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12° Rapporto CRC sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza

CRC-2022-12rapporto-212x300In occasione dell’anniversario della ratifica italiana della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRC) le 100 associazioni del Gruppo CRC - tra cui anche Antigone - pubblicano il 12° Rapporto di monitoraggio dell’attuazione della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC) in Italia e dei suoi Protocolli Opzionali. 

Il rapporto tiene conto degli eventi intervenuti in questi ultimi due anni che ci hanno posto dinanzi a scenari e difficoltà nuove: la pandemia da COVID-19 prima ed il conflitto in Ucraina poi, hanno avuto ed avranno un impatto enorme sulle generazioni presenti e future. Famiglie, Scuola, Servizi stanno vivendo un affaticamento che mette in luce la necessità di un supporto e di un investimento ormai non più rinviabile. Denatalità, povertà minorile e cambiamenti climatici sono fenomeni che il Gruppo CRC continua a monitorare con crescente preoccupazione alla luce dei dati disponibili che mostrano come le misure sinora adottate non siano sufficienti e non abbiano generato l’impatto sperato. 

All’inizio di ogni paragrafo è esplicitato il riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, al fine di dare una lettura attuale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e sottolineare l’inestricabile rapporto tra lo sviluppo inclusivo, equo e sostenibile promosso dall’Agenda 2030 e la realizzazione dei diritti delle persone di minore età. La suddivisione del Rapporto in capitoli, come sempre, rispecchia i raggruppamenti tematici degli articoli della CRC suggerita dal Comitato ONU nelle «Linee Guida per la redazione dei Rapporti Periodici».

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VIII Giornata Nazionale del Teatro in Carcere

Locandina social ITVenezia e Palermo sotto la lente dell’Istituto Internazionale del Teatro – ITI Unesco
Evento inaugurale della VIII Giornata Nazionale del Teatro in Carcere in concomitanza con la Giornata Mondiale del Teatro 2021 

Sabato 27 marzo 2021 dalle ore 15.00 alle ore 16.30 (fuso orario UTC+1 Roma), in modalità online, il Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere, costituito da oltre 50 qualificate esperienze professionali (www.teatrocarcere.it) e l’International Network Theatre in Prison / ITI Unesco Partner Organization (www.theatreinprison.org) organizzano come evento inaugurale della Ottava Giornata nazionale del teatro in carcere in concomitanza con la Giornata Mondiale del Teatro 2021 (World Theatre Day, promossa dall’International Theatre Institute-Unesco e dall’ITI-Italia) un seminario di formazione internazionale su due significative esperienze italiane di teatro in carcere con adulti e minori a Venezia e a Palermo. L’iniziativa si rende possibile grazie al Protocollo d’Intesa sulla promozione del teatro in carcere tra Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere, Ministero della Giustizia (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria e Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità), Università degli Studi Roma Tre (accordo attivato nel 2013 e rinnovato per il triennio in corso nel 2019 – vedi http://www.teatrocarcere.it/?p=3685) . È sostenuta inoltre nell’ambito di Destini Incrociati, Progetto nazionale a cura del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere (avente come capofila il Teatro Universitario Aenigma dell’Ateneo Carlo Bo di Urbino), dal Ministero della Cultura (Direzione Generale dello Spettacolo dal Vivo).
L’evento, in doppia versione in italiano e inglese (con traduzione simultanea) sarà pubblicato e rimarrà visibile sul canale Youtube www.youtube.com/user/teatroaenigma/, sul sito www.teatroaenigma.it e condiviso sulla pagina Facebook Teatro Aenigma.

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"Dove sei, papà?". Un racconto su quando un genitore è in carcere

90 bigAlla fine dello scorso anno erano oltre 62.000 i figli che avevano almeno un genitore recluso nelle carceri italiane. Sono più di due milioni nell’intera Europa. In carcere, così come accade nella vita libera, quello della genitorialità non è un argomento circoscritto, bensì di una questione ordinaria, che riguarda la vita quotidiana di moltissime persone, detenute o libere a seconda che siano genitori o figli. È quindi proprio con gli strumenti dell’ordinarietà e della normalità che tale questione dovrebbe essere affrontata.

