di violenza, sarebbero stati posti in isolamento. Ai pochi detenuti visitati i medici non avrebbero refertato le lesioni.
Il 20.04.2020 Antigone deposita un esposto contro la polizia penitenziaria per ipotesi di tortura e percosse e contro i medici per ipotesi di omissione di referto, falso e favoreggiamento.
Il 10 settembre 2021, viene notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari: sono 120 gli indagati per 85 capi di imputazione e 177 le persone offese.
Il 15 dicembre 2021 è stata fissata l'udienza preliminare e Antigone ha depositato la dichiarazione di costituzione di parte civile. 
Nel corso dell'udienza dell’11 gennaio 2022, le difese degli imputati hanno sollevato eccezioni alle dichiarazioni di costituzione di parte civile.   
Il 25 gennaio 2022, le difese delle persone offese hanno depositano dichiarazioni di costituzione di parte civile. 
Il 3 febbraio 2022, il Giudice ha rigetta le eccezioni avanzate dalle difese degli imputati e ha ammesso Antigone quale parte civile: "Ebbene, dall'esame delle finalità dell'associazione, volta alla tutela dei diritti della popolazione carceraria, emerge, a giudizio dello scrivente, la piena legittimazione alla costituzione di parte civile. Tra l'altro, la presentazione dell'esposto in Procura dimostra l'interesse concreto e diretto dell'ente all'esito della vicenda attinenti al presente procedimento." 
Il Procuratore ha formalizzato la richiesta di patteggiamento per 32 imputati. 
Nell’udienza dell'8 febbraio 2022, le difese delle parti civili hanno depositato la richiesta per la citazione del Responsabile civile (Ministero della Giustizia e ASL territorialmente competente). 
Nell’udienza del 15 febbraio 2022, il Giudice emette il decreto per la citazione del Responsabile civile. 
Nell'udienza del 29 marzo 2022 c'è stato rinvio all'udienza del 12 aprile. Nell'udienza del 12 aprile 2022 c'è stato rinvio all'udienza del 26 aprile. Nell'udienza del 26 aprile 2022 c'è stata la costituzione del Responsabile civile, nuove richieste di ammissione alla costituzione di parte civile e conclusione del Pubblico ministero che chiede il rinvio a giudizio per tutti gli indagati ad eccezione di una posizione. Sono state avanzate due richieste di procedere con il rito abbreviato.
Nell'udienza del 10 maggio 2022 sono avvenute le discussioni delle parti civili.
Si sono poi svolte le udienze del 17, 24 e 31 maggio e ancora del 14 giugno in cui si sono svolte le discussioni delle difese degli imputati. 
All'udienza del 12 luglio 2022, il Giudice per l'udienza preliminare ha disposto il rinvio a giudizio nei confronti di 105 indagati ed ha emesso sentenza di non luogo a procedere nei confronti di un indagato.
La prima udienza dibattimentale innanzi alla Corte di Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere è fissata per il giorno 7 novembre 2022.
Due indagati hanno scelto di procedere con il rito abbreviato con udienza fissata al 23 gennaio 2023.
All'udienza del 23.01.2023, la Procura deposita documentazione e le difese chiedono termini a difesa. Rinvio al 14.02.2023 per le discussioni.
Udienza del 14.02.2023: discussione del Pubblico ministero che chiede la condanna per i due imputati rispettivamente alla pena di anni 8 mesi 1 e giorni 13 e anni 5 mesi 5 di reclusione.
Udienza del 28.03.2023: discussioni delle parti civili.
Udienza del 18.04.2023: discussione difesa imputati.
Udienza del 30.05.2023: discussione difesa imputati.
Udienza del 20.06.2023, il Giudice, dopo essersi ritirato in Camera di consiglio, pronuncia il dispositivo: sentenza di assoluzione per i due agenti di polizia penitenziaria "per non aver commesso il fatto". 

