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A Natale regala diritti

Nel 2016 Antigone compirà i suoi primi 25 anni di vita. 25 anni spesi dalla parte dei diritti.  Permettici di continuare a farlo. A Natale regala diritti, regala la tessera 2016 di Antigone.

Facendolo ci permetterai di proseguire la nostra campagna per l'introduzione del reato di tortura, di continuare a visitare tutte le carceri del paese e redigere il nostro rapporto annuale. Sosterrai la nostra trasmissione radiofonica Jailhouse Rock. E tutte le altre attività che quotidianamente svolgiamo in difesa dei diritti di tutti.

Come fare? Basta seguire questo link e compilare il modulo a nome della persona a cui si vuole regalare la tessera. La spediremo noi ai recapiti indicati. Se ci indichi un tuo indirizzo e-mail all'indirizzo segreteria[at]associazioneantigone.it provvederemo a spedirti una lettera da dare alla persona cui regalerai la tessera in attesa che questa le arrivi.

natale

Asti, lo Stato risarcisce i torturati ma non approva una legge che punisce la tortura

Alcuni giorni fa abbiamo dato la notizia della composizione amichevole che il Governo italiano ha offerto a due ex detenuti torturati nel carcere di Asti.

Con questa timeline ripercorriamo quella vicenda che è anche solo l'ultima, in ordine di tempo, dimostrazione di quanto è urgente approvare una legge che punisca la tortura nel nostro Paese.

Il Caso di due detenuti torturati ad Asti nel 2004 davanti alla Corte Europea dei Diritti Umani: il governo pronto a risarcire le vittime

IL CASO DI DUE DETENUTI TORTURATI AD ASTI NEL 2004 DAVANTI ALLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI UMANI: IL GOVERNO PRONTO A RISARCIRE LE VITTIME

Amnesty International Italia e Antigone hanno accolto con soddisfazione la decisione, assunta lo scorso 23 novembre dalla Corte europea dei diritti umani di dichiarare ammissibile il ricorso di due detenuti sottoposti a torture nel carcere di Asti 11 anni fa. Lo stato italiano ha proposto una composizione amichevole di 45.000 euro per ciascuno dei due ricorrenti.
 
Il 10 dicembre 2004 due detenuti vennero denudati, condotti in celle di isolamento prive di vetri nonostante il freddo intenso, senza materassi, lenzuola, coperte, lavandino, sedie, sgabello, razionandogli il cibo, impedendogli di dormire, insultandoli e sottoponendoli nei giorni successivi a percosse quotidiane anche per più volte al giorno con calci, pugni, schiaffi in tutto il corpo e giungendo, nel caso di uno dei due, a schiacciargli la testa con i piedi. 

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Salvatore Braghini di Antigone Abruzzo, audito in V Commissione

Avv. Salvatore Braghini - pres. Antigone AbruzzoNella mattina del 19 novembre il presidente regionale dell’Ass.ne Antigone, avv. Salvatore Braghini, è intervenuto nella V Commissione del Consiglio regionale - Salute, Sicurezza sociale, Cultura, Formazione e Lavoro alla presenza del Presidente dr. Mario Olivieri e dei consiglieri presenti, al fine di illustrare le criticità rilevate durante le visite nelle carceri abruzzesi, dove ha svolto, in qualità di osservatore accreditato dal Ministero di Giustizia, un’accurata indagine sulle condizioni dei detenuti, con particolare attenzione alla verifica del sovraffollamento, delle dimensioni delle celle in ragione del numero dei detenuti, delle condizioni igienico-sanitarie, delle attività trattamentali, del sistema di vigilanza. 

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Pordenone/Antigone: Morto in carcere. Dopo tre mesi ancora non si conoscono le cause del decesso

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COMUNICATO STAMPA - Denuncia del Difensore civico di Antigone (Simona Filippi): a più di tre mesi dalla morte di Stefano Borriello ancora non si conoscono le cause cliniche del decesso
 
Il 7 agosto 2015, Stefano Borriello, un giovane di soli 29 anni, viene trasportato dal carcere di Pordenone in condizioni molto gravi all’Ospedale della città e lì, poco dopo l’arrivo, muore “per arresto cardiaco”.
 
Da subito, la madre di Stefano chiede con fermezza quali siano le ragioni del decesso del figlio sempre stato in ottime condizioni di salute mentre la Procura apre un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo. Sembra che Stefano stesse male già da qualche giorno prima della morte.
 
In questi mesi, il Difensore civico dell’associazione ha seguito il caso con molta determinazione. Dalla visita effettuata dagli osservatori dell’Associazione, è emerso che all’interno del carcere di Pordenone il servizio medico non è garantito h24 ma soltanto sino alle ore 21.00, che esiste una unica infermeria per tutto il carcere e che non ci sono defribillatori nella sezione.
 
Ad oggi, trascorsi più di tre mesi da questa terribile morte, ancora non se ne conoscono le cause: i periti nominati dalla Procura per riferire in merito alle “cause della morte” e ad “eventuali lesioni interne o esterne”, ancora non hanno consegnato la relazione. Le ragioni della morte di Stefano sono ad oggi assolutamente incomprensibili. Ancora un altro grande dolore per i genitori. Il Difensore civico insiste, con tutta la forza di chi da anni segue casi di persone morte all’interno delle carceri, affinché le indagini arrivino a risultati certi rispetto ad eventuali responsabilità e che da subito vengano finalmente rese note le cause cliniche che hanno portato alla morte di Stefano.
 
