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Malati mentali americani: tra pena capitale e grazia
 

E'incostituzionale giustiziare i minorati mentali. Questo il verdetto della Corte suprema degli Stati uniti che definisce questo tipo di esecuzioni «inusuali e crudeli». Nelle 17 pagine di documento redatto dai giudici si legge anche: «non siamo convinti che l'esecuzione di criminali con problemi mentali possa considerarsi un deterrente valido». La decisione arriva a seguito di un lungo dibattito negli Usa sull'opportunità di uccidere i  minorati mentali. Con questa sentenza la Corte ha smentito una sua decisione del 1989, quando deliberò che uccidere persone con gravi problemi mentali, non violava il divieto ad infliggere pene inusuali o crudeli come previsto dall'ottavo emendamento della costituzione Usa. Dal 1976, data in cui la Suprema corte reintrodusse la pena capitale, sono state uccise 775 persone, di questi 35 avevano un quoziente intellettivo di 70 o inferiore. Nel documento della Suprema corte appare anche che i giudici hanno preso questa decisione tenendo conto della sempre maggior considerazione, nella società americana che i criminali con problemi mentali sono «categoricamente» meno colpevoli degli altri. Caso esemplare è stato quello di Johnny Paul Penry, 44 anni, reo confesso di violenza e omicidio di una donna di 22 anni. Penry ha un'età mentale di 7 anni e un quoziente intellettivo di circa 60, non legge né scrive, non distingue i giorni della settimana, e non riesce a contare fino a 100. La giuria texana non fu informata che questi potevano essere considerati fattori per mitigare la pena e Penry venne condannato a morte. La Corte suprema poi ridusse la pena dicendo che la giuria avrebbe dovuto considerare le capacità mentali dell'imputato.In questi giorni il Congresso sta discutendo la legge («Innocent Protection Act») che vuole assicurare l'accesso al test del Dna ai condannati oltre a migliorare l'assistenza legale per chi rischia la pena capitale. Un recente studio su la pena di morte negli Usa dice che due terzi dei condannati hanno, in appello, una riduzione della pena. La ragione più comune della revisione della pena sono gli errori fatti da difensori; seguono le informazioni sbagliate fornite ai giudici popolari; quindi l'ommissione di fornire prove scagionanti da parte degli inquirenti e in ultimo gli imputati vengono scagionati a seguito di test del Dna. La questione: «pena di morte» nasce nel 2000 quando il governatore dell'Illinois, George Ryan, (un repubblicano pro pena di morte) impose una moratoria nel suo stato dopo 13 persone, condannate per errore vennero rilasciate dai bracci della morte. La moratoria venne poco dopo applicata in Maryland, Nebraska e Indiana, portando la gestione delle condanne capitali all'attenzione dell'opinione pubblica nazionale. In quello stesso periodo George W. Bush era governatore del Texas e con questa carica ha presieduto a più di 130 esecuzioni - l'80% delle pene capitali avviene negli stati del sud e il Texas guida la classifica - e dichiarò di sentirsi «assolutamente fiducioso» che la gestione delle condanne a morte fosse corretta nel suo stato. L'anno scorso, da presidente, W.Bush, ha poi affermato di essere contrario all'esecuzione di minorati mentali

 

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