Carcere San Gimignano. Agenti penitenziari rinviati a giudizio per tortura. Medico condannato per rifiuto di atti d'ufficio

Poggioreale26-11-2020 - Si è conclusa oggi, presso il Tribunale di Siena, l'udienza preliminare per le violenze verso un detenuto che sarebbero avvenute nel carcere di San Gimignano nell'ottobre 2018. 5 agenti penitenziari sono stati rinviati a giudizio. Tra le accuse di cui dovranno rispondere c'è anche quella di tortura. Durante la stessa udienza un medico del carcere, che aveva scelto il rito abbreviato, è stato condannato a 4 mesi di reclusione per rifiuto di atti d'ufficio, per non aver visitato e refertato la vittima. 

"Nell'ottobre del 2019 Antigone - ricorda l'avvocato Simona Filippi, che segue questi casi per conto dell'associazione - aveva ricevuto notizia di una indagine in corso presso la Procura del Tribunale di Siena per violenze da parte di quindici agenti di polizia penitenziaria della Casa di reclusione di San Gimignano nei cui confronti, in data 28.08.2019, veniva emessa ordinanza di misura cautelare. A dicembre 2019 presentammo un esposto nel quale chiedevamo che si configurasse il reato di tortura a carico degli agenti". 

Lo scorso 10 settembre Antigone aveva avanzato la richiesta di costituzione di parte civile, poi accolta dal giudice mentre, nella stessa udienza, il medico imputato chiese di essere giudicato con il rito abbreviato. Oggi si è arrivati al rinvio a giudizio per cinque poliziotti penitenziari e alla condanna del medico. "E' la prima volta - sottolinea ancora l'avvocato Filippi - che un medico viene condannato per essersi rifiutato di refertare un detenuto che denunciava di aver subito violenze. Speriamo che questo precedente aiuti a scardinare quel muro di complicità che a volte rischia di crearsi in casi simili". 

"Il rinvio a giudizio per tortura è una notizia che speriamo dia ristoro alle vittime - dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. La tortura è un crimine che va indagato con decisione, così come è stato fatto. La tortura, purtroppo, esiste ma fortunatamente ora esiste anche una legge che la punisce. Infine, un invito al ministero della Giustizia e al Governo tutto: si costituisca parte civile. Così garantiremo maggiormente quella enorme fetta di operatori che si muovono nel solco della legalità".