Roma, 23/11/2015

Regione Lazio, Garante detenuti. Antigone e Cittadinanzattiva: è necessario arrivare subito alla nomina

palazzo-regione-lazio-thumb-578x240-160COMUNICATO STAMPA - “La Regione Lazio non ha mai proceduto alla nomina del Garante dei detenuti. La carica è vacante da molti mesi - dichiarano Patrizio Gonnella presidente di Antigone e Roberto Crea, Segretario Regionale di Cittadinanzattiva - nonostante vi sia stato un bando e nonostante la nomina era nelle scorse settimane all’ordine del giorno del consiglio regionale del Lazio".

"Nei 14 istituti penitenziari del Lazio vi sono 5.729 detenuti (dati aggiornati al 31 ottobre del 2015) rispetto ai 5.272 posti regolamentari. Vanno assicurati i loro diritti, in primo luogo quello alla salute che dipende direttamente dalle ASL laziali.

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Ragazzi fuori. Il 3° Rapporto sugli Istituti di Pena per Minorenni

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Dalla prefazione di Patrizio Gonnella:

Le carceri minorili hanno oramai, fortunatamente, un uso davvero residuale all’interno del sistema della giustizia dei minori. Proprio per questo, tuttavia, rischia di essere stigmatizzante. Solo i più cattivi vanno a finire in galera: è questo il messaggio che dobbiamo oggi decostruire. Per decenni la presenza dei ragazzi negli II.PP.MM. italiani si era attestata attorno alle 500 unità. A seguito dell’ondata riformatrice che ha investito il sistema penitenziario degli adulti e che si è portata dietro a ricasco anche quello minorile, si era arrivati a meno di 350 presenze, oggi nuovamente aumentate dalla presenza dei giovani adulti negli istituti per minori. In ogni caso, numeri molto bassi.

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L'attività dello sportello legale di Regina Coeli

 

marchio Diritti in carcere

Il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre e l’associazione Antigone - con il sostegno della fondazione italiana Charlemagne a finalità umanitarie ONLUS - hanno aperto a Febbraio 2015 uno sportello di informazione legale presso la Casa Circondariale Regina Coeli di Roma. Lo sportello è parte dell’insegnamento di clinica legale penitenziaria gestito dal prof. Marco Ruotolo e da Patrizio Gonnella.

Viene fornita gratuitamente assistenza e consulenza legale ai detenuti in materia di esecuzione penale, diritto penitenziario e dell’immigrazione. Lo sportello si avvale della collaborazione di laureandi, laureati, dottorandi e dottori di ricerca in materie giuridiche, nonché di avvocati specializzati in diritto penale e dell’immigrazione delle associazioni Antigone e Asgi, ai quali è affidato il ruolo di tutors.

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Antigone: al Pagliarelli di Palermo situazione degradante per alcuni detenuti

 

164347266-40aefd82-e233-4fac-85fa-3448653e27ecLunedì scorso Pino Apprendi, rappresentante di Antigone, si è recato al carcere Pagliarelli di Palermo dopo aver raccolto strane voci sulle condizioni di alcuni detenuti che, per motivi precauzionali (tendenze al suicidio) sarebbero stati tenuti nudi, in isolamento e senza coperte.      

"Ho visitato il reparto di isolamento - dice Pino Apprendi - dove vi erano 4 celle occupate da 4 persone; due di queste non avevano in dotazione alcuna coperta. Avendo fatto notare ciò alla direttrice, la stessa mi riferiva che la coperta sarebbe stata data dietro richiesta. Visitando il reparto degenza della psichiatria - continua Pino Apprendi - ho notato che un ragazzo tossicodipendente viveva in una cella priva di letto, tavolo e sgabello; a terra vi era un pezzo di gommapiuma che faceva da materasso, una coperta e due piatti di pasta.

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Servizio “Primo soccorso stop OPG- REMS"

box primosoccorso250Il Comitato STOP OPG ha organizzato il servizio “Primo soccorso stop OPG- REMS": un gruppo di esperti, composto da avvocati, psichiatri e operatori dei servizi di salute mentale e da rappresentanti delle associazioni dei familiari che si sono resi disponibili a titolo gratuito a offrire informazioni sulle innovazioni introdotte dalla Legge 81/2014, quali ad esempio: dimissioni senza proroghe a fine misura di sicurezza, preferenza di misure alternative alla detenzione in OPG (Ospedale Psichiatrico Giudiziario) e in REMS (Residenza per l’Esecuzione della Misura di Sicurezza), dimissioni per i già internati, obbligo di presa in carico e presentazione del Progetto Terapeutico Riabilitativo Individuale."  

Il “PS stopOPG-REMS” nasce per decisone del Comitato nazionale stopOPG come ulteriore azione del Comitato a sostegno dei diritti delle persone internate o a rischio di internamento in OPG o in REMS.  

Tutti possono scrivere al “PS stopOPG-REMS” ponendo domande, illustrando casi e relative problematiche. Qui le modalità di contatto.

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