L’Editoriale: Doppia Giustizia
di Stefano Anastasia
Un "uno-due" più secco non
poteva darsi: mentre il Poligrafico mandava alle stampe la Gazzetta ufficiale
contenente la legge che stabilisce l'immunità per le alte cariche dello Stato,
il Senato affossava definitivamente il minimo "indultino" per i condannati in
esecuzione penale detentiva. Se un Presidente del Consiglio è accusato di
qualsivoglia reato, può sottrarsi al processo finchè sia in carica (o finchè
termini il gioco dei cinque cantoni, possibile a termini di legge); viceversa
non c'è sovraffollamento che tenga, i detenuti devono farsela tutta, la galera,
salvo che miracolosamente non siano a un anno di fine pena, ne abbiano scontata
la metà, non rientrino nelle infinite preclusioni previste dalla legge, ecc.
ecc..
E' la più nitida immagine della
doppia giustizia perseguita da questo Governo: una giustizia a due velocità, in
cui ai processi per direttissima a carico degli immigrati si contrappongono i
processi infiniti del premier e dei suoi amici, in cui finanche i procedimenti
legislativi possono essere istantanei - come quando qualcosa serve al Presidente
del Consiglio - o interminabili, quando in ballo siano flebili speranze dei
detenuti; una giustizia in cui tutte le garanzie sono nel processo, per chi
abbia i mezzi per farvi fronte, e poi, per tutti gli altri si butta la chiave;
una giustizia in cui i profeti delle libertà pensano che sia possibile tenere
sotto chiave per sessanta giorni uomini e donne colpevoli di non conoscere le
nostre astruse leggi sull'immigrazione, oppure che solo il riscatto interiore
conseguito presso Muccioli o Gelmini possano salvare i consumatori di droghe
dalla giusta punizione per il loro vizio.
Una doppia giustizia per una
società diseguale. E' un paese ottocentesco, l'Italia di Berlusconi: di qua i
signori, di là i cafoni (immigrati, tossici, disoccupati, ma domani - chissà -
anche i lavoratori senza più diritti). E' un'Italia che non ci piace, che
disprezza la Costituzione e la sua storia. E' un'Italia che non ha futuro.
L’Osservatorio Parlamentare: Quarta lettura dell’indultino in
Senato – Difensore civico delle persone private della libertà personale
a cura di Francesca D’Elia
“Indultino”: ulteriori
modifiche al testo, che torna al Senato per la quarta lettura
Il cd. “indultino” torna al
Senato: il 10 luglio, infatti, il provvedimento (approvato con 219 voti a
favore, 46 contrari, e 13 astensioni) ha subito ulteriori modifiche nel corso
del secondo esame avviato dall’Aula di Montecitorio.
Rispetto all’originaria
proposta di legge in tema di “sospensione dell’esecuzione della pena detentiva
nel limite di tre anni”, l’attuale formulazione è sicuramente meno convincente,
soprattutto per le ulteriori limitazioni apportate al testo: è previsto uno
sconto di pena pari a due anni (invece che tre) per quanti abbiano già scontato
metà della condanna (e, dunque, non più un quarto della pena).
Rispetto, invece, al testo che
era uscito dal Senato a giugno e, fortunatamente, non preso in considerazione
dalla Commissione Giustizia della Camera, la versione licenziata il 10 luglio da
Montecitorio costituisce indubbiamente un passo in avanti.
Così come licenziato dalla
Camera la scorsa settimana -secondo una stima approssimativa- il provvedimento
andrebbe a beneficio di circa 6.000 persone: circa la metà dei beneficiari che
invece erano stati calcolati in relazione all’originaria versione del testo a
prima firma Pisapia.
Attendiamo ora l’orientamento
del Senato, dove la discussione in Commissione Giustizia dovrebbe cominciare il
22 luglio.
Difensore civico delle persone
private della libertà personale
La scorsa settimana, in
Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, è stata chiesta la
calendarizzazione delle proposte di legge in tema di difensore civico dei
detenuti, che riprendono l’originario disegno di legge promosso da Antigone già
nella scorsa legislatura. Le proposte dovrebbero essere inserite nel calendario
dei lavori di luglio della I Commissione e, in tempi brevi, dovrebbe iniziarne
l’esame.
Attualmente esistono ben tre
proposte in argomento, presentate sin dai primi mesi della legislatura e
assegnate già da tempo alla competente commissione (Affari Costituzionali):
l’Atto Camera 411 ad iniziativa di Giuliano Pisapia (PRC) presentata il 1°
giugno 2001; l’Atto Camera 3229 a prima firma Erminia Mazzoni (UDC), presentata
il 4 ottobre 2002; infine, l’Atto Camera 3344 presentato da Anna Finocchiaro (DS)
in data 4 novembre 2002.
E’ uscito l’ultimo libro curato da Laura Astarita, Patrizio
Gonnella e Susanna Marietti di Antigone: Il collasso delle carceri italiane.
Sotto la lente degli ispettori europei
di Laura Astarita
È uscito a giugno il volume,
curato da Antigone, Il collasso delle carceri italiane. Sotto la lente degli
ispettori europei (Sapere 2000 Editore), resoconto dell’ultima visita in Italia
del Comitato per la Prevenzione della Tortura e dei Trattamenti Inumani o
Degradanti e della risposta del Governo Italiano, con le relative parti di
interesse tratte dalle “Substanctive Sections”, i rilievi essenziali e generali
contenuti nei vari Rapporti Generali del CPT, recentemente riuniti in un unico
documento: “Gli Standard del CPT”.
