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Torna il carcere. Presentazione XIII Rapporto sulle carceri

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Giovedì 25 maggio a Roma presenteremo il nostro XIII Rapporto sulle condizioni di detenzione: "Torna il carcere".  

Non che sia mai sparito, in realtà. Ci si era illusi che, dopo la condanna per trattamenti inumani e degradanti della Corte Europea dei diritti dell’Uomo (sentenza Torreggiani, 2013), il carcere potesse tornare a perseguire gli obiettivi dettati dalla Costituzione. I provvedimenti che incentivavano l’utilizzo delle misure alternative, le proposte degli Stati Generali dell’Esecuzione penale, l’istituzione del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà ci avevano resi fiduciosi di un positivo cambio di clima politico. E invece numeri e politiche ci stanno riportando indietro: 56.436 è il numero di persone detenute - duemila persone in più in soli quattro mesi -, la riforma dell’ordinamento penitenziario è ferma al palo, l’introduzione del reato di tortura è stata ancora rinviata, il populismo penale sembra essere l’unica risposta all’insicurezza dei cittadini.  Il Rapporto di Antigone è la fotografia di questo prepotente ritorno.

Rinvio discussione su reato di tortura al Senato: dichiarazione di Amnesty International Italia e Antigone

tortura 28 fbCommentando il rinvio odierno della discussione sul reato di tortura in Senato, Antonio Marchesi e Patrizio Gonnella, rispettivamente presidenti di Amnesty International Italia e Antigone, hanno rilasciato la seguente dichiarazione:  

"Prendiamo atto che l'esame della proposta di introduzione del reato di tortura è stato rinviato. Speriamo che questo dia modo di migliorare il testo in discussione, rendendolo il più vicino possibile a quello dell'art,1 della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura. E speriamo altresì che questo rinvio sia davvero breve e non faccia venire meno il senso di urgenza che il tema richiede, visto che il nostro paese aspetta da quasi trent'anni l'introduzione di norme che consentano di punire in modo adeguato quella che la comunità internazionale intera considera una delle più gravi violazioni dei diritti umani".

Roma, 09/05/2017

Per la solidarietà, contro l'intolleranza. Il 30 aprile a Ventimiglia

3464524298 b1731e51d0 o-370x170Dar da mangiare a chi ha fame è, da sempre, il gesto fondamentale della solidarietà. È ciò che fonda una comunità di uguali. Punire la solidarietà o impedirne l’esercizio, qualunque ne sia la ragione, mette in pericolo i principi e i valori minimi di umanità e di civiltà.

Per questo ci preoccupa e ci indigna l’avvenuta incriminazione a Ventimiglia, nel marzo scorso, di alcuni volontari francesi, denunciati per il reato di cui all’articolo 650 del codice penale (“inosser-vanza dei provvedimenti dell’autorità”) per avere distribuito cibo a migranti contravvenendo al divieto previsto nell’ordinanza 11 agosto 2016 del sindaco della città. E tanto più ci preoccupa e indigna il contesto in cui questa vicenda si colloca: un contesto in cui si moltiplicano ordinanze e divieti analoghi, che trovano la loro “legittimazione”, da ultimo, nel decreto legge n. 14/2017 (il cosiddetto decreto Minniti) in cui, evocando la tutela di un non meglio precisato “decoro urbano”, si attribuiscono ai sindaci enormi poteri sulla libertà delle persone più vulnerabili.

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Ventimiglia: non si può perseguire la solidarietà. Buona notizia il ritiro dell'ordinanza. Ora ci auguriamo assoluzione di Félix Croft

Mentone8-630x411"La revoca dell'ordinanza che vietava di distribuire cibo ai migranti a Ventimiglia è un'ottima notizia. Non si può utilizzare il diritto per perseguire la solidarietà, in qualsiasi modo essa si manifesti". A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone a seguito della pubblicazione sull'albo pretorio della città ligure della revoca del divieto.  

