Rapporto Antigone: le grandi già piene"Chiuse per indulto": è questo il cartello che si può trovare affisso nelle piccole carceri italiane, svuotate dopo il provvedimento varato dal Parlamento oltre tre mesi fa. I dati dello spopolamento, scomposti secondo i flussi di uscita dei 208 istituti di pena italiani, sono stati pubblicati nel Rapporto Antigone 2006. Dal quale emerge anche, però, che nelle grandi città le celle sono di nuovo piene.La scena che si presenta in alcune carceri è paradossale; gli agenti penitenziari sono in servizio, ma fanno la guardia a celle vuote. Il primato spetta alla Puglia, dove due istituti sono stati chiusi per effetto dell'indulto: quello di San Severo, in provincia di Foggia, e quello di Spinazzoli, nel Barese. In Sardegna la situazione non è molto diversa. Nell'alta valle del Tirso, c'è la colonia di Lodè-Mamone con 19 detenuti; ad Is Arenas sono rimasti in 26, mentre a fine luglio erano in 124.
Gli effetti dell'indulto sono evidenti, come sottolinea Dino Martirano sul Corriere della Sera. Lo svuotamento ha permesso alle carceri di tornare a una situazione di normalità e ha fornito un'occasione unica per effettuare i lavori di manutenzione straordinaria necessari da tempo. D'altra parte, peò ha messo in rilievo un problema di gestione delle case circondariali più piccole.
In base a quanto riferisce il Rapporto Antigone, al 31 agosto 2006 i detenuti erano circa 40mila, mentre tre mesi prima erano oltre 60mila. Ma alcune carceri, come il Regina Coeli di Roma, sono già a livelli di guardia. Per questo l'osservatorio ha lanciato all'amministrazione un'ultimatum: tre anni di tempo per fare le riforme necessarie, altrimenti tutto tornerà come prima e si ripeterà il sovraffollamento.