Mezzo passo in avanti, Il Manifesto, 25/04/07

Mezzo passo in avanti
Enrico Pugliese

Governo e immigrati: una notizia buona e una cattiva. Cominciamo da quella buona: il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri il disegno di legge delega sull'immigrazione, nato dallo sforzo coordinato dei ministri Amato e Ferrero. Il provvedimento era atteso da tempo ed è senza dubbio positivo che i due ministri abbiano trovato un terreno di incontro su posizioni piuttosto avanzate. Non è quello che avremmo voluto (né forse quello che voleva Ferrero) ma si tratta di un buon inizio.
Va precisato che la legge che ha governato l'immigrazione negli anni scorsi non è la Bossi Fini. Questa infatti non è che una serie di emendamenti al Testo Unico delle leggi sull'immigrazione, basato a sua volta sulla legge Turco Napolitano. La Bossi Fini non aveva toccato l'impianto del T U, operando solo sugli aspetti di controllo e repressione e rendendo più difficili (pressoché impossibili) gli ingressi regolari, stimolando così quelli clandestini. Aveva poi potenziato i Centri di Permanenza Temporanei, ridotto la durata dei permessi di soggiorno, reso più facile la perdita del permesso, lasciando in un pericoloso limbo quelli che erano in attesa del rinnovo, e introdotto il «contratto di soggiorno», che legava l'immigrato al suo datore di lavoro considerandolo forza lavoro e basta (non persona). Aveva infine cancellato quel barlume di buon senso nella politica degli ingressi, presente nella Turco Napolitano, rappresentato dalla possibilità di ingresso per ricerca di lavoro - che è poi il motivo per cui si emigra - attravrso lo sponsor.
La legge Amato Ferrero elimina tutte queste storture, ma non si limita solo a ciò, facilitando in qualche modo gli ingressi regolari, potenziando il meccanismo dello sponsor, e fornendo altre garanzie. Tuttavia non rappresenta neanche un grande passo in avanti rispetto al Testo Unico. E sarà opportuno riparlarne in futuro. Ma complessivamente la notizia è buona.
Veniamo a quella cattiva. I giornali di lunedì hanno riportato, con pari rilievo, la notizia relativa alla «Carta dei valori, della cittadinanza e dell'integrazione», varata dal Ministro Amato. Si tratta del prodotto di una commissione di studio presieduta dal Prof. Carlo Cardia con il concorso, tra gli altri, della Consulta Islamica, e che riguarda soprattutto agli immigrati islamici. Dire che si tratta di un documento bizzarro è poco. In esso si afferma il divieto della poligamia, dei matrimoni forzati e dei matrimoni tra bambini, come se le leggi italiane in materia non esistessero. D'altronde non si chiede agli immigrati il doveroso rispetto delle leggi, ma la più problematica adesione ai nostri valori ritenuti superiori. Filippo Miraglia, responsabile nazionale dell'Arci, ha commentato giustamente che una carta di valori ben più seria noi l'abbiamo già, la Costituzione. Ma la cosa più grave sta nell'aver riesumato appunto la Consulta Islamica, non eletta dagli immigrati, ma nominata dall'allora ministro Pisanu. Una consulta scelta solo tra gli islamici ritenuti buoni: ottimo esempio di cittadinanza e integrazione.