Procedimento in dibattimento
Udienza dello 07.11.2022, le difese delle persone offese depositano nuove richieste di costituzione di parte civile.
Udienza del 15.12.2022, le difese degli imputati sollevano questioni preliminari.
Udienza del 28.12.2022, le difese degli imputati sollevano ulteriori questioni preliminare la Procura deposita indice degli atti con memoria esplicativa.
Udienza dello 09.01.2023, i Giudici sciolgono la riserva sulle questioni sollevate e vengono avanzate dalle difese istanze istruttorie.
Udienza dello 01.02.2023, i Giudici sciolgono la riserva sulle istanze istruttorie delle difese.
Udienza dello 08.02.2023, i Giudici sciolgono la riserva sulle istanze istruttorie della Procura.
Udienza dell'8.03.2023: esame della Procura a testimone di Polizia Giudiziaria.
Udienza del 15.03.2023: esame della Procura a testimone di Polizia Giudiziaria.
Udienza del 22.03.2023: controesame difese testimone di Polizia Giudiziaria.
Udienza del 29.03.2023: esame e controesame del testimone Garante dei diritti dei detenuti della Regione Campania.
Udienza del 5.04.2023: esame della Procura del testimone Magistrato di sorveglianza.
Udienza del 12.04.2023: controesame del testimone Magistrato di sorveglianza.
Udienza del 10.05.2023: esame della Procura a testimone di Polizia Giudiziaria su esame dei video.
Udienza del 17.05.2023: esame della Procura a testimone di Polizia Giudiziaria su esame dei video.
Udienza del 24.05.2023: esame della Procura a testimone di Polizia Giudiziaria su esame dei video.
Udienza del 31.05.2023: controesame del testimone di Polizia Giudiziaria su esame dei video.
Udienza del 7.06.2023: controesame del testimone di Polizia Giudiziaria su esame dei video.
Udienza del 21.06.2023: controesame del testimone di polizia giudiziaria da parte delle difese degli imputati.
Udienza del 26.06.2023: esame di due testimoni di polizia giudiziaria.
Udienza dello 03.07.2023: controesame del testimone di polizia giudiziaria da parte delle difese degli imputati, controesame di un testimone di polizia giudiziaria da parte delle difese. delle parti civili e dichiarazioni spontanee rilasciate da un imputato.
Udienza dello 05.07.2023: esame del testimone di polizia giudiziaria e spontanee dichiarazioni rilasciate dal Comandante delle polizia penitenziaria.
Udienza del 10.07.2023: esame di una vittima.
Udienza del 12.07.2023: controesame di una vittima da parte delle difese delle parti civili.
Udienza dell'11.09.2023: controesame di una vittima da parte delle difese degli imputati.
Udienza del 13.09.2023: esame di una vittima.
Udienza del 18.09.2023: esame di una vittima.
Udienza del 20.09.2023: controesame di due vittime da parte delle difese degli imputati.
Udienza del 27.09.2032: esame di una vittima.
Udienza dello 02.10.2023: esame di una vittima.
Udienza dello 04.10.2023: controesame di una vittima da parte delle difese degli imputati e esame di una vittima.
Udienza del 16.10.2023: esame di una vittima.
Udienza del 18.10.2023 esame di una vittima e dichiarazioni spontanee di un imputato.
Udienza del 23.10.2023 esame di una vittima.
Udienza del 26.10.2023 esame di una vittima.
Udienza dello 06.11.2023 controesame di una vittima da parte delle difese degli imputati.
Udienza dello 08.11.2023 esame di una vittima.
Udienza del 13.11.2023 esame di due vittime.
Udienza del 15.11.2023 controesame di due vittime da parte delle difese degli imputati.
Udienza del 20.11.2023 esame di una vittima.
Udienza del 22.11.2023 esame di una vittima.
Udienza dello 06.12.2023 esame e controesame di due vittime.
Udienza dello 07.12.2023 esame di una vittima e controesame di una vittima da parte delle difese degli imputati.
Udienza del 12.12.2023 controesame di due vittime da parte delle difese degli imputati.
Udienza del 14.12.2023 esame e controesame di una vittima.
Udienza del 20.12.2023 rinvio.
Udienza del 21.12.2023 esame di una vittima.
Udienza dello 08.01.2024 rinvio.
Udienza del 10.01.2024 esame e controesame di una vittima e esame di un vittima. 

