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Reato di tortura, Amnesty International Italia e Antigone: "rischio che anche questa legislatura non lo approvi"

11025625 674626235977274 8290284905771607868 nCOMUNICATO STAMPA - REATO DI TORTURA, AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA E ANTIGONE: “RISCHIO CHE ANCHE QUESTA LEGISLATURA NON LO APPROVI”

In una conferenza stampa tenuta questa mattina al Senato insieme a Luigi Manconi, presidente della Commissione straordinaria per i diritti umani del Senato, Amnesty International Italia, Antigone e A Buon Diritto hanno fatto il punto sul disegno di legge relativo all’introduzione del reato di tortura nell’ordinamento italiano.
Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia, e Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, hanno sottolineato ancora una volta la necessità che, a 26 anni dalla ratifica della Convenzione Onu contro la tortura, l’Italia colmi un vuoto legislativo che impedisce al nostro paese di onorare gli impegni assunti sul piano internazionale e che, nel corso di questi anni - come più volte evidenziato da sentenze di tribunali nazionali e recentemente dalla Corte europea dei diritti umani nel caso Cestaro contro Italia - si è tradotto nell'impunità o nella quasi impunità per gli autori di gravi violazioni dei diritti umani e in un diniego di giustizia per le vittime.

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Tortura. 10 giugno: conferenza stampa con Luigi Manconi, Antonio Marchesi e Patrizio Gonnella

torturaSono passati oltre 20 anni dalla ratifica italiana della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e due mesi della sentenza della Corte Europea dei diritti umani che, nel condannare l’Italia per le torture all’interno della Scuola Diaz durante il G8 di Genova nel 2001, ha stigmatizzato l’inadeguatezza del diritto penale italiano nella punizione della tortura. Nel giorno nel quale in commissione Giustizia del Senato scade il termine per la presentazione degli emendamenti al ddl in discussione, Luigi Manconi (presidente Commissione per la Tutela e la Promozione dei Diritti Umani del Senato), Antonio Marchesi (presidente Amnesty International-Italia) e Patrizio Gonnella (presidente Antigone) organizzano una conferenza stampa per ribadire l’urgenza dell’approvazione del reato e lanciare un appello affinché anche in questa legislatura (come nelle quattro precedenti) il tutto non si concluda in un nulla di fatto.

La conferenza stampa si terrà mercoledì 10 giugno, alle ore 11.00, presso la Sala Nassiriya del Senato della Repubblica.

Per accedere è necessario l’accredito che potrà essere richiesto direttamente all’Ufficio Stampa del Senato: fax 06.6706.2947, e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Antigone in visita ad una futura Rems

remssitoCon la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, avvenuta lo scorso 31 marzo, le regioni avevano l'obbligo di dotarsi di Rems, strutture destinate ad accogliere gli internati degli OPG.

Ieri, giorno della Festa della Repubblica, Antigone è stata in visita a S. Nicola Baronia (Av), sede di una delle future Rems campane, la cui apertura era stata prevista al 30 maggio 2015: "seguiremo la vicenda nei mesi a venire, sotto il profilo della tutela dei diritti umani dei ricoverati" dichiara Mario Barone, presidente di Antigone Campania.

Sezioni per detenuti "violenti". Antigone: è una decisione che non condividiamo

 

16616343600 b1da11843b oComunicato Stampa - Il DAP con circolare istituisce sezioni per detenuti che hanno compiuti atti di aggressione nei confronti del personale.
Antigone: è una decisione che non condividiamo.

“La decisione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di istituire sezioni destinate a detenuti che abbiano compiuto atti di aggressione nei confronti del personale - dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone - è dal nostro punto di vista rischiosa. Il pericolo è quello di stigmatizzare detenuti “violenti” e, anche al di là dell’intenzione di non dar vita a sezioni punitive – come riportato nella circolare – è questo il rischio concreto a cui si va incontro.
Mettere insieme più persone etichettate come violente fra loro, non può che produrre il rischio evidente di una ulteriore escalation di violenza.
Per questo riteniamo che i casi difficili vadano trattati al di fuori di circuiti speciali. Tanto più che le recenti innovazioni in tema di gestione di più ore di socialità negli spazi aperti, nonché di sorveglianza dinamica, hanno evidentemente migliorato il clima e la qualità della vita in molti istituti penitenziari”.

Roma, 29/05/2015

Aperto uno sportello di consulenza legale nel carcere di Regina Coeli

 

marchio Diritti in carcereCOMUNICATO STAMPA - Il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Roma Tre e Antigone aprono uno sportello di consulenza legale nel carcere romano di Regina Coeli. Già ascoltati ben 150 detenuti

Il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre e l’associazione Antigone, con il sostegno della fondazione Charlemagne, hanno aperto da tre mesi uno sportello di informazione legale presso la Casa Circondariale Regina Coeli di Roma. Lo sportello è parte dell’insegnamento di clinica legale penitenziaria gestito dal prof. Marco Ruotolo e da Patrizio Gonnella.

