L’EDITORIALE: Cattive notizie
di Stefano
Anastasia
Cattive notizie. Non è solo la sensazione
di triste deja vù che ci sconforta del disegno di legge Fini
“contro lo droga” (e la noia di dover tornare a ribattere punto per
punto alla risorgente illusione repressiva), ma anche il fatto che il
presunto liberalismo della sedicente classe dirigente della seconda
repubblica si ferma ogni volta di fronte alla possibilità di lucrare
qualche voto minacciando un po’ più di legge, ordine e galera. E’ andato
fino a Gerusalemme, per denunciare il male assoluto; ma qualche crudele
male minore non disdegna di infliggerlo a chi gli capiti a tiro, per un
pugno di voti. Ieri gli immigrati, costretti a morire al largo delle
coste italiane da una legislazione che impedisce loro di arrivare
pagando un biglietto di linea, come facciamo noi quando andiamo in
vacanza nel mediterraneo; oggi i consumatori di droghe, costretti come
quelli alla clandestinità e destinati alla repressione.
Cattive notizie. Ne discuteremo il prossimo 9 dicembre in
un seminario di studio organizzato a Roma con il Forum droghe e
Magistratura democratica. La scelta di un nuovo giro di vite indurrebbe
alla clandestinità i consumatori problematici, rendendo più difficili i
contatti con i servizi e i percorsi terapeutici. La scelta di un nuovo
giro di vite renderebbe problematico il consumo non problematico, non
solo quello terapeutico (dietro cui pudicamente si nasconde chi è
costretto involontariamente a fare outing), ma anche quello di
massa dei derivati della cannabis. La scelta di un nuovo giro di vite
aggraverebbe le condizioni di lavoro degli uffici addetti alla
repressione – dai commissariati alle prefetture, ai tribunali - che
saranno invasi di nuove e inutili carte. La scelta di un nuovo giro di
vite potrebbe finire di soffocare il sistema di esecuzione penale, con
ulteriori minacce di sovraffollamento penitenziario, subordinate al
vaglio di tribunali di sorveglianza che non sanno più a chi dare i resti
e che invece dovrebbero mandare la gran parte in terapia coatta,
sancendo definitivamente la vittoria delle alternative alla libertà
sulle alternative alla detenzione.
Cattive notizie. Alle quali non intendiamo rassegnarci.
Cresce la mobilitazione nel paese e giungono notizie di molte e diverse
iniziative. Le opposizioni, tutte unite, hanno una proposta comune,
chiaramente alternativa a quella del governo, che va nella direzione di
una più ampia depenalizzazione e decarcerizzazione del consumo di
droghe. Abbiamo passato di peggio, e abbiamo vinto, poco più di dieci
anni fa, quando la maggioranza degli italiani votarono contro le norme
più odiose della legge allora voluta da Craxi. Il disegno di legge Fini
può restare un mero arnese propagandistico di un liberale incompiuto. E
questa sarà finalmente una buona notizia.
OSSERVATORIO PARLAMENTARE
a cura di
Francesca D’Elia
Bocciata la riforma Castelli sulla
giustizia minorile
La Camera dei Deputati, in data 5
novembre, ha approvato le pregiudiziali di costituzionalità presentate
da Ulivo e Prc sul disegno di legge governativo concernente la “Delega
al Governo per l’istituzione delle sezioni specializzate per la famiglia
e per i minori nonché per la disciplina dei procedimenti in materia di
separazione dei coniugi e di divorzio”.
La riforma, bocciata con 252 voti a favore
e 221 contrari (voto segreto), proponeva principalmente l’unificazione
delle competenze in materia di minori e l’attribuzione delle stesse ad
un'unica istituzione giudiziaria specializzata,
con
la conseguente soppressione del tribunale per i minorenni.
