Metà dei giovani tra i 15 e i 34 anni pensa che gli immigrati godano di privilegi nella sanità e nell' assegnazione delle case | ||
Stranieri, una minaccia per un ragazzo su due | ||
Sondaggio dell' Istituto Iard: «Mettono a rischio la nostra identità culturale» | ||
Mentre divampano le polemiche sull' apertura della scuola araba di via Ventura, la Milano multirazziale scopre il suo ultimo paradosso. Proprio qui, nella città che ufficialmente ama atteggiarsi a capitale dell' accoglienza e dell' integrazione, i giovani si rivelano i più diffidenti d' Italia nei confronti degli extracomunitari. È il risultato di un' indagine presentata ieri dall' Istituto Iard, specializzato nello studio dei fenomeni giovanili: per quasi un ragazzo su due dai 15 ai 34 anni a Milano (e nel resto della Lombardia) la massiccia presenza di immigrati minaccia l' identità culturale italiana. A livello nazionale la percentuale è solo di un giovane su tre. Decisi a difendere le proprie tradizioni, convinti che lo Stato oggi dia più benefici agli stranieri che agli italiani, soprattutto in termini di assistenza socio-sanitaria e assegnazione delle case. La pensa così il 44% dei giovani milanesi/lombardi (contro il 39% degli italiani under 34): e per ben il 74% ci sono troppi extracomunitari (contro il 70% del resto d' Italia). Quasi la metà è contraria al diritto di voto agli immigrati nelle elezioni locali, lo stesso vale per le votazioni nazionali (in linea, questa volta, con le altre regioni italiane). «Il rapporto con gli stranieri oggi non è più condizionato dai pregiudizi - spiega Riccardo Grassi, ricercatore dell' Istituto Iard -. È sempre meno diffusa, per esempio, l' idea che gran parte degli extracomunitari svolga attività criminali o sia bisognosa d' aiuto. Non solo: per il 54% dei giovani milanesi gli stranieri che vivono in Italia contribuiscono a un arricchimento culturale». Metabolizzata la presenza degli immigrati, però, adesso il problema è la convivenza nella vita di tutti i giorni: «I giovani hanno paura di perdere le proprie tradizioni - sottolinea Grassi -. La presenza di stranieri ormai è considerata normale: ora la sfida è riuscire a trovare un modello quotidiano di integrazione». E proprio in nome del dialogo, sempre ieri, il Gruppo consiliare dell' Ulivo ha organizzato a Palazzo Marino un convegno dal titolo «Giovani nella città, giovani nelle culture». Un incontro cui ha partecipato il ministro per le Politiche giovanili, Giovanna Melandri: «Tra i ragazzi di religioni diverse deve svilupparsi un confronto su temi concreti - osserva -. È quanto stanno facendo adesso le associazioni dei giovani musulmani, ebrei e cattolici, al lavoro da dieci giorni un documento condiviso su argomenti caldi come il velo, i simboli religiosi e il ruolo della donna nella società». Pierfrancesco Majorino, segretario cittadino dei Ds, torna all' attacco: «A Milano è necessario far nascere un assessorato all' Immigrazione». Per il presidente del consiglio comunale, Manfredi Palmeri, in ogni caso «chi amministra la città deve creare le condizioni migliori affinché si coltivino gli uomini che ci abitano e abiteranno: condizioni che non possono e non debbono confliggere con quelle più legate alla storia della nostra Milano». Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. * * * L' indagine LA RICERCA Secondo un' indagine dell' Istituto Iard, per quasi un giovane milanese su due gli immigrati minacciano l' identità culturale IL DIALOGO Il ministro Giovanna Melandri ha partecipato ieri al convegno «Giovani nella città, giovani nelle culture» a Palazzo Marino | ||
Ravizza Simona |