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Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07370

presentata da LUIGI GIACCO mercoledì 17 settembre 2003 nella seduta n.357

GIACCO, DUCA, GALEAZZI, CALZOLAIO, PAOLA MARIANI, GASPERONI e ABBONDANZIERI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:

il Ministero della giustizia, Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, Direzione Casa Circondariale di Ancona ha stipulato una convenzione, per l'espletamento del servizio tecnico infermieristico, con otto infermieri che prevedeva un monte ore di 32 ore medie giornaliere;

nell'aprile 2002 l'Amministrazione penitenziaria ha ridotto il monte ore a 24 ore medie giornaliere, a fronte di una riduzione della disponibilità finanziaria, causando disagi a livello professionale e alla popolazione carceraria;

negli istituti penitenziari italiani, a fronte di una popolazione carceraria di circa 56.000 detenuti, lavorano 323 medici incaricati, 1201 medici di guardia, 3000 medici specialisti, 1420 infermieri con contratto libero professionale e 449 infermieri dipendenti del Ministero della giustizia;

le necessità sanitarie di un istituto penitenziario, ad eccezione dei medici incaricati e degli infermieri dipendenti, vengono pagate da un unico fondo;

nel corso dell'anno per un eccesso di spesa in farmaci, o per richieste di maggiori prestazioni specialistiche o per il maggior consumo di prodotti parafarmaceutici accade molte volte che i fondi non bastano per il pagamento del personale;

la finanziaria 2003 ha decurtato 24 milioni di euro (sui 79 stanziati nel 2002) il fondo per la sanità penitenziaria -:

come intendano intervenire, nella realtà penitenziaria di Ancona, per continuare a garantire ai detenuti il servizio sanitario cui hanno diritto e al personale infermieristico modalità di lavoro stabili ed economicamente dignitose;

quali iniziative intendano intraprendere affinché si riordini, dopo un accurato monitoraggio della reale necessità, il sistema sanitario penitenziario sulla base di un concreto fabbisogno e non sulla base di un semplice calcolo matematico di divisione del fondo;

se ritengono opportuno adottare le opportune iniziative perché siano scorporate le spese per le parcelle infermieristiche dal capitolo delle spese generali del servizio sanitario penitenziario. (4-07370)

 

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata venerdì 23 luglio 2004

nell'allegato B della seduta n. 497

all'Interrogazione 4-07370 presentata da GIACCO

Risposta. - Il decreto legislativo 22 giugno 1999 n. 230, recante disposizioni sul riordino della medicina penitenziaria, prevedeva, tra l'altro, l'elaborazione di un progetto obiettivo nazionale per la definizione degli obiettivi generali e specifici da perseguire nei settori della prevenzione, cura e riabilitazione in ambito penitenziario, nonché dei correlati modelli organizzativi di azione concertata tra Stato, regioni, aziende USL e istituti della amministrazione penitenziaria. Tale progetto, di fatto adottato con decreto del Ministro della sanità in data 21 aprile 2000, ha individuato, quale indirizzo a livello nazionale per una puntuale organizzazione della sanità in carcere, la costituzione di appositi comitati tecnici misti Salute-Giustizia per il coordinamento delle attività.

Il medesimo decreto legislativo 230/1999 sanciva inoltre, con decorrenza 1o gennaio 2000, il trasferimento al Servizio sanitario nazionale delle sole funzioni sanitarie svolte dalla amministrazione penitenziaria nei settori della prevenzione della tossicodipendenza, ed il graduale trasferimento, al termine di una fase sperimentale da condursi in almeno tre regioni, di tutte le altre funzioni sanitarie espletate nelle carceri. In particolare l'articolo 8 comma 4, così come successivamente modificato dal decreto legislativo 22 dicembre 2000 n. 433, prevedeva che al termine della fase sperimentale, da concludersi entro il 30 giugno 2002, sulla base della sperimentazione svolta, si dovesse provvedere al riordino definitivo del settore con i decreti di cui all'articolo 7 della legge 59/1997, o altri strumenti normativi ritenuti idonei e necessari.

Questo Ministero ha a suo tempo avviato la prevista sperimentazione nelle regioni Toscana, Lazio, Puglia, Emilia Romagna, Campania e Molise, costituendo un apposito comitato per il monitoraggio e la valutazione della stessa.