 

15. Procedimento penale per presunte violenze e torture commesse da agenti di polizia penitenziaria a danno di diversi detenuti presso la Casa circondariale di Pavia in seguito alla rivolta scoppiata per il rischio di contagio da Covid 19

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pavia 

Fatti e cronologia del procedimento
A marzo 2020 Antigone viene contattata da alcuni familiari di persone detenute nella Casa circondariale di Pavia. Questi denunciano violenze e abusi, nonché trasferimenti arbitrari posti in essere nei giorni successivi alla protesta dell'otto marzo 2020. La protesta era sorta a seguito dell'interruzione dei colloqui e dell'applicazione di altre misure restrittive per far fronte alla pandemia di Covid 19 in corso. I detenuti  avrebbero protestato anche per le omissioni nell'adeguamento dell'istituto alle misure di prevenzione. Secondo le ricostruzioni la polizia avrebbe usato violenza e umiliato diverse persone detenute, colpendole, insultandole, privandole di indumenti e lasciandole senza cibo. Ai detenuti trasferiti non sarebbe stato permesso di portare alcun effetto personali né di avvisare i familiari.

 

16. Procedimento penale per l'ipotesi di omicidio colposo in seguito al decesso per impiccagione di una persona detenuta presso la Casa circondariale “Poggioreale” di Napoli

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli 

Fatti e cronologia del procedimento
Il 17.07.2020 i familiari di A. U., detenuto morto suicida presso la Casa circondariale “Poggioreale” di Napoli, chiedono aiuto ad Antigone.
A.U. si è suicidato il 30.06.2020. In passato aveva tentato il suicidio altre tre volte (a gennaio 2020, a marzo 2020 e in altro episodio non documentato).
A luglio 2020 Antigone deposita un esposto.
Il 27.07.2020 la Procura conferisce incarico ad un consulente/psichiatra per chiarire le condizioni di salute del detenuto. Antigone e le parti offese nominano un loro consulente. 
Il Consulente della Procura prende 60 giorni di tempo per il deposito. 
Il 27.09.2020 il consulente della Procura chiede proroga dei termini per il deposito.
Nel mese di febbraio 2021, il Consulente della Procura ha depositato un'apposita relazione sulle cause del decesso. 
Antigone ha avuto accesso alla consulenza e ai relativi allegati.
In data 08.09.2022, la Procura della Repubblica avanza richiesta di archiviazione.
In data 11.10.2022, l'Associazione deposita atto di opposizione alla richiesta di archiviazione. 
In data 19.01.2023, si è svolta l'udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione.
In data 14.02.2023, il Giudice emette ordinanza di archiviazione. Secondo il Giudice, non sussistono gli elementi per la configurazione del reato di istigazione al suicidio su cui si sono svolte le indagini. Il detenuto, portatore già di diverse problematiche di natura psichiatrica, si è determinato a commettere il gesto estremo di togliersi la vita e non si ravvisano gli elementi per il reato su cui si sono svolte le indagini. "Tali risultanze non consentono di ritenere che il decesso del detenuto Uccello sia ascrivibile alla istigazione o alla determinazione di terzi (anche sotto il profilo omissivo), nè lasciano evincere concrete ed univoche motivazioni che avrebbero determinato l'evento."