Viene fornita gratuitamente assistenza e consulenza legale ai detenuti in materia di esecuzione penale, diritto penitenziario e dell’immigrazione. Lo sportello si avvale della collaborazione di laureandi, laureati, dottorandi e dottori di ricerca in materie giuridiche, nonché di avvocati specializzati in diritto penale e dell’immigrazione delle associazioni Antigone e Asgi, ai quali è affidato il ruolo di tutors.

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Antigone/Bardo: anche se fosse coinvolto, il giovane marocchino non può essere estradato in un paese con la pena di morte

Touil-presunto-attentatore-Bardo003-1030x615È scoppiato in queste ore il caso del marocchino arrestato a Milano perché potrebbe essere coinvolto nelle vicende tragiche degli attentati in Tunisia. “Sul fatto che il giovane sia o meno coinvolto in questo fatto lo capiremo, una cosa tuttavia è certa, non può essere estradato in quel paese perché li vige la pena di morte” dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.

A vietarlo è il codice di procedura penale dopo la pronuncia della Corte Costituzionale di quasi vent'anni fa nel caso Pietro Venezia, patrocinato e seguito da Antigone con l’avvocato Arturo Salerni.

Pietro Venezia si era rifugiato in Italia a seguito di un omicidio commesso in Florida, con il governo statunitense che ne aveva chiesto l’estradizione, concessa dall’allora Ministero di Grazia e Giustizia. Antigone impugnò quella richiesta fino alla Corte Costituzionale che, con la sentenza 223/1996, stabilì l’impossibilità di estradare una persona verso paesi che hanno la pena di morte.

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Stati generali sulle carceri. Le dichiarazioni di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone

patrizio-gonnella-associazione-antigoneCOMUNICATO STAMPA - "Bene gli Stati generali sulle carceri e la proposta di coinvolgere tutto il mondo penitenziario,ovvero operatori, esperti ed associazioni. Ogni percorso di riforme solo se aperto alla partecipazione potrà tenere conto della pluralità dei punti di vista.

Antigone ha le sue proposte al fine di: estendere il sistema delle misure alternative, rendere la vita dentro più rispettosa delle norme internazionali, assicurare uno sguardo particolare a stranieri e donne, prevedere regole ad hoc per i minorenni reclusi negli istituti penali per minori, osare in materia di iniziative per i tossicodipendenti, estendere i circuiti di carcere aperto, universalizzare il diritto di voto dei detenuti, cancellare le pene accessorie stigmatizzanti, favorire i piani per la salute, prevedere la sessualità."

Roma, 19/05/2015

Antigone: "Nuovo freno in Senato per la legge sulla tortura. Così l'Italia va fuori dalla comunità internazionale"

patrizio-gonnella-associazione-antigone"Purtroppo ieri in Senato - dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone - il dibattito intorno all'introduzione del delitto di tortura nel codice penale ha segnato la contrarietà dei responsabili delle forze di Polizia. Nei giorni precedenti c'erano stati gli interventi contrari di esponenti del Centrodestra e di Forza Italia. 
 
Dopo la sentenza della Corte di Strasburgo nel caso Diaz il premier Renzi aveva detto che la risposta politica dell'Italia sarebbe stata l'introduzione del delitto di tortura. Ancora una volta invece si assiste a un arretramento nel dibattito. 
Con l'introduzione del crimine nel codice non si stigmatizza o mette a rischio il lavoro delle forse dell'ordine. Il reato è una garanzia per tutti quelli che si muovono nel solco della legalità. 
 
Ci appelliamo a tutti i parlamentari - forti anche delle 50.000 firme raccolte finora da una nostra petizione - affinché approvino subito una legge senza la quale saremo condannati all'isolamento dalla comunità internazionale"

Cantone si dice indignato per la condanna inflitta all'Italia per la Diaz. La risposta di Antigone

torturaRaffaele Cantone, presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, si è detto indignato per la condanna inflitta all'Italia in merito alle torture della Diaz (qui le dichiarazioni).
Questa di seguito la nostra risposta.

Ad essere indignato non dovrebbe essere Cantone ma i cittadini italiani, sia quelli che per ottenere giustizia si sono dovuti rivolgere alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo invece che ai tribunali del loro paese, sia tutti gli altri che si trovano a vivere in un Paese che, dopo oltre 26 anni, non rispetta gli impegni assunti con le Nazioni Unite dando seguito alla ratifica della convenzione contro la Tortura.

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Antigone Piemonte indica Amedeo Cottino quale nuovo garante dei detenuti di Torino

16616189218 441c0ed5e5 oCOMUNICATO STAMPA - Da qualche settimana il Comune di Torino ha bandito il concorso per la nomina del Garante dei diritti per le persone private della libertà, in seguito alla scadenza del quinquennio in cui l’attuale garante Maria Pia Brunato ha ben operato nell’ambito di un ruolo delicato e prezioso per l’effettiva tutela dei diritti garantiti formalmente dal nostro ordinamento.

Si tratta di un ruolo ancor più rilevante con la prossima nomina del Garante nazionale che dovrà avvalersi della rete dei garanti locali al fine di assicurare una sua maggiore incisività operativa, in una materia in cui è essenziale il continuo monitoraggio sul territorio delle pratiche di restrizione della libertà.

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