COMUNICATO STAMPA - "Qualunque sia la durata del Governo alcune cose si possono fare comunque in tempi rapidissimi.
In primo luogo c'è da fare la riforma penitenziaria. Il testo approvato alla Camera prevede norme sull'accesso facilitato alle misure alternative, sui diritti degli stranieri e delle donne; prevede inoltre regole ad hoc per minori, diritti religiosi, diritto alla sessualità e alla salute. Ora è al vaglio del Senato.
Il ministero della Giustizia guidato da Andrea Orlando ha dato vita a una grande importante e qualificata consultazione sui temi penitenziari, coinvolgendo anche la società civile. Sarebbe un peccato non fare diventare legge molte delle proposte lì presenti. Chiediamo al ministro Orlando di prevedere una corsia privilegiata alla riforma penitenziaria.
In tempi altrettanto rapidi si può approvare con atto del Governo una norma che approvi il crimine di tortura. Ci vorrebbero pochi giorni se mai ci fosse la volontà politica. In questo caso ci appelliamo al ministro Orlando, al ministro Minniti e al presideNte incaricato Gentiloni".
ROMA, 13/12/2016
Negli ultimi giorni siamo stati in Romania nell'ambito di un progetto di cui siamo partner. L'occasione è stata utile anche per visitare la prigione di Timisoara e poter osservare le differenze tra il sistema carcerario rumeno con quello italiano.
Di seguito alcune informazioni sulla situazione di questo carcere.
L’istituto si presenta in buone condizioni, ma è angusto e assolutamente inadeguato al numero dei presenti. Molte celle misurano attorno ai 24mq, e contengono fino a 9 brande distribuite in tre letti a castello.
Altre, che misurano attorno ai 70mq, contengono fino a 28 brande. Le celle piccole hanno 1 bagno, in ambiente separato, quelle grandi 2. In tutte le celle non c’è nessuno spazio per muoversi, né ci sono tavoli o sedie.
COMUNICATO STAMPA - “Non si può parlare di rieducazione e risocializzazione dei detenuti se poi alle 15.30 il carcere si chiude ad ogni attività e alla comunità esterna”. A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente dell’Associazione Antigone, in riferimento al provvedimento adottato nel carcere di Rebibbia Nuovo Complesso di interrompere tutte le attività a partire dalle 15.30, a seguito dell’evasione di tre detenuti avvenuta qualche settimana fa.
“Fatte salve le legittime decisioni in materia di sicurezza – prosegue Gonnella – non è pensabile che oltre mille detenuti scontino problemi organizzativi e di organico dell’Amministrazione Penitenziaria”.
Tra le attività costrette a chiudere in anticipo c’è anche lo “Sportello per i diritti” dell’Associazione Antigone che svolge la propria attività nell’istituto e i cui volontari, lo scorso 18 novembre, sono stati invitati ad uscire in esecuzione del recente provvedimento.
COMUNICATO STAMPA - “Che votino Si o No l’importante è che i detenuti possano votare”. A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.
“Il voto è un diritto costituzionalmente garantito, per questo, proprio nel momento in cui i cittadini italiani sono chiamati a votare se accettare o meno la riforma della Costituzione, è necessario affermare ancora una volta i diritti in essa contenuti, attivando tutte le misure necessarie affinché i tanti detenuti senza interdizione possano esprimere la propria opinione” dichiara Gonnella.
Nelle ultime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio del 2013 i vontati furono complessivamente 3.426, pari a circa il 5,2% dei reclusi. La partecipazione alle elezioni precedenti, quelle del 13 e 14 aprile 2008 fu ancora più bassa, attestandosi al 2,4%, pari a 1.368 votanti. 3
Questi dati tuttavia tengono conto dei presenti e non degli aventi effettivamente diritto.
“Chiediamo all’Amministrazione Penitenziaria e alle Direzione delle carceri di attivarsi - conclude Gonnella - affinché ci sia informazione sul voto, sulla possibilità di votare e sulle procedure che i detenuti devono attivare per vedere garantito questo loro diritto”.
Ieri è scomparso Umberto Veronesi.
Nella sua vita aveva speso la sua autorevolezza per i diritti e le libertà civili occupandosi, tra i tanti temi, anche di carceri e di pena.
Aveva preso posizione infatti per l'abolizione dell'ergastolo e si era concentrato sul diritto alla salute dei detenuti che spesso, dietro le sbarre, aveva definito un optional.
Grazie Prof!