Il caso era balzato all'attenzione della cronaca circa un mese fa, a seguito di un comunicato della nostra associazione cui era stato segnalato il fatto che tre persone - tutte francesi - erano state fermate e denunciate proprio per aver dato del cibo ai migranti.
Oltre a segnalare pubblicamente l'accaduto Antigone si è fatta carico della difesa legale dei tre che, nonostante la revoca dell'ordinanza, vedono le accuse contro di loro rimanere in piedi.

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Gabriele del Grande. Comunicato ASGI,Giuristi Democratici, Legal Team Italia, Antigone

Del-GrandeIl trattenimento di Gabriele Del Grande è un indebita compressione dei diritti che non trova fondamento nella disciplina speciale introdotta dallo stato di emergenza in vigore in Turchia.  

Dopo il fermo amministrativo avvenuto in data 10 aprile 2017, Gabriele Del Grande è ancora trattenuto dalle Autorità turche che gli hanno negato ogni contatto con il proprio legale e con la propria famiglia.  

Solo in data 18 aprile 2017 è stato autorizzato ad effettuare una telefonata, sorvegliato da ben 4 poliziotti, nel corso della quale ha dichiarato l’inizio dello sciopero della fame al fine di poter vedere riconosciuto l’esercizio del diritto di ricevere assistenza legale e di comunicare con i propri cari, nonché con le autorità diplomatiche.

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Io digiuno perchè non devono tornare gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari

banner io digiuno grandePer la Salute Mentale: uscire dalla logica manicomiale, diritti, doveri e cittadinanza 

Esprimiamo grande preoccupazione a proposito del testo di un comma del Disegno di Legge “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all'ordinamento penitenziario” art. 1 comma 16 lettera d AC 4368, approvato al Senato e ora in discussione alla Camera AC 4368, che, se confermato, rischia di riaprire la stagione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (Opg).  Viene infatti ripristinata la vecchia normativa disponendo il ricovero di detenuti nelle Residenze per le Misure di Sicurezza (Rems) come se fossero i vecchi OPG.  

A pochi giorni dalla chiusura dei manicomi giudiziari, così le Rems rischiano di diventare a tutti gli effetti i nuovi Opg, travolgendone e stravolgendone la funzione. Vanificando l’ straordinario lavoro degli operatori che ha portato in questi mesi ad oltre 500 dimissioni. E smentendo la grande riforma che ha chiuso gli OPG, la legge 81/2014, che vede nelle misure alternative al detenzione, costruite sulla base di un  progetto terapeutico riabilitavo individuale, la riposta prevalente da offrire. Non abbiamo chiuso gli OPG per vederli riaprire sotto mentite spoglie.  

stopOPG propone perciò una nuova staffetta del digiuno, durante la discussione del DdL alla Camera, per ottenere lo stralcio della norma in questione.  

Di enorme significato è la decisione dell’ex Commissario unico per il superamento degli OPG Franco Corleone di avviare la staffetta del digiuno i giorni 12, 13 , 14 aprile.
Su www.stopopg.it la pagina dedicata alla staffetta.  

Per aderire alla staffetta del digiuno scrivere all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. “nome e cognome, città, ev. associazione di appartenenza, ev. incarico-professione”

Migranti. Processo a Félix Croft. Gonnella: non si possono perseguire episodi di solidarietà

2017041595538-croftIl Presidente di Antigone auspica che l’attivista francese sia assolto dalle accuse e che venga riconosciuta la causa di giustificazione per lo stato di necessità delle persone che stava aiutando a passare il confine tra Italia e Francia

“La richiesta di condanna per Félix Croft è totalmente sproporzionata e potrebbe aprire un precedente pericoloso”. A dirlo è Patrizio Gonnella a pochi giorni dalla sentenza del Tribunale di Imperia, attesa per il prossimo 27 aprile.

Il 28enne francese è sotto processo per aver tentato di portare cinque persone in Francia. Queste, tre adulti tra cui una donna incinta e due bambini di 2 e 5 anni, provenivano dal Darfur - zona del Sudan sconvolta da anni di guerra - e fino a quel momento avevano trovato riparo in una chiesa di Ventimiglia.

