Tortura/Alfano. Dichiarazioni di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone e CILD

diazsitoCOMUNICATO STAMPA - Nelle ultime ore esponenti del centro-destra, del partito del ministro dell'Interno Alfano e lo stesso Ministro si sono pronunciati per una modifica profonda del reato di tortura in discussione in queste ore al Senato poiché sarebbero "inutili gli sproloqui sul terrorismo se si indeboliscono le forze dell'ordine". A tal proposito interviene Patrizio Gonnella, presidente di Antigone e della Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili.  

"Negli ultimi anni ad essere stati torturati sono stati due detenuti ad Asti, le persone presenti nella scuola Diaz e quelle portate nella caserma di Bolzaneto a Genova.  
Ad essere torturati furono i prigionieri condotti nelle prigioni segrete argentine durante il regime di Videla. Fatti per i quali quel Paese ci chiede di estradare un prete rifugiato in Italia.  
Ad essere torturato è stato Giulio Regeni.
Chi oggi sfrutta il terrorismo per respingere l'introduzione del reato di tortura è contro la giustizia e si macchia, moralmente, di crimini contro l'umanità.  

La tortura non è nient'altro che questo, un crimine contro l'umanità, e non è ammissibile neanche quando a subirla fossero terroristi o presunti tali. Non è ammissibile e non è utile, come l'esperienza di Guantanamo ci dimostra. A 14 anni dalla sua apertura, nonostante gli arresti e la detenzione senza processo, nonostante le torture, il terrorismo internazionale è ben lontano dall'essere sconfitto.  

Oggi pomeriggio al Senato potrebbe esserci il voto finale sul disegno di legge che introduce il reato di tortura nel codice penale. Se venisse approvato il testo tornerebbe di nuovo alla Camera. L'Italia aspetta di uniformarsi alla comunità internazionale da quasi 28 anni. Dall'aprile dello scorso anno il presidente del Consiglio Renzi, il ministro della Giustizia Orlando e il sottosegretario alla Giustizia Migliore si sono espressi sulla necessità di avere questo reato. Non si può aspettare oltre.  

Il reato di tortura, è utile ribadirlo ancora, non è un reato contro le forze dell'ordine, ma un reato a favore di chi - la maggior parte degli operatori di polizia - nel rispetto dei diritti umani svolge quotidianamente il proprio lavoro.  

Per questo chiediamo di fare presto e bene".   

Roma, 19/07/2016