COMUNICATO STAMPA - “Il dibattito a cui si assiste in questi giorni relativamente ad una ulteriore modifica del regime della legittima difesa è surreale e pericoloso”. A dichiararlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.
La fattispecie in questione era sufficientemente definita nel codice Rocco, di era fasciata, che per quanto riguarda Antigone andrebbe modificato in senso meno repressivo e più garantista come tante commissioni ministeriali (Grosso, Nordio, Pisapia) hanno invano provato a fare. La legittima difesa ha quale presupposto il principio sacrosanto di proporzionalità tra azione e reazione. La destra al governo, Lega compresa, modificò l’articolo 52 del codice penale nel 2006 poco prima delle elezioni che perderà (a dimostrazione che questi temi non necessariamente portano facili consensi). Venne così allargata la possibilità di reazione legittima ai casi di pericolo di aggressione.
“A fronte di quella modifica non si vede che altro possa fare il legislatore - sottolinea Gonnella - se non liberalizzare l’omicidio”. “Legittimare la difesa fai da te è un attacco diretto alle forze dell’ordine che, evidentemente, non sono ritenute in grado di svolgere il proprio dovere. Oltretutto avere gente più armata non serve a rendere più sicure le città ma, al contrario, rende più insicuri tutti” dice ancora il presidente di Antigone. “Soffiare sul fuoco della legittima difesa è infatti un invito, neanche troppo velato, ad armarsi, situazione che può ben presto sfuggire al controllo anche di chi oggi promuove queste politiche”.
“È paradossale - sottolinea Gonnella - che mentre negli Stati Uniti si discuta di come porre un freno alla diffusione di armi in mano alle famiglie, in Italia si incentivi questa politica, oltretutto a fronte di un costante calo nei reati”.
Da alcune settimane è in corso la gara indetta dal ministero della Giustizia per la progettazione esecutiva di un carcere a Nola, in Campania.
Un provvedimento che vede la forte contrarietà di Antigone e della Fondazione Michelucci per la dimensione, il totale isolamento dalla città, la scelta della zona che presenta problemi di carattere idrogeologico e di inquinamento, nonché la vaghezza relativamente alle attività lavorative che saranno svolte e ai rapporti con il territorio su questo fronte.
Elementi che portano le due organizzazioni a sostenere come questo bando sia in aperto contrasto con le indicazioni provenienti dal rapporto conclusivo degli Stati Generali dell’esecuzione penale.
“La dimensione esorbitante prescelta, per una capienza regolamentare di 1.200 detenuti, che potranno realisticamente diventare 2.400 presenti essendo le celle progettate come singole, farebbe dell’Istituto nolano uno dei più capienti carceri in Italia e rischia di trasformare la Città Metropolitana di Napoli in un vero e proprio distretto del penitenziario, ad una prison valley all’italiana, in cui non sarà mai possibile attuare il delicato compito di reinserimento sociale che la Costituzione repubblicana attribuisce alla pena”. A dirlo è Alessio Scandurra, responsabile dell’Osservatorio di Antigone sulle condizioni di detenzione.
Cara amica e caro amico,
dopo l’elezione di Trump negli Stati Uniti il clima di intolleranza sta montando anche nel nostro Paese. Il Governo, piuttosto che approvare riforme di natura sociale, sta scivolando sul pericolosissimo terreno della sicurezza che altro non è che un attacco ai poveri e agli emarginati delle nostre società.
Con il Decreto in discussione proprio in questi giorni si conferiscono poteri di ordinanza ai Sindaci, ai Prefetti e i Questori che potranno prendersela con chi rovista nei cassonetti, con chi dorme nelle stazioni, con i tossicodipendenti, limitando la libertà personale e di movimento.
Inoltre, nonostante i reati siano in calo costante, il numero dei detenuti ha ricominciato a crescere a ritmi preoccupanti e la situazione di sovraffollamento che ci costò la condanna della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo si avvicina.
Su queste dinamiche soffia forte il vento del populismo penale che, con l’avvicinarsi delle elezioni, al grido di “sicurezza, sicurezza, sicurezza” mette a repentaglio il buon senso, la ragionevolezza, il garantismo, la solidarietà e anche la rule of law.
Antigone si oppone a questo scivolamento dei diritti:
COMUNICATO STAMPA - Sarebbero almeno tre (tutte francesi) le persone denunciate dalla Polizia di Stato per aver "somministrato senza autorizzazione cibo ai migranti, art. 650 c.p., contravvenendo ad un'ordinanza del Sindaco di Ventimiglia".
Il fatto è avvenuto lo scorso 20 marzo nella città ligure ed è stato segnalato oggi ad Antigone.
"Siamo di fronte al capovolgimento di ogni logica. Utilizzare il diritto per colpire e punire episodi di solidarietà non può avere e trovare alcuna giustificazione". A dichiararlo è Patrizio Gonnella (presidente di Antigone e della Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili).
A quanto abbiamo appreso i ragazzi sarebbero arrivati a Ventimiglia con una macchina carica di generi alimentari e avrebbero iniziati a distribuirli ai migranti presenti alla frontiera con la Francia. Dopo pochi minuti la polizia li avrebbe interrotti e condotti in caserma per identificarli, schedarli e denunciarli. Almeno uno di loro non avrebbe firmato la denuncia poiché nessuno era in grado di tradurre il documento e i contenuti dello stesso in francese.
ROMA, 24/03/2017
Il Decreto Sicurezza è stato approvato nei giorni scorsi alla Camera dei Deputati ed ora è al Senato dove dovrà essere convertito definitivamente. Come anticipato nei giorni scorsi stiamo continuando ad opporci a questo provvedimento in tutti i modi possibili e, anche dopo la sua approvazione definitiva continueremo a farlo, sia attraverso un'azione di advocacy diretta verso Governo, Parlamento e opinione pubblica, sia attraverso un'azione giudiziaria che punti a smantellare le disposizioni contenute nel Decreto.
Per farlo stiamo iniziando a raccogliere le ordinanze e gli atti che Sindaci, Prefetti e Questori stanno emettendo a seguito dei rinnovati poteri che questo provvedimento governativo gli ha concesso. Lo scopo è quello di costruire una banca dati e capire dove e come poter intervenire.
Per questo chiediamo a chiunque abbia notizia di uno di questi atti di segnalarcelo all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Questa sarà un'attività che ci vedrà impegnati nei prossimi mesi. Ti chiediamo di sostenerci in questa nostra lotta per i diritti. Qui puoi sapere come farlo.