Il ministro dell'inferno. Nel decreto sicurezza bis oltre all’attacco alle ong si «criminalizzano» anche le proteste.
di Patrizio Gonnella da il manifesto del 23 maggio 2019
Migranti, organizzazioni non governative, oppositori di varia natura sono ancora una volta usati come scudi elettorali. Il cosiddetto decreto sicurezza-bis di Salvini è palesemente fuori dalla ragionevolezza costituzionale. L’obiettivo esplicito è quello di concentrare una somma di poteri nelle mani di un solo ministro, guarda caso quello dell’interno. Nella bozza di decreto-legge che circola si sommano vizi formali e vizi sostanziali nel nome di una disumanità a cui oramai troppi si stanno abituando.
Il testo è in primo luogo palesemente carente dei presupposti che giustificano la decretazione d’urgenza. Ad esempio il calo degli indici di delittuosità, così come certificato dallo stesso ministro dell’interno, non legittima un’ulteriore stretta penale. La corte costituzionale ha inoltre più volte affermato che è illegittimo giustapporre in modo scriteriato norme disomogenee. Nel decreto sicurezza-bis sono state inserite norme amministrative contro chi soccorre vite in pericolo, norme che criminalizzano il dissenso, norme che cambiano l’organizzazione interna allo Stato, norme che modificano l’organizzazione giudiziaria allo scopo di sottrarsi al giudice naturale precostituito per legge, norme che sottraggono competenze ai ministeri della giustizia e dei trasporti per affidarle pericolosamente al ministero dell’interno, norme che riguardano le prossime Universiadi.
"Il sistema giuridico e i diritti, per loro intrinseca natura, non possono essere continuamente intaccati sulla base di presunte ed indimostrate emergenze criminali e sociali". E' quanto si legge nella lettera che l'associazione Antigone ha indirizzato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per richiamare l'attenzione sull'ulteriore compressione dei diritti e delle garanzie che il decreto sicurezza-bis, che domani sarà discusso in Consiglio dei Ministri, potrebbe produrre nell'ordinamento italiano.
Diversi sono i motivi di preoccupazione che Antigone ha riscontrato nel testo del decreto. Innanzitutto riguardo al ricorso allo strumento della decretazione d'urgenza. "Più volte - sottolinea Patrizio Gonnella, presidente di Antigone - abbiamo sentito il ministro degli Interni vantarsi pubblicamente della riduzione del numero di flussi di migranti o del calo degli indici di delittuosità. Questo fa cadere la straordinarietà ed urgenza che giustifichi l’adozione di un decreto-legge che va ad intervenire su quei terreni".
Ad essere evidenziato inoltre è come il decreto difetti di omogeneità, un criterio che la Corte Costituzionale ha ritenuto necessario per affermare la legittimità della decretazione di urgenza. Nel decreto in esame si giustappongono norme contrarie al senso di umanità in materia di immigrazione, norme in materia penale che criminalizzano il dissenso, norme che cambiano l’organizzazione interna allo Stato, norme che sottraggono competenze ai ministeri della Giustizia e dei Trasporti per affidarle pretestuosamente e pericolosamente al ministero dell’Interno, norme che riguardano le prossime Universiadi. Disomogeneità che mettono a rischio la costituzionalità del decreto, anche alla luce dei precedenti giurisprudenziali, ed in particolare della sentenza n.32 del 2014.
Rapporto Antigone sul carcere. Quando i numeri crescono inevitabilmente in galera si tende a stare peggio
Di Patrizio Gonnella su il manifesto del 17 maggio 2019
È strano raccontare l’ultimo anno di vita nelle carceri italiane partendo da un dato che a prima vista sembra contraddittorio, inspiegabile, illogico. Eppure il sistema penale e quello penitenziario non di rado si sottraggono alla logica e alla razionalità. Le presenze in carcere – oggi vi sono nelle prigioni italiane poco meno di 61 mila persone – sono aumentate di ben 3 mila unità nell’ultimo anno e di circa 8 mila unità rispetto al 2015, così avvicinandosi pericolosamente a quei numeri che ci portarono alla vergogna di una sentenza di condanna della corte europea dei diritti umani per violazione di quell’articolo 3 che vieta, oltre alla tortura, anche i trattamenti inumani, crudeli e degradanti. Una crescita nei numeri penitenziari che non trova però spiegazione in un corrispondente aumento degli indici di criminalità.