Il Consiglio d’Europa ci insegna che la vita penitenziaria dovrebbe svolgersi il più possibile nella normalità, vale a dire in modo conforme alla vita libera. Ogni differenza che non derivi direttamente dai limiti che la reclusione impone è ingiustificata. La relazione tra le persone detenute e i loro figli deve essere una relazione normale, come quella che padri e madri instaurano con i figli al di fuori delle mura del carcere. La facilità delle comunicazioni, la possibilità di essere presenti non solo in momenti topici della vita dei figli ma anche in momenti quotidiani, la possibilità di creare atmosfere famigliari e non carcerarie durante gli incontri: tutto questo andrebbe affrontato con strumenti innanzitutto normativi. Quando invece anche la riforma penitenziaria dell’ottobre 2018 ha perso grandiosamente l’occasione.

Eppure è proprio il 2018 l’anno del primo strumento normativo sovranazionale specifico sul tema dei figli delle persone detenute. Le Mandela Rules delle Nazioni Unite, le Regole Penitenziarie Europee del Consiglio d’Europa, la risoluzione Onu del 2008 sui diritti del bambino dedicano all’argomento solo pochi articoli, e per di più contenenti indicazioni solo su singoli aspetti. Indubbiamente la straordinaria Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia dell’89 esprime la sua grande forza nel principio del superiore interesse del fanciullo e non in indicazioni specifiche. Ma è solo il 4 aprile del 2018 che il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha adottato la Raccomandazione 2018 sui figli di genitori detenuti, offrendo per la prima volta uno strumento normativo interamente dedicato al tema. La raccomandazione deve moltissimo alla Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti, promossa e firmata in Italia dall’associazione Bambinisenzasbarre.

In estate la vita in carcere è ancora più dura che in inverno, quando un numero maggiore di attività ravviva la vita interna. L’emergenza sanitaria di questo 2020 ha acuito a dismisura l’ansia e la nostalgia delle persone detenute. Ci auguriamo che le indicazioni racchiuse nella Raccomandazione del 2018 possano essere ascoltate e recepite. Ci auguriamo che a un argomento che riguarda così tante persone come quello dei figli delle persone recluse vengano dedicate attenzione e riflessione.

Un bambino con un genitore in carcere ha bisogno di entrambe. Il racconto di Franca Cicirelli che potete leggere qui lo fa emergere con la delicatezza della fiaba.

Tesi “Il delitto di tortura in Italia; dal vuoto normativo all’introduzione della fattispecie incriminatrice specifica”

Pubblichiamo la tesi dal titolo "Il delitto di tortura in Italia; dal vuoto normativo all’introduzione della fattispecie incriminatrice specifica", realizzata da Carla Desirèe Meringolo. Di seguito un breve abstract. Qui la tesi completa.

Il presente elaborato, avente ad oggetto il delitto di tortura, si propone di delineare il contesto storico legislativo del nostro paese troppo a lungo caratterizzato dal vuoto normativo, sino all’introduzione della fattispecie incriminatrice specifica, anche sulla spinta dei numerosi richiami internazionali. A distanza di quasi trent’anni dalla ratifica della Convenzione ONU del 1984, l’Italia, con la Legge n. 110/2017, ha finalmente introdotto nell’ordinamento penale il delitto di tortura, ottemperando così anche all’obbligo di incriminazione sancito, a livello nazionale, dall’ art. 13 co. 4 della Costituzione. Allo scopo di delineare un quadro il più chiaro possibile relativamente alla disamina dei punti chiave, nel corso della trattazione ampio spazio è stato dato ai provvedimenti legislativi in materia, alla più autorevole dottrina, nonché al rilevante contributo della giurisprudenza intervenuta in più occasioni sulle tematiche analizzate. L’elaborato riepiloga per sommi capi le tappe attraverso cui si è snodata l’esplorazione ermeneutica dell’art. 613-bis Cod. Pen. richiamando i punti di diritto che, relativamente alla formulazione della fattispecie in questione, rappresentano ad oggi il volano di rilevanti criticità.