 

17. Procedimento penale per presunte violenze commesse da agenti a danno di alcuni detenuti. Le violenze sarebbero accadute durante il trasferimento dal carcere di Modena a quello di Ascoli Piceno, ma anche nell'istituto di Ascoli. Il procedimento riguarda anche il decesso di Salvatore Piscitelli, avvenuto dopo l'arrivo presso la Casa circondariale di Ascoli Piceno

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ascoli Piceno 

Fatti e cronologia del procedimento
Il 9 dicembre 2020 Antigone viene contattata dalla sorella di una persona detenuta, la quale invia copia della denuncia che cinque persone detenute avrebbero presentato presso la competente Procura. Nell'atto vengono denunciati episodi di violenza che sarebbero stati commessi da agenti di polizia penitenziaria a danno di persone detenute subito dopo la rivolta che si era svolta presso la Casa circondariale di Modena in data 8 marzo 2020, per i timori del contagio da Covid-19 e, in particolare, durante il trasferimento presso la Casa circondariale di Ascoli Piceno. Nell'atto vengono anche denunciate gravi omissioni che sarebbero state commesse e che avrebbero determinato il decesso di Salvatore Piscitelli presso la Casa circondariale di Ascoli Piceno.
In data 7 gennaio 2021, Antigone deposita un esposto per denunciare tali fatti.
Il 3 marzo 2022, la Procura della Repubblica ha avanzato richiesta di archiviazione. Il procedimento contro noti per due differenti ipotesi di reato (omicidio colposo ex art.589 c.p.p e cessione di sostanze stupefacenti ex art. 73 DPR 309/1990).
Il 29 marzo 2022, Antigone ha depositato atto di opposizione alla richiesta di archiviazione.
In data 21 settembre 2022, si è tenuta l'udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione. 
In data 03.10.2022, il GIP deposita ordinanza di archiviazione.
Secondo il Giudice non sono ravvisabili profili di responsabilità in capo agli indagati (un agente di polizia penitenziaria e il medico) in quanto innanzitutto "lo stato emergenziale in cui si trovava il personale del Carcere di Ascoli Piceno ove erano tradotti 43 detenuti da Modena" e "il fatto che le disposizioni anti Covid non consentivano il libero accesso degli agenti nelle celle, rendendo oltremodo difficoltoso percepire la gravità delle condizioni dei singoli detenuti, se non espressamente allertati" non consentivano un semplice intervento.
L'individuazione dell'agente di polizia penitenziaria indagato non ha trovato riscontri. E, infine, non hanno trovato riscontro le dichiarazioni rese dai detenuti "riguardo alle condizioni di salute del Piscitelli nella fase del trasferimento".

 

18. Procedimento penale per l'ipotesi di omicidio colposo in seguito al decesso per impiccagione di una persona detenuta presso la Casa circondariale di Salerno 

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno 

Fatti e cronologia del procedimento 
Il 26 luglio 2020, all’età di 23 anni, il giovane rapper Jhonny Cirillo si è tolto la vita impiccandosi con un lenzuolo alla finestra del bagno di una cella della Casa circondariale di Salerno, dove lo stesso era detenuto dal 15.6.2020 per revoca degli arresti domiciliari. Quattro giorni dopo il decesso, il 30 luglio 2020, il Presidente dell’Associazione Antigone ha pubblicato un articolo sul sito web de “L’Espresso” dal titolo “In memoria del giovane rapper Jhonny Cirillo, morto suicida in carcere”. Una settimana dopo l’ingresso in carcere del giovane, nel corso dell’udienza del 22 giugno 2020, il Giudice, dopo aver sentito il perito e dunque accertato il quadro psichiatrico visibilmente compromesso dell’arrestato, aveva disposto che il verbale di udienza venisse trasmesso al carcere per i “controlli” del caso e l’adozione di ogni “iniziativa utile” “giacché l’imputato manifesta scoramento e domanda ricovero a Villa Chiarugi.” Dopo poco più di un mese dall’ingresso in carcere, il 21 luglio 2020, Cirillo, durante il colloquio con i medici, minacciava di avviare uno sciopero della fame e della sete, e, rientrato nella camera verso le 22.30 circa, si procurava alcuni tagli sull’avambraccio sinistro. Dopo questo ulteriore gesto, veniva data e veniva stabilita la Grandissima sorveglianza custodiale. Il 26 luglio 2020, intorno alle ore 11.00, i compagni di cella di Cirillo chiamavano l’agente di reparto perché avevano ritrovato il giovane impiccato con un lenzuolo alla finestra del bagno. 
Il 22 aprile 2021 Antigone ha depositato un esposto per denunciare i fatti.
l 28 giugno 2021, la Procura della Repubblica ha avanzato richiesta di archiviazione motivando che, nonostante sia stato accertato che il provvedimento di grandissima sorveglianza non fosse stato eseguito, tuttavia l'esecuzione della sorveglianza non sarebbe stata sufficiente a evitare il decesso.
Il  4 agosto 2021, Antigone ha depositato un atto di opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura. 
È stata così fissata per il 19 ottobre 2021 l'udienza innanzi al Giudice del Tribunale di Salerno per discutere sulla opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata da Antigone e dai familiari del giovane.
Il 28 ottobre 2021, il Giudice per le Indagini preliminari ha depositato ordinanza di archiviazione. Secondo il Giudice, è impossibile assumere che anche "qualora il detenuto fosse stato effettivamente sottoposto ad un regime di maggiore di sorveglianza, non si sarebbe ucciso" e, per tale ragione, ha disposto l'archiviazione del procedimento. 

