Free cookie consent management tool by TermsFeed Policy Generator I nuovi flussi? In autunno…, stranierinitalia.it, 22/05/07

I nuovi flussi? In autunno…, stranierinitalia.it, 22/05/07

Lavoratori extraue
I nuovi flussi? In autunno…
Bisogna ancora smaltire le pratiche dell'anno scorso. Per luglio è attesa la partenza del decreto 2007, ma ci vorranno mesi prima che si possano presentare le domande

ROMA - Avete bisogno di una colf o di un operaio e tra italiani e stranieri regolarmente in Italia non riuscite a trovare chi fa al caso vostro? Avete scovato chi cercate ma (almeno per il ministero dell'Interno) vive ancora nel suo Paese d'origine? Mettevi l'anima in pace: ci vorranno mesi prima che possiate presentare una domanda d'assunzione. Ancora ingolfata dalle richieste del 2006, la macchina che regola gli ingressi per lavoro in Italia non è in grado di affrontare i flussi 2007.

La situazione

"Che senso avrebbe far uscire oggi un nuovo decreto se dobbiamo ancora assorbire l'arretrato dell'anno scorso? Sarebbe inutile, ci troveremmo punto e da capo" spiega Cristina De Luca, sottosegretario alla Solidarietà sociale. Per inquadrare la situazione bastano poche cifre: "Finora sono stati rilasciati circa 200mila nulla osta, 100mila domande devono essere riesaminate o integrate a causa di vari difetti, altre 100mila vanno esaminate per la prima volta" dice il sottosegretario.

L'ultimo nulla osta, secondo le previsioni del ministero, verrà rilasciato alla fine di giugno. A fare due conti sull'avanzamento delle pratiche negli ultimi 14 mesi (le domande per i flussi 2006 sono partite da marzo dello scorso anno) ci sarebbe da dubitare che tutto si risolva in una quarantina di giorni, ma ormai i ritmi sono cambiati. "C'è stato un'accelerazione - assicura De Luca - grazie ai lavoratori interinali e all'intesa stretta con le associazioni di categoria, che possono ad esempio avere accesso alla domanda presentata da un datore di lavoro, capire cosa non va e magari sbloccarla con un'integrazione".

Anche se si centrerà l'obiettivo, ci sarà poco da gioire, tanto più se si considera che il rilascio del nulla osta non coincide certo con l'ingresso regolare del lavoratore in Italia, che deve ancora affrontare la tappa del rilascio del visto. "Questa procedura non è accettabile, - ammette il sottosegretario - non si può chiedere un'assunzione e avere il via libera più di un anno dopo, con la riforma presentata dal governo sono previste anche semplificazioni amministrative per risolvere questo problema. L'irregolarità si contrasta favorendo una regolarità reale, praticabile".

Troppo tardi

I limiti e l'assurdità della macchina dei flussi d'ingresso si ripercuotono particolarmente sulle famiglie italiane, che si affidano a questo strumento per esigenze immediate. "Chi presenta la richiesta per una badante ne ha bisogno subito, se dopo un anno la lavoratrice non è ancora arrivata regolarmente in Italia il datore di lavoro avrà già provveduto diversamente. Se si può tamponare il bisogno di aiuto in casa, l'assistenza a malati, anziani e bambini non è procrastinabile" sottolinea Teresa Benvenuto, segretario nazionale dell'Assindatcolf.

Succede così che quando la risposta arriva, non è detto che quelle famiglie siano ancora pronte ad assumere. "I rapporti di lavoro domestico sono molto volatili, in tutto questo tempo è facile che si sia interrotto il feeling con il lavoratore che era già in Italia o che non ci sia più l'esigenza di farne arrivare uno da fuori: le rinunce sono sempre molte" dice ancora Benvenuto. "Per gli stagionali si sono create corsie preferenziali e procedure telematiche più veloci per la presentazione delle domande, perché non si fa lo stesso per colf e badanti? La riforma sembra affrontare finalmente il problema, ma i tempi sono lunghi e in troppi stanno ancora aspettando una risposta alla domanda presentata l'anno scorso".

"Frontiere chiuse"

Intanto, i nuovi ingressi sono bloccati.

"A novembre scorso c'è stata una riunione del tavolo tecnico per definire i flussi 2007, in quell'occasione è uscita fuori l'esigenza di 80mila lavoratori stagionali e 200mila non stagionali. Se per i primi c'è già stato il via libera con un decreto pubblicato questa primavera, per autorizzare tutti gli altri ingressi si aspetta la conclusione delle procedure del decreto 2006" racconta Piero Soldini, responsabile immigrazione della Cgil.

"Mentre si parla di riforma, di una migliore programmazione dei flussi, di estensione dei ingressi legali, ci troviamo paradossalmente a fare i conti con un blocco ermetico delle frontiere, dal 21 luglio 2006 in poi [la deadline per le domande dell'ultimo decreto n.d.r.] non c'è praticamente nessuna possibilità di ingresso legale per lavoro nel nostro Paese" denuncia il sindacalista, che rilancia: "se la pubblica amministrazione non è in grado di lavorare per tempo queste domande, bisognerebbe risolvere il problema in modo più coraggioso". Con una regolarizzazione? "Non sarebbe niente di scandaloso, se l'ha fatto la Bossi-Fini tanto più lo dovrebbe fare un governo di centrosinistra" .

Flussi d'autunno

Se non arriverà la regolarizzazione, dovranno almeno arrivare, come prevede la legge, i flussi 2007. È ancora Cristina De Luca a tracciare una calendario: "Se con le domande dell'anno scorso finiremo a giugno, entro il mese successivo il governo potrà dare il via al nuovo decreto. Ma è presto per dire se la quota di 200mila di cui si era parlato verrà confermata, ci sono ancora da fare diverse valutazioni". Non da ultima, quella sulle assunzioni dei cittadini romeni, da sempre protagonisti dei flussi d'ingresso, che ormai sono state liberalizzate. Questo potrebbe fare scendere il fabbisogno di manodopera extraue.

C'è infine da essere realisti sui tempi per la presentazione delle nuove domande. Il testo firmato a luglio da Prodi dovrà infatti farsi tutto l'iter previsto dalla legge: Conferenza Unificata, Commissioni Parlamentari, ritorno alla Presidenza del Consiglio e così via fino alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Se si va veloci, la corsa alle quote 2007 non partirà prima dell'autunno. Poi famiglie e imprese torneranno ad aspettare.

 

 

Elvio Pasca

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