Flussi 2006, 200mila ancora in attesa, Metropoli, 26/03/07

Flussi 2006, 200mila ancora in attesa

E' passato oltre un anno da quando 530mila persone hanno fatto la fila alle Poste per presentare la domanda di assunzione. Di tutte le domande presentate il 14 marzo, 140mila sono state messe da parte perché riguardavano romeni che nel frattempo sono diventati europei. Solo 200mila sono state esaminate; altrettante sono ancora in attesa. Se il ritmo continuerà così (10-20 mila al mese) non si finirà prima dell'anno prossimo. Oltre ai disagi per le famiglie e per i lavoratori, la conseguenza è la paralisi economica

ROMA - E' passato un anno esatto da quando erano in fila alle Poste per un permesso di lavoro in Italia. Erano più o meno in 530 mila, fra stranieri (la maggior parte) e datori di lavoro. A distanza di un anno, 200 mila delle loro domanda sono ancora da esaminare. Se il ritmo continuerà così (10-20 mila al mese)non si terminerà prima del 2008.

Le domande presentate dopo i due Decreti flussi 2006 - che fissavano complessivamente in 520mila le entrate - sono state nella primavera dell'anno scorso circa 530 mila. Finora ne sono state esaminate 200mila e, escluse le istanze per i lavoratori romeni (circa 140 mila) ormai cittadini europei, ne restano altrettante. E' un problema e va posto un rimedio, chiedono alcune associazioni e sindacati: ci sono centinaia di migliaia di imprese e famiglie che aspettano una risposta.

Per il ministero della Solidarietà sociale che, insieme con quello dell'Interno, gestisce la materia, all'origine dell' intoppo c'è la legge Bossi-Fini. "Impone regole stringenti - dice il sottosegretario Cristina De Luca, con delega all' Immigrazione - e rappresenta uno dei motivi per cui la legge vigente, che va rispettata, non ha funzionato. Nella riforma che stiamo per varare prevediamo un sistema di entrate più flessibile pur nel rispetto della sicurezza e nella garanzia della lotta alla clandestinità ".

L'ingolfamento delle pratiche negli uffici per nasce, per Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil e responsabile immigrazione, da un problema strutturale della macchina organizzativa: troppa burocrazia e scarso personale. La conseguenza è "la paralisi" del Decreto flussi per il 2007 (che non dovrebbe essere varato se non si concluderà prima l'iter 2006) ma soprattutto i mancati introiti per lo stato in termini di contributi e tasse. Si stima che il danno solo per l'Irpef è di 60 euro il mese a lavoratore; il che vuol dire 12 milioni di euro al mese se si considerano i 200 mila lavoratori in sospeso.

"Qualsiasi azienda, di fronte a queste perdite - afferma Loy - avrebbe investito e magari fatto anche uno scoperto bancario. Non so se in questo ci sono dei vincoli nella finanziaria ma sarebbe valsa la pena di fare una deroga". Ma "c'è un sistema economico in difficoltà visto che imprese e famiglie sono ancora senza quel lavoratore di cui hanno fatto richiesta". E tenuto conto che per il 70-80% sono lavoratori che si trovano già in Italia "si mantiene un sommerso e non si risponde al mercato che ovviamente nel tempo cambia".

"Se si va avanti così ci vorrà almeno ancora un anno per smaltire le pratiche del 2006 - sostiene Filippo Miraglia, dell' Arci - il che vuol dire che la risposta arriverà a distanza di quasi due anni dalla domanda. Ci sono stati potenziamenti degli uffici ma insufficienti. In alcune grandi città come Roma, Firenze, Milano, Napoli ci sono migliaia di pratiche inevase, le situazioni lavorative in due anni cambiano. Il governo non si rende conto che questa vicenda è esplosiva, che gli tornera indietro come un boomerang".

Oliviero Forti, responsabile immigrazione della Caritas italiana, sottolinea, in particolare, i disagi delle famiglie visto che molte delle domande riguardano la cura alla persona, magari badanti. "Anche noi delle organizzazioni - osserva Michele Consiglio, delle Acli - dovevamo essere coinvolti nel supporto per l'espletamento delle pratiche. Poi non abbiamo saputo più niente".

De Luca ricorda che la situazione è costantemente monitorata (anche domani è previsto un incontro tecnico fra ministeri) e che sono state apportate sia semplicazioni burocratiche sia interventi pratici, come l'assunzione di personale interinale e la stipula di un accordo con le associazioni di categoria per il supporto negli uffici.

Di "situazione esplosiva" parla il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che invita il governo a emanare al più presto il Decreto flussi 2007. "Sono mesi che la Cisl chiede al governo ed ai ministri competenti - ha spiegato Bonani - di procedere ad una regolarizzazione di tutti gli immigrati clandestini in grado di dimostrare l'esistenza di un rapporto di lavoro in Italia". (ANSA)