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Iscriviti ad Antigone

IMG-20150113-WA0000"Dopo oltre 25 anni l'Italia non ha ancora il reato contro la tortura. Anche il 2014 si è chiuso senza che il Parlamento lo approvasse. Antigone lavorerà perché nel 2015 ciò avvenga. Per questo è importante sostenere l'Associazione" Patrizio Gonnella

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Stefano Anastasia Garante nazionale dei detenuti

stefano anastasiaPiù di un anno fa è stata approvata la Legge che istituiva il Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o comunque private della libertà. Si tratta di un organismo che esiste in tantissimi Paesi democratici e richiesto dalle Nazioni Unite. Nei giorni scorsi, intervenendo alla Camera dei Deputati in occasione della relazione annuale sull’amministrazione della giustizia, il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha ribadito che presto verrà nominato il Garante.

Auspichiamo che questa nomina sia nel segno della competenza, dell’esperienza, dell’impegno civico a sostegno dei diritti delle persone private della libertà, e che a ricoprire questo incarico sia chiamata una persona esperta in diritti umani così come la legge richiede.

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Relazione annuale. Gonnella: “Bene il Ministro Orlando sulla nomina a breve del Garante. La proposta di Antigone”

stefano anastasiaAbbiamo valutato positivamente quanto in materia penitenziaria il Ministro Orlando ha illustrato in Parlamento in occasione della relazione annuale sull’amministrazione della giustizia. Sicuramente significativa è la decrescita della popolazione detenuta rispetto allo scorso anno. Continua tuttavia ad essere assolutamente necessario si continui a lavorare per un innalzamento della qualità della vita negli istituti di pena.

Nei giorni scorsi, insieme a Luigi Manconi (Senatore, Presidente della Commissione straordinaria per la promozione e la tutela dei Diritti Umani ) e a Franco Corleone (Garante dei Detenuti della Regione Toscana) avevamo lanciato una petizione affinché si giungesse in tempi rapidi alla nomina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, istituto previsto con una legge approvata nel dicembre 2013 e fortemente richiesto dalle Nazioni Unite.

A tal proposito, ricordando che la nostra associazione da ormai decenni si occupa di diritti e garanzie nel sistema penitenziario, Antigone propone che a ricoprire questo ruolo sia Stefano Anastasia, ricercatore in filosofia del diritto all’Università di Perugia, grande esperto e conoscitore del sistema penitenziario, fondatore dell’associazione stessa, promotore del Difensore Civico dei detenuti di Antigone che dal 2008 ha seguito migliaia di casi.

European Prison Observatory. Il report dell'incontro di Bruxelles

windows web transLunedì 12 gennaio l’European Prison Observatory (Epo) ha tenuto una conferenza a Bruxelles. Durante l’incontro l’Osservatorio, che si occupa di monitorare le condizioni di detenzione, si è confrontato con la Commissione Europea e con alcune amministrazioni penitenziarie nazionali. L’Epo, attualmente sostenuto della Commissione, è composto da organizzazioni coinvolte nella tutela dei diritti umani delle persone detenute provenienti dai seguenti Paesi europei: Italia, Francia, Grecia, Lettonia, Polonia, Portogallo, Spagna e Regno Unito.

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Carceri. Una petizione di Antigone chiede al Presidente della Repubblica di nominare il Garante Nazionale dei detenuti

subitoilgaranteE' passato un anno da quando è stata approvata la legge che prevede l'istituzione del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o comunque private della libertà.
Dopo un anno, tuttavia, questa istituzione resta ancora senza nomina.
Antigone ha quindi promosso una petizione, tramite la piattaforma change.org, diretta al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, chiedendo che il suo ultimo atto, prima di lasciare il Quirinale, sia quello di nominare il garante.

"Nel corso del suo mandato - dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone - il Presidente Napolitano ha posto grande attenzione al problema delle carceri, stimolando il Parlamento e il Governo a porre rimedio a situazioni gravissime". "Il Garante è una figura che molte democrazie si sono date e che le Nazioni unite ci chiedono di far nascere al più presto. Per questo - conclude Gonnella - auspichiamo si passi dalle enunciazioni ai fatti e si provveda a una nomina nel segno della competenza, dell’esperienza, dell’impegno civico a sostegno delle persone private della libertà".

Oltre allo stesso Patrizio Gonnella, i primi firmatari della petizione sono Luigi Manconi (senatore, Presidente della Commissione Straordinaria per la Tutela e la Promozione dei Diritti Umani) e Franco Corleone (Garante dei detenuti della Regione Toscana).

La petizione si trova a questo link: http://chn.ge/1vm2K6Y

Negativi i dati dei ricorsi accolti per il sovraffollamento

carcereinsideSono finora solo 87 i detenuti che hanno ottenuto un risarcimento per le condizioni di detenzione inumana e degradante (così come sancito dall'articolo 3 della Convenzione Europea per i Diritti Umani) sui 7mila ricorsi esaminati degli oltre 18mila presentati.

"La magistratura di sorveglianza sta adottando una politica sbagliata. Confidiamo nei ricorsi in Cassazione". È il commento che Simona Filippi, avvocato e difensore civico dell'associazione Antigone, ha rilasciato all'Agenzia del Redattore Sociale. "C'è qualcosa che non torna – aggiunge -. E ci auguriamo che la Cassazione si pronunci in linea con le indicazioni che ci vengono dall'Unione europea dopo la sentenza Torreggiani".

