L'attività dello sportello legale di Regina Coeli

 

marchio Diritti in carcere

Il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre e l’associazione Antigone - con il sostegno della fondazione italiana Charlemagne a finalità umanitarie ONLUS - hanno aperto a Febbraio 2015 uno sportello di informazione legale presso la Casa Circondariale Regina Coeli di Roma. Lo sportello è parte dell’insegnamento di clinica legale penitenziaria gestito dal prof. Marco Ruotolo e da Patrizio Gonnella.

Viene fornita gratuitamente assistenza e consulenza legale ai detenuti in materia di esecuzione penale, diritto penitenziario e dell’immigrazione. Lo sportello si avvale della collaborazione di laureandi, laureati, dottorandi e dottori di ricerca in materie giuridiche, nonché di avvocati specializzati in diritto penale e dell’immigrazione delle associazioni Antigone e Asgi, ai quali è affidato il ruolo di tutors.

A nove mesi dall’avvio ecco un primo bilancio: ben 50 tra studenti e tutors hanno assicurato assistenza legale; sono stati incontrati centinaia di detenuti (erano già 186 dopo i primi cinque mesi), con una media di circa 37 nuovi casi al mese. Le questioni con cui lo Sportello si è dovuto confrontare con maggiore frequenza riguardano il diritto dell’immigrazione (concessione e/o rinnovo del permesso di soggiorno, richieste di asilo politico), il diritto alla salute (accesso alle cure, accertamento dell’incompatibilità con il regime carcerario), i trasferimenti in altre strutture, i colloqui con i familiari e l’assistenza nella predisposizione di istanze di vario genere (espulsione come misura alternativa alla detenzione, applicazione della disciplina della continuazione del reato, identificazione, rilascio o rinnovo dei documenti di identità). Il dato più significativo riguarda la presenza dei detenuti stranieri e del loro bisogno di tutela (da loro provengono, ovviamente, tutte le richieste in maniera di immigrazione): in tutto, si sono rivolti allo sportello ben 140 detenuti stranieri, rappresentanti il 75,26% delle richieste ricevute. In tutto, i casi archiviati (sempre facendo riferimento a fine Luglio 2015) sono circa l'85%, di cui il 34% concluso con la piena soddisfazione degli interessati e quasi il 48% con l'impossibilità di ottenere quanto richiesto dall'istante. Per quanto concerne più specificatamente i casi in materia di immigrazione la maggior parte (il 58% circa) sono ancora aperti, mentre tra i 20 archiviati (41,66%) 12 hanno avuto esito positivo. In altre parole, un quarto dei casi riguardanti stranieri si è chiuso con la piena soddisfazione dell'interessato: di sicuro un buon traguardo. Tenendo conto del fatto che abbiamo iniziato la nostra attività (su base volontaria) solo da alcuni mesi e che l'Amministrazione penitenziaria e le altre amministrazioni pubbliche con cui entriamo in contatto sono caratterizzate da una notevole pesantezza burocratica ci pare un bilancio decisamente positivo.

Nell’ambito della sua attività, lo sportello ha potuto instaurare rapporti con le ambasciate, i consolati esteri, l’amministrazione penitenziaria e le diverse professionalità operanti all’interno della Casa Circondariale.
Tra i casi presi in carico quello di un detenuto italiano che vive con la bombola d'ossigeno ed è in gravi condizioni di salute. Nonostante questo rischia l'estradizione in Albania. È stata chiesta la sospensione del provvedimento. Il detenuto in Albania deve scontare una pena di quattro anni perché ritenuto colpevole dei reati di traffico di veicoli e falso documentale. Il suo stato di salute è tuttavia molto grave e l'esecuzione del provvedimento di estradizione potrebbe provocare danni irreversibili. Per tale motivo è stato chiesto alle autorità italiane di sospendere il provvedimento a tutela della sua salute e della sua stessa vita. Infatti è affetto da numerose e gravi patologie (obesità, insufficienza respiratoria in trattamento con macchina produttrice di ossigeno, ipertensione polmonare secondaria, cardiopatia ipertensiva, ipertensione arteriosa), che lo obbligano a continue visite mediche ed esami, nonché lo costringono a sottoporsi a cure salvavita, tra le quali l'ossigenoterapia domiciliare e l'assunzione continua di farmaci.