Espulsioni, non deciderà più il giudice di pace, Il Manifesto, 10/12/06

Espulsioni, non deciderà più il giudice di pace
La norma nella bozza Amato di riforma della Bossi-Fini. Possibili indicazioni anche dalla commissione De Mistura. La competenza sulle questioni legate all'immigrazione torna ai tribunali
Ci. Gu.
Roma
Passare di nuovo la competenza sulle espulsioni e i trattenimenti degli immigrati nei centri di permanenza temporanea dai giudici di pace ai giudici ordinari. E' questa una delle novità su cui sembra essere concorde la maggioranza nella modifica della Bossi-Fini, e su cui punta in particolare il ministro dell'Interno Giuliano Amato, che avrebbe già inserito questo punto nella sua bozza di riforma della legge.
La decisione di coinvolgere giudici onorari su tutte le questioni riguardanti gli immigrati è del precedente ministro dell'Interno Beppe Pisanu, che la inserì nel «tagliandino» alla Bossi-Fini del 2004, dopo le numerose «bocciature» della Corte Costituzionale. Che, tra l'altro, ritenne necessario il «vaglio» di un giudice anche per le espulsioni con accompagnamento alla frontiera. Un aggravio eccessivo per i giudici, sentenziò Pisanu, appoggiato dal collega di coalizione Castelli, titolare della Giustizia. E così affidarono tutto il pacchetto - espulsioni, ricorsi contro i rimpatri, trattenimenti nei cpt - ai 4.200 giudici di pace sparsi per l'Italia. Contro la decisione del governo si schierarono le rappresentanze dei giudici togati: l'Associazione nazionale dei magistrati, ma anche il Consiglio superiore della magistratura. Il punto - sostenevano i magistrati - è che i giudici di pace si occupano della giustizia conciliativa, e quindi non possono decidere su questioni che riguardano la libertà personale.
A due anni dalla scesa in campo dei giudici di pace, tra gli avvocati che si occupano di immigrazione lo scontento è grande. Anche se, osservano, dipende dal tipo di giudice di pace che ti trovi di fronte: ci sono quelli che in questi anni hanno studiato la complessa normativa sull'immigrazione e quelli che invece si limitano a «vidimare» i provvedimenti della questura. «E' un po' un terno al lotto - osserva Lorenzo Trucco, presidente dell'Asgi (Associazione studi giuridici sull'immigrazione) - ma una cosa è certa: le questure tendono a considerare i giudici di pace meno influenti di quelli del tribunale. Spesso, quando il giudice decide di non convalidare un'espulsione, la questura non rilascia il permesso di soggiorno». Ma c'è anche chi osserva, come l'avvocato Livio Neri di Milano, che «se si pensa di cambiare il sistema allora bisognerebbe approfittarne anche per stabilire una volta per tutte che delle questioni inerenti la libertà personale, come i trattenimenti nei cpt o le espulsioni, dovrebbero occuparsi i giudici togati. Altrimenti ritorniamo al vecchio sistema per cui a occuparsene erano molto spesso i i giudici onorari, che non sono molto diversi da quelli di pace».
Comunque, non sembrano esserci dubbi sulla volontà di richiamare al lavoro i tribunali. E' possibile che un'indicazione in questo senso arrivi anche dalla relazione finale della Commissione De Mistura, che ha visitato tutti i centri di permanenza d'Italia con il compito di dare indicazioni sul loro superamento. I dati raccolti dimostrano che i trattenimenti decisi dalla questura vengono convalidati in massa. Si viaggia sempre su una media del 5% di non convalide. In cpt come quello di Lamezia Terme nel 2006 su 182 trattenimenti 177 sono stati convalidati.