La Lega (nella persona del vicepresidente
del Senato, Sen. Roberto Calderoli), all’indomani della bocciatura del
provvedimento, dopo aver accusato Casini di aver concesso il voto
segreto sulle pregiudiziali, in tal modo “permettendo ai franchi
tiratori di far bocciare il testo”, ha anche dichiarato di aver
ripresentato la riforma Castelli in Senato, chiedendo la votazione delle
pregiudiziali a scrutinio palese accompagnata dalla richiesta di un
voto di fiducia da parte del governo; peccato, però, che non sia
possibile, se non dopo sei mesi, presentare in un ramo del Parlamento un
provvedimento già bocciato dall'altro...e poi che senso avrebbe
ripresentare un disegno di legge già dichiarato incostituzionale?
La proposta di legge Cirielli “Modifiche al codice penale
e alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di attenuanti generiche,
di recidiva, di giudizio di comparazione delle circostanze di reato per
i recidivi e di termini di prescrizione del reato”(A.C. 2055)
La proposta
di legge Cirielli sta per approdare nell’Aula di Montecitorio. Il
provvedimento ha suscitato molte polemiche, e non solo perché potrebbe
riaprire la strada alla norma “salva-Previti” (per cui il magistrato
sarebbe obbligato a riconoscere la prevalenza delle attenuanti sulle
aggravanti per gli incensurati con condanna inferiore ai 20 anni,
riducendo così al massimo i tempi di prescrizione dei reati), già
presentata da Mario Pepe di Forza Italia come emendamento all’ analoga
proposta di legge dell’On. Dussin (poi ritirata per le polemiche); ma
soprattutto perché, oltre a limitare fortemente la concessione delle
attenuanti generiche, “stravolge” l’istituto della recidiva, irrigidisce
il sistema del computo della pena per i recidivi reiterati, inasprendo
più in generale il regime penitenziario anche in termini di concessione
delle misure alternative e benefici (obbligando i recidivi, ad esempio,
a periodi di detenzione più lunghi prima della concessione).
Il testo, in particolare,
introduce forti rigidità nella concessione delle attenuanti generiche,
che viene vietata nei casi di recidiva reiterata, di omicidio, di reati
sessuali, di delitti commessi per finalità di terrorismo, di eversione
dell’ordine democratico. E ancora, nei casi di sequestro di persona a
scopo di estorsione, associazione di tipo mafioso, associazione
finalizzata al traffico di stupefacenti. Per tali reati, dunque, si
reputano sufficienti le attenuanti comuni.
Ma non basta. Si prevede
anche il divieto di comparazione delle circostanze aggravanti ed
attenuanti per i casi di recidiva reiterata, ”quei delinquenti
condannati già tre volte e che non meritano certamente vantaggi
nell’applicazione delle pene per nuovi reati commessi”, come riportato
nella relazione alla proposta di legge.
Stravolto, inoltre, il
sistema dell’applicazione della recidiva: viene infatti eliminata la
discrezionalità in materia del magistrato (rispetto alla contestazione,
ma anche al calcolo dell’aumento di pena). La recidiva, quindi,
scatterebbe automaticamente per chi ha già commesso un reato.
E vi è di più. La
proposta Cirielli introduce forti limitazioni alla concessione dei
permessi premio, della semilibertà, dell’affidamento ai servizi sociali,
della detenzione domiciliare (che, ad esempio, può essere concessa ai
recidivi reiterati solo una volta e nel caso che la pena inflitta non
superi i due anni).
Assume particolare rilievo che, in sede consultiva, la
Commissione Affari Costituzionali, abbia sottolineato che l’inasprimento
in via generale della normativa in tema di recidiva e, in particolare,
la disposizione che prevede l’automatica applicazione dell’aumento di
pena -senza, quindi, lasciare al giudice la possibilità di valutare
anche altri elementi nel comminare in concreto la pena- ben potrebbe
porsi in contrasto con il terzo comma dell’art. 27 della Costituzione
(le pene devono tendere alla rieducazione del condannato).
C’è chi parla della legge
Cirielli come una vera e propria “bomba legislativa”; non è difficile
immaginare, infatti, che l’approvazione di tale provvedimento segnerebbe
drammaticamente la già allarmante condizione di sovraffollamento in cui
versano le carceri del nostro Paese.
