Invalidità: "Sbagliato toglierla a chi ce l'ha", Metropoli, 9/10/06

Invalidità: "Sbagliato toglierla a chi ce l'ha"

Gli invalidi stranieri con il permesso di soggiorno che hanno ottenuto in passato la pensione di invalidità dovrebbero continuare a riceverla anche se la legge attuale prevede che tale pensione sia concessa solo a chi ha la carta di soggiorno. La Corte costituzionale, con la sentenza 324, afferma che una legge ha tutto il diritto di modificare certe condizioni in senso "peggiorativo" per i cittadini (senza violare la Costituzione). Ma le novità non devono danneggiare chi ha ottenuto certi benefici in base a norme preesistenti

Gli invalidi stranieri con il permesso di soggiorno che ricevevano una pensione di invalidità dall'Inps dovrebbero continuare a riceverla. Anche se oggi (in seguito a una modifica contenuta nella finanziaria del 2001) questa pensione viene concessa solo a chi ha la carta di soggiorno. Lo afferma la Sentenza della Corte Costituzionale n 324 , depositata il 6 ottobre 2006 . La Corte fa riferimento al cosiddetto principio di irretroattività: il principio per cui una legge non può avere effetti all'indietro nel tempo se impone ai cittadini condizioni peggiori di quelle di cui hanno goduto fino a un certo momento. E questo, si legge nella sentenza, è "un criterio generale al quale uniformarsi".

Ma per capire serve un passo indietro. La Corte, con la sentenza 324, si è pronunciata sulla questione di legittimità sollevata da due tribunali (quelli di Monza e Milano) su quella parte della legge finanziaria del 2001 che appunto ha limitato l'accesso alle pensioni d'invalidità ai soli immigrati titolari di carta di soggiorno.

A Milano, aveva presentato ricorso al tribunale un cittadino egiziano, in Italia per lavoro dal 1991. Dopo aver lavorato per quasi tre anni, l'uomo era stato riconosciuto invalido civile al 100 per cento e prendeva dal 1998 una pensione. Questa pensione però gli è stata sospesa nel 2001 perché non aveva la carta di soggiorno. Fra l'altro, hanno fatto notare i giudici milanesi, la finanziaria contestata crea un circolo vizioso. L'uomo ha fatto domanda per la carta di soggiorno, ma non può ottenerla perché non ha un reddito sufficiente. E quindi non ha diritto alla pensione. Se invece ricevesse la pensione, avrebbe un reddito e anche diritto alla carta di soggiorno.

Un caso leggermente diverso quello di Monza. Qui, un cittadino somalo che aveva lavorato in Italia per dieci anni, aveva ottenuto l'invalidità civile subito prima del cambiamento della legge. Quindi la pensione richiesta non gli è mai stata concessa.

In entrambi i casi, i tribunali si sono rivolti alla Corte costituzionale sollevando la questione di legittimità della finanziaria 2001. Che veniva giudicata in contrasto con numerosi articoli della Costituzione italiana, quelli sulla parità dei trattamento fra cittadini e stranieri, sul diritto alla salute eccetera. E inoltre con la convenzione dell'Oil sulla tutela dei diritti dei lavoratori.

La Corte costituzionale ha respinto la questione di legittimità. La legge, scrivono i giudici nella sentenza, ha tutto il diritto di modificare alcuni rapporti (come quello della pensione di invalidità) in senso sfavorevole per i cittadini, purché non vada contro in principi della Costituzione. Il che non accade in questo caso.

Ma la Corte ha anche fornito un importante chiarimento. Specificando che in questi casi la novità non deve essere applicata in senso retroattivo (ad esempio togliendo la pensione a chi già la riceve). Anzi: il "principio di irretroattività" è un "criterio generale cui uniformarsi". In conclusione, secondo i giudici, la norma contestata in sé è corretta. Ma non riguarda chi aveva diritto alla pensione prima della sua entrata in vigore (anche se il Comune di Milano la pensa diversamente).

(Chiara Righetti)