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Cannabis/Antigone. La Consulta rigetta il ricorso sulla coltivazione ad uso personale. Le dichiarazioni di Patrizio Gonnella

cannabis-675-275Cannabis/Antigone. La Consulta rigetta il ricorso sulla coltivazione ad uso personale. Le dichiarazioni di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone  

La Corte Costituzionale ha oggi respinto il ricorso in merito al trattamento sanzionatorio per la coltivazione della cannabis per uso personale. Con questa decisione si conferma la disparità tra chi autocoltiva, rischiando una condanna penale, e coloro che acquistano dal mercato nero, per i quali è prevista una sanzione amministrativa.

Nell'attesa di leggere le motivazioni della sentenza la via maestra è quella legislativa. Vogliamo un Parlamento e un Governo che sulla scia degli Stati Uniti cambino la politica sulle droghe e vadano verso la decriminalizzazione, la depenalizzazione e la legalizzazione.  
Solo così avremo meno consumi e garantiremo il diritto alla salute, togliendo potere e soldi alle mafie. Soldi da poter reinvesitere nel welfare.

Roma, 09/03/2016

Droghe/Antigone. Domani la Corte Costituzionale si dovrà pronunciare sulla coltivazione ad uso personale. Gonnella: "Ci auguriamo favorisca un cambio di politiche"

cc ccecc UdienzaPubblicaDroghe/Antigone. Domani la Corte Costituzionale si dovrà pronunciare sulla coltivazione ad uso personale. Gonnella: "Ci auguriamo favorisca un cambio di politiche"  

Domani la Corte Costituzionale sarà chiamata a pronunciarsi sul fatto che alcune condotte propedeutiche al consumo di cannabis, relativamente alla coltivazione ad uso personale, saranno o meno ancora reato.  La questione nasce dalla Corte di Appello di Brescia che, con una propria ordinanza, ha posto alla Corte Costituzionale «la questione di legittimità costituzionale delle disposizioni dell'art. 75 D.P.R. n. 309/90, nella parte in cui escludono tra le condotte suscettibili di sola sanzione amministrativa, qualora finalizzate al solo uso personale dello stupefacente, la condotta di coltivazione di piante di cannabis, in relazione ai principi di ragionevolezza, uguaglianza e di offensività, quali ricavabili dagli artt. 3, 13, comma secondo, 25, comma secondo e 27, comma terzo, Carta Cost.».  

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Regeni. Antigone e CILD: autorità italiane pongano in essere atti di maggiore impatto politico

Giulio-RegeniRegeni. Antigone e CILD: autorità italiane pongano in essere atti di maggiore impatto politico  

Un mese fa veniva ritrovato il corpo senza vita di Giulio Regeni. Ad un mese di distanza la verità sulla morte del ricercatore italiano è ancora lontana dal venire alla luce. Le autorità egiziane hanno più volte dato versioni a cui è difficile credere, soprattutto dalle evidenze che il corpo martoriato di Giulio porta con sé. Si è parlato di un incidente d’auto, poi di un collega invidioso, di un'amante tradita, di uno spacciatore di droga non pagato. Per ultima l’ipotesi del terrorismo internazionale che, per minare i rapporti tra Italia ed Egitto, avrebbe scelto Giulio come vittima.

Quello che sappiamo di certo è che Giulio è stato torturato, forse per avere da lui delle informazioni. Secondo il medico che avrebbe eseguito l’autopsia – smentito dalla procura che sta seguendo l’indagine – con il metodo dei “servizi egiziani”.

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Wind/Antigone. Fuori luogo la campagna Wind con il richiamo alla tortura. Venga ritirata. Dichiarazione di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone

windWind/Antigone. Fuori luogo la campagna Wind con il richiamo alla tortura. Venga ritirata. Dichiarazione di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone  

La nuova pubblicità della Wind Telecomunicazioni – protagonisti gli attori Giorgio Panariello e Giovanni Esposito – con il suo richiamo alla tortura è totalmente fuori luogo.  