Approvata dal Consiglio dei Ministri la proposta di legge
Fini sulle droghe
Il
Consiglio dei Ministri, in data 13 novembre, ha approvato all’unanimità
il disegno di legge Fini sulle droghe che, sin dalle prime anticipazioni
(risalenti ad aprile scorso) aveva già scatenato polemiche sia in
Parlamento, che nel Paese. Il provvedimento rispecchia chiaramente una
logica repressiva: nessuna distinzione tra droghe leggere e pesanti
(per Fini, “fuorviante”); vietato in ogni caso l’uso e l’impiego delle
sostanze stupefacenti; inasprite le pene per spacciatori e consumatori
(per i quali vengono, tra l’altro, previste sanzioni identiche);
ripristino del concetto della ''dose media giornaliera”, pure abolito
con il referendum del 1993.
Viene,
quindi, punita la detenzione di
droga
e fissata la linea di confine
fra la detenzione che rappresenta illecito amministrativo e quella che
costituisce illecito penale: la soglia sotto la quale le sanzioni
saranno solo amministrative e' di 50 milligrammi per l'anfetamina, 150
per cannabis e derivati, 200 per l'eroina, 300 per le droghe sintetiche
(ecstasy e pasticche), 500 per la cocaina; oltre questa soglia
scatterebbe la sanzione penale.
Viene
abolita l'ammonizione del prefetto per il primo fermo, ed i possessori
di droghe dovranno seguire programmi di recupero presso strutture
pubbliche o private. Si allungano anche i tempi delle sanzioni
amministrative: la sospensione dei documenti passa da un massimo di 4
mesi a un massimo di 1 anno.
In
particolare, chi illecitamente importa, esporta, acquista, riceve a
qualsiasi titolo, o comunque detiene, sostanze stupefacenti o psicotrope
rischierebbe almeno una delle seguenti sanzioni: sospensione (o divieto
di conseguimento) della patente, del passaporto, del porto d'armi e del
permesso di soggiorno. La misura scatterà immediata. Inoltre, il
prefetto può disporre misure di sicurezza nei confronti di persone
condannate anche non in via definitiva, laddove si possa ipotizzare la
loro pericolosità sociale. Tra le misure previste, l'obbligo di
presentarsi con scadenze costanti da polizia o carabinieri, l'obbligo di
rientro nella propria abitazione a un'ora precisa, il divieto di
frequentare alcuni locali pubblici o di lasciare il comune di residenza.
Per chi trasgredisce a queste disposizioni scatterebbe l'arresto da 3 a
18 mesi, ma i provvedimenti possono essere revocati se il soggetto ha
seguito con successo programmi riabilitativi. Non solo: si dà ampio
spazio alle comunità terapeutiche, anche in contrasto con il ruolo dei
servizi pubblici delle tossicodipendenze, quasi in direzione di una
privatizzazione del trattamento terapeutico.
Peraltro,
rispetto alla definizione del programma terapeutico e
socio-riabilitativo, viene meno la libertà del medico di agire secondo
scienza e coscienza, e dunque il trattamento personalizzato; viene,
infatti, prescritto per legge il tipo di trattamento a cui i medici
dovranno comunque attenersi, indipendentemente dal caso concreto: “i
medicinali stupefacenti prescrivibili dovranno essere utilizzati a
dosaggi decrescenti in ogni occasione possibile”.
Ci sembra
di tornare indietro di decenni: la proposta governativa vanifica
qualsiasi sforzo per prevenire e ridurre il danno delle
tossicodipendenze, nonché per ridurre i tassi di sovraffollamento
carcerario.