 

19. Procedimento penale penale per presunte violenze che sarebbero state commesse da alcuni agenti di polizia penitenziario a danno di alcuni detenuti presso la Casa di reclusione di Fermo

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Fermo 

Fatti e cronologia del procedimento 
Il 13 settembre 2021, l'Associazione Antigone ha depositato un esposto per una ipotesi di violenze che sarebbero state commesse da alcuni agenti di polizia penitenziaria a danno di alcuni detenuti.   
Il 2 febbraio 2022, il Pubblico ministero ha avanzato richiesta di archiviazione in quanto rileva che dalla lettura degli atti "non sono emersi elementi utili all'individuazione dell'autore"degli autori del presunto reato".   
Il 22 febbraio 2022, Antigone ha depositato opposizione alla richiesta di archiviazione.

 

20. Procedimenti per le violenze che sarebbero state commesse presso la Casa circondariale di Modena da parte di agenti di polizia penitenziaria a danno di alcuni detenuti durante le rivolte dell’8 marzo.

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Modena

Fatti e cronologia del procedimento

In data 10/02/2021, l'Associazione deposita un esposto in cui denuncia episodi di violenze che sarebbero stati commessi da agenti di polizia penitenziaria a danno di detenuti durante la rivolta dell'8 marzo 2020 che era scoppiata a seguito del rischio di contagio da covid 19.
In data 20/09/2021 viene avanzata richiesta di proroga delle indagini. Il procedimento è iscritto contro ignoti. In data 27/04/2022, viene avanzata una nuova richiesta di proroga di indagini. Il procedimento risulta iscritto contro noti. Vede cinque persone indagate anche per il reato di tortura.
In data 27.04.2022, viene avanzata una nuova richiesta di proroga di indagini. Il procedimento risulta iscritto contro noti. Vede cinque persone indagate anche per il reato di tortura.
In data 25.11.2022, la Procura avanza una nuova richiesta di proroga delle indagini preliminari.
In data 23.06.2023, la Procura della Repubblica di Modena ha avanzato richiesta di archiviazione. 
In data 27.07.2023, l'Associazione Antigone ha depositato atto di opposizione.
 

21. Procedimento per le violenze che sarebbero state commesse presso la Casa circondariale di Nuoro da parte di agenti di polizia penitenziaria a danno di un detenuto

Tribunale di Nuoro

Fatti e cronologia del procedimento

In data 26.05.2022, davanti al GUP presso il Tribunale di Oristano, l'Associazione Antigone si costituisce parte civile nel procedimento penale che vede indagati
9 agenti di polizia penitenziaria per i reati di lesioni aggravate; tre di questi agenti anche per il reato di falso ideologico.
Il Giudice, con provvedimento del 23.06.2022, ha dichiarato la propria incompetenza territoriale ed inviato gli atti al Tribunale di Cagliari. 
In data 19.10.2023 si è celebrata l'udienza preliminare in cui è stato disposto il rinvio a giudizio degli imputati.
In data 17.10.2023 si è celebrata la prima udienza dibattimentale.

