ROMA - Si ritrovavano su via del Trullo aspettando che qualche vittima passasse delle loro parti. Dopo averla individuata chiedevano soldi, in molti casi solo pochi spiccioli. "Se non ci dai cinque euro da qui non passi", dicevano agli extracomunitari. E chi si rifiutava veniva malmenato e rapinato. Così agiva la banda a cui appartenevano i cinque ragazzi arrestati questa mattina dai carabinieri di Roma e che per alcuni mesi, dall'estate fino alla fine di ottobre, ha terrorizzato con intimidazioni e pestaggi i tanti immigrati che vivono nella zona del Trullo, periferia sud-est della capitale.
La banda era composta da undici ragazzi, tutti tra i 16 e i 21 anni. Cinque gli arrestati (alcuni con precedenti per rapina e aggressioni) tra cui due minorenni, denunciati gli altri. Per loro l'accusa è di lesioni, minacce e rapina con le aggravanti della discriminazione e dell'odio razziale.
Secondo gli inquirenti, si tratta di bulli senza fini politici, spesso cresciuti in contesti sociali difficili. Ragazzi che trascorrevano le giornate tra i bar della zona, una periferia degradata fatta di palazzine in cemento e abitata per lo più da extracomunitari.
Il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha ringraziato i carabinieri per il lavoro svolto auspicando che "una volta accertati i reati di cui questi ragazzi si sono macchiati, si possa procedere in tempi brevi ad una condanna esemplare".
I carabinieri hanno ricostruito almeno cinque episodi di violenza ma potrebbero essere molti di più. Le vittime non denunciavano i loro aggressori perché spesso non avevano il permesso di soggiorno in Italia. "Avevano paura di essere espulsi e quindi erano costretti a subire silenziosamente i soprusi e le minacce della banda", spiegano gli investigatori.
Quelle messe in atto erano azioni di pura sopraffazione, come nel caso di un barista romeno pestato violentemente perché si era rifiutato di "offrire" ai ragazzi delle birre gratis.
La banda prendeva di mira anche donne, come nel caso di una ragazza guatemalteca, avvicinata sempre in via del Trullo e che, dopo una richiesta di denaro, era stata malmenata e rapinata. Secondo i carabinieri, gli arrestati non appartengono ad alcun movimento di estrema destra. Spesso, per colpire le vittime, usavano i caschi da moto.
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