Le opposizioni, contro il
disegno di legge Fini sulle droghe definito "pessimo, inefficace e
controproducente", rilanciano con una proposta di legge alternativa che
ruota attorno a tre capisaldi: depenalizzazione, misure alternative alla
detenzione, politica di riduzione del danno. La proposta di legge (Atto
Camera 4208), che porta le firme di circa settanta deputati, e' stata
presentata in una conferenza stampa a Montecitorio proprio mentre il
Consiglio dei Ministri approvava il disegno di legge del vice-premier.
Aggiornamento delle visite effettuate per
l'Osservatorio Nazionale di Antigone sulle condizioni di detenzione
a cura di Nunzia Bossa
Ultimo giro di boa per gli osservatori di
Antigone impegnati a visitare le circa 200 carceri italiane. A dicembre,
infatti, con lo scadere delle autorizzazioni del Ministero, si
concluderà la prima parte del lavoro dei volontari impegnati per
l'Osservatorio.
Il registro delle visite non è mai stato
così ricco: non abbiamo le statistiche comparate ufficiali, ma pare che
davvero quest’anno siano state effettuate molte più visite che negli
anni precedenti e resta ancora un mese intero per arricchire il carnet
degli osservatori.
Riportiamo,
di seguito, uno schema riassuntivo delle visite effettuate fino a questo
momento, sottolineando che alcune visite sono state condotte, ma non è
giunta comunicazione presso la sede dell'associazione e non è stato,
quindi, possibile inserirle all'interno del registro che segue.
- LOMBARDIA
- BOLLATE MILANO CC 15-5
- CREMONA CC 19-8
- CASTIGLIONE DELLE STIVIERE OPG- M e F 20-8
- MANTOVA CC 21-8
- BRESCIA CC 22-8
- BRESCIA CR 22-8
LIGURIA
- LA SPEZIA 27-10
VENETO, FRIULI VENEZIA GIULIA E TRENTINO ALTO ADIGE
- VICENZA CC 20-5
- VERONA CR 5-6
- VERONA CC 18-6
- PADOVA CR 14-7
- VENEZIA CRF 17-7
- BOLZANO CC 18-11
- TRENTO CC 5 - 12
- ROVERETO 2-12
- TRIESTE 9-12
-
- EMILIA ROMAGNA
- BOLOGNA CC 30-6
- PARMA CR 1-7
- PIACENZA CC 9-7
- FORLI' CC 10-7
-
- TOSCANA
FIRENZE GOZZINI Solliccianino ICATT 29-5
- FIRENZE Sollicciano CC 30-5
- LUCCA CC 31-5
- AREZZO CC 26- 8
- SIENA CC 27-8
- EMPOLI ICATT F 28-8
- MONTELUPO FIORENTINO OPG 29-8
-
- UMBRIA
PERUGIA CC e CR 7-7
-
- LAZIO
- ROMA REGINA COELI CC 10-4
- LATINA CC 2-5
- VITERBO CC 15-5
- CIVITAVECCHIA CC 10-7
- CIVITAVECCHIA ICATT 10-7
- RIETI CC 4 -9
- VELLETRI CC 11-9
- FROSINONE CC 12-9
- PALIANO CR 12- 9
- ROMA REBIBBIA CR 4 e 8-1
- CASSINO CC 16-10
-
- ABRUZZI E MOLISE
PESCARA CC e CR 15-5
- SULMONA CC e CR 15-5
- L'AQUILA CC 27-5
- TERAMO CC 17-6
-
- CAMPANIA
AVELLINO CC (località Bellizzi) 21-3
- LAURO CR …
- POZZUOLI CC …
- SECONDIGLIANO CP …
- POGGIOREALE CC …
- OPG S. EFRANO …
- OPG AVERSA …
PUGLIA
BARI CC 20-5
-
- BASILICATA
MATERA CC e CR 18-6
- MELFI 22-9
CALABRIA
ROSSANO CR 7-6
- CROTONE CC 7-6
- CATANZARO 13-8
- VIBO VALENTIA 13-8
- CASTROVILLARI 18-8
- COSENZA 19-8
- PAOLA 19-8
SICILIA
PALERMO UCCIARDONE 21-7
- PALERMO PAGLIARELLI 22-7
- CATANIA LANZA 23-7
- CATANIA BICOCCA 24-7
- MESSINA GAZZI 25-7
Brevi
Dal mondo…
- I
detenuti nelle carceri dello Swaziland, ultima monarchia assoluta
dell'Africa sub-sahariana, chiedono di non essere più percossi nudi con
le catene per il rischio di contagio dell’Aids: "Le catene si macchiano
di sangue e quindi contagiano il detenuto successivo", ha affermato
Boyce Gama, ergastolano del penitenziario di massima sicurezza di
Matsapha, portavoce di questa iniziativa nell'incontro avuto in carcere
con rappresentanti della Croce Rossa nazionale. Gama ha presentato un
elenco di richieste per tutelare la salute del detenuto. Il commissario
alle carceri, Mnguni Simelane, ha affermato di non essere al corrente
che negli istituti di pena siano messe in atto punizioni corporali,
esplicitamente vietate dal codice. I detenuti chiedono anche farmaci
retrovirali per i sieropositivi e la scarcerazione dei malati terminali
ed ispezioni periodiche delle celle da parte del personale sanitario.