"In dubbio pro reo. Diciotto poesie civili e una d'Amore" di Guido Lopardo

COVER IDPRÈ un grido contro l’indifferenza, uno schiaffo a tutti noi per quelle volte che andiamo avanti e non guardiamo, oppure che guardiamo e non ci interessa dopotutto vedere. È la raccolta di poesie di Guido Lopardo “In dubio pro reo”, ovvero “Diciotto poesie Civili e una d’Amore”. E non è un caso che la raccolta si apra dentro le mura di un carcere, dove l’indifferenza è massima, lo sguardo sociale troppo spesso minimo, e dove finisce per grande parte quella umanità che sempre più vede ridurre il rispetto dei propri diritti. Le prime poesie sono dedicate all’ergastolo. Addirittura a quella forma di ergastolo cui ogni speranza è tolta, quella che vuole un essere umano inchiodato per l’eternità al proprio destino di irrecuperabile. Ma “quando la speranza si spegne”, scrive Lopardo, “la pena diventa Offesa”. E ad essere offesi siamo tutti noi, che accettiamo di vivere in una società che permette la morte della speranza. Il ritmo delle poesie di Lopardo è dolce e incalzante insieme, provoca ansia ma al contempo non chiude mai l’ultima porta all’entusiasmo e alla vita: “Nessuna resa, ma braccia distese, per provare a volare”, perché anche con le foglie d’autunno si può “fare clamore”. Nel periodo storico che stiamo vivendo, nel contesto politico che abbiamo attorno, salutiamo con il cuore un po’ più leggero questo “In dubbio pro reo”, che ricorda e dà forza a chiunque continui a puntare sui diritti umani e su una società più giusta e accogliente.

Tesi: Il delitto di tortura e la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo

carceriPubblichiamo la tesi di laurea della dr.ssa Viviana Sacchetti dal titolo "Il delitto di tortura e la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo"

"Il presente lavoro si pone l’obiettivo di evidenziare lo status giurisprudenziale in materia di tortura e di trattamento inumano o degradante, a livello nazionale, europeo ed internazionale. Punto di partenza è inevitabilmente un excursus storico, che considera approfonditamente le pronunce dei Tribunali penali internazionali e i recenti dilemmi relativi all’uso della tortura sui sospetti terroristi. Lo studio sposta poi la propria attenzione sul succedersi dei tentativi del Parlamento italiano di introdurre un reato di tortura nel sistema penale – analizzando gli obblighi gravanti sul Legislatore e derivanti dal sistema delle Nazioni Unite e dal Consiglio d’Europa – arrivando a presentare i numerosi e rilevanti profili di criticità del disegno di legge che ha portato all’introduzione dell’art. 613 bis cod. pen. nel luglio 2017. Particolare attenzione è inoltre riservata alle condanne ricevute dalla Corte di Strasburgo in relazione al gravissimo e tuttora irrisolto problema del sovraffollamento carcerario, considerato una forma di trattamento inumano o degradante ex art. 3 C.E.D.U.: risulta evidente come l’unica soluzione al problema, oltre alle misure emergenziali adottate a seguito della sentenza Torreggiani, sia un effettivo ricorso alle misure alternative e sostitutive della pena carceraria".

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Master: "Criminologia critica e sicurezza sociale. Devianza, istituzioni e interazioni psicosociali"

150px-Logo Università PadovaSono aperte le iscrizioni al Master di primo livello in "Criminologia, critica e Sicurezza sociale. Devianza, Istituzioni, e Interazioni psicosociali". Il Master si tiene presso l'Università di Padova ed è diretto da Francesca Vianello.

All'interno del master è stato inserito un modulo frequentabile anche come singolo (IV. Psicologia Sociale delle istituzioni totali) per chi fosse interessato al tema ma non avesse modo di seguire l'intero Master.

Il master ha lo scopo di fornire una approfondita conoscenza delle tematiche relative alla produzione di fenomeni devianti e alla loro costruzione sociale, nonché dei processi di controllo sociale che determinano le attuali forme di gestione della devianza. Tale finalità si delinea in relazione alla constatazione che le molteplici situazioni problematiche, connesse ai processi di marginalizzazione e precarizzazione prodotti dall'attuale crisi, non trovano adeguata risposta da parte delle istituzioni. Particolare attenzione verrà rivolta alla piccola criminalità, al rapporto fra immigrazione e devianza, alla devianza minorile e femminile, al sovraffollamento carcerario, alle nuove forme di rapporto con le sostanze stupefacenti, all'interpretazione dei sentimenti di insicurezza. Il corso si propone di sviluppare prospettive alternative ai tradizionali modelli punitivi e sicuritari.

Ulteriori informazioni e l'avviso di selezione si possono trovare sul sito dell'Università di Padova

Convegno: "Pena e speranza. Carceri, riabilitazione, esecuzione della pena, riforme possibili"

pane e speranza"Il mancato rispetto della legge ha meritato la condanna; e la privazione della libertà è la forma più pesante della pena che si sconta, perché tocca la persona nel suo nucleo più intimo. Eppure, la speranza non può venire meno”.  

