Veltroni o i rom, da che parte stiamo?, Il Manifesto, 09/05/07

il commento
Veltroni o i rom, da che parte stiamo?
Giorgio Salvetti

Va bene che il comunismo è morto, ma c'è qualcuno che si ricorda una lezioncina marxista di un secolo e mezzo fa? La legalità non è né di destra né di sinistra, ha scritto Veltroni sulle pagine de la Repubblica. D'accordo. Diritti e legalità sono concetti astratti di grande valore, tipicamente borghesi; la rivoluzione francese dall'iperuranio lì ha riportati nella cruda realtà, anche a colpi di ghigliottina. Dura lex sed lex. Ma solo in quanto concetto astratto la legge è apolitica, al di sopra delle parti e dei partiti. Legge in quanto si scrive e si legge, né mia né tua. Ideale, neutra, uguale per tutti. Né di destra, né di sinistra. Un po' come la democrazia.
Il tema è delicato e investe le coscienze più illuminate della sinistra italiana. Per non essere ideologici proviamo a tornare con i piedi per terra. Davanti alla legge c'è la realtà, fatta di donne e uomini in carne ed ossa che le leggi le fanno, le scrivono, le applicano, le usano, le subiscono, permeabili a interessi, contraddizioni, scontri che muovono la storia. Sempre di parte. Solo se la legge trascende la storia diventa verità assoluta - come dice il papa - mai relativa a nessun contesto, credo, razza o cultura. A nessun altro. Tra i dieci comandamenti e i nostri umani codici c'è un filo diretto e nobile. Nessuno vuole tornare nella giungla, ma la legge terrena è uno strumento per mediare contrasti tra uomini. Agìta come valore assoluto e apolitico può diventare un'arma pericolosa per giustificare guerre, soprusi, olocausti: tra legalità e giustizia c'è una bella differenza. Tutte le dittature pretendono di essere legali. Ordine e progresso. Comprese quelle socialiste. Anche le leggi razziali erano leggi, legittimate dal potere politico.
Nulla sfugge alla politica, neanche il privato si diceva un tempo, nulla è né di destra né di sinistra. La sicurezza è un diritto dei cittadini e la criminalità va perseguita. Ovvio. La legge è un'idea grandiosa e uno strumento insostituibile. Ma per rendergli giustizia, non facciamone un totem. Perché la legge non è mai al di sopra delle parti. Anche davanti alla legge, Berlusconi o Veltroni non sono uguali a una «zingarella». A sinistra, da che parte stiamo?