La tortura è un crimine contro l’umanità, uno dei più orrendi. Per questo crediamo che usare il tema con “leggerezza” non aiuti, anzi ostacoli l’impegno che da decenni mettiamo in campo per i diritti umani e contro la tortura stessa.  In molti paesi la tortura viene praticata, compresa l’Italia dove da quasi un trentennio aspettiamo una legge che la punisca. In queste ore e questi giorni stiamo piangendo la scomparsa di Giulio Regeni, nostro connazionale, ucciso in Egitto dopo essere stato brutalmente torturato.

La barbarie è l’unico volto della tortura, per questo chiediamo alla società Wind Telecomunicazioni di ritirare immediatamente la propria pubblicità.

Abu Omar/Antigone. Il suo caso ci ricorda quanto sia reale la tortura, che in Italia non è ancora punita

image 4Abu Omar/Antigone: il suo caso ci ricorda quanto sia reale la tortura, che in Italia non è ancora punita  

“L’Italia consegna persone a paesi dove vengono torturati ma non estrada chi partecipò a sessioni di tortura ai paesi che li vorrebbero giudicare” dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.  

Il riferimento è ad un doppio caso che riguarda il nostro Paese. Da una parte quello di Franco Reverberi, sacerdote italoargentino accusato di aver preso parte alle sessioni di torture avvenute durante la dittatura di Videla e per il quale l’Argentina ha chiesto l’estradizione al nostro Paese. Richiesta rifiutata poiché, non essendo l’Italia dotata di un reato che punisca la tortura, non è possibile estradare persone accusate per questa fattispecie.  
Dall’altro il caso di Abu Omar, rapito in Italia in un’operazione di ‘extraordinary rendition’ e continuata con il suo trasferimento all’estero dove fu sottoposto a tortura e maltrattamenti. Un caso su cui il nostro paese è stato condannato oggi dalla Corte Europea dei Diritti Umani a risarcire l’Imam con 70mila euro (più 15 mila euro alla moglie per danni morali).  

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VITTORIA! Riconosciuto il diritto alla salute di un detenuto

8197402220 564af88270 oVittoria! P.I., per ora, non sarà estradato in Albania.

Era l’aprile 2015 quando sollevammo il suo caso. P.I., detenuto presso la casa circondariale di Regina Coeli a Roma, rischiava l’estradizione in Albania dove doveva scontare una pena di quattro anni perché ritenuto colpevole dei reati di traffico di veicoli e falso documentale.
Il suo stato di salute era ed è tuttavia molto grave e l’esecuzione del provvedimento di estradizione avrebbe potuto provocare danni irreversibili. Per tale motivo ci rivolgemmo al Ministro della Giustizia Andrea Orlando e alla Corte d’Appello di Firenze.

P.I. era affetto da numerose e gravi patologie (obesità, insufficienza respiratoria in trattamento con macchina produttrice di ossigeno, ipertensione polmonare secondaria, cardiopatia ipertensiva, ipertensione arteriosa), che lo obbligano a continue visite mediche ed esami, nonché lo costringono a sottoporsi a cure salvavita, tra le quali l’ossigenoterapia domiciliare e l’assunzione continua di farmaci. E’ evidente che il solo viaggio Italia-Albania avrebbe comportato un concreto rischio per la sua incolumità.

Pochi giorni fa P.I. è stato messo agli arresti domiciliari per essere curato in Italia.
E’ questa una vittoria che è l’esito della determinazione del gruppo di studenti e dottorandi del Dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Roma Tre che insieme ad Antigone cura uno sportello di informazione presso il carcere romano di Regina Coeli.

Verità e giustizia per Giulio Regeni. Giovedì 25 febbraio sit-in davanti all’ambasciata d’Egitto a Roma

RegeniSitInVerità e giustizia per Giulio Regeni. È quanto chiederemo il prossimo 25 febbraio, a un mese esatto dal rapimento del ricercatore italiano, con un sit-in promosso dalla Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili e Antigone davanti all’ambasciata egiziana a Roma.  

Insieme a noi ci saranno anche Erri De Luca e l'artista Lorenzo Terranera.

