Prima tappa della commissione interministeriale incaricata di ispezionare tutti i centri di permanenza temporanea. Obiettivo: entro dicembre rapporto ad Amato |
Milano, via libera dei “tecnici” al Cpt |
Sergio Raffaele Milano nostro servizio Il centro di permanenza temporanea di via Corelli ha passato l’esame della Commissione interministeriale, seppur con qualche riserva. Nella giornata di ieri la Commissione ha fatto visita al Cpt milanese per valutare come viene gestito il centro e come vivono gli stranieri che vi alloggiano. Dopo un pranzo con gli “ospiti”, la commissione ha raggiunto la Prefettura. Prima un colloquio con la Commissione Territoriale dei Rifugiati, poi un incontro con i rappresentanti delle associazioni promotrici del progetto “Città per tutti” e con il vicesindaco Riccardo De Corato. L’incontro di Milano è una delle tappe che porterà la Commissione a visitare tutti i cpt d’Italia. Entro dicembre verrà consegnato infatti un rapporto al Ministro dell’Interno Giuliano Amato. Una «scarsa assistenza legale» e una «mancanza di interpreti» sono le due note dolenti su cui la struttura milanese deve ancora lavorare, a parere della Commissione. Inoltre nonostante si tratti di un edificio moderno sono necessari frequenti interventi di manutenzione. Le associazioni continuano a chiederne la chiusura e nell’immediato il libero accesso. Sono stati concepiti come delle «super carceri amministrative su base etnica dove vigono regole che si collocano al di fuori della nostra costituzione» ci dice il consigliere regionale Luciano Mulhbauer. Seppur siano considerati «necessari» rimangono avvolti da censura. E il mistero su cosa siano davvero, su cosa succeda al loro interno e quanto costino non è ancora stato svelato. La commissione non esprime giudizi a riguardo ma dice di «prenderne atto». Mentre il vicesindaco De Corato alla domanda perché la stampa non può entrare in via Corelli risponde: «Nemmeno nelle carceri è permessa la visita dei giornalisti». Questo spiega tutto. Il caso di via Corelli non è nuovo. Un anno fa gli scontri all’interno del cpt di via Corelli e i tentativi di evasione avevano portato all’arresto di 21 stranieri. Dopo una serie di incontri con la prefettura le associazioni avevano portato alla stesura di una bozza d’intesa, inviata dalla prefettura al ministero dell’Interno, ma poi finita nel dimenticatoio. Lo scorso 7 luglio le associazioni hanno nuovamente chiesto un incontro con il prefetto di Milano, alla presenza di un rappresentante del Ministero degli Interni: «Riteniamo che non possa essere eluso il tema della trasparenza». La battaglia contro i Cpt va avanti. Per il prossimo 28 novembre le associazioni hanno indetto una manifestazione nei pressi del centro di via Corelli «Siamo convinti che strutture del genere non siano compatibili con i principi democratici e che vadano chiusi insieme alla stagione delle leggi repressive, cominciando con l’abrogazione della Bossi-Fini. Riteniamo sia inaccettabile continuare a negare la trasparenza e pretendere poi di assumere decisioni politiche sulla base di una presunta “necessità”. Invitiamo quindi le organizzazioni sociali, i movimenti, le forze politiche, i cittadini e le cittadine a partecipare alla mobilitazione presso il Cpt di via Corelli». |