Free cookie consent management tool by TermsFeed Policy Generator Non estradare Paolo Iodice, detenuto gravemente malato

Non estradare Paolo Iodice, detenuto gravemente malato

8364382142 fcbe016a65 oDetenuto italiano che vive con la bombola d’ossigeno ed è in gravi condizioni di salute rischia l’estradizione in Albania. Antigone chiede di sospendere l’esecuzione del provvedimento

Paolo Iodice, detenuto presso la casa circondariale di Regina Coeli a Roma, rischia l’estradizione in Albania dove deve scontare una pena di quattro anni perché ritenuto colpevole dei reati di traffico di veicoli e falso documentale. Il suo stato di salute è tuttavia molto grave e l’esecuzione del provvedimento di estradizione potrebbe provocare danni irreversibili. Per tale motivo Antigone ha chiesto alle autorità italiane di sospendere il provvedimento a tutela della sua salute e della sua stessa vita.

Il signor Iodice è affetto da numerose e gravi patologie (obesità, insufficienza respiratoria in trattamento con macchina produttrice di ossigeno, ipertensione polmonare secondaria, cardiopatia ipertensiva, opertensione arteriosa), che lo obbligano a continue visite mediche ed esami, nonché lo costringono a sottoporsi a cure salvavita, tra le quali l’ossigenoterapia domiciliare e l’assunzione continua di farmaci. La gravissima ipertensione arteriosa di cui soffre, infatti, se non ben controllata ne aumenta in maniera esponenziale il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari significative.

Motivi di salute resi evidenti anche dal primo trasferimento del signor Iodice dal carcere di Arezzo a quello di Sollicciano, dotato di un centro clinico attrezzato, nonché il ricovero sempre presso il centro clinico del carcere romano di Regina Coeli.

E’ evidente che il solo viaggio Italia-Albania comporti un concreto rischio per l’incolumità fisica del sig. Iodice. Inoltre il sistema albanese non assicura standard avanzati nelle cure sanitarie.

Consegnare Paolo Iodice alle Autorità Albanesi in questo momento potrebbe significare sacrificare la vita di un nostro concittadino.
Per questo chiediamo che sconti la sua pena in Italia.

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