Per dare seguito alla sperimentazione realizzata in ambito regionale e individuare le adeguate soluzioni normative auspicate dal citato comma 4 dell'articolo 8 ai fini di un effettivo rinnovamento del servizio sanitario penitenziario, in ottemperanza anche alle previsioni del citato progetto obiettivo in merito alla opportunità di una ridefinizione dei modelli organizzativi, è stata successivamente costituita, con decreto 16 maggio 2002 del Ministro della giustizia di concerto con il Ministro della salute, una Commissione mista di studio, che ha operato con la finalità di conseguire una ottimale armonizzazione delle esigenze sanitarie e penitenziarie nell'ambito di un modello organizzativo adeguato, tenendo conto delle criticità e dei punti di forza emersi nelle sperimentazioni regionali. I lavori della Commissione in parola si sono recentemente conclusi e la stessa ha proposto un ampio ventaglio di possibili soluzioni alle numerose e non facili problematiche della sanità penitenziaria.

Per quel che riguarda il servizio della tossicodipendenza, in data 31 luglio 2003, con l'assegnazione dei fondi alle regioni si è definitivamente conclusa la vicenda del transito delle risorse umane e finanziarie dal Ministero della giustizia al Servizio sanitario nazionale.

In data 16 luglio 2003, infatti, il Ministero dell'economia, con apposito decreto, ha provveduto ad apportare, negli stati di previsione di spesa per l'anno in corso le necessarie variazioni in termini sia di cassa che di competenza al fine di concretizzare il definitivo passaggio di funzioni relative all'assistenza e alla prevenzione della tossicodipendenza di cui al decreto legislativo 230/1999.

Precisamente, con tale decreto è stata prevista una diminuzione di spesa sul capitolo di bilancio n. 1768 dell'amministrazione penitenziaria relativo agli interventi in favore dei detenuti tossicodipendenti di euro 3.420.000,00 a beneficio del fondo sanitario nazionale. Il 31 luglio 2003, con successivo decreto, è stato autorizzato il versamento dello stanziamento indicato a favore delle regioni e province autonome secondo una apposita tabella, parte integrante del decreto stesso.

Premesso ciò, si rendono necessarie alcune precisazioni di carattere generale sulla programmazione che l'amministrazione penitenziaria ha dovuto predisporre, nei limiti della copertura finanziaria, per garantire il diritto alla salute della popolazione detenuta secondo quanto indicato non solo dalle leggi ordinarie ma anche dalla stessa Costituzione.

L'articolo 11 legge 354/1975 e l'articolo 17 del decreto del Presidente della Repubblica 230/2000, infatti, impongono all'amministrazione penitenziaria di predisporre, in ogni istituto di pena, l'organizzazione di un servizio sanitario «rispondente alle esigenze profilattiche e di cura della popolazione detenuta». Nelle ipotesi in cui siano necessarie cure ed accertamenti diagnostici non eseguibili all'interno degli istituti potrà essere disposto l'invio dei detenuti in strutture sanitarie esterne.

In applicazione di tali norme e tenuto conto delle risorse disponibili, in ogni istituto penitenziario è stato sempre organizzato un servizio sanitario per garantire una adeguata assistenza sanitaria ai detenuti.

Dal 1999 ad oggi, si è resa necessaria una approfondita opera di razionalizzazione delle risorse, anche in coerenza ai principi di efficienza ed economicità, nel rispetto del principio della tutela della salute del detenuto.

Infatti, nell'anno 1999 l'amministrazione penitenziaria, con circolare del 15 gennaio 1999, ha provveduto a classificare gli istituti penitenziari in tre livelli a ciascuno dei quali corrisponde uno specifico modello organizzativo di assistenza sanitaria, individuato mediante il criterio del numero di detenuti presenti e precisamente:

strutture sanitarie di primo livello - costituite dagli istituti aventi una capienza medio-bassa (fino a 225 detenuti), dove, pur essendo previsto un servizio medico non continuativo, viene comunque assicurata una adeguata assistenza sanitaria, in quanto, cumulando la presenza del medico incaricato con il servizio SIAS, si è in grado di coprire quasi l'intero arco della giornata. Il servizio specialistico offre le prestazioni specialistiche più richieste; strutture sanitarie di secondo livello - con un numero di detenuti superiore alle 225 unità, dove è previsto un servizio sanitario continuativo per tutto il giorno. Tali strutture hanno a disposizione molte specialità mediche e hanno in dotazione strumenti diagnostici di base, in modo da limitare il ricorso a visite specialistiche esterne e a ricoveri a fine diagnostico; strutture sanitarie di terzo livello - costituite dai centri clinici dell'amministrazione penitenziaria che sono in grado di affrontare necessità medico-chirurgiche anche di elevato livello, avendo a disposizione strumenti diagnostici adeguati.

