"Sebbene non vi sia un obbligo generale di liberare una persona detenuta per motivi di salute, in certe situazioni il rispetto dell’articolo 3 della Convenzione Europea dei diritti dell'uomo, che...
Il sistema carcerario dell’Emilia-Romagna si trova ad affrontare una fase critica, segnata da sovraffollamento, condizioni strutturali precarie e un drammatico aumento dei suicidi. Lo evidenzia il report della nostra sede regionale...
Oggi alla Camera dei Deputati si terrà un dibattito straordinario sulla situazione del sistema penitenziario italiano. Erano ormai mesi che chiedevamo che il Parlamento rimettesse al centro del dibattito politico...
"È assolutamente necessario che si discuta ai più alti livelli e in Parlamento di quanto sta accadendo nelle carceri e si prendano decisioni che portino il sistema nella legalità. Siamo...
È online il calendario dei colloqui di selezione per il progetto bando SCU 2024 “La tutela dei diritti delle persone private della libertà 2025”. I colloqui di selezione si terranno i...
Arriva a Bari il progetto “Nessuno escluso”, programma nazionale per sensibilizzare la comunità penitenziaria sulla cultura giuridica e costituzionale, a cura di Ministero della Giustizia - Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giuffrè...
10-01-2025 - Non poteva iniziare peggio il 2025, con 5 decessi nelle carceri della regione. I fatti sono ormai noti: il 7 gennaio 2025 si è verificato nell’istituto di...
Due giorni di riflessioni culturali, giuridiche, politiche e sociali sul carcere. A 50 anni dall'approvazione della legge penitenziaria in vigore, questo evento rappresenta un'occasione per fare il punto su un...
Davanti alla difficoltà di implementazione del Protocollo Italia-Albania (con il quale si prevede che i migranti soccorsi dalle autorità italiane in mare vengano trasferiti in Albania per l'identificazione e la valutazione...
"Se anche nei prossimi 3 anni il governo riuscisse a dotare la capienza delle carceri di 7.000 nuovi posti, come dichiarato dalla Presidente Meloni, avremo comunque, ad oggi, almeno altre...
È ufficialmente aperto il bando Servizio Civile Universale per la selezione di operatori volontari! Scopri il nostro progetto “La tutela dei diritti delle persone private della libertà 2025”, che vede la...
Il 23 dicembre è morta l'ultima persona in carcere, la 244esima di questo drammatico 2024 (di cui 88 morte suicide). La morte è avvenuta nel carcere di Sollicciano, uno di...
"Il 2024 delle carceri ci sta lasciando drammatici record, quello dei suicidi, quello delle morti in carcere, e una crescita della popolazione detenuta così sostenuta da provocare, già oggi, una...
"Dopo l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), che già nei mesi scorsi aveva espresso grandi critiche per i contenuti del DDL Sicurezza, stavolta è il Commissario...
Violenze fisiche, forme di scherno e umiliazione nei confronti di persone con disturbi psichici, secchiate di acqua e urina lanciate nelle celle anche in piena notte, frasi offensive condite da...
"Quanto emerso in queste ore relativamente a quello che è accaduto nel carcere di Trapani, dove 46 persone sono indagate per vari reati, tra cui quello di tortura, segnala ancora...
di Patrizio Gonnella su il manifesto del 16 novembre 2024 “Far sapere ai cittadini chi sta dietro questo vetro oscurato, come noi non lasciamo respirare chi sta dietro questo vetro oscurato”...
Il disegno di legge sicurezza rappresenta il più grande attacco alla libertà di protesta della storia repubblicana. Così lo abbiamo definito, guardando alle norme che introduce e ai comportamenti che...
Quei 119 spariti dalla Polonia e adesso scomparsi in Puglia
di GIULIANO FOSCHINI e LORENZA PLEUTERI
BARI - Pawel è in posa. Storte, a riempirgli la faccia, due lenti da secchione. Quella di Leszek , invece, sembra una foto segnaletica. Teresa in una altra istantanea abbraccia la figlia, forse la nipote: è un giorno di festa, porta i capelli con la piega appena fatta, un giro di perle, un vestito rosso. Pawel, Leszek e Teresa sono cittadini polacchi. Le loro facce e i loro nomi da venerdì sono sul sito Internet della polizia polacca, insieme a quelle di 116 connazionali. Non sono latitanti. Non sono delinquenti. Sono scomparsi. Centodiciannove donne e uomini che dal 2000 al 2006 hanno lasciato la fame e la miseria delle regioni del sud della Polonia, sono sbarcati in Italia per fare i braccianti o le badanti e sono spariti. Inghiottiti dal nulla. Ora, con l'appello e con le schede on line, li cercano gli investigatori della policja di Varsavia, i parenti, gli amici, i diplomatici. In Puglia, soprattutto. Provincia di Foggia, tavoliere, terra di pomodori e di caporali.
