Dopo aver analizzato cosa dice il Movimento 5 stelle su giustizia e sicurezza, oggi passiamo in rassegna il programma della coalizione di centrodestra ed in particolare i punti in cui si parla di legittima difesa, inasprimento delle pene, carceri, legge sulla tortura e detenuti stranieri.
Legittima difesa
Una delle proposte faro della coalizione di centrodestra in materia di sicurezza è l'introduzione del “principio che la difesa è sempre legittima”. Il punto riguarda la possibilità da parte dei proprietari di case o esercizi commerciali di usare le armi contro chi senza autorizzazione si introduce nella loro proprietà. Per il centrodestra la legge attuale non protegge a sufficienza commercianti e proprietari, ai quali si dovrebbe consentire una maggiore possibilità di usare le armi. Si tratta di un tema che ciclicamente ritorna nel dibattito pubblico, sulla scia di fatti di cronaca che impediscono riflessioni fredde e razionali. La legittima difesa esiste fin dagli anni '30: l'art. 52 del codice penale prevede che chi si difende contro un'offesa ingiusta non sia punibile, sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa. Le proposte di questo tipo mirano a oltrepassare il criterio della proporzionalità, che è però l'elemento che consente di stabilire una gerarchia tra i beni che è necessario proteggere - per cui la vita vale più di un televisore, per esempio. Riducendo le possibilità che il giudice di valutare caso per caso la proporzionalità della risposta si ridurrebbero anche le garanzie poste a protezione della vita di chicchessia.
E' interessante peraltro vedere come tra gli effetti del recente dibattito sulla legittima difesa ci sia stato poi un aumento immediato delle richieste di porto d'armi, che nel milanese sono triplicate. E casi come quelli degli Stati Uniti mostrano che l'aumento delle armi in circolazione produce maggiore insicurezza, e non più sicurezza.
Per affrontare in maniera più informata questa campagna elettorale, abbiamo deciso di realizzare delle piccole guide ai programmi dei principali partiti politici nelle quali analizziamo le proposte in tema di giustizia e sicurezza. Abbiamo iniziato con il Movimento 5 stelle, di cui abbiamo esaminato il programma esteso e quello sintetico, mettendoli in prospettiva con le votazioni e dichiarazioni accumulate nel corso degli ultimi anni.
Come tutti gli altri partiti o schieramenti, i 5 stelle hanno tra i propri obiettivi una giustizia più efficiente, rapida ed equa. In che modo però propongono di arrivarci? Quanto queste proposte combaciano con il garantismo penale che Antigone promuove da oltre 27 anni?
Abolizione della prescrizione
Tra i punti più controversi del programma pentastellato c’è la riforma della prescrizione. In una recente dichiarazione Luigi Di Maio, capo politico del Movimento, ha dichiarato che è necessario riformarla, “con la [sua] sospensione dal primo grado di giudizio o dal rinvio a giudizio”.
Cos'è la prescrizione? Si tratta di un istituto giuridico posto a garanzia dell'imputato: se in un determinato lasso di tempo dal compimento di un reato o dall'inizio del processo non si arriva a giudizio il reato è da considerarsi estinto e il processo viene sospeso. Fissa dei limiti oltre i quali la durata del procedimento non è ragionevole, partendo dal presupposto che la lentezza della macchina giudiziaria non deve ripercuotersi in maniera eccessiva sui cittadini.
Le proposte alle forze politiche per una nuova politica sulle droghe Venerdì 16 febbraio al Senato.
Venerdì 16 febbraio 2018 alle ore 12, presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica Associazione Antigone, Associazione Luca Coscioni, CGIL, Comunità di San Benedetto al Porto, Coordinamento Nazionale Comunità d’Accoglienza, Funzione Pubblica CGIL, Forum Droghe, Gruppo Abele, ITARDD, la Società della Ragione, LegacoopSociali, Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids promuovono una conferenza stampa per presentare la propria proposta di intervento sulle politiche sulle droghe in 7 punti.
Anche noi ci uniamo alle altre organizzazioni di società civile in Europa che dichiarano il proprio sostegno alle ONG ungheresi.
Il 18 gennaio scorso, infatti, il governo ungherese ha annunciato una serie di progetti di legge per restringere ulteriormente il campo di azione della società civile, richiedendole di etichettare falsamente le proprie attività come promozione dell'immigrazione clandestina, imponendo in modo arbitrario e sproporzionato oneri amministrativi e multe esorbitanti, nonché imponendo ingiustificate restrizioni al diritto alla libertà di movimento.
Crediamo che le nuove proposte rappresentino l'ultima iniziativa nel governo ungherese per reprimere il lavoro legittimo delle organizzazioni di società civile che lavorano alla promozione e alla difesa dei diritti umani, che forniscono servizi legali e sociali alle persone in difficoltà nel Paese, che esprimono pubblicamente opinioni dissenzienti. Antigone è solidale con la società civile in Ungheria, impegnata a creare una società più giusta.
Chiediamo al governo ungherese di ritirare i progetti di legge e di permettere alle ONG di continuare a svolgere il loro lavoro.
Di questo tema ne parla anche la Civil Liberties for Europe.
Cara amica e caro amico,
era il lontano 1998 quando Antigone ottenne per la prima volta l'autorizzazione a entrare in tutti gli Istituti penali italiani. Nacque così il nostro Osservatorio sulle condizioni di detenzione, un’esperienza che non conosce eguali nel mondo. Da allora abbiamo visitato senza interruzione tutte le carceri d'Italia, abbiamo monitorato le condizioni di detenzione, la disponibilità di spazi, di attività, di servizi per i detenuti. Abbiamo, per quanto possibile, abbattuto il muro che separa il carcere dalla società. Tutto quel che osserviamo lo raccontiamo nel nostro annuale rapporto indipendente, uno strumento unico per chiunque voglia conoscere il sistema penitenziario italiano. Da qualche anno siamo autorizzati a visitare le carceri anche con macchine fotografiche e videocamere. Abbiamo potuto così realizzare dei video che raccontano l’interno degli Istituti anche attraverso la voce e le testimonianze dirette di operatori e detenuti. Da qui è nato il reportage a puntate “Prigioni d’Italia”, realizzato con Repubblica.it, visto a oggi da 500.000 persone.