Donne in carcere

Donne in carcere

1024 561 XV rapporto sulle condizioni di detenzione

 

I numeri della detenzione femminile

Il numero delle detenute in Italia resta relativamente stabile ma chiudono alcune piccole sezioni femminili. La Romania (22,35%) e la Nigeria (20,7%) contano la più alta presenza tra le detenute straniere.

“Non tutti i 190 istituti penitenziari italiani ospitano donne ristrette. Tuttavia sul territorio sono solo 4 gli istituti esclusivamente femminili”

Al 30 aprile 2019 erano 2.659 le donne detenute a fronte di una popolazione ristretta che aveva superato di 439 detenuti la soglia dei 60 mila. Le donne detenute rappresentavano così nel complesso il 4,4% dei ristretti in Italia.

L’andamento della presenza femminile negli istituti di pena italiani negli ultimi 28 anni è stata grosso modo stabile. Se al 31 dicembre del 1992 risale il picco percentualmente più elevato di presenza femminile sul totale dei ristretti, con le 2.411 detenute presenti che rappresentavano il 5,43% di tutta la popolazione detenuta (all’epoca composta da 47.316 persone), il record assoluto di presenze è stato raggiunto nel 2010. In quell’anno la rilevazione di fine giugno contava una presenza femminile di 3.003 detenute che rappresentavano però – in uno dei momenti di massimo affollamento del sistema penitenziario italiano (68.258 detenuti al 30 giugno) – il 4,4% dell’intera popolazione reclusa. È stato questo l’unico momento dal 1991 in cui la popolazione femminile ristretta ha superato il muro delle tremila unità.
Nei primi mesi del 2019 vi è stato un lieve incremento (+0,06%) nella presenza femminile che è passata dal rappresentare il 4,32% dei detenuti al 4,4% come si diceva in apertura.

Non tutti i 190 istituti penitenziari italiani ospitano donne ristrette. Tuttavia sul territorio sono solo 4 gli istituti esclusivamente femminili: le due case circondariali di Pozzuoli (NA) e di Rebibbia Femminile a Roma e le due case di reclusione di Venezia Giudecca e di Trani. Questi quattro istituti nel complesso ospitano 669 detenute, di cui 260 straniere. Le detenute straniere sono per lo più concentrate a Rebibbia femminile (159) e Venezia Giudecca (45), mentre a Pozzuoli sono solo 42 su 174 e nel più piccolo carcere di Trani 14 su 40. Di questi quattro istituti solo Rebibbia femminile soffre un tasso di affollamento del 133,7% vista la sua capienza regolamentare di 276 detenute a fronte di una presenza, al 30 aprile 2019, di 369 recluse. 14 sono le detenute ristrette nell’Istituto a Custodia attenuata (ICAM) di Lauro di cui 6 sono straniere. Mentre le restanti 1.976 detenute sono ristrette in piccole sezioni femminili in 44 istituti penitenziari a prevalenza maschile. Si tratta di sezioni le cui dimensioni possono variare enormemente; si passa da numeri importanti come le 150 detenute della II casa di reclusione di Bollate, le 137 di Torino e le 107 di Firenze Sollicciano, a 3 istituti sotto le 10 ristrette come Barcellona Pozzo di Gotto (7 detenute), Reggio Emilia (6 detenute) e addirittura Paliano con una sola donna reclusa. È evidente che da un punto di vista di quotidianità detentiva, di opportunità trattamentali e ricreative l’ipotesi di ritrovarsi ristrette in meno di dieci persone potrebbe generare situazioni di svantaggio.

“Nel corso degli ultimi 5 anni il numero delle sezioni femminili all’interno di istituti penitenziari a maggioranza maschile si è notevolmente ridotto.”

Nel corso degli ultimi 5 anni il numero delle sezioni femminili all’interno di istituti penitenziari a maggioranza maschile si è notevolmente ridotto. Al 31 dicembre del 2013 erano 54 le sezioni femminili, 4 gli istituti penitenziari esclusivamente femminili (gli stessi di oggi) e vi era una sezione femminile all’interno dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Castiglion delle Stiviere. Delle 54 sezioni femminili ben 8 ospitavano meno di 10 detenute: Mantova (9), Camerino (8), L’Aquila (6), Belluno (5), Paliano (5), Reggio nell’Emilia (5), Nuoro (4), Imperia (1). Di queste otto sezioni ad oggi ne risultano ancora funzionanti solo 4 due delle quali sono Paliano e Reggio Emilia di cui già si è detto sopra. Mentre al 30 aprile 2019 L’Aquila ospitava 14 detenute e Mantova 11. Discorso a parte va fatto per l’istituto di Camerino che ad oggi risulta ancora chiuso per inagibilità dopo il terremoto che ha colpito le Marche nel 2016.