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Le torture a Bolzaneto hanno padri politici. Chi paga?

diaz-bolzaneto 980x571Strasburgo/Italia. Il carcere improvvisato nella caserma genovese per detenere i presumibili arrestati per le proteste durante il G8, e messo nelle mani di un corpo speciale di Polizia penitenziaria, fu un modello pensato da qualcuno più in alto. Dunque è compito del Parlamento fare luce sui responsabili politici di quella scelta.

di Patrizio Gonnella - il manifesto del 08/04/2017

«G.O.M. ovvero Gruppo Operativo Mobile, ovvero Corpo speciale di Polizia Penitenziaria. Sganciato da ogni controllo, è chiamato a gestire le emergenze, i casi particolari, le situazioni a rischio. E la caserma di Bolzaneto era una di queste». Era questo l’incipit di un articolo mio e di Stefano Anastasia, allora presidente di Antigone, pubblicato sul manifesto il 28 luglio del 2001, a una settimana dalle torture avvenute a Genova. Torture come nella tradizione tragica di Villa Triste a Firenze o di Villa Grimaldi a Santiago del Cile.  

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Bolzaneto/Antigone. Gonnella: non ci sono più scuse, si approvi subito il reato di tortura

GiuseppeCOMUNICATO STAMPA - “Si approvi subito la legge che punisce la tortura”. A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, a seguito del patteggiamento dell’Italia con sei delle vittime delle torture all’interno della Caserma di Bolzaneto durante il G8 del 2001 a Genova.  

Ad ognuna delle stesse andranno 45.000 € di risarcimento per quelle violenze, stessa cifra che lo stato fu costretto a risarcire ad Arnaldo Cestaro per le torture alla scuola Diaz all’indomani della sentenza della CEDU nell’aprile del 2015. Sempre 45.000 € furono offerti anche ai due detenuti vittime di torture nel carcere di Asti nel dicembre del 2004. In quest’ultimo caso fu però la stessa Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che oggi ha riconosciuto chiuso il caso a seguito dell’accordo fra Stato e vittime, a scartare la possibilità della composizione amichevole offerta dal governo italiano. Caso questo per il quale si è in attesa della sentenza.  

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Legittima difesa. Gonnella (Antigone): la politica vuole liberalizzare l’omicidio?

patrizio-gonnella-associazione-antigoneCOMUNICATO STAMPA - “Il dibattito a cui si assiste in questi giorni relativamente ad una ulteriore modifica del regime della legittima difesa è surreale e pericoloso”. A dichiararlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.  

La fattispecie in questione era sufficientemente definita nel codice Rocco, di era fasciata, che per quanto riguarda Antigone andrebbe modificato in senso meno repressivo e più garantista come tante commissioni ministeriali (Grosso, Nordio, Pisapia) hanno invano provato a fare. La legittima difesa ha quale presupposto il principio sacrosanto di proporzionalità tra azione e reazione. La destra al governo, Lega compresa, modificò l’articolo 52 del codice penale nel 2006 poco prima delle elezioni che perderà (a dimostrazione che questi temi non necessariamente portano facili consensi). Venne così allargata la possibilità di reazione legittima ai casi di pericolo di aggressione.  

“A fronte di quella modifica non si vede che altro possa fare il legislatore - sottolinea Gonnella - se non liberalizzare l’omicidio”. “Legittimare la difesa fai da te è un attacco diretto alle forze dell’ordine che, evidentemente, non sono ritenute in grado di svolgere il proprio dovere. Oltretutto avere gente più armata non serve a rendere più sicure le città ma, al contrario, rende più insicuri tutti” dice ancora il presidente di Antigone. “Soffiare sul fuoco della legittima difesa è infatti un invito, neanche troppo velato, ad armarsi, situazione che può ben presto sfuggire al controllo anche di chi oggi promuove queste politiche”.  
“È paradossale - sottolinea Gonnella - che mentre negli Stati Uniti si discuta di come porre un freno alla diffusione di armi in mano alle famiglie, in Italia si incentivi questa politica, oltretutto a fronte di un costante calo nei reati”.  

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