"Come da sempre sosteniamo nel 2001 a Genova c'è stata una sospensione della democrazia. Ancora una volta torniamo di conseguenza a chiedere che sia istituita una commissione di inchiesta parlamentare che guardi a chi ha leggittimato quello che avvenne in quei giorni". A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, a seguito della sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo che, a distanza di due anni dal caso Cestaro vs Italia, torna a condannare l'Italia per le violenze e le torture avvenute all'interno della scuola Diaz durante il G8.
Stavolta i ricorrenti erano 42 e per loro la Corte ha riconosciuto risarcimenti che vanno dai 45mila ai 55mila euro.
Il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, in una lettera inviata a presidenti di Camera e Senato, ai presidenti della commissioni giustizia dei due rami del parlamento e al presidente della commissione straordinaria per i diritti umani del Senato, sottolinea alcune preoccupazioni riguardanti il disegno di legge sulla tortura che il prossimo 29 giugno sarà in discussione a Montecitorio.
In particolare - secondo Nils Muižnieks - alcuni aspetti del testo sembrano essere in contrasto con la giurisprudenza della Corte EDU, le raccomandazioni del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) e con la Convenzione delle Nazioni Unite sulla tortura (UNCAT).
COMUNICATO STAMPA - “In attesa di leggere le motivazioni della pronuncia della Cassazione, quella riguardante Riina è una sentenza molto importante poiché pone il tema della dignità umana e di come essa vada preservata anche per chi ha compiuto i reati più gravi e, di conseguenza, come la pena carceraria non possa e non debba mai trasformarsi in una sofferenza atroce e irreversibile”. A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.
“Ancora oggi - prosegue Gonnella - ci sono detenuti che da circa 25 anni sono continuativamente sottoposti al regime duro di vita penitenziaria disciplinato dall’art 41 bis 2° comma dell’ordinamento penitenziario. Alcuni di loro versano in condizioni di salute gravissime tali da non poter costituire mai un pericolo all’esterno”.
“Dal punto di vista del principio espresso dai giudici della Cassazione non possiamo che essere totalmente d’accordo. Se non fosse così vorrebbe dire che per noi la pena è pura vendetta. Rispetto invece alle preoccupazioni di tipo criminale - sottolinea ancora Gonnella - qualora mai un detenuto come Riina avesse l’opportunità di essere curato fuori dal carcere sarà comunque cura degli organi investigativi e delle forze dell’ordine fare in modo che ciò possa avvenire senza che questo costituisca un rischio relativamente alla commissione di nuovi reati”.
“Uno stato forte e democratico - conclude il presidente di Antigone - non fa mai morire nessuno in carcere deliberatamente”.
Roma, 05/06/2017
Lo scorso 10 aprile si è tenuto il convegno organizzato da Antigone dal titolo "Che fine hanno fatto gli Stati Generali? Carcere e misure alternative: cosa è stato fatto, cosa non è stato fatto, cosa si poteva fare".
Ad un anno dagli Stati Generali dell'Esecuzione Penale abbiamo voluto discutere con i protagonisti di questa grande consultazione su cosa, di quanto prodotto dai tavoli tematici ha poi trovato seguito in materia di riforma dell'ordinamento penitenziario.
Oggi mettiamo a disposizione gli audio di tutti gli interventi che si sono succeduti durante il convegno.
La tortura è un crimine contro l'umanità ma non in Italia.
Ieri la conferenza dei capigruppo della Camera dei Deputati ha deciso che l'Aula esaminerà il ddl Tortura dal 26 giugno. Data fortemente simbolica dato che proprio il 26 giugno si celebra la giornata internazionale contro la tortura. Tuttavia, il testo che la Camera discuterà in quella data si allontana molto dall'articolo 1 della Convenzione delle Nazioni Unite. In Senato si è infatti tentato in tutti i modi di anestetizzare la fattispecie criminale al fine di renderla scarsamente applicabile nei confronti delle forze dell'ordine.
L'augurio è che il dibattito alla Camera sia migliore e più alto di quello ascoltato al Senato e che si possa arrivare ad avere nel nostro ordinamento il delitto di tortura nel rispetto dei contenuti dell'articolo 1 del Trattato Onu del 1984.