La Regione che nel complesso ospita più detenute è la Lombardia, con un valore assoluto di 567 donne ristrette a fronte di una popolazione detenuta maschile di 8.841 persone suddivise in 18 istituti dei quali 7 hanno anche la sezione femminile. Al secondo posto troviamo il Lazio che, sebbene conti una popolazione detenuta maschile meno numerosa di quella lombarda con 6.601 detenuti, ospita 499 donne ristrette, principalmente nel carcere di Rebibbia femminile che con la sua capienza regolamentare di 276 persone e una presenza al 30 aprile 2019 di 369 detenute continua a essere il più grande d’Europa. Sempre nel Lazio all’interno della Casa Circondariale di Latina vi è una sezione femminile in cui sono recluse esclusivamente detenute sottoposte al regime di Alta Sicurezza AS3. La Campania è al terzo posto con 366 detenute (gli uomini sono 7.726 e gli istituti sono 15).

Sono due le Regioni che non ospitano alcuna detenuta, il Molise con tre istituti esclusivamente maschili e la Valle d’Aosta con il suo unico istituto nel capoluogo.

Delle 2.659 ristrette in Italia sono 962 le donne di cittadinanza diversa da quella italiana rappresentando il 36,2% sul totale delle detenute. Rispetto agli uomini vi è uno scarto di più di 3 punti percentuali nella presenza straniera in carcere delle donne; infatti gli uomini stranieri rappresentano il 33,5% della popolazione maschile detenuta.

La Romania (22,35%) e la Nigeria (20,7%) contano la più alta presenza tra le detenute straniere. Altre nazionalità presenti, ma molto meno rappresentate, sono quella bosniaca (5,6%), quella marocchina (4,26%), quella peruviana (3,43%), quella cinese (3,22%), quella brasiliana (3,12%) e quelle albanese e ucraina (2,7%).

Questo è un dato che differenzia in modo importante la popolazione detentiva femminile da quella maschile. Intanto perché solo due nazionalità straniere superano il 20% sul totale delle non italiane con uno scarto con la terza di addirittura di 15 punti percentuali, mentre tra gli uomini sono 4 le nazionalità a superare il 10% di presenze: Marocco (19,59%), Albania (13,3%), Romania (13%) e Tunisia (10,53%).

“Sono due le Regioni che non ospitano alcuna detenuta, il Molise con tre istituti esclusivamente maschili e la Valle d’Aosta con il suo unico istituto nel capoluogo.”

Detenute straniere per nazionalità al 31 marzo 2017

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT

NAZIONALITÀ N. DONNE RECLUSE % SUL TOTALE DELLE RECLUSE % SUL TOTALE DELLE STRANIERE RECLUSE
ITALIA 1697 63,8%
ROMANIA 215 8,1% 22,4%
NIGERIA 199 7,5% 20,7%
BOSNIA 54 2,0% 5,6%
MAROCCO 41 1,5% 4,3%
PERÙ 33 1,2% 3,4%
CINA 31 1,2% 3,2%
BRASILE 30 1,1% 3,1%
ALBANIA 26 1,0% 2,7%
UCRAINA 26 1,0% 2,7%
BULGARIA 25 0,9% 2,6%
CROAZIA 24 0,9% 2,5%

Tra le cinque nazionalità più rappresentate tra gli uomini, esclusa l’italiana che è sempre maggioritaria e con la Nigeria in quinta posizione (8,3%), non compare invece la bosniaca, al terzo posto di converso tra le donne. I bosniaci detenuti rappresentano, al 30 aprile 2019, solo l’1,03% degli uomini stranieri reclusi. Non compaiono Brasile, Cina, Ucraina e Croazia, rispettivamente rappresentativi dello 0,68%, dell’1,28%, dell’1,38% e dello 0,53% dei detenuti uomini stranieri. Mentre discorso simile, ma opposto, è quello che riguarda la Tunisia che troviamo al quarto posto delle nazionalità più presenti tra i detenuti stranieri e che invece nelle donne rappresenta solo l’1,97% delle donne straniere ristrette, con sole 19 donne tunisine detenute in tutta Italia.

Per quanto attiene alle tipologie di reato più commesse dalle donne ristrette troviamo ai primi cinque posti i reati contro il patrimonio (1.307), i reati contro la persona (832), le violazioni della legge sulla droga (820), i reati contro l’amministrazione della giustizia (311) e al quinto posto i reati contro la pubblica amministrazione (209). Se consideriamo sole donne straniere tra i più commessi sono i reati contro il patrimonio, contro la persona e la violazione della legge sugli stupefacenti, al quarto posto  la prostituzione (96) e scendono di una posizione i reati contro l’amministrazione della giustizia, 72 dei quali (sui 311 totali) sarebbero commessi da donne straniere.
I reati connessi alla prostituzione sembrano essere quasi totalmente appannaggio delle straniere che, come detto, lo hanno commesso 96 volte sui 110 rilievi totali. Altre tipologie di reati della cui commissione sono accusate o condannate detenute straniere riguarda la violazione della legge sugli stranieri (70 donne su 76 non sono italiane). Di converso è quasi esclusivamente italiana la popolazione femminile ristretta accusata o condannata per aver commesso il reato di associazione di stampo mafioso (131 italiane su 137 detenute in totale), per la violazione della legge sulle armi (109 italiane su 121 totali), per reati contro l’economia pubblica (16 su 18 sono italiane) e per reati contro la personalità dello Stato per i quali sono 10 su 11 le donne italiane che si trovano in carcere.