- A
Montreal il legale di un uomo accusato di aver sparato ed ucciso un
poliziotto, rischia di essere espulso dal Foro per avere fischiettato,
prima di lasciare l'aula, le note di una famosissima canzone di Bob
Marley, 'I Shot the Sheriff'. L'avvocato Christian Gauthier aveva
spiegato ad un giornalista che la canzone di Marley racconta una storia
analoga a quella vissuta dal suo cliente che, secondo la linea della
difesa, aveva sparato per legittima difesa. Per la cronaca, l’imputato è
stato condannato a 25 anni di reclusione.
-
Problemi di bilancio stanno spingendo parecchi stati americani ad
approvare nuove misure per ridurre il numero di detenuti presenti nelle
loro carceri. Tra le iniziative intraprese vi sono la depenalizzazione
di una serie di reati, meccanismi per accelerare i rilasci per buona
condotta, rinuncia al 'three strikes' (tre reati e vai dentro). Per ciò
che concerne i reati per droga, sempre più giudici tendono a ordinare
soggiorni in centri di recupero, anziché in carcere. Magari le ragioni
statunitensi non sono proprio puramente ideologiche, ma è già qualcosa…
- La Corte Suprema degli Stati Uniti ha
deciso di discutere il ricorso presentato da 16 prigionieri stranieri
del carcere di Guantanamo sulla legalità della loro detenzione. I
ricorrenti -2 britannici, 2 australiani e 12 kuwaitiani- fanno parte
dei circa 660 detenuti di oltre 40 nazionalità che si trovano nel
carcere costruito all’interno di una base militare americana. La Corte
Suprema dovrà decidere se i tribunali americani possono giudicare della
legittimità della loro detenzione. Gli Stati Uniti considerano i
detenuti di Guantanamo “combattenti nemici” e non “prigionieri di
guerra”, ai quali spettano precisi diritti, nel caso specifico ignorati.
- La
Corte europea per i diritti umani ha condannato la Turchia per il
trattamento disumano e degradante, fino alla tortura, riservato ad un
gruppo di avvocati che avevano fatto ricorso al tribunale di Strasburgo.
La denuncia era stata presentata da 16 legali arrestati nel 1993 con
l'accusa di essere coinvolti in attività criminali. Durante il periodo
di detenzione professionisti in questione avevano dovuto subire pesanti
vessazioni. Secondo gli stessi, inoltre, il vero motivo del loro arresto
era stata la loro attività a tutela dei diritti umani e la difesa di
imputati finiti davanti ai tribunali speciali.
