Disciplina! Alcune riflessioni sulla sorveglianza in carcere

Disciplina! Alcune riflessioni sulla sorveglianza in carcere

Sanzioni disciplinari

Disciplina! Alcune riflessioni sulla sorveglianza in carcere

Le nuove forme di sorveglianza e i regimi più aperti, seguite alla condanna della CEDU, hanno influenzato il numero delle sanzioni disciplinari?

Simone Santorso

La gestione della quotidianità detentiva si articola attraverso l’imposizione di regolamenti e norme che circoscrivono i confini di ciò che è consentito, prevedendo forme di sorveglianza e sanzioni per le trasgressioni. L’articolo 77 del DPR 230/2000 definisce il così detto Regolamento di Esecuzione Dell’Ordinamento Penitenziario (R.E.), in cui vengono stabiliti quali sono i comportamenti non consentiti e quali sanzioni sono previste in caso di infrazione di norme o regolamenti. In tale disposizione si possono riconoscere tre differenti livelli di normazione della vita detentiva:

  • le norme che regolano la vita dell’istituto
  • le disposizioni impartite dal personale
  • regolamenti che definiscono il rispetto nei confronti degli altri detenuti

Ognuno di questi livelli circoscrive una serie di comportamenti che il detenuto è obbligato a seguire, in caso contrario potrà essere sottoposto ad un provvedimento disciplinare. Le sanzioni, a seconda della tipologia, possono essere deliberate dal Direttore oppure dall’organo preposto, cioé il consiglio di disciplina. Quest’ultimo è composto dal Direttore con funzione di presidente, da un membro dello staff sanitario e da un educatore. I possibili provvedimenti disciplinari deliberati da tale organo includono, in ordine di severità: il richiamo scritto o verbale (sanzione più lieve); l’ammonizione; l’esclusione dalle attività ricreative e sportive (massimo di dieci giorni); l’esclusione dalle attivitá in comune (isolamento che può durare massimo quindici giorni – sanzione piú grave).

Sorveglianza, norme e disciplina

Regole, norme, infrazioni e sanzioni rimandano concettualmente al complesso rapporto tra sorveglianza e comportamenti soggettivi1, e, nello specifico della realtà detentiva, al rapporto tra organizzazione formale del carcere e soggettività detenuta2. Considerando anche il carcere come uno degli spazi fisici e sociali che compongono il tessuto urbano, è opportuno precisare che il controllo sociale formale, nello specifico quello poliziale, si caratterizza anche in carcere attraverso pratiche selettive di gestione della sorveglianza. In questo processo interattivo anche i detenuti sono in grado di eludere e aggirare la sorveglianza attraverso l’accumulo di forme di capitale sociale (Santorso, 2015; 2016) e di quello che può essere definito come capitale di sorveglianza (McCahill, 2014). Questo brevissimo preambolo per sottolineare come i dati proposti in questo report non riflettono trend della devianza, ma offrono semplicemente una panoramica sull'intensità della sorveglianza e del controllo sociale formale in carcere, con l'intento di offrire una parziale e iniziale prospettiva sulle loro trasformazioni. Nello specifico, questo breve capitolo vuole discutere come l'implementazione di nuove forme di sorveglianza e l'applicazione di regimi che concedono maggior spazio ai detenuti abbia influenzato le pratiche di controllo sociale formale carcerario.

Dal 2010 ad oggi si registra una drastica diminuzione del numero dei detenuti, si è passati dai 67.961 detuti del 2010 ai 54.653 del 2016, anche se i numeri di fine 2016 e inizio 2017 segnano una nuova inversione di tendenza3. Nonostante questo dato, una prima analisi delle statistiche sulle infrazioni commesse dai detenuti e segnalate dagli agenti di polizia penitenziaria nel medesimo arco temporale, evidenzia un aumento, in senso assoluto: si passa dalle circa 21.633 del 2010 alle 27.675 infrazioni registrate nel 2016. Il grafico che segue riporta i dati relativi alle violazioni suddivisi per tipologia e anno. Sinteticamente si può notare come nell’arco temporale preso in considerazione si registri una variazione assoluta nelle infrazioni registrate, con un incremento pari al 27,93%, a fronte di una diminuzione del numero dei detenuti pari al 19,6%. Un esame più approfondito può aiutare a fare chiarezza su questi dati.