È lì, in particolare, che gli uomini e le donne polacche, reclutati in patria con annunci trappola, erano stati indirizzati da agenzie e intermediari con promesse di un lavoro decente e di guadagni sicuri. È lì, ed è più di una ipotesi, che molti di loro sono finiti a vivere da schiavi. Umiliati. Picchiati selvaggiamente. Torturati. E forse anche uccisi o lasciati morire. La Direzione distrettuale antimafia e i carabinieri del Ros di Bari, chiusa a luglio una prima inchiesta su sfruttati e sfruttatori, in questi giorni stanno indagando su quindici morti "anomale": quattordici polacchi e un lituano trovati senza vita - strangolati, bruciati, investiti, affogati - all'interno del triangolo del pomodoro rosso, lo stesso che sembra aver inghiottito i desaparecidos.
"Le proprie famiglie non hanno cancellato i ricerchi" scrive in un italiano tenero e stentato la polizia polacca, parlando di Piotr, Ilona, Ewa, Zoltan, Bogumila, Pawel e via elencando. "Chiunque sappia il luogo del loro presente soggiorno, viene pregato di informare la questura più vicina". Alla questura di Foggia, dove per mesi le denunce di scomparsa hanno preso polvere, così come nelle piccole caserme dei carabinieri di provincia, si sono finalmente messi al lavoro: la Mobile ha cominciato un controllo incrociato tra la lista pubblicata su Internet, le banche dati, le informazioni contenute in operazioni di servizio. Ma non è semplice cercare gli invisibili.
Lo sanno anche a Varsavia. Dove, per fermare una strage ufficialmente senza morti e per non dover aggiornare continuamente il sito, i detective hanno cominciato a lavorare anche sulla prevenzione. Sulla home page, prima delle foto dei desaparecidos, c'è il vademecum per non diventare schiavi in quella terra promessa chiamata Italia: non trattare con gli sconosciuti che si offrono come intermediari; non fidarsi degli annunci pubblicati sui giornali da privati; rivolgersi soltanto alle agenzie di collocamento riconosciute e chiedere sempre l'indirizzo e il numero di telefono del datore di lavoro; esigere sempre da lui un contratto scritto e soprattutto accettare soltanto impieghi legali, con contratti scritti. E ancora: portare e nascondersi addosso un minimo di soldi per essere in grado di fuggire e di tornare a casa, se le cose si dovessero mettere al peggio.
Le croci polacche piantate nella Spoon river del Tavoliere sono già troppe. Cesar, scappato dalla fame, in Puglia c'è venuto a morire. Così Dariusz, Lezek, Czeslaw. E Slamovit, classe '61, bracciante per forza, come quasi tutti gli altri. Lo trovarono bruciato, il 2 luglio 2005, dentro l'ex macello di Stornara. I carabinieri dissero che era morto per caso, un incidente, aggredito dalle fiamme appiccate dai contadini per bruciare stoppie all'esterno del vecchio edificio. Ma il passaporto poggiato sul suo corpo, carbonizzato, devastato dalle fiamme, era integro, intatto.
E scenari inquietanti sono emersi anche dalle intercettazioni dell'operazione chiusa a luglio. Un caporale dell'Est specializzato in braccianti polacchi, arrabbiato perché due dei suoi schiavi erano riusciti a scappare, al telefono annunciava alla fidanzata: "Andrò in campagna. Non gli permetterò di comportarsi così. Ho detto che oggi ne ammazzo uno o due come esempio. Sono andato dal padrone. Mi ha riferito che due se ne sono andati con degli zaini. Ho preso in prestito due coltelli. Li ho sempre nella mano. Due coltelli, carini. Vado e ne ammazzo almeno due in campagna. Io oggi devo fare ordine in campagna".