Nuova legge sui migranti, il Lazio cambia strada, Liberazione, 25/11/06

Il testo illustrato ieri: partecipazione, convivenza, diritti
Nuova legge sui migranti,
il Lazio cambia strada

 
Natale Carta
Le leggi possono nascere dal basso e divenire espressione di una società che si interroga sui propri mutamenti per costruire convivenza e parità nell’accesso ai diritti. E’ il caso della nuova legge regionale per il Lazio sull’immigrazione. Il testo in questione - prima firmataria Anna Pizzo (indipendente nelle liste del Prc) ha avuto una lunga gestazione. Nasce infatti dalla costituzione di un tavolo di coordinamento incaricato dalla Regione Lazio, con apposita voce di bilancio, a cui hanno partecipato decine e decine di persone in rappresentanza del vasto mondo dell’associazionismo laico e religioso, della politica e delle realtà autorganizzate dei migranti. Parole d’ordine: esigibilità dei diritti, accesso paritario ai servizi sociali. Chi l’ha illustrata ha precisato come sin dai primi incontri era emersa la volontà di arrivare ad un testo in grado di spingere in avanti la normativa vigente.

E’ il punto di partenza del testo che ne rivela la “novità culturale”: gli uomini e le donne che ne beneficeranno, se lo spirito della legge verrà rispettato, non sono considerati oggetti ma soggetti attivi e partecipanti, in un contesto in cui si allargano gli spazi di democrazia e le istituzioni cedono spazi di sovranità a cittadini che la legislazione nazionale ancora discrimina.

Spazi partecipati come una Assemblea regionale dei cittadini migranti, eletta su base territoriale e messa in condizione di interagire con gli organi della Regione, spazi ridefiniti nel loro scopo originario, come la Consulta regionale che sarà composta a maggioranza da cittadini migranti e che dovrà vedere almeno una presenza femminile del 30%, spazi critici e di vigilanza attiva come l’Osservatorio contro il razzismo e le discriminazioni, indipendente dall’esecutivo e con la possibilità e i mezzi per denunciare, prevenire, affrontare ogni forma di xenofobia che si annida negli interstizi del vivere comune.

Una legge ambiziosa perché tenta di aprire varchi in ognuno degli aspetti del vivere quotidiano: casa, accoglienza, scuola, formazione, lavoro, sanità, carcere, partendo dall’ipotesi che in ognuno di questi campi è fondamentale dare ruoli, responsabilità, ascolto e impegno. Il testo ha trovato una accoglienza consistente nella maggioranza del consiglio regionale, molte e molti i consiglieri che l’hanno fatta propria, svariati quelli che sin dall’inizio si sono sentiti parte integrante dei lavori. Ora dovrà essere discusso nella Commissione affari sociali del Consiglio, partendo però da un presupposto importante. Il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha fatto sapere di condividerne totalmente l’impianto e potrà fungere da spunto anche per la riforma della legislazione nazionale. Al consiglio regionale era già stato presentato un altro testo, approvato in Giunta e proposto dall’assessore ai servizi sociali Alessandra Mandarelli. Un testo che a detta di molti dei presenti non corrispondeva alle reali esigenze del momento.

Sarà inevitabile arrivare ad un testo unico, nel frattempo il Tavolo di coordinamento inizierà a promuovere assemblee territoriali, a carattere tematico o su richiesta di specifiche associazioni e comunità per renderne la sostanza ancora più consistente e rappresentativa. Anna Pizzo ha fatto notare entusiasta come si tratti della prima proposta di legge del consiglio regionale elaborata attraverso il metodo della partecipazione.