Da
casa nostra…
-
Depenalizzata la diffamazione a mezzo stampa, escluso definitivamente il
carcere per i giornalisti. Questo prevede il testo appena presentato in
commissione giustizia dalla relatrice Isabella Bertolini (Fi). Nel nuovo
testo si prevede anche un tetto massimo per il risarcimento del danno di
25 mila euro. Nella nuova formulazione del provvedimento si prevede che
il competente ordine professionale stabilisca delle sanzioni
disciplinari in seguito alla trasmissione degli atti da parte della
magistratura. Anche l'ingiuria viene punita con una multa fino a 650
euro, la pena aumenta a 950 euro se l'offesa consiste nell'attribuzione
di un fatto determinato. Le pene aumentano ulteriormente nel caso in cui
l'offesa avvenga davanti a più persone. Anche la diffamazione semplice,
cioè quella non a mezzo stampa, sarà punita con una multa che può
arrivare fino a 1500 euro (2500 per attribuzione di un fatto
determinato). Se l'offesa è arrecata in atto pubblico si applica la pena
della multa da 500 a 2500 euro. Il testo risulta comunque debole e la
parte che riguarda la rettifica risulta piuttosto confusa.
- Il
Sappe, la più rappresentativa sigla sindacale del corpo di Polizia
Penitenziaria, ha chiesto le dimissioni del ministro della Giustizia
Castelli, per la disomogeneità di trattamento nel Comparto Sicurezza:
un poliziotto penitenziario e un appartenente al corpo Forestale dello
Stato riceveranno un incremento inferiore di due terzi rispetto agli
altri colleghi del Comparto Sicurezza. Il segretario generale del SAPPE
Donato Capece ha affermato: ‘Ci auguriamo che Berlusconi proceda presto
a un rimpasto di Governo e sostituisca l'attuale ministro della
Giustizia con un politico più attento, un ministro più competente che
sappia risolvere le tante questioni del sistema carcere in Italia". Se
lo dice il Sappe…
- Maria
Ciuffi, la madre di Marcello Lonzi, il detenuto livornese di 29 anni
morto alle Sughere lo corso 11 luglio, ha denunciato il personale che
era in servizio nel carcere di Livorno il giorno della morte del figlio,
facendo aprire un procedimento contro ignoti per omicidio presso la
procura della città. Nella denuncia la donna ha affermato di aver
saputo che suo figlio il giorno della morte si trovava in isolamento e
non in cella insieme a un altro detenuto, come invece risulta dalla
versione ufficiale dei fatti. Secondo questa ricostruzione, Lonzi cadde
pesantemente a terra, in seguito a un malore, sbattendo violentemente il
capo sul termosifone della cella.
- Nel
carcere maschile per i giovani detenuti di Sollicciano, il cosiddetto
Solliccianino, istituto di custodia attenuata di Firenze, è stata
inaugurata la mostra dedicata alla Ferrari. L' iniziativa si intitola
“In corsa per la vita”.
- I
detenuti della C.C. di Velletri hanno prodotto un vino bianco e due
qualità di rosso, ma principalmente un novello, che è stato chiamato
"Fuggiasco". Pare che i vini siano solo l’inizio, presto verranno
proposti anche altri prodotti, come ad esempio l'olio.
-
Partito il "Progetto Contact-Pensiero Attivo", che prevede la
collocazione di due impianti di trattamento di rifiuti sanitari
all'interno del carcere "Le Vallette" di Torino. Vi saranno impiegati 25
detenuti. L'impianto di sterilizzazione sarà in grado di trattare
complessivamente 616 tonnellate all'anno di rifiuti prodotti
prevalentemente da ospedali e case di cura della provincia di Torino.
- Un
ragazzo rumeno di 16 anni si è suicidato la notte del 18 novembre
impiccandosi in una cella dell’IPM di Casal del Marno a Roma. La notizia
è stata diffusa da Luigi Manconi, neo garante dei diritti delle persone
private della libertà personale del Comune di Roma che si è
immediatamente recato in visita all'istituto insieme all'Assessore alle
Politiche per le Periferie, per lo Sviluppo Locale, per il Lavoro del
Comune, Luigi Nieri, e a Patrizio Gonnella, coordinatore nazionale
ndell'associazione Antigone. Il ragazzo era stato appena trasferito a
Casal del Marmo dal centro di prima accoglienza dell'Aquila, in seguito
ad una rissa avvenuta per strada con alcuni ragazzi italiani, nella
quale erano stati coinvolti anche altri connazionali del ragazzo, dai
quali, però, era stato separato una volta raggiunto Casal del Marmo.
