Lunedì scorso nell’ospedale di Viterbo è morto Hassan Sharaf, un ragazzo egiziano di 21 anni, arrivato lì in fin di vita dopo essersi impiccato nella cella di isolamento, dove era stato condotto da poche ore, della locale casa circondariale.
“Quello che chiediamo, dopo questo suicidio, è che si faccia un’indagine approfondita anche alla luce di quanto esposto dal Garante regionale sulle presunte violenze che avverebbero a Viterbo. Quello di Hassan è la terza morte avvenuta in questo carcere nei primi sette mesi dell’anno, la seconda a seguito di un tentativo di suicidio compiuto in isolamento, segno di un malessere diffuso le cui cause devono essere portate pienamente alla luce”. A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.
“Nel caso specifico di questo ragazzo poi – prosegue Gonnella – c’è da accertare se corrisponda a realtà quanto starebbe emergendo, ovvero che il ventunenne fosse in carcere per un reato commesso da minorenne. Se così fosse avrebbe dovuto essere recluso presso un Istituto di Pena per Minorenni. Anche in questo caso – conclude il presidente di Antigone – andrebbe quindi accertato cosa è accaduto".
Calano gli ingressi in carcere dalla libertà (sono stati 24.380 nei primi mesi del 2018 erano stati 25.144 nel primo semestre del 2017), segno di un’attività criminale non in aumento – come del resto sottolineano le statistiche sui reati commessi – ma continuano a salire i detenuti, anche se di poco, aumentati di circa 700 unità negli ultimi 5 mesi. Al 30 giugno 2018 erano 58.759, 8.127 in più rispetto alla capienza regolamentare.
È quanto emerge dal rapporto di metà anno sulle carceri della nostra associazione, nel quale abbiamo dedicato ampio spazio anche alla questione stranieri. Non c’è un’emergenza stranieri e non c’è un’emergenza sicurezza connessa agli stranieri. La detenzione degli stranieri in Italia è diminuita di oltre 2 volte negli ultimi 10 anni. Se nel 2008 il tasso di detenzione (numero dei detenuti stranieri sul numero degli stranieri residenti in Italia) era dello 0,71%, al 30 giugno di quest’anno il tasso è dello 0,33%. I detenuti stranieri sono addirittura diminuiti in termini assoluti rispetto al 2008.
Il prossimo 30 luglio presenteremo il rapporto di metà anno sulle condizioni di detenzione, frutto delle visite effettuate negli istituti di pena da parte dei nostri osservatori. Negli ultimi quattro mesi sono state 25 le carceri visitate da Antigone. Scelte per tipologia e ubicazione restituiscono un'immagine fedele del sistema penitenziario italiano e delle sue attuali problematiche. Durante l'incontro verranno illustrati dati, statistiche e storie emerse da questa attività di monitoraggio.
Insieme ai responsabili della nostra associazione parteciperanno Mauro Palma (Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale), Stefano Anastasia (Garante regionale del Lazio e dell'Umbria delle persone detenute), Gemma Tuccillo (Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità). E' stato invitato il nuovo capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria Francesco Basentini.
L'appuntamento è alle ore 11.00 al CESV, in via Liberiana 17 (Roma).
La Corte Costituzionale con la sentenza numero 149 depositata in data odierna ha dichiarato che è incostituzionale negare i benefici ad alcune categorie di detenuti ergastolani. "Nella sentenza - si legge nel comunicato ufficiale - la Corte ha censurato il rigido automatismo stabilito dalla legge penitenziaria, che impediva al giudice di valutare i progressi compiuti da ciascun condannato, sacrificando così del tutto la funzione rieducativa della pena sull’altare di altre, pur legittime, funzioni".
La sentenza sottolinea, in particolare, come siano incompatibili con il vigente assetto costituzionale norme “che precludano in modo assoluto, per un arco temporale assai esteso, l’accesso ai benefici penitenziari a particolari categorie di condannati (…) in ragione soltanto della particolare gravità del reato commesso, ovvero dell’esigenza di lanciare un robusto segnale di deterrenza nei confronti della generalità dei consociati”; ed evidenzia come le conclusioni da essa raggiunte siano coerenti con gli insegnamenti della Corte europea dei diritti dell’uomo, secondo cui gli Stati hanno l’obbligo “di consentire sempre che il condannato alla pena perpetua possa espiare la propria colpa, reinserendosi nella società dopo aver scontato una parte della propria pena”.
Un’iniziativa contro la Tortura. È quella organizzata dal Antigone Puglia a Lecce, per il sesto anno consecutivo, in occasione della Giornata Internazionale per le vittime di tortura che ricorre il 26 giugno. Quest’anno, insieme ai rappresentanti dell’Associazione, ci saranno anche la sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, Fabio Anselmo, avvocato che ha seguito e sta seguendo casi come quelli di Federico Aldrovandi, di Stefano Cucchi e di Riccardo Magherini, la giornalista di Presa Diretta Giulia Bosetti e Alcide Maritati, Gip presso il Tribunale Penale di Lecce e Segretario Nazionale dell’Associazione Nazionale Magistrati. A portare i saluti iniziali ci sarà anche il Sindaco di Lecce Carlo Salvemini. Inoltre, durante l’iniziativa, ci saranno anche un aperitivo e musica dal vivo con Cesare Dellanna Trio e Cool Street.
“Per la prima volta l’Italia arriva a questa ricorrenza con una legge che punisce la tortura, approvata nel luglio dello scorso anno” dice Maria Pia Scarciglia, presidente di Antigone Puglia. “Tuttavia - prosegue la Scarciglia - questa legge si discosta molto da quella della Convenzione Onu, in quanto non garantirebbe quegli standard minimi di tutela a garanzia delle vittime del reato”.