Continuiamo con le nostre guide ai programmi elettorali sui temi della giustizia penale. Dopo aver analizzato i programmi di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Centrodestra, oggi è la volta della lista +Europa - Con Emma Bonino, che alle tematiche di nostro interesse dà grande spazio.
Come tutti gli altri programmi, anche quello di +Europa parte dalla constatazione che la giustizia italiana è lenta, ingolfata e spesso inefficiente, come dimostrano i dati sulla scarsa fiducia accordata dai cittadini al sistema giudiziario (il 29% della popolazione italiana si fida della macchina giudiziario, contro una media dei paesi OSCE del 54%). Tra le ragioni del malfunzionamento generale, molte hanno a che fare con la privazione della libertà personale.
di Susanna Marietti, da il manifesto del 24 febbraio 2018
Colpo di scena nella storia della tentata riforma carceraria. Al Consiglio dei ministri dello scorso giovedì ci si aspettava che si discutesse dell’unico decreto che aveva già ricevuto i pareri delle Commissioni competenti di Camera e Senato, per il quale i tempi di approvazione potevano essere vicinissimi anche nel caso – auspicabile – che il Governo non avesse voluto recepire del tutto tali pareri. Invece quel decreto non si è visto.
Ne sono comparsi però altri tre, relativi a un numero inferiore di punti di delega, che a pochi giorni dal voto hanno appena cominciato il loro iter.
Cosa ci perderemo se il primo decreto non vedrà una coraggiosa accelerazione?
"Va aiutato dai servizi territoriali di Latina. Va fatto uscire dal carcere. Non si può aspettare ancora. Da oltre tre mesi A.C., ragazzo di 24 anni, continua ad essere trattenuto senza titolo presso la Casa di Lavoro di Vasto e le sue condizioni sono ogni giorno più gravi. Va dato immediato seguito al provvedimento del magistrato di Sorveglianza che lo scorso 7 dicembre aveva preso atto dell'assoluta incompatibilità del giovane con il regime penitenziario".
A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, tornando sul caso del giovane che, malato psichiatrico affetto da una forma di epilessia cronica e da una gravissima schizofrenia paranoide, nonché da disturbi di personalità, ha visto le sue condizioni di salute peggiorare da quando è stato condotto presso la Casa di Lavoro.
Dopo aver analizzato i programmi di Movimento 5 stelle e Centrodestra, oggi ci occuperemo del Partito Democratico. Trattandosi del principale azionista dell'attuale maggioranza, la nostra analisi prenderà in largo conto le politiche attuate nell'ultima legislatura. Non essendo stato dato nel programma elettorale ampio spazio alle questioni da noi affrontate, riteniamo che le politiche messe in campo negli ultimi anni potranno costituire il solco in cui il Partito intenderà muoversi anche nel futuro.
La riforma dell'ordinamento penitenziario
Nella piccola parte di programma dedicata alla giustizia si parla soprattutto carcere. Le priorità indicate sono: attuazione della riforma dell'ordinamento penitenziario, finalità rieducativa della pena, misure alternative, formazione e lavoro. La riforma è il punto più sostanzioso. Nonostante si parli di attuazione, non è ancora stata approvata e rischia fortemente di non esserlo.
"C'è bisogno della riforma penitenziaria che cambi la legge del 1975, che faciliti l'accesso alle misure alternative, che consenta di rendere la vita in carcere una vita dignitosa e più vicina alla vita normale. C'è bisogno di nuove norme sulla salute fisica e psichica. Troppe persone soffrono oggi in carcere senza possibilità di avere una chance di supporto. C'è bisogno di una legge che tenga conto che sono passati 43 anni dal 1975 e da allora tutto è cambiato. Per questo ci siamo rivolti al Presidente del Consiglio Gentiloni a cui abbiamo chiesto di portare nel Consiglio dei Ministri di domani il decreto legislativo di riforma dell'ordinamento penitenziario". A dichiararlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.
Dopo una flessione nel numero dei detenuti seguita alla sentenza Torreggiani, con la quale la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo condannò l'Italia per trattamenti inumani e degradanti, negli ultimi tre anni si è assistito ad un aumento costante delle presenze in carcere. Si è infatti passati dai 53.889 detenuti del gennaio 2015 ai 58.087 di gennaio 2018. La riforma dell'ordinamento penitenziario, che contiene importanti novità in particolare sulle misure alternative alla detenzione, darebbe l'opportunità di tornare a far calare gli attuali numeri e questo avrebbe positive ripercussioni sulla vita penitenziaria.