La Sezioni unite della Cassazione hanno ribadito un principio sacrosanto, ovvero che chi ha subito gli eccessi di pena previsti dalla legge Fini-Giovanardi deve ora ottenere un ricalcolo della pena stessa.
Va ricordato che quella legge è stata responsabile della tragedia del sovraffollamento penitenziario italiano, fra le cause principali della condanna che l’Italia ricevette dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Ha rovinato vite di giovani buttati in carcere per pochi grammi di cannabis. Una legge che era fra le più repressive in tutta Europa.
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale dello scorso anno e dopo la sentenza odierna della Suprema Corte di Cassazione, bisogna immediatamente aprire una nuova stagione legislativa che, con coraggio, depenalizzi e decriminalizzi la vita dei consumatori di droga.
E’ arrivato il momento per affrontare una scelta di legalizzazione che, tra le altre cose, rappresenta l’unica via per sottrarre ricchezza e potere alla criminalità organizzata.
Un patrimonio librario composta da circa 2000 volumi sul tema del carcere e dell'amministrazione della giustizia penale, è stato donato dall’Associazione Antigone alla Biblioteca Norberto Bobbio dell’Università di Torino. I volumi tracciano la storia del sistema carcerario del nostro Paese nell’epoca repubblicana (sistema che quest’anno celebra il quarantennale della riforma dell’ordinamento penitenziario). In questo modo, la Biblioteca Norberto Bobbio avrà a disposizione un patrimonio librario sul tema carcere che non ha riscontri di pari qualità e quantità in Italia e si colloca tra i più qualificati a livello europeo.
"Il nostro intento - ha dichiarato Patrizio Gonnella, presidente Associazione Antigone, durante la presentazione avvenuta stamattina al Campus Luigi Einaudi – è quello di valorizzare i volumi e metterli a disposizione di una utenza che li sappia usare, creando per un ambito di studio fondamentale. Il patrimonio librario, grazie all’Associazione Antigone, sarà arricchito ogni sei mesi".
Guardiamoci Dentro – Convegno nazionale mercoledì 25 e giovedì 26 febbraio 2015
Le ragioni di una riflessione sul carcere in Italia
La nostra Costituzione, all’articolo 27, afferma che la pena non deve rappresentare soltanto una sanzione bensì deve tendere alla riabilitazione. La pena è dunque in funzione del recupero – o dell’assunzione – di responsabilità individuale e sociale. È questa una condizione indispensabile per rinsaldare il rapporto con la società: Gherardo Colombo ne “Il perdono responsabile”, sostiene che la sofferenza imposta insegni ad obbedire “ma chi obbedisce non è psicologicamente, se non giuridicamente, responsabile delle proprie azioni (ne è responsabile chi dà l’ordine). La pena, quindi, anziché creare responsabilità, la distrugge”. Una pena che non favorisca l’assunzione di responsabilità non assolve alla funzione riabilitativa prevista dalla Costituzione.
Il convegno “Guardiamoci dentro” intende declinare questo tema, in diverse accezioni, partendo da un primo esame che verrà effettuato in quattro gruppi di lavoro.
Per il programma completo con luoghi e orari clicca qui.
Per quanto riguarda la giornata del 26 febbraio ci sarà una web live che sarà possibile seguire dai siti: http://www.compagniadisanpaolo.it/ e http://guardiamocidentro.compagniadisanpaolo.it
Oggi, domani e domenica saremo presenti con un nostro stand a Canapa Mundi, Fiera che si tiene a Roma al Palacavicchi. Nelle giornate di Sabato e Domenica, a partire dalle ore 16.00, attiveremo anche uno sportello legale cui ci si potrà rivolgere per avere delucidazioni dal punto di vista normativo su tutte le questioni attinenti alla cannabis.
Domani, inoltre, parteciperemo ad un incontro dal titolo "Costi e conseguenze del proibizionismo" che si terrà alle ore 15.00.
A questo link l'opuscolo che stiamo distribuendo al nostro stand.
Ulteriori informazioni sulla Fiera nel sito ufficiale (www.canapamundi.com).
Vi aspettiamo!
di Stefano Anastasia (Presidente onorario di Antigone)
Il Ministro Orlando ha giustamente risposto in senso affermativo alla richiesta che gli è venuta da più parti, e principalmente dalla redazione di Ristretti orizzonti, di fare degli annunciati Stati generali sulle pene e sul carcere un’occasione di confronto anche con i diretti interessati, i condannati e le condannate, i detenuti e le detenute che vivono direttamente tale condizione e che possono offrire un punto di vista non solo “diverso”, ma essenziale, anzi – meglio – imprescindibile alla comprensione dei problemi e dei limiti del nostro sistema penitenziario.
Ciò detto, vorrei spezzare una lancia anche a favore della interlocuzione diretta con una realtà come quella di Ristretti.