DatiProvvedimenti disciplinari per tipologia
di infrazione, 2010 - 2016

Valori al 31 dicembre di ogni anno

Atteggiamenti offensivi

Intimidazione o sopraffazione dei compagni

ritardo rientro

Atteggiamento molesto verso i compagni

Abbandono ingiustificato di posto

 

Appropriazione o danneggiamento dei beni dell’amministrazione

Traffico di beni consentiti

Inosservanza degli ordini

27.675

Altri reati

2016

30

27.950

26.979

24.548

24.648

23.900

25

21.633

20

15

10

5

0

2010

2011

2012

2013

2014

2015

Atteggiamenti offensivi

Intimidazione o sopraffazione dei compagni

ritardo rientro

Atteggiamento molesto verso i compagni

Abbandono ingiustificato di posto

 

Appropriazione o danneggiamento dei beni dell’amministrazione

Traffico di beni consentiti

Inosservanza degli ordini

27.675

Altri reati

2016

30

27.950

26.979

24.548

24.648

23.900

25

21.633

20

15

10

5

0

2010

2011

2012

2013

2014

2015

Atteggiamenti offensivi

Intimidazione o sopraffazione

dei compagni

ritardo rientro

Atteggiamento molesto

verso i compagni

Abbandono

ingiustificato di posto

 

Appropriazione o

danneggiamento dei beni

dell’amministrazione

Traffico di beni consentiti

Inosservanza degli ordini

Altri reati

27.675

2016

30

27.950

24.648

24.548

26.979

25

21.633

23.900

20

15

10

5

0

‘10

‘11

‘12

‘13

‘14

‘15

Fonte: DAP
Scarica i dati

I dati su infrazioni e sanzioni permettono di fotografare non solo l’impatto delle trasformazioni in materia di sorveglianza e disciplina, ma forniscono anche uno spaccato, sintetico e parziale, dei rapporti tra personale di sorveglianza e popolazione detenuta.

Le infrazioni

Le tipologie di infrazione presentano un andamento abbastanza differenziato: per alcuni valori si nota un tendenziale aumento; per altri invece una crescita scarsa o addirittura assente. Si delinea quindi un quadro disomogeneo e variegato che tuttavia consente di fare alcune considerazioni sulle novità introdotte tra il 2011 e il 2013. Una prima cosiderazione riguarda il fatto che le uniche infrazioni che segnano una crescita netta e proporzionalmente consistente sono quelle relative al mancato rispetto dell’autorità carceraria.

Attraverso una analisi più particolareggiata dei dati si nota come la variazione delle singole tipologie di infrazione è differenziata: 4 di esse aumentano in maniera abbastanza consistente (var. >50%); altre 7 tipologie di infrazioni presentano un variazione positiva più moderata (20% < var < 50%); 3 tipologie invece registrano una marcata diminuzione (var. <-20%) mentre altre 5 vedono una diminuzione piú contenuta (-20% < var < 0). Tuttavia se si considera la distribuzione percentuale delle infrazioni per anno, cioè quanto ogni singola categoria incide percentualmente sul totale di ogni anno, si nota come nella variazione della distribuzione tra 2010 e 2016 solamente in 4 categorie registrino un deciso aumento: appropriazione e danneggiamento, attività non consentita, traffico di beni consentiti e inosservanza degli ordini. Mentre altre 6 hanno una variazione molto lieve/quasi nulla, inferiore al 10%.

Alla luce di questi primi sommari dati si può cautamente affermare che vi sia una diminuzione, sia assoluta che nella distribuzione per anno, delle infrazioni che possono essere categorizzate come minaccia alla sicurezza e all’ordine degli istituti, come ad esempio evasioni, comunicazioni non consentite con l’esterno e falsificazione di documenti. Invece risultano in aumento, sia assoluto che in relazione alla distribuzione, azioni che possono essere ricondotte alla quotidianità della sezione4, come ad esempio appropriazione o danneggiamento, traffico di beni, attività non consentite, non rispetto di ordini e regolamenti interni, inadempimento degli obblighi lavorativi. Le violenze tra detenuti e più in generale l’area che afferisce al non rispetto dei compagni di detenzione, sembrano rimanere tutto sommato stabili in senso assoluto, ma proporzionalmente al totale annuo registrano una netta diminuzione: ad esempio intimidazione dei compagni nel 2010 rappresentava il 21,8% delle infrazioni, nel 2016 il 17,8%, segnando un calo della distribuzione di circa il 18%.

