La legge sulla tortura recentemente approvata dal parlamento italiano non è conforme alla Convenzione Onu e va cambiata. La definizione di tortura aggiunge elementi che rendono la tortura difficile da dimostrare (la crudeltà, il verificabile trauma psichico, le condotte plurime), il reato è stato concepito come generico e dunque commettibile da chiunque e non solo da pubblici ufficiali, inoltre non è imprescrittibile e non c'è un fondo per risarcire le vittime. Sono tra i rilievi più importanti che il rapporteur sull’Italia del comitato delle Nazioni Unite contro la tortura (CAT) ha formulato questa mattina all'Italia, durante la sessantaduesima sessione del Comitato stesso. Altro rilievo mosso al nostro paese riguarda la raccomandazione ad istituire un comitato nazionale per la promozione e protezione dei diritti umani. Molto apprezzata è stata invece l'istituzione del Garante Nazionale dei detenuti e delle persone private della libertà, che risponde al Meccanismo Nazionale di Prevenzione stabilito dalle Nazioni Unite, incarico attualmente ricoperto da Mauro Palma.
Giulio Regeni. Di quale verità parla il nostro massimo responsabile della diplomazia? Fino a ieri erano due le verità certe: la tortura in Egitto come pratica sistematica e il corpo torturato a morte di Giulio Regeni. Ora ne abbiamo un’altra: l’Italia con le parole di Alfano ha scelto la via dell’ingiustizia
di Patrizio Gonnella su il manifesto del 10/11/2017
Siamo sufficientemente esperti da sapere che la verità storica non è sovrapponibile alla verità processuale. Ogni investigazione su fatti criminali – di minore o maggiore rilevanza pubblica – è un procedimento più o meno faticoso, lungo, inquieto, stentato di approssimazione alla verità.
La parola ‘verità’ va usata con grande cautela, con assoluto rispetto. Ieri invece è stata maltrattata, abusata a proposito di Giulio Regeni. «Siamo convinti che il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi sia un interlocutore appassionato nella ricerca della verità»: queste le parole del ministro degli esteri Angelino Alfano.
Di quale verità parla il nostro massimo responsabile della diplomazia? Non di certo dell’unica verità di cui noi disponiamo, ossia che in Egitto la tortura è una pratica sistematica.
Il 14 e 15 novembre si terranno a Ginevra le due sessioni del Comitato delle Nazioni Unite Contro la Tortura (CAT) nelle quali si esaminerà la situazione dell'Italia.
Noi abbiamo presentato un nostro rapporto indipendente (potete leggerlo qui in inglese) che esporremo durante la seconda giornata.
Per confrontarsi e ragionare insieme sulle osservazioni del Comitato e le relative difese del governo italiano, durante entrambe le sessioni del CAT il nostro ufficio sarà aperto a tutti coloro che vorranno assistere insieme alla diretta web da Ginevra.
L'invito è aperto a tutti coloro fossero interessati - previa conferma della partecipazione all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Con il sostegno dell’Eu-Russia Civil Society Forum, Antigone e l’Ong russa Man and Law hanno partecipato al progetto “Rights in prison. EU-Russia Civil Society Forum and the defence of fundamental rights in the penitentiary system”. Durante il progetto una delegazione russa è venuta in Italia per una visita di scambio, culminata nel seminario "La società civile in Russia e in Italia. Scambio di esperienze e possibilità di cooperazione", tenutosi presso l’Arci il 6 Luglio 2016. Il seminario, a cui hanno partecipato diverse organizzazioni della società civile italiane, è stato soprattutto un occasione di confronto sulle difficili condizioni di lavoro delle Ong in Russia, e su possibili forme di scambio e di cooperazione.Successivamente una delegazione italiana è stata in visita in Russia, ma questa volta non tutto p andato come previsto. Dal 25 al 28 giugno, in quanto attivisti di Antigone, A buon diritto ed Arcigay abbiamo svolto una visita in Russia per incontrare alcune organizzazioni della società civile e conoscere meglio il loro lavoro. La missione si è conclusa con l’irruzione della polizia e il nostro fermo, conclusosi dopo una decina di ore, ed a seguito del quale l’ambasciata italiana ci ha caldamente raccomandato un rientro anticipato in Italia.
*Patrizio Gonnella su il manifesto del 27/10/2017
Oltre 4 milioni di euro di risarcimenti e l’ennesima brutta figura internazionale. A 16 anni di distanza dal G8 di Genova, dopo le sentenze sulla Diaz, e 13 anni da quanto accaduto nella prigione di Asti, arrivano altre due condanne da Strasburgo, le ennesime, per tortura. Non una parola qualunque ma tortura.
Stavolta, tuttavia, ci sono alcune sostanziali differenze rispetto al passato nella decisione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
In primo luogo le condanne sono state due, per due fatti ben diversi tra loro. Da una parte ci sono le vicende del G8 di Genova e della caserma di Bolzaneto. Già in passato per le torture e le violenze avvenute nel luglio 2001 l’Italia era stata condannata dalla Corte di Strasburgo, sia per gli episodi della scuola Diaz che proprio per quanto avvenne a Bolzaneto. Dall’altro le brutalità commesse nelle prigioni di Asti nel 2004.