22. Procedimento penale per le violenze che sarebbero state commesse presso laCasa circondariale di Ivrea da parte di agenti di polizia penitenziaria a danno di un detenuto

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ivrea

Fatti e cronologia del procedimento

In data 10.10.2022, l'Associazione Antigone deposita un esposto in cui denuncia un episodio di violenza che sarebbe stato commesso da alcuni agenti di polizia penitenziaria a danno di un detenuto.
La segnalazione, sufficientemente particolareggiata, perveniva dalla madre.

 

23. Procedimento penale per le violenze che sarebbero state commesse presso la Casa circondariale di Salerno da parte di agenti di polizia penitenziaria a danno di un detenuto

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno

Fatti e cronologia del procedimento
In data 18.01.2023, l'Associazione Antigone deposita un esposto in cui denuncia un episodio di violenza che sarebbe stato commesso da alcuni agenti di polizia penitenziaria a danno di un detenuto.
La segnalazione, sufficientemente particolareggiata, perveniva da un detenuto che avrebbe assistito ai fatti.
In data 10.03.2023, la Procura avanza richiesta di archiviazione per l'ipotesi di omicidio preterintenzionale in quanto il detenuto è deceduto per arresto cardiocircolatorio cui è seguiva una crisi respiratoria e le ferite riscontrate risultano lievi e superficiali;
"Tali lesioni, sostanziatesi in ecchimosi ed escoriazioni, sono state catalogate come superficiali, limitate ai tessuti molli, probabilmente in parte antecedenti ai fatti, alcuna efficacia spiegano nel determinismo dell'evento." Dunque, secondo quanto sostenuto dal Pubblico ministero, i poliziotti hanno agito in maniera pienamente legittima e la loro condotta risulta "esente da censura, essendosi limitata a manovre chiaramente tese ad immobilizzare il detenuto e mai tracimate in percosse o in altre manovre esorbitanti tali finalità."
In data 16.06.2023: l'associazione Antigone deposita atto di opposizione alla richiesta di archiviazione.
In data 26.09.2023 si tiene l'udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione.
Con ordinanza del 20.10.2023, il GIP dispone l'archiviazione del procedimento.


24. Procedimento penale per il decesso che sarebbe avvenuto per suicidio di un detenuto presso la Casa circondariale di Ariano Irpino

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento

Fatti e cronologia del procedimento 

In data 18.01.2023, l'Associazione Antigone deposita un esposto in cui denuncia il decesso che sarebbe avvenuto per suicidio di un detenuto le cui circostanze necessitano di essere approfondite.
In data 11.05.2023, la Procura avanza richiesta di proroga delle indagini preliminari.
Il fascicolo è iscritto contro ignoti per l'ipotesi di istigazione al suicidio ex art. 580 c.p.
In data 10.01.2024 il Pubblico ministero avanza richiesta di archiviazione.
Secondo la Procura, il detenuto era costantemente monitorato per cui non si ravvisano responsabilità di terzi per il suo suicidio.


N.25 Procedimento penale per un'ipotesi di tortura che sarebbe stata commessa da alcuni agenti di polizia penitenziaria a danno di un detenuto presso la Casa circondariale di Reggio Emilia

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia

Fatti e cronologia del procedimento

In data 09.01.2024, l'Associazione Antigone deposita un esposto per una ipotesi di tortura, segnalata dal
legale della vittima, che sarebbe avvenuto presso la Casa circondariale di Reggio Emilia.
In data 14.03.2024, è fissata l'udienza preliminare nei confronti di dieci agenti di polizia penitenziaria
cui viene contestato, tra l'altro, il reato di tortura commesso a danno di una persona detenuta.