Il prossimo 12 marzo, a Roma, presso la Casa Internazionale delle Donne, presenteremo il volume "L’esecuzione penale delle donne: temi, ricerche, prospettive", curato da Costanza Agnella e Susanna Marietti.
Interamente consultabile qui, si inserisce nel quadro della risalente riflessione portata avanti dall'associazione Antigone sulla detenzione delle donne. Alle molte ricerche e analisi prodotte nel tempo dall'associazione, si è aggiunto nel 2023 il Primo Rapporto sulle donne detenute in Italia dal titolo "Dalla parte di Antigone".
L'elaborazione del tema della detenzione femminile, da sempre trascurato a causa dei piccoli numeri che comporta, è fondamentale per affrontare problemi sociali complessi che riguardano l'universo delle donne e vanno oltre lo stretto orizzonte carcerario.
L'incontro sarà introdotto da Costanza Agnella, Università di Torino, coordina Susanna Marietti, Coordinatrice nazionale Antigone e ne discuteranno Tamar Pitc, già Professoressa di Filosofia e Sociologia del Diritto all‘Università di Perugia; Cecilia D'Elia, Senatrice, vicepresidente commissione femminicidio; Grazia ZuffaA, Presidente Società Della Ragione e componente CNB.
Ieri una delegazione di Antigone, guidata dal Presidente dell'Associazione Patrizio Gonnella, è stata ricevuta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A lui va il nostro ringraziamento per le parole e la sensibilità dimostrate sul tema delle carceri.
Qui il comunicato del Quirinale: https://www.quirinale.it/elementi/107862
È Online il calendario dei colloqui di selezione per il progetto bando SCU 2023 "La tutela dei diritti delle persone private della libertà 2024".
I colloqui di selezione si terranno i giorni 25-26-28 marzo e i giorni 4-8 aprile, presso la sede di Antigone, in via Monti di Pietralata 16, Roma. Per scoprire il giorno e l’orario di convocazione, i candidati sono pregati di consultare il calendario, disponibile qui.
Come previsto dal bando, la pubblicazione del calendario avviene almeno dieci giorni prima della data di convocazione e vale come notifica della convocazione.
Nel rispetto della privacy, si è scelto di non pubblicare il nominativo dei candidati, ma il numero di riferimento domanda, che è possibile trovare in alto a sinistra su ogni domanda generata dal sistema, al momento della presentazione della propria candidatura.
Per eventuali supporti, scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Ricordiamo che i colloqui di selezione sono possibili solo in presenza, così come il progetto richiede la presenza a Roma durante tutto il periodo di svolgimento.
«Il governo è al lavoro per modificare il reato di tortura adeguandolo ai requisiti previsti dalla convenzione di New York». Sono queste le parole del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante il question time alla Camera. Il ministro, nell’annunciare l’ennesimo disegno di legge governativo sui temi della sicurezza, ha affermato che sarebbe un problema solo tecnico e che intende adeguare la normativa italiana a quella Onu, allo scopo di meglio specificare le condotte incriminate e limitare le responsabilità di chi commette atti violenti ai soli casi nei quali vi sarebbe una intenzionalità specifica.
NO, MINISTRO NORDIO, la questione non ha nulla di tecnico. Non è qualcosa che ha a che fare con le disquisizioni salottiere di legulei raffinati. La questione è solo ed esclusivamente politica, al limite culturale o umanitaria. Mettere mano oggi al delitto di tortura, la cui approvazione risale non alla notte dei tempi ma al 2017, significa dare un messaggio di impunità a tutti coloro che si nutrono di violenza. Significa dare ragione a chi pensa che le forze dell’ordine necessitino delle mani libere. Significa rispondere alle richieste dei sindacati autonomi di Polizia che hanno sempre criticato la legge in vigore contro la tortura. Significa non tenere conto che la parola tortura ha finalmente fatto ingresso nelle Corti, dalla porta principale. Significa purtroppo non rispettare le vittime di tortura che attendono giustizia da anni. Significa mettere a rischio processi come quello per i pestaggi e le mattanze di Santa Maria Capua Vetere o di Reggio Emilia, dove le immagini hanno mostrato il volto brutale della violenza.
“Oltre il limite”. E' questo il titolo del Report 2023 di Antigone Marche che è stato presentato oggi a Jesi durante un Convegno sulla condizione delle carceri marchigiane. Il documento descrive la situazione preoccupante per i sei istituti della regione, partendo dai dati, dalle storie e dallo sguardo dei volontari che hanno portato avanti le varie attività nel corso dell'anno passato con l'Osservatorio sulle condizioni di detenzione, i tre Sportelli tutela diritti e le tante iniziative di sensibilizzazione e informazione sul territorio.
Inoltre, il centro del report è dedicato a un focus specifico sulle carenze sul piano sanitario, con un'analisi della situazione delle persone detenute affette da dipendenze patologiche e delle tipologie di trattamento elargito e ospita anche un approfondimento sull'emergenza sanitaria dei migranti nei Cpr.