Al sit-in parteciperà Amnesty International Italia che nei giorni scorsi ha lanciato col quotidiano la Repubblica la campagna “Verità per Giulio” a cui Antigone e la Coalizione Italiana per le Libertà civili hanno aderito.

“Facciamo nostro l’appello di Amnesty International Italia agli enti locali, alle università, ai luoghi di cultura e lo rilanciamo chiedendo che, proprio ad un mese dalla scomparsa del giovane ricercatore, espongano striscioni che chiedano a tutti l’impegno per avere la verità sulla morte di Giulio” dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone e CILD. “Come società civile italiana vogliamo mandare un segnale forte al governo egiziano. La morte di Giulio non può rimanere senza risposte” conclude Gonnella.  

L’appuntamento è alle ore 14.00 in via Salaria, all’ingresso di Villa Ada.

#YesWeCannabis, la seconda edizione

cannabis-675-275In occasione della seconda edizione di Canapa Mundi, abbiamo aggiornato e ampliato #YesWeCannabis, il nostro opuscolo contenente strumenti di tutela, storie, approfondimenti e prospettive anti-proibizioniste. Di seguito il sommario.

Introduzione
Premessa

Presentazione della campagna NON ME LA SPACCI GIUSTA: per un’opinione informata
Verso Ungass 2016
Le Faq di NON ME LA SPACCI GIUSTA
Lo statuto dei Cannabis social club: istruzioni per l’uso

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Antigone. 25 anni dalla parte dei diritti

ANTIGONE LOGO E BANNER-1Il 18 febbraio 1991 nasceva Antigone. Da 25 anni siamo dalla parte dei diritti e delle garanzie.

"Sono onorato, grato, orgoglioso di essere Presidente di Antigone" dice Patrizio Gonnella. "Da 25 anni lottiamo per una giustizia mite, ragionevole, razionale, umana. Da 25 anni visitiamo le carceri e raccontiamo le iniquità di una giustizia criminale selettiva. Siamo contro la tortura. Siamo per i diritti umani su scala universale. Centinaia di persone ci aiutano. Tanti altri ci sostengono. Non sempre ce la facciamo. Aiutaci a non essere minoranza".

25 anni sono un momento da ricordare. Per farlo abbiamo promosso alcune iniziative.
Abbiamo deciso di farlo con una maglietta in vendita su Worth Wearing. Acquistatela. Indossatela. Fatevi una foto e inviatecela. La pubblicheremo sui nostri account facebook, twitter e instagram.

Inoltre, per chi si iscriverà alla nostra associazione versando le quote da 30 € o 100 €, regaleremo una shopper. Per sapere come iscrivervi, cliccate qui.

Il disegno della maglietta e della shopper è stato realizzato per noi da Mauro Biani.
Mentre il logo per i nostri 25 anni lo ha realizzato Lorenzo Trivelli, studente della Rufa - Rome University of Fine Arts.

"Yes We Cannabis. Strumenti di tutela, storie, approfondimenti, prospettive antiproibizioniste". Arriva la seconda edizione

1478LOGOProibire, punire, sanzionare, arrestare, processare, incarcerare: sono questi i verbi della politica italiana sulle droghe. Sono verbi da me volutamente scritti nella forma dell’infinito. Purtroppo non posso usare forme verbali passate in quanto l’attualità normativa e giudiziaria è fatta ancora di divieti, punizioni, arresti, processi, imprigionamenti. Si spera che il presente non tracimi verso il futuro e che finalmente si giunga a un cambio di paradigma sulla questione droghe, troppo spesso trattata in modo semplificato con le armi della demagogia e del paternalismo populista.

 Yes we cannabis si muove partendo da queste consapevolezze, ovvero dalla necessità di cambiare radicalmente approccio. Non è un manifesto anti-proibizionista, non è affetto da eccessi di ideologismo. È un lavoro di documentazione giuridica e sociale messo a disposizione di operatori, giuristi, associazioni, forze politiche, singoli cittadini più o meno giovani, senza pregiudizi e stereotipi, ovvero messo a disposizione di tutti coloro che vogliano avere idee più chiare su un fenomeno complesso e non si accontentino di due-tre-quattro slogan urlati da esponenti della destra.    

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