Per avere un quadro di più approfondito, ho posto in relazione il numero di infrazioni con il numero di presenze per anno: questo semplice calcolo mette in evidenza come nel 2010 le infrazioni registrate sono state circa 1 ogni 3 (3,14) detenuti, mentre nel 2016 quasi 1 ogni 2 (1,97) detenuti. Ne risulta un quadro che lascia addito a differenti interpretazioni; tuttavia cautamente credo si possa ipotizzare che vi sia stato un aumento degli atti devianti da parte dei detenuti oppure, a mio avviso più probabilmente, una maggiore severità e un più elevato livello di sorveglianza da parte degli agenti di polizia penitenziaria. Nel cercare di fare chiarezza su questi dati è indispensabile ricordare che dal 2011 è iniziato un processo di trasformazione della quotidianità detentiva e della sorveglianza carceraria con l’introduzione del così detto ‘regime a celle aperte’5 e della ‘sorveglianza dinamica’6. L’analisi delle infrazioni registrate e del rapporto tra queste e la tipologia di sanzioni comminate può essere utile per capire come tali trasformazioni abbiano avuto un impatto nei processi di selettività e nei conseguenti livelli di sorveglianza, piuttosto che un effettivo aumento delle forme di devianza.

Le sanzioni

Questi primi dati, mostrano come molto probabilmente buona parte dell’aumento delle denunce è dovuto ad infrazioni che possono essere categorizzate come violazioni minori, per cui è possibile ipotizzare un aumento della rigidità nell’applicazione dei regolamenti piuttosto che di un reale aumento della devianza. Sembra sensato ipotizzare che le trasformazioni avvenute in questi anni, cioè il regime a celle aperte e l’applicazione di forme di sorveglianza definite come dinamiche, abbiano avuto come conseguenza un aumento della sorveglianza e maggiore severitá nei processi di selettività del controllo sociale carcerario. Per verificare questa ipotesi è opportuno prendere in considerazine anche la tipologia di sanzioni somministrate, al fine di comprendere se effettivamente vi sia una corrispondenza con gli elementi emersi dall’analisi delle infrazioni.

Ovviamente l’aumento delle infrazioni registrate ha comportato un corrispettivo incremento dei provvedimenti sanzionatori, come risulta dal grafico che segue, motivo per cui questi dati possono essere analizzati come assoluti, senza necessariamente essere rapportati alla numerosità della popolazione detenuta per anno.

DatiSanzioni disciplinari per tipologia di sanzione,
2010 - 2016

Valori al 31 dicembre di ogni anno

2010

2016

8.091

6.377

6.354

5.434

5.056

4.358

totale

sanzioni

3.623

3.494

3.309

21.633

1.757

2010

582

280

339

27.675

252

2016

Ammonizione

del direttore

Esclusione

da attività

ricreative

e sportive

Esclusione

da attività

in comune

Isolamento

durante la

permanenza

all’aria aperta

Non

Punito

Richiamo

del direttore

Sospeso

art. 79 DPR

230/00 C1

2010

2016

8.091

6.377

6.354

5.434

5.056

4.358

totale

sanzioni

3.623

3.494

3.309

21.633

1.757

2010

582

280

339

27.675

252

2016

Ammonizione

del direttore

Esclusione

da attività

ricreative

e sportive

Esclusione

da attività

in comune

Isolamento

durante la

permanenza

all’aria aperta

Non

Punito

Richiamo

del direttore

Sospeso

art. 79 DPR

230/00 C1

2010

2016

totale sanzioni

21.633

27.675

2010

2016

Ammonizione del direttore

5.056

6.354

Esclusione da attività

ricreative e sportive

4.358

5.434

Esclusione da attività in comune

6.377

8.091

Isolamento durante

la permanenza all’aria aperta

339

582

Non Punito

1.757

3.309

Richiamo del direttore

3.494

3.623

Sospeso art. 79 DPR 230/00 C1

252

280

Fonte: DAP
Scarica i dati

Nell’analizzare i dati si nota subito che l’incremento maggiore tra il 2010 e il 2016 è nella categoria ‘non punito’, con una variazione assoluta di +88,33% e una variazione percentuale della distribuzione che passa dal 8,12% del totale nel 2010 al 11,95% del totale nel 2016, segnando un incremento del 47,21%. La seconda categoria in cui si registra un deciso aumento è ‘isolamento durante la permanenza all’aria aperta’, con una variazione assoluta pari a +71,68% e una variazione nella distribuzione pari a +34,2%. Altre tipologie di sanzioni vedono un incremento assoluto di gran lunga inferiore, mediamente del 25%, ma con una variazione della distribuzione negativa compresa tra -0.8% e -2,5%, indicando una minore incisività della sanzione nel totale del 2016. Infine due tipologie di sanzione hanno un incremento assoluto poco rilevante ma una netta diminuzione della loro distribuzione, cioè indica una chiara riduzione della loro incisività nel complesso delle sanzioni comminate nel 2016.