Come sappiamo, il CPT è l’unico
organo ispettivo in grado realmente di entrare nella complessa e oscura realtà
“carcere” e, grazie ai poteri conferitigli dalla Convenzione per la Prevenzione
della Tortura e delle Pene e Trattamenti inumani o Degradanti, di verificare
l’esistenza di situazioni a rischio o di effettivi casi di maltrattamenti che
ledono la dignità della persona e che sfociano talvolta nella tortura. Leggere i
Rapporti del Comitato sui vari paesi significa entrare a conoscenza nel
dettaglio delle modalità di detenzione nei paesi del Consiglio d’Europa.
Purtroppo in Italia il Rapporto
del CPT relativo alle visite effettuate nel nostro paese ha ricevuto
l’autorizzazione alla pubblicazione dal nostro Governo con anni di ritardo,
pubblicato poi unitamente alla risposta delle autorità.
L’ultimo Rapporto, quello
relativo alla visita del CPT svoltasi nel febbraio del 2000, è stato pubblicato
soltanto quest’anno.
Il collasso delle carceri
italiane. Sotto la lente degli ispettori europei ripercorre tale Rapporto punto
per punto, dalle condizioni nei luoghi di detenzione delle forze dell’ordine ai
centri di assistenza e permanenza temporanea per stranieri, dalle carceri agli
istituti per i minori e agli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Per ogni punto
viene riportata la risposta dell’Italia che è di particolare interesse per la
comprensione della portata dei problemi denunciati; le varie risposte risultano
più o meno burocratiche, spesso evasive, in singoli punti costruttive.
Nonostante il ritardo, dovuto
all’attesa dell’autorizzazione del nostro Governo, la lettura di questo botta e
risposta, con alla base quelli che sono gli standard posti dal CPT, è necessaria
per chiunque voglia conoscere realmente quello che quotidianamente accade nei
luoghi di detenzione del nostro paese e come le autorità affrontano la
questione.
Brevi
- Giovedì 24 luglio alla Festa
Nazionale di Liberazione a Modena dibattito sulla giustizia con Patrizio
Gonnella (coordinatore nazionale Associazione Antigone), Livio Pepino
(presidente di Magistratura Democratica) e Alberto Burgio (responsabile
nazionale giustizia del Prc).
- Il Ministro Castelli ha
cominciato con il piede giusto il mese di luglio presentando alla stampa la Dike
Aedifica S.p.A. Si tratta nientedimeno che di una società per la realizzazione
dei programmi di edilizia carceraria e giudiziaria del Ministero della
Giustizia, controllata da Patrimonio dello Stato S.p.A. .
Il Guardasigilli trova che
questa sia la soluzione più adeguata al problema del sovraffollamento delle
carceri.
- L’Unione delle camere penali
ha denunciato che il carcere bunker di Guantanamo rappresenta una grave
violazione dei diritti civili, in quanto “le condizioni di vita dei prigionieri
reclusi nella base statunitense appaiono ben al di là della soglia minima di
trattamento”.
Gli Stati Uniti lo scorso
aprile hanno varato le nuove norme sui tribunali speciali militari, alla luce
delle quali i detenuti di Guantanamo non sono considerati prigionieri di guerra
bensì ‘ combattenti fuorilegge ’, non sono quindi tutelati dalla Convenzione di
Ginevra e restano al di fuori di qualsiasi legislazione in materia di diritti
umani. L’unico organismo che potrebbe intervenire per chiedere garanzie è l’Onu,
ma non l’ha ancora fatto.
- Due suicidi di detenuti in
Campania nel mese di luglio. Si tratta di Ciro Castaldo (detenuto dal 25.08.2001
con fine pena 16.07.08), che si è impiccato il 6 luglio all’interno del reparto
matricola del carcere di Secondigliano, mentre era rinchiuso in una ‘cella
liscia’ e di Angelo Vallone, 23 anni di Marcianise, che si è impiccato
all’interno dell'OPG di Aversa, nel celebre reparto ‘Staccata’.
- Martedì 1 luglio 2003 nella
seduta n. 332 c’è stata un’interrogazione a risposta immediata in Commissione
5-02185 presentata da Tiziana Valpiana (Prc) al Ministro della Salute riguardo i
presidi per le tossicodipendenze all’interno degli istituti penitenziari. Questi
ultimi fino a qualche anno fa erano finanziati con un capitolo a parte e dotati
di strutture e personale proprio, ma in seguito all'emanazione della legge n.
230 del 1999, dal 1o gennaio 2000 il personale medico e infermieristico è
passato alle dipendenze funzionali dei Sert ed il capitolo di spesa relativo è
stato finanziato fino al 30 giugno 2003. Dal 1o luglio 2003, quindi, le risorse
economiche sono trasferite al servizio sanitario nazionale, che dovrebbe
occuparsi anche del pagamento del personale operante all'interno degli istituti
penitenziari, ma ad oggi non si sa niente delle modalità di passaggio al
servizio sanitario nazionale.
Ha risposto all’interrogazione
il Sottosegretario Antonio Guidi sostenendo che il Ministero della Giustizia ha
reso noto di aver ricevuto, in data 30 giugno 2003, una nota del Ministero
dell'Economia e delle Finanze, con cui è stato comunicato che le risorse
finanziarie preposte al funzionamento dei Presidi sanitari e psicologici per i
detenuti tossicodipendenti negli istituti penitenziari, sarebbero transitate dal
Ministero della Giustizia al Fondo Sanitario Nazionale a partire dal 1o luglio
2003, in virtù del decreto ministeriale n. 26122, in corso di perfezionamento.
Tiziana Valpiana, replicando, ha ritenuto insoddisfacenti le rassicurazioni del
Sottosegretario e reputato opportuno che la Commissione Affari Sociali avviasse
un'indagine conoscitiva sulla materia dell'assistenza sanitaria nelle carceri. |