Amato alla stampa estera: "Non mi aspetto invasione di rumeni e bulgari dopo l'allargamento dell'Unione europea" , Ministero dell'Interno, 25/01/07

Amato alla stampa estera: "Non mi aspetto invasione di rumeni e bulgari dopo l'allargamento dell'Unione europea"

“Non ho mai creduto alle invasioni: ogni volta che c'é stato un allargamento dell'Unione Europea, qualcuno ha diffuso il timore dell'invasione, ma l'invasione non c'é mai stata”: lo ha affermato il ministro Amato nel corso di un incontro alla stampa estera.

“C'è la tendenza a venire in Italia, fermarsi un po', aumentare i propri redditi e tornare. E penso che questo possa valere anche per molti rumeni venuti in Italia.  Negli anni scorsi ne sono venuti molti più di quanti ci si aspettava, e forse questa è una ragione in più per cui non mi aspetto l'invasione. Con la Romania c'è già una collaborazione molto stretta, con squadre comuni. I problemi comunque non mancano - ha proseguito Amato - e sono legati al tasso elevato di criminalità che viene dalla Romania, così come alla questione dei rom.  Quest´ultimo è un problema inafferrabile e delicatissimo. Molti rom vogliono vivere solo  la loro vita ma altri sono dediti ad attività criminali. Occorre saper distinguere, ma per l´opinione pubblica quasi sempre la loro presenza è sgradita. Farli accettare, quindi, implica, da un lato, l'educazione sentimentale di chi li riceve, dall'altro un lavoro di repressione contro la criminalità”.

Sul tema della Costituzione Europea, Amato ha poi ribadito la proposta di una nuova e rapida Conferenza Intergovernativa in grado di trovare una soluzione condivisa.

Il ministro ha anche affrontato il tema della minaccia  terroristica di stampo islamico.  “Negli ultimi mesi – ha sottolineato Amato – sono state espulse per sospetto terrorismo più persone di quante ne furono espulse prima che io arrivassi al Viminale. E domani a Berlino andrò a discutere proprio di questi temi con i miei colleghi tedesco e americano”.  In Italia, ha assicurato il ministro, “abbiamo una rete che lavora quotidianamente per verificare persone e rapporti. Ci sono movimenti transfrontalieri che seguiamo con grandissima attenzione. Certo, da almeno tre anni non abbiamo riscontri di rischi di attentato nel nostro Paese. Dal 2003, quando vennero scoperti i progetti su San Petronio e Milano l´attenzione  è  continua, ma tutte le persone che sono state monitorate  preparavano attività  in territorio non italiano”.
In ogni caso – ha concluso Amato - ci sono cose che faccio senza farle sapere: “Un ministro dell'Interno che  dicesse tutto quello che fa sarebbe un pessimo ministro. E ragioni propagandistiche non possono prevalere su questo aspetto essenziale”.