Stati generali sulle pene e sul carcere con i detenuti

stefano anastasiadi Stefano Anastasia (Presidente onorario di Antigone)

Il Ministro Orlando ha giustamente risposto in senso affermativo alla richiesta che gli è venuta da più parti, e principalmente dalla redazione di Ristretti orizzonti, di fare degli annunciati Stati generali sulle pene e sul carcere un’occasione di confronto anche con i diretti interessati, i condannati e le condannate, i detenuti e le detenute che vivono direttamente tale condizione e che possono offrire un punto di vista non solo “diverso”, ma essenziale, anzi – meglio – imprescindibile alla comprensione dei problemi e dei limiti del nostro sistema penitenziario.

Ciò detto, vorrei spezzare una lancia anche a favore della interlocuzione diretta con una realtà come quella di Ristretti. 

Non perché nella casa di reclusione di Padova «convivono, per forza malamente, due realtà, quella di una detenzione che dà un senso alla pena attraverso lo studio, la cultura, il lavoro, l’apertura e il confronto con il mondo esterno, e quella di un carcere in cui le persone sono costrette ad “ammazzare il tempo” per mancanza di spazi e attività per tutti, e quindi accumulano solo rabbia e rancore» (questa è infatti di una condizione abbastanza diffusa nei penitenziari italiani), ma perché a Padova – anche grazie ai volontari che collaborano alle attività di Ristretti – è attiva una “soggettività” dei detenuti, che parla in prima persona, spesso usando il plurale. Quel che serve, infatti, non è una generica interlocuzione con i detenuti, e men che meno, l’intervento (o gli interventi: magari distinti per generi, classificazioni e attività trattamentali seguite) dei detenuti. Quel che serve è un contributo di merito che nasca da una esperienza collettiva e da una elaborazione comune sulla condizione detentiva e sulla possibilità di cambiare l’esecuzione penale. Gli amici padovani sarebbero in grado di farlo. Altri, in altri istituti, pure. Spero che il Ministro saprà individuare la sede giusta per questi Stati generali, una sede in cui i detenuti possano essere parte attiva e propositiva nella discussione con gli altri interlocutori del mondo penitenziario.