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Pubblicato Lunedì, 03 Dicembre 2007
Immigrati
«Decreto flussi, ci vuole sorteggio»
Cinzia Gubbini
Roma
Da oggi il decreto flussi per assumere 170 mila lavoratori stranieri sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Ma tra le associazioni e gli immigrati le preoccupazioni sono molte: se da un lato la nuova modalità telematica azzera i noti ostacoli dell'invio dei moduli alle Poste, altri se ne pongono. Tanto che la proposta è una: se decreto flussi deve essere, che il governo si decida a fare un sorteggio. In che senso? Come tutti sanno il decreto flussi stabilisce quanti lavoratori stranieri per quest'anno potranno entrare in Italia. Gli anni scorsi il sistema era micidiale: nessuno sapeva quando sarebbe uscito il decreto in Gazzetta, e dal giorno dopo scattava l'ora x. Una vera e propria gara di resistenza. Quest'anno il governo ha giocato la carta di internet, e, soprattutto, della trasparenza sulle date. Tutti sanno che il decreto sarà pubblicato oggi e che i moduli potranno essere inviati dal 15 dicembre (per le quote «privilegiate» come albanesi e marocchini), il 18 dicembre per i lavoratori domestici e il 21 dicembre per le altre categorie. Dunque, c'è tutto il tempo per studiarsi bene moduli e software, con l'eliminazione delle terribili file davanti agli uffici postali, nonostante le code siano destinate a rimanere: solo a ieri a Suzzara (provincia di Mantova) la Camera del Lavoro - tra le associazioni accreditate per fare consulenza ai datori di lavoro e agli immigrati - contava 400 persone in fila per prendere un appuntamento. Ma il punto è che l'ora x rimane. Alle 8 di mattina dei giorni predisposti migliaia di persone saranno davanti ai computer per premere «invio». «E bisogna considerare il digital divide del territorio: chi ha la banda larga e chi no, per esempio. Senza contare che il privato che invia il modulo da casa avrà molte più possibilità di arrivare prima della persona che si è rivolta, pure pagando, alle associazioni», osserva Nicola Grigion del sito Melting Pot. «In effetti noi consiglieremo a tutti quelli che vengono nei nostri uffici di trovarsi un computer, di scaricare il software e di inviare da soli un modulo che noi aiuteremo a compilare - riflette Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dell'Arci - se si affidano a noi anche per l'invio, rischiano di trovarsi dentro pacchetti troppo numerosi». E tra l'altro, aggiunge Grigion: «Il software è privato, quindi non sappiamo a che gioco giochiamo e con quali criteri verranno assegnati i tempi di arrivo nel portale del ministero». Insomma, avrà sicuramente la meglio chi ha a disposizione un computer, una buona connessione, e qualche dimistichezza con l'informatica. Allora, si domandano un po' tutti quelli che criticano il metodo dei flussi - chiedendo che invece andrebbero, quanto meno, accettate tutte le richieste di lavoratori che vengono presentate - perché non fare un sorteggio? «Le persone così non dovrebbero affannarsi per essere primi - dice Miraglia - tanto si sa che il decreto flussi è una lotteria, allora tanto vale farla per bene». Ma nei ministeri questa proposta, già avanzata, è stata respinta. il motivo non è chiaro, forse semplicemente per una questione «etica». Intanto, però, di etico questo sistema - che pure è migliore del precedente - ha davvero poco. Dai territori continuano a arrivare notizie di truffe in corso: persone che assicurano di saper entrare nel portale del ministero e che per questo chiedono dai 300 ai mille euro. Ma, a quanto pare, anche le pratiche sbrigate dalle associazioni convenzionate con il ministero sono salate: 120 euro.