Poiché, in base a quanto indicato da tale circolare, l'istituto penitenziario di Ancona è stato classificato come Istituto di secondo livello l'attuale monte ore del servizio integrativo di assistenza sanitaria (cosiddetto servizio SIAS) e quello infermieristico rientrano nel monte ore previsto per il livello assistenziale a cui tale istituto appartiene e precisamente: servizio SIAS: ventiquattro ore giornaliere organizzato con turnazioni, in cui si succedono sei medici convenzionati con rapporti libero professionali, che assicurano una copertura assistenziale nelle fasce orarie diurne e notturne; servizio infermieristico: ventinove ore giornaliere organizzato con turnazione in cui si succedono otto infermieri convenzionati che assicurano un'assistenza infermieristica per tutta la giornata.

Quindi, anche se per il servizio infermieristico nell'anno 2002 vi è stata una riduzione del monte ore giornaliero, che effettivamente è passato dalle 36 ore stabilite con la circolare che ha istituito i tre livelli di assistenza, a 24 ore, la Direzione della C.C. di Ancona, con le ore a disposizione, è comunque in grado di assicurare una turnazione che garantisce la presenza di un infermiere sia nelle ore diurne, sia in quelle notturne.

A tal riguardo, si rendono opportune alcune precisazioni sulle riduzioni finanziarie degli ultimi due anni rispetto a quanto indicato nell'interrogazione.

La legge di bilancio per l'anno 2002 ha previsto sul cap. 1764 ex 1821 uno stanziamento di euro 94.700.119,00 e non di 79 milioni di euro, mentre per l'anno 2003 sono stati stanziati euro 79.380.000,00 per cui risulta una riduzione di euro 15.320.119,00 rispetto all'anno 2002. In considerazione di ciò la competente direzione generale ha richiesto una integrazione di almeno euro 16.000.000,00 in termini di competenza e di euro 21.000.000,00 in termini di cassa. L'integrazione ottenuta è stata di euro 14.800.000,00. Quindi la riduzione fondi è stata pari a euro 520.119,00.

Tuttavia, l'amministrazione penitenziaria, non solo per la C.C. di Ancona, ma anche per tutti gli altri istituti penitenziari, ha cercato di salvaguardare sia il diritto alla salute della popolazione detenuta, sia il miglioramento delle condizioni lavorative del personale medico ed infermieristico convenzionato.

Infatti proprio per il biennio 2002/2003 è stato emanato il decreto con il quale a decorrere dall'1.7.2000 il compenso orario degli infermieri convenzionati è stato elevato a euro 15,49 per gli infermieri professionali e ad euro 14,46 per gli infermieri generici, rispetto a quello stabilito per il biennio 2000/2001 fissato, rispettivamente in L. 25.000 e in L. 24.500. Inoltre rispetto al problema del «pagamento del personale» dal capitolo 1764, relativo al funzionamento del servizio sanitario e farmaceutico, la competente direzione generale del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ritiene utile lo «scorporo» di tali spese purché, però, i fondi stanziati sul capitolo 1764 per l'organizzazione del servizio sanitario non subiscano alcuna decurtazione.

In relazione alla possibilità di distribuire le risorse finanziarie sulla base di un concreto fabbisogno in modo conforme ai principi di efficienza ed economicità e al fine di ottimizzare le risorse disponibili, il citato dipartimento, tramite la costituzione di un apposito staff tecnico composto da personale amministrativo, sta cercando di stabilire, nel rispetto della normativa contabile, dei criteri ben precisi e che integrino quelli basati sul dato oggettivo della capienza dei detenuti, per distribuire il budget assegnato secondo il concreto fabbisogno degli istituti.

Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.

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