Nell'ambito del nostro osservatorio da aprile abbiamo girato diverse carceri italiane con le nostre videocamere. Insieme a noi c'era un giornalista di Repubblica.
Proprio insieme a questo giornale abbiamo realizzato un reportage dalle carceri. Attraverso una serie di puntate monotematiche racconteremo, attraverso le parole di detenuti, operatori e agenti della polizia penitenziaria cosa accade nelle prigioni italiane.
La prima puntata è dedicata all'ingresso in carcere. Dalla registrazione alle visite mediche: così si vive l'impatto con le sbarre.
Attraverso la campagna Partiamo da 20x20 vogliamo far sì che, entro il 2020, il 20% del bilancio dell'Amministrazione penitenziaria venga speso per il sistema delle misure alternative. La Commissione Bilancio in questi giorni sta lavorando all'esame della Legge di Stabilità 2017 e a breve scadranno i termini per la presentazione degli emendamenti che, come accade spesso nell'iter di approvazione, vanno a modificare i contenuti iniziali del disegno di legge.
Per questo abbiamo inviato a tutti i Deputati il documento relativo alla campagna chiedendo che vengano presentati emedamenti coerenti all'obiettivo di un cospicuo aumento dei fondi per le misure alternative.
"Vi vorremmo a nostro fianco nella campagna per la legalizzazione della cannabis" finalizzata ad "un cambio forte di paradigma sulle droghe". E' questa la richiesta lanciata dal presidente dell'Associazione Antigone, Patrizio Gonnella, alla platea del 21esimo congresso nazionale di Magistratura democratica in corso a Bologna.
"Vi vogliamo con noi - ha detto Gonnella durante il suo intervento - nelle campagne progressiste. Recentemente abbiamo fatto un sit-in in Parlamento che ha visto la vostra adesione per introdurre il reato di tortura nel codice penale. Si tratta dell'unico reato che ha un obbligo di natura costituzionale. Vi vogliamo al nostro fianco sempre piu' forti in questa campagna".
Il presidente di Antigone, associazione "per i diritti e le garanzie nel sistema penale" a cui aderiscono prevalentemente magistrati, operatori penitenziari, studiosi, parlamentari, ha poi citato il progetto legato alla nascita di una struttura che si occupi di "un contenzioso strategico" per le liberta' civili.
"Abbiamo bisogno di voi - ha detto Gonnella riferendosi ai giudici di Md - per far fare progressi ad una legislazione che, prigioniera di una politica molto debole, passi in avanti non ne fa. Come societa' civile - ha concluso -abbiamo bisogno di una magistratura democratica e progressista".
Fonte: Corrierequotidiano.it
Bologna, metà anni 90: dai servizi territoriali sulle dipendenze vengono intrapresi i primi programmi di riduzione del danno in Italia, la città diventa oggetto di studi da parte di altri paesi europei per le politiche adottate nella prevenzione dall'abuso di stupefacenti. Siamo appena dopo il 1993, quando il referendum abrogativo elimina le sanzioni penali sul consumo. Si inizia a parlare di strategie di superamento del proibizionismo e di nuovi modelli di intervento sulle dipendenze. Bologna, 2016: il clima che si respira in città, in termini generali, è caratterizzato dall’ennesima riproposizione di “allarme sicurezza”. Dentro questa cornice si collocano l’utilizzo accentuato di misure di prevenzione contro le forme del dissenso politico, gli sgomberi delle occupazioni abitative (si pensi a quello recentissimo in Via Mario de Maria, dove decine di famiglie sono state rimosse con un’azione di polizia di stampo militare), pratiche e retoriche di gestione della marginalità urbana che rimandano a soluzioni di impronta repressiva e proibizionista.
In questo clima si inseriscono le dichiarazioni rese al Resto del Carlino Bologna (27 ottobre 2016) dalla Presidente dell’ufficio Gip di Bologna, che promuove “un’impostazione innovativa”, “al momento […] isolata”, che prevede la contestazione della circostanza aggravante dell’aver ceduto stupefacenti davanti a una scuola, al fine di poter applicare la custodia cautelare in carcere nei confronti degli spacciatori che operano in zona universitaria. Costoro, in base alle leggi vigenti, sarebbero altrimenti giudicati a piede libero.
COMUNICATO STAMPA - Carcere/Ivrea. Gonnella (Antigone): “Si indaghi attorno alle denunce di violenza nei confronti di detenuti”
“Chiediamo alla magistratura e all’Amministrazione Pentitenziaria di indagare, nel più breve tempo possibile, attorno alle denuncie di violenze nei confronti di detenuti nel carcere di Ivrea.
Già in passato ad Antigone erano arrivate denunce di violenze da questo carcere per le quali eravamo stati in visita più volte, in particolare nel reparto di isolamento, disposizione di cui si è fatto un grande utilizzo all’interno dell’istituto.
Durante una delle recenti visite avevamo anche registrato un clima generale piuttosto teso.
Non molto tempo fa - e precisamente nell’aprile del 2016 - il Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura in visita in Italia aveva deciso di recarsi per l’appunto nel carcere di Ivrea, al fine di verificare le condizioni detentive di quell’istituto e, in particolare, di quello che accadeva proprio in isolamento. In quell’occasione esponenti di Antigone sono stati auditi dagli ispettori di Strasburgo.
Infine ricordiamo che per altri episodi analoghi Antigone, tramite il suo difensore civico Simona Filippi, aveva già presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Ivrea”.