Ciampi, grazia a Vito De Rosa dopo cinquantuno anni di carcere, Repubblica 13 ottobre 2003

Il capo dello Stato ha accolto la richiesta del ministro Castelli
L'uomo, ora 76enne, è condannato all'ergastolo per parricidio
Ciampi, grazia a Vito De Rosa
dopo cinquantuno anni di carcere

Al momento l'uomo è detenuto in un ospedale psichiatrico
Potrebbe essere ospitato in una comunità di Salerno

Il presidente Ciampi
 
ROMA - Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha concesso la grazia a Vito De Rosa. L'uomo, 76 anni, è in carcere da 51 anni, detenuto per parricidio. La richiesta di grazia era stata inoltrata due giorni fa dal ministro della Giustizia, Roberto Castelli. Una decisione sollecitata da associazioni che si occupano delle condizioni carcerarie, come Antigone, e da esponenti politici. Al momento Vito De Rosa è detenuto nell'ospedale psichiatrico di Sant'Eframo, a Napoli. Condannato all'ergastolo, non ha mai potuto usufruire dei benefici che di solito vengono concessi a chi è detenuto da molti anni, perché, se messo in libertà o in semilibertà, nessuno potrebbe occuparsi di lui.

Vito De Rosa entrò in carcere all'età di diciassette anni. La vicenda, che risale agli anni Cinquanta, si consumò ad Olevano sul Tusciano, un piccolo centro agricolo alle falde dei monti Picentini, in provincia di Salerno. Vito aveva da sempre un rapporto fortemente conflittuale con il padre. Poi, un giorno, dal genitore l'accusa più infamante: quella di vendere in proprio l'olio prodotto nel fondo di famiglia. Fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Una sera, Vito attese che il padre tornasse dal bar dove, come abitudine, si era intrattenuto giocando a carte con alcuni amici. Lo colpì alle spalle con una delle asce che utilizzava per tagliare la legna. Poi, gettò il cadavere in un dirupo. Ma il giovane omicida non riuscì a resistere a lungo. Di lì a breve, condusse i carabinieri sul luogo del delitto. In pochi minuti confessò.

Durante il processo, si parlò di rimproveri, vessazioni e pestaggi, ai quali il ragazzo sarebbe stato sottoposto. Ma i giudici furono inflessibili: Vito fu condannato al massimo della pena. Rinchiuso in carcere, dopo un lungo periodo, a causa di disturbi mentali, fu trasferito
in una struttura psichiatrica giudiziaria.

In tutti questi anni De Rosa ha ricevuto rarissime visite. I pochi testimoni che lo hanno contattato, raccontano che sembra rifiutare qualsiasi soluzione alternativa al carcere, forse, dicono, perché disabituato alla libertà ed al rapporto con l'esterno.

Il caso De Rosa era stato sollevato dalla stampa e da alcuni politici ed esponenti del mondo dell'associazionismo che si erano recati a trovarlo in carcere. I responsabili della struttura "Casa Amica" si erano attivati per accoglierlo, così come il sindaco di Olevano, Adriano Ciancio, aveva manifestato nei giorni scorsi, dopo aver saputo dell'iniziativa del ministro Castelli, l'intenzione di mettere a disposizione una struttura per ospitarlo. Ora De Rosa dovrebbe essere accolto in una comunità di Salerno, i cui volontari si occupano di portatori di handicap, anziani e giovani a rischio. Di recente, l'uomo aveva espresso la volontà di rivedere "almeno una volta il mare".

(13 ottobre 2003)