"Il rischio è che tra un anno i detenuti italiani tornino a fare ricorsi alla Corte di Strasburgo perché di fatto nel loro Paese non viene riconosciuto il diritto al risarcimento. Non dimentichiamo, inoltre, che è vero che le carceri ora sono meno sovraffollate, ma ci sono ancora tante persone rinchiuse in condizioni disumane, con celle che ospitano il doppio dei detenuti previsti".

Il 26 dicembre scade inoltre il termine dei sei mesi di tempo dall'approvazione della Legge sui rimedi compensativi, per coloro che erano usciti dal carcere da oltre questo arco temporale, avendo vissuto in situazioni inumane e degradanti.

I garanti nazionali dei diritti dei detenuti in Europa

8197520094 ab41ef16fc oIl Protocollo opzionale alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti (OPCAT) è stato adottato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2002 ed è entrato in vigore nel 2006. L'OPCAT istituisce un sistema di visite senza preavviso e senza restrizioni in tutti i luoghi di privazione della libertà da parte di organismi indipendenti di controllo nazionali ed internazionali. Quando uno Stato ratifica l’OPCAT, il suo obbligo principale è quello di istituire un meccanismo nazionale di prevenzione (NPM) per effettuare visite regolari nei luoghi di detenzione. L’NPM ha il compito di visitare regolarmente tutti i luoghi in cui le persone sono private della libertà e produrre relazioni e raccomandazioni per migliorare la tutela dei loro diritti. L’NPM può anche esprimere pareri sulle leggi vigenti e proporre riforme. Ogni anno gli NPM devono pubblicare una relazione annuale sulle loro attività e sulla prevenzione della tortura nel loro paese.  La metà degli Stati del mondo hanno espresso un interesse per il sistema promosso dalla OPCAT. All’8 Dicembre del 2014, 76 Stati facevano parte dell'OPCAT e altri 19 lo avevano firmato. Molti altri hanno iniziato le consultazioni a livello nazionale in vista di ratifica. (Fonte: www.apt.ch/en/opcat/)

Leggi il report (.pdf)

Un report europeo chiede l’accesso a internet e il diritto all’affettività per i detenuti

 

windows web transNel febbraio 2013 è stato presentato a Roma l’Osservatorio Penitenziario Europeo. Attivo in 8 paesi (Francia, Grecia, Italia, Lettonia, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Spagna) monitora e analizza le attuali condizioni dei vari sistemi penitenziari nazionali e dei relativi sistemi delle alternative alla detenzione, confrontandole con le norme internazionali rilevanti per la protezione dei diritti fondamentali dei detenuti, in particolare le Regole Penitenziarie Europee (EPR) del Consiglio d’Europa.

Dal lavoro svolto in questi mesi, pubblicato sul sito www.prisonobservatory.org, emerge come nessuno di questi paesi abbia pienamente abbracciato la filosofia del Consiglio d’Europa o violando invece molte delle sue raccomandazioni. Tuttavia i lavori dell’ Osservatorio Penitenziario Europeo individuano anche delle “buone pratiche” che, in sintonia con la filosofia del Consiglio d’Europa, potrebbero essere da ispirazione per altri paesi.
Tra queste alcune in particolare sembrano parlare al sistema penitenziario italiano dove, ancora ad oggi, sembrano un miraggio: l’accesso a internet e il diritto all’affettività in carcere.

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Migliorate le condizioni a Poggioreale, ma l'attenzione deve rimanere alta

carcere poggioreale-2Antigone: condizioni migliorate a Poggioreale, ma l’attenzione deve rimanere alta sul carcere giudicato in passato “il peggiore d’europa”.

Napoli, 11 dicembre 2014. Il giorno 10 dicembre 2014 una delegazione di Antigone si è recata in visita presso la Casa Circondariale di Napoli-Poggioreale, che si era conquistata la fama del carcere peggiore d’Europa. 1910 detenuti presenti al momento della visita, di cui 300 definitivi, 236 stranieri, 614 tossicodipendenti, 230 in alta sicurezza offrono il quadro dell’istituto che è stato oggetto delle attenzioni del Parlamento europeo per le condizioni inumane e degradanti riservate ai ristretti.

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E' il momento che il Parlamento approvi il reato di tortura

minuto silenzio"E' il momento che il Parlamento approvi il reato di tortura"
E' la richiesta fatta da Amnesty International, Antigone, Arci, Cild e Cittadinanzattiva durante la conferenza tenutasi oggi.

Si è tenuta stamattina la conferenza stampa nell'ambito dell'iniziativa "In silenzio contro la tortura", promossa da Amnesty International, Antigone, Arci, Cild e Cittadinanzattiva.

La sede scelta è stata quella della Camera dei Deputati dove da marzo, quando fu approvato al Senato il disegno di legge per l'introduzione del reato di tortura nel codice penale, il testo è fermo.

Riccardo Noury, Susanna Marietti, Laura Liberto, Patrizio Gonnella, Francesca Chiavacci, intervenendo a nome delle associazioni promotrici dell'iniziativa hanno ribadito l'importanza che, a 30 anni dall’adozione della Convenzione contro la tortura da parte delle Nazioni Unite e oltre 25 anni dopo la ratifica italiana, finalmente l'Italia si adegui agli standard internazionali, approvando questa legge.

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