DatiVariazioni tra 2010 e 2016 nelle tipologie
di sanzioni

Variazione % assoluta

90

+71,7

80

+88,3

70

60

50

40

+26,9

+24,7

30

+11,1

20

+25,7

+3,7

10

0

Ammonizione

del direttore

Esclusione

da attività

ricreative

e sportive

Esclusione

da attività

in comune

Isolamento

durante

la permanenza

all’aria aperta

Non Punito

Richiamo

del direttore

Sospeso

art. 79 DPR

230/00 C1

90

+71,7

80

+88,3

70

60

50

40

+26,9

+24,7

30

+11,1

20

+25,7

+3,7

10

0

Ammonizione

del direttore

Esclusione

da attività

ricreative

e sportive

Esclusione

da attività

in comune

Isolamento

durante la

permanenza

all’aria aperta

Non Punito

Richiamo

del direttore

Sospeso

art. 79 DPR

230/00 C1

Ammonizione

del direttore

+25,7

Esclusione da attività

ricreative e sportive

+24,7

Esclusione da

attività in comune

+26,9

Isolamento durante la

permanenza all’aria aperta

+71,7

+88,3

Non Punito

+3,7

Richiamo del direttore

Sospeso art. 79 DPR

230/00 C1

+11,1

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

Fonte: DAP
Scarica i dati

Complessivamente la variazione assoluta tra il 2010 e il 2016 è stata di 6.042 sanzioni. Decostruendo questo dato si nota come il 49,3% di tale aumento si sia risolto con una non punizione (25,68%) o con sanzioni blande, quasi nulle, come un richiamo/ammonizione da parte del direttore (23,61%). Mentre provvedimenti che vedono in concreto forme sanzionatorie di lieve entità, cioè l’esclusione da attività ricreative (17,8%) e l’isolamento durante le attività all’aria aperta (4,02%), rappresentano in totale il 22% della variazione. Infine l’esclusione dalle attività in comune, cioè l’isolamento del detenuto per un massimo di quindici giorni, rappresenta il 28,36% della suddetta variazione. Nel concludere questa breve carrellata di dati sulla sanzione è possibile prudentemente affermare che, a fronte di un aumento del numero delle infrazioni riportate, più della metà si conclude senza sanzioni o al massimo con dei richiami/ammonimenti. La sanzione più severa, cioè l’esclusione dalle attività in comune – isolamento - è in aumento sia in senso assoluto sia come distribuzione, però rappresenta meno di un terzo delle infrazioni.

In conclusione, tali dati sembrano confermare l’ipotesi di una maggiore rigidità dei meccanismi di selettività della sorveglianza carceraria. Nel complesso emerge un quadro in cui l’aumento delle infrazioni si concentra prevalentemente nella categoria che, inizialmente, è stata definita come ‘disposizioni impartite dal personale’ e che la maggior parte di provvedimenti si concentra in forme blande o nulle di sanzione. Alla luce di ciò l’ipotesi che sembra più accreditata è quella per cui l’impatto delle trasformazioni nelle forme di sorveglianza e nei regimi detentivi, ha spinto verso una chiusura delle maglie del controllo sociale carcerario e ad un contenuto aumento della dimensione conflittuale tra organizzazione formale del carcere e gruppi informali, piuttosto che ad un reale aumento della devianza carceraria e delle forme di conflittualità tra detenuti.

  1. Per una disamina più approfondita del tema si veda tra gli altri McCahill M., (2014) Surveillance, Capital and Resistance. Theorising the surveillance subject, London: Routledge.
  2. Per un approffondimento si veda: Mathiesen T., (1965), The defence of the weak, London: Tavistok.
  3. Fonte: Dipartimento Amministrazione Penitenziaria
  4. Per un approfondimento si veda: Santorso S., 2015, La perception de la peine d'emprisonnement entre privation et solidarité. Une analyse des conditions matérielles des détenus, in Déviance et Société, vol 39, n. 2, 2015,pp. 171-188
  5. Circolare del 25 novembre 2011 (Ministero della Giustizia n. 3594/6044)
  6. Attuata attraverso le cricolari n.445330 del 24 novembre 2011 , n.206745 del 30 maggio 2012 e n.36997 del 29 gennaio 2013.