Sulla coda delle parole di Papa Francesco in occasione del Giubileo dei detenuti indetto dal Santo Padre per il 6 novembre, in collaborazione con il Presidente della Commissione Affari Sociali Mario Marazziti, il “Cortile dei Gentili” promuove un incontro su “Pena e speranza. Carceri, riabilitazione, esecuzione della pena, riforme possibili” che si terrà Il 16 novembre alle ore 10, presso la Nuova Aula del Palazzo dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati in Via Campo Marzio 78. A ospitare l’incontro Mario Marazziti e Luigi Manconi, Presidente della Commissione Straordinaria per la tutela e la promozione dei Diritti Umani del Senato, promotori dei rispettivi intergruppi parlamentari sulle carceri.  

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Laurea in giurisprudenza a Rebibbia Nuovo Complesso

A proposito di risocializzazione, e di studio e formazione nel carcere. Il 19 luglio, presso la Casa Circondariale Nuovo Complesso di Rebibbia, si è tenuta la  dissertazione della tesi di laurea di Carlo Corvino, studente detenuto, che ha conseguito la Laurea magistrale in Giurisprudenza, riportando la votazione di 105/110.  

Carlo, 46 anni, ha conseguito in carcere il Diploma di scuola Superiore e poi si è iscritto alla Sapienza, grazie alla Convenzione stipulata dall’Università con la Direzione di Rebibbia Nuovo Complesso. L’art. 44 d.P.R. n. 230/2000 (reg. esec.  ord. penit.), considerando il ruolo fondamentale dell’istruzione nella risocializzazione promuove la stipula di intese tra gli istituti di pena e le istituzioni universitarie presenti sul territorio affinché i detenuti iscritti a corsi universitari o in grado di  iscriversi a tali corso possano essere aiutati a studiare ed a sostenere gli esami di  profitto.

Carlo ha sostenuto tutti i suoi esami in pochi anni e con buoni voti, mantenendo una media superiore a 26/30. Ha discusso, appassionatamente, la sua tesi sul giudizio abbreviato, presentata dal relatore Pasquale Bronzo, docente di diritto dell’esecuzione  penale, col correlatore Glauco Giostra, ordinario di procedura penale. Ad ascoltarlo la Commissione riunita presso la Casa Circondariale, presieduta da Paolo Ridola, Preside della Facoltà di Giurisprudenza (con il quale Carlo aveva già sostenuto l’esame di diritto pubblico generale) e composta interamente da docenti della  Sapienza.  

Carlo aveva potuto studiare solo fino alla terza media. Sconta la sua condanna dal 2008, e prima dal suo ‘fine-pena’ lo separa qualche anno ancora. Lo attende una vita nuova, dottore in giurisprudenza. Auguri.

Inaugurazione mostra conclusiva del Progetto"Trompe l’Oeil - Schiudi l’arte e mettila da parte"

12894370 1028052457238707 330655201 oRiceviamo e volentieri diamo spazio a questa iniziativa.

L'Associazione Volontariato Penitenziario Onlus di Firenze in collaborazione con il CESVOT, il Provveditorato Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria e con il patrocinio del Comune di Firenze, presenta la Mostra di pittura conclusiva del Progetto "Trompe l'Oeil. Schiudi l'arte e mettila da parte". Il Progetto ha avuto lo scopo di contribuire al miglioramento delle condizioni detentive, mediante l’attivazione, il consolidamento e la valorizzazione dei laboratori artistici interni.  

Le opere prodotte dai detenuti sono state valutate da una commissione formata da 9 membri:  Sandro Bellesi, Benedetta Cappello, Franco Corleone, Ardo Kekezy, Corrado Marcetti, Giuseppe Martone, Alessandro Masetti, Serena Padovani e Francesco Petri. La Commissione di esperti ha provveduto a selezionare le opere secondo quattro “fasce di qualità”, attribuendo in questo modo non solo un valore artistico, ma anche un valore economico di riferimento per eventuali donazioni che, in accordo con gli autori detenuti e/o le strutture penitenziarie di provenienza, saranno retroattivamente reinvestiti per la prosecuzione delle attività nei laboratori artistici.

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