E
infine da Antigone e dintorni...
-
Martedì 9 dicembre alle ore 9.30 presso l’ ex Hotel Bologna in via Santa
Chiara a Roma, si terrà il seminario ‘Droghe e diritto penale massimo:
La proposta Fini e le alternative possibili’, con interventi di
Stefano Anastasia, Angelo Caputo, Giuseppe Cascini, Franco Maisto,
Alessandro Margara, Livio Pepino, Grazia Zuffa. Il seminario è stato
organizzato in collaborazione con Forum Droghe e Magistratura
Democratica.
- Sempre
martedì 9 dicembre, ma alle ore 15.30, presso l’Aula Magna del Rettorato
dell’Università Roma Tre, in via Ostiense 159 a Roma, l’Assessorato alle
Politiche per le Periferie, per lo Sviluppo Locale, per il Lavoro del
Comune di Roma in collaborazione l’associazione Antigone, l’Università
degli Studi Roma Tre e Progetto Diritti, organizzano una giornata di
studi sul tema ' Lavoro, migranti e nuova cittadinanza '. Interverranno,
in ordine di intervento: M.V. Tessitore; Arturo Salerni; Francesco
Pompeo; Mario Angelelli; Anna Crisà; Massimiliano Smeriglio; Enrico
Pugliese; Lorenzo Trucco; Luigi Nieri; Tom Benettollo; Fausto Bertinotti;
Cesare Damiano; Alì Baba Faye; Paolo Morozzo Della Rocca; Giovanni
Palombarini; Bruno Tabacci. La sera alle ore 21 al Teatro Palladium in
Piazza Bartolomeo Romano, concerto con ingresso gratuito "Fogli
Volanti", inni e canti politici.
-
Ricordiamo nuovamente che sabato 13 dicembre dalle ore 9 alle 14 a Bari,
presso la Facoltà di Giurisprudenza Università di Bari in Piazza
Cesare Battisti, Aula Aldo Moro, in occasione della giornata
internazionale sui diritti umani, convegno di Antigone “Per un difensore
civico delle persone private della libertà”, organizzato con il
patrocinio del Comune di Bari, Provincia di Bari, Ordine degli Avvocati
di Bari. Interverranno: Vito Nanna,Marcello Vernola,Domenico Doria,Enrico
Calamai, Stefano Anastasia, Enrico Buemi, Francesco Carboni, Don Angelo
Cassano, Emilio Di Somma, Michele Emiliano, Livio Ferrari, Claudio
Giardullo, Michele Laforgia, Franco Maisto, Erminia Mazzoni, Marzia
Monciatti, Luigi Nieri, Mauro Palma,Giuliano Pisapia, Patrizio
Gonnella, Eligio Resta .
Il programma completo del convegno è disponibile sul sito
dell’associazione (www.associazioneantigone.it)
nella sezione iniziative.
- Venerdì 5 dicembre alle ore 15.30 presso
il Palazzo del Bo, Aula E, Via VIII Febbraio, 2 a Padova, il Fondo
speciale regionale per il volontariato ‘ Sportello Giustizia ’ in
collaborazione con Gruppo operatori volontari carcerari Padova,
presentano il convegno regionale “Aiuto: ridateci i nostri diritti”.
Interverranno: Ornella Favero, Leda Bonaguro, Massimo Guglielmo,
Giovanni Maria Pavarin, Giorgio Ronconi, Leonardo Signorelli, Ettore
Ziccone, Albino Bazzotto, Rita Borsellino, Ettore Cannavera, Livio
Ferrari, Francesco Morelli, Vincenzo Scalia. |