Cara amica e caro amico,
nel 2016 Antigone ha compiuto 25 anni. Le cose fatte nel corso di questo quarto di secolo per difendere i diritti di tutti – dentro e fuori le carceri – sono davvero tante ed importanti.
A tutela della nostra indipendenza non accettiamo finanziamenti pubblici.
Per questo motivo il supporto delle persone che condividono i nostri valori e le nostre battaglie è da sempre fondamentale e necessario.
Non si può fermare la primavera e noi continueremo ad impegnarci affinché la primavera dei diritti non ceda mai il posto all'inverno di chi vorrebbe negarli o tornare indietro.
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Antigone/Tortura. Asti: CEDU rifiuta la composizione del Governo. Si andrà a sentenza.
La Corte europea dei diritti umani ha respinto la richiesta del Governo di composizione amichevole nel caso dei due detenuti torturati nel carcere di Asti, decidendo di andare a giudizio e valutare nel merito la questione.
Il caso ebbe inizio nel 2004 quando i due detenuti vennero denudati, condotti in celle di isolamento prive di vetri nonostante il freddo intenso, senza materassi, lenzuola, coperte, lavandino, sedie, sgabello. Gli venne razionato il cibo, impedito di dormire, furono insultati e sottoposti nei giorni successivi a percosse quotidiane anche per più volte al giorno con calci, pugni, schiaffi in tutto il corpo e giungendo, nel caso di uno dei due, a schiacciargli la testa con i piedi.
Cannabis/Antigone. La Consulta rigetta il ricorso sulla coltivazione ad uso personale. Le dichiarazioni di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone
La Corte Costituzionale ha oggi respinto il ricorso in merito al trattamento sanzionatorio per la coltivazione della cannabis per uso personale. Con questa decisione si conferma la disparità tra chi autocoltiva, rischiando una condanna penale, e coloro che acquistano dal mercato nero, per i quali è prevista una sanzione amministrativa.
Nell'attesa di leggere le motivazioni della sentenza la via maestra è quella legislativa. Vogliamo un Parlamento e un Governo che sulla scia degli Stati Uniti cambino la politica sulle droghe e vadano verso la decriminalizzazione, la depenalizzazione e la legalizzazione.
Solo così avremo meno consumi e garantiremo il diritto alla salute, togliendo potere e soldi alle mafie. Soldi da poter reinvesitere nel welfare.
Roma, 09/03/2016
Droghe/Antigone. Domani la Corte Costituzionale si dovrà pronunciare sulla coltivazione ad uso personale. Gonnella: "Ci auguriamo favorisca un cambio di politiche"
Domani la Corte Costituzionale sarà chiamata a pronunciarsi sul fatto che alcune condotte propedeutiche al consumo di cannabis, relativamente alla coltivazione ad uso personale, saranno o meno ancora reato. La questione nasce dalla Corte di Appello di Brescia che, con una propria ordinanza, ha posto alla Corte Costituzionale «la questione di legittimità costituzionale delle disposizioni dell'art. 75 D.P.R. n. 309/90, nella parte in cui escludono tra le condotte suscettibili di sola sanzione amministrativa, qualora finalizzate al solo uso personale dello stupefacente, la condotta di coltivazione di piante di cannabis, in relazione ai principi di ragionevolezza, uguaglianza e di offensività, quali ricavabili dagli artt. 3, 13, comma secondo, 25, comma secondo e 27, comma terzo, Carta Cost.».
Regeni. Antigone e CILD: autorità italiane pongano in essere atti di maggiore impatto politico
Un mese fa veniva ritrovato il corpo senza vita di Giulio Regeni. Ad un mese di distanza la verità sulla morte del ricercatore italiano è ancora lontana dal venire alla luce. Le autorità egiziane hanno più volte dato versioni a cui è difficile credere, soprattutto dalle evidenze che il corpo martoriato di Giulio porta con sé. Si è parlato di un incidente d’auto, poi di un collega invidioso, di un'amante tradita, di uno spacciatore di droga non pagato. Per ultima l’ipotesi del terrorismo internazionale che, per minare i rapporti tra Italia ed Egitto, avrebbe scelto Giulio come vittima.
Quello che sappiamo di certo è che Giulio è stato torturato, forse per avere da lui delle informazioni. Secondo il medico che avrebbe eseguito l’autopsia – smentito dalla procura che sta seguendo l’indagine – con il metodo dei “servizi egiziani”.