"Il carcere secondo la Costituzione" E' questo il titolo del XV Rapporto sulle condizioni di detenzione che l'associazione Antigone ha presentato questa mattina a Roma. "Abbiamo deciso di titolare così il rapporto - ha spiegato il presidente di Antigone Patrizio Gonnella durante la conferenza stampa - poiché alla Costituzione ci richiamiamo nel nostro lavoro di osservazione che dal 1998 portiamo avanti e attraverso il quale rileviamo gli elementi critici, le potenzialità e i rischi del nostro sistema penitenziario. Un lavoro che mettiamo a disposizione di tutti affinché si possano mettere in campo tutte le azioni necessarie a colmare la distanza tra la pena reale e la pena secondo la Costituzione".
Quello che emerge dal Rapporto di Antigone è come il sovraffollamento del sistema penitenziario italiano sia ancora in crescita. Al 30 aprile 2019 erano 60.439 i detenuti, di cui 2.659 donne (il 4,4% del totale). Le presenze in carcere sono cresciute di 800 unità rispetto al 31 dicembre 2018 e di quasi 3.000 rispetto all’inizio dello scorso anno. Ma soprattutto ci sono oggi ben 8.000 detenuti in più rispetto a tre anni e mezzo fa. Con questo trend nel giro di due anni si tornerà ai numeri della condanna europea. Il tasso di affollamento sfiora attualmente il 120% e, dalle rilevazione effettuata dall’Osservatorio di Antigone durante il 2018 (85 carceri visitate), è risultato che nel 18,8% dei casi vi sono celle dove non è rispettato il parametro dei 3mq per detenuto, soglia considerata dalla Corte di Strasburgo minima e al di sotto della quale estremo è il rischio di trattamento inumano o degradante. Il tasso di affollamento può essere considerato tuttavia più elevato se si tiene conto che in ben 37 istituti, tra quelli visitati dall'associazione, ci sono spazi non in uso per ristrutturazione o inagibilità. Non sempre i dati ufficiali sui posti disponibili tengono conto di ciò. Il caso più celebre è quello di Camerino, vuoto dal terremoto dell’ottobre del 2016, la cui capienza è ancora conteggiata nei posti disponibili del sistema penitenziario nazionale.
Il prossimo 16 maggio si terrà la conferenza di presentazione del XV Rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione, "Il carcere secondo la Costituzione".
L'iniziativa è prevista a Roma presso la Sala dell'Istituto di Santa Maria in Aquiro del Senato (piazza Capranica 72) a partire dalle ore 10.00.
Il rapporto di Antigone costituisce una fotografia indipendente del sistema penitenziario italiano, condotta attraverso l'attività di osservazione che l'Associazione svolge dal 1998 in tutti gli istituti penitenziari del paese. Il documento contiene dati, numeri, analisi e storie sul sistema carcerario e le sue condizioni.
Quest'anno abbiamo deciso di titolare il rapporto "Il carcere secondo la Costituzione" poiché a questa ci richiamiamo nel nostro lavoro di osservazione, nella rilevazione degli elementi critici, delle potenzialità e dei rischi del nostro sistema. Crediamo che il nostro lavoro di osservazione sia necessario e quindi, per questo lo mettiamo a disposizione affinché si possa mettere in moto un percorso che colmi la distanza tra la pena reale e la pena secondo la costituzione.
Oltre agli esponenti di Antigone parteciperanno: Mauro Palma (Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale), Gemma Tuccillo (Capo del Dipartimento della Giustizia minorile e Comunità). Si è inoltre in attesa delle conferme di Francesco Basentini (Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria) e dell'On. Alfonso Bonafede (Ministro della Giustizia).
Per partecipare alla presentazione del rapporto è necessario accreditarsi inviando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Essendo i posti limitati riceverete una e-mail di risposta nella quale verrà comunicato se la richiesta di partecipazione è stata accolta o meno.