Ieri una delegazione di Antigone, guidata dal Presidente dell'Associazione Patrizio Gonnella, è stata ricevuta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A lui va il nostro ringraziamento per le parole e la sensibilità dimostrate sul tema delle carceri.
Qui il comunicato del Quirinale: https://www.quirinale.it/elementi/107862
È Online il calendario dei colloqui di selezione per il progetto bando SCU 2023 "La tutela dei diritti delle persone private della libertà 2024".
I colloqui di selezione si terranno i giorni 25-26-28 marzo e i giorni 4-8 aprile, presso la sede di Antigone, in via Monti di Pietralata 16, Roma. Per scoprire il giorno e l’orario di convocazione, i candidati sono pregati di consultare il calendario, disponibile qui.
Come previsto dal bando, la pubblicazione del calendario avviene almeno dieci giorni prima della data di convocazione e vale come notifica della convocazione.
Nel rispetto della privacy, si è scelto di non pubblicare il nominativo dei candidati, ma il numero di riferimento domanda, che è possibile trovare in alto a sinistra su ogni domanda generata dal sistema, al momento della presentazione della propria candidatura.
Per eventuali supporti, scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Ricordiamo che i colloqui di selezione sono possibili solo in presenza, così come il progetto richiede la presenza a Roma durante tutto il periodo di svolgimento.
«Il governo è al lavoro per modificare il reato di tortura adeguandolo ai requisiti previsti dalla convenzione di New York». Sono queste le parole del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante il question time alla Camera. Il ministro, nell’annunciare l’ennesimo disegno di legge governativo sui temi della sicurezza, ha affermato che sarebbe un problema solo tecnico e che intende adeguare la normativa italiana a quella Onu, allo scopo di meglio specificare le condotte incriminate e limitare le responsabilità di chi commette atti violenti ai soli casi nei quali vi sarebbe una intenzionalità specifica.
NO, MINISTRO NORDIO, la questione non ha nulla di tecnico. Non è qualcosa che ha a che fare con le disquisizioni salottiere di legulei raffinati. La questione è solo ed esclusivamente politica, al limite culturale o umanitaria. Mettere mano oggi al delitto di tortura, la cui approvazione risale non alla notte dei tempi ma al 2017, significa dare un messaggio di impunità a tutti coloro che si nutrono di violenza. Significa dare ragione a chi pensa che le forze dell’ordine necessitino delle mani libere. Significa rispondere alle richieste dei sindacati autonomi di Polizia che hanno sempre criticato la legge in vigore contro la tortura. Significa non tenere conto che la parola tortura ha finalmente fatto ingresso nelle Corti, dalla porta principale. Significa purtroppo non rispettare le vittime di tortura che attendono giustizia da anni. Significa mettere a rischio processi come quello per i pestaggi e le mattanze di Santa Maria Capua Vetere o di Reggio Emilia, dove le immagini hanno mostrato il volto brutale della violenza.
“Oltre il limite”. E' questo il titolo del Report 2023 di Antigone Marche che è stato presentato oggi a Jesi durante un Convegno sulla condizione delle carceri marchigiane. Il documento descrive la situazione preoccupante per i sei istituti della regione, partendo dai dati, dalle storie e dallo sguardo dei volontari che hanno portato avanti le varie attività nel corso dell'anno passato con l'Osservatorio sulle condizioni di detenzione, i tre Sportelli tutela diritti e le tante iniziative di sensibilizzazione e informazione sul territorio.
Inoltre, il centro del report è dedicato a un focus specifico sulle carenze sul piano sanitario, con un'analisi della situazione delle persone detenute affette da dipendenze patologiche e delle tipologie di trattamento elargito e ospita anche un approfondimento sull'emergenza sanitaria dei migranti nei Cpr.
Un comunicato che abbiamo inviato insieme a Magistratura Democratica e Unione Camere Penali Italiane
Ormai non è in gioco solo la dignità dei detenuti, si tratta di preservare la loro stessa vita.
Dal 1° gennaio di quest'anno sono già 19 i suicidi in carcere e 24 le persone le persone decedute in stato di detenzione. Questi suicidi, maggiori di oltre 10 volte rispetto al tasso medio di suicidi nella società dei “liberi”, nascono spesso da uno stato di disperazione indotto dalle miserevoli condizioni di vita cui sono soggetti i detenuti. E spesso si tratta di soggetti giovani, che devono scontare condanne non lunghe o addirittura prossimi alla scarcerazione.
60.637 sono le persone oggi ristrette in carcere a fronte di 51.347 posti ufficiali, dei quali però alcune migliaia sono indisponibili. Il tasso di affollamento medio (calcolato sui posti ufficiali e non su quelli realmente disponibili) è del 118,1% ma come sempre negli ultimi tempi le regioni più in difficoltà sono la Puglia (143,1%) e la Lombardia (147,3%). Gli istituti più affollati sono Brescia "Canton Monbello" (218,1%), Grosseto (200%), LodiI (200%), Foggia (189%), Taranto (182,2%) e Brindisi (181,51%).
Si viene ammassati in luoghi angusti e fatiscenti e siamo giunti oramai oltre i confini della civiltà e del rispetto dei diritti minimi e della stessa dignità della persona.
Molte di queste persone sono detenuti in attesa di giudizio che scontano carenze del sistema carcerario prima dell’accertamento definitivo della loro responsabilità.