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Convenzione contro la tortura. L'Italia sarà giudicata a Ginevra a novembre

resized 650x365 origimage 556766Dal 13 al 15 Novembre saremo a Ginevra in occasione della sessantaduesima sessione del Comitato contro la Tortura dell’ONU.

Ogni quattro anni gli Stati membri della Convenzione contro la Tortura, fra cui l’Italia, presentano un rapporto sull’implementazione della Convenzione. L’Italia ha inviato il suo ad ottobre 2015 e una settimana fa le organizzazioni non governative hanno potuto consegnare i loro rapporti alternativi a quello del Governo. In particolare, il nostro report contiene informazioni e raccomandazioni riguardanti tre grandi tematiche: legge contro la tortura, carceri e immigrazione.

Nei giorni fra il 13 e il 15 Novembre l’Italia comparirà di fronte al Comitato, che avrà modo di chiedere chiarimenti sulle problematiche principali e che ascolterà anche la voce delle ONG. La seduta pubblica di martedì 14 novembre sarà dedicata ai commenti del Comitato sull’operato italiano mentre nella seduta del 15 il Governo avrà la possibilità di rispondere alle osservazioni che gli sono state mosse il giorno precedente.

In occasione delle sedute sull'Italia, Antigone renderà fruibile nella propria sede la diretta web e organizzerà a seguire un incontro di confronto e discussione con altre organizzazioni di società civile e con soggetti coinvolti dal tema a vario titolo. Due momenti su cui nelle prossime settimane daremo maggiori informazioni.

Fuori e dentro il campo per i diritti. E' iniziata la nuova stagione di Atletico Diritti


ad faredi Carolina Antonucci

Sabato 14 ottobre è iniziata la stagione calcistica della Polisportiva Atletico Diritti. Anche quest’anno la squadra che mette insieme migranti, ragazzi in esecuzione penale e studenti, creata dalla sinergia delle Associazioni Antigone e Progetto Diritti e sostenuta dal patrocinio dell’Università di Roma Tre, per la quarta stagione consecutiva disputerà il campionato provinciale di Terza Categoria. Alla guida dei ragazzi quest’anno c’è “mister” Franco Protano aiutato dal suo secondo Lorenzo Carcani. L’esordio casalingo di sabato, contro la Real Torres di Torbellamonaca, ha visto uscire sconfitti i padroni di casa per 5 a 0, un punteggio forse troppo severo rispetto a quanto fatto vedere in campo.

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Rinvio a giudizio per le evasioni di Rebibbia. Gonnella: lavoreremo per abrogare reato di colpa del custode

164728414-2df8e99f-3ee3-4c2c-865b-2fe7786beed1"Rispetto alle vicende che hanno riguardato il caso del rinvio a giudizio dell'ex direttore del carcere di Rebibbia e di altre 13 persone, in futuro una nostra campagna riguarderà la richiesta di abrogazione del reato colpa del custode (art. 387 c.p.).   

Non conosciamo i fatti che hanno riguardato nello specifico l'episodio del carcere romano di Rebibbia ma temiamo che decisioni di questo genere possano determinare una chiusura all'interno dell'amministrazione, provocando, per paura di ripercussione negative, una riduzione delle attività dirette alla socializzazione dei detenuti. 

Se in ogni caso di evasione come in ogni caso di suicidio la soluzione è quella del capro espiatorio non si aiutano quei direttori e quello staff penitenziario che si dimostra più aperto e più disponibile a progetti di reintegrazione sociale". 

Lo dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone

Corte Strasburgo condanna Italia, maltrattata donna da vigili. Gonnella, indecente e costoso continuare a violare diritti umani

Corte-Europea-dei-Diritti-dellUomo-facciata-2ROMA  (ANSA) - ROMA, 12 OTT - La Corte europea dei diritti umani ha condannato l'Italia per i maltrattamenti subiti da una donna da parte di alcuni agenti della polizia municipale di Benevento. Strasburgo ha stabilito che le indagini sul fatto denunciato da Tiziana Pennino, nell'aprile del 2013, non sono state approfondite e chiuse nell'ottobre 2014 nonostante l'opposizione della donna. Tiziana Pennino, 43 anni, vive a Benevento.

Nel pomeriggio del 2 aprile 2013 viene fermata in auto da una pattuglia della polizia municipale di Benevento che sospetta la donna guidi in stato di ebbrezza. Pennino nella denuncia racconta di essere stata trascinata fuori della sua auto, di essere stata portata alla stazione di polizia comunale dove un ufficiale ha iniziato a redigere un rapporto per guida sotto effetto dell'alcol. Le sarebbe stata negata la possibilità di utilizzare il telefono e quando la donna ha provato a prendere la cornetta un ufficiale presente nella stanza l'avrebbe colpita e le avrebbe torto le braccia dietro la schiena ammanettandola. Alle urla della donna l'ufficiale avrebbe rimosso le manette in modo violento, fratturandole il pollice e causando lesioni ai polsi. La versione degli agenti era stata invece che la Pennisi, ubriaca, si era rifiutata di fare l'alcol test per poi aggredirli sia verbalmente che fisicamente. Rapporti medici di due ospedali, dove la donna si è recata lo stesso giorno dopo aver lasciato la stazione di polizia hanno rilevato la frattura del pollice e lesioni traumatiche su diverse parti del suo corpo. L'inchiesta scaturita dalla denuncia della donna è finita con un non luogo a procedere, decisione confermata dal giudice per le indagini preliminari nell'ottobre dello stesso anno.

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I governi finanzino lo studio globale sui bambini privati della libertà

global-studyNel 2016, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha chiesto al Segretario Generale di commissionare il Global Study on Children Deprived of Liberty- GSCDI (Studio Globale sui Bambini Privati ​​della Libertà). Il GSCDI rappresenta un'occasione storica per migliorare la vita di milioni di bambini privati ​​della loro libertà e, in generale, un importante strumento per promuovere la protezione dei bambini a livello globale.   

I bambini privati della libertà sono esposti a maggiori rischi di abuso, violenza, discriminazione sociale e negazione dei loro diritti civili, politici, economici, sociali e culturali. Il GSCDL farà luce sulle condizioni dei bambini costretti in queste condizioni. In particolare, raccoglierà il maggior numero di dati quantitativi sul numero di bambini privati ​​della libertà (suddivisi per età, sesso, origine etnica, sociale e nazionale, disabilità e altri motivi), identificherà le buone pratiche e formulerà raccomandazioni per l’adozione di misure efficaci per prevenire le violazioni dei diritti umani dei bambini in detenzione e, in generale, per tentare di ridurre il numero di bambini privati ​​della libertà. 

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Risoluzione del Parlamento Europeo chiede di ridurre il sovraffollamento

plenary session“È molto importante che arrivi una indicazione forte dal Parlamento Europeo a fermare le politiche tendenti all’internamento di massa”. Lo dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, a seguito della risoluzione votata giovedì scorso dai deputati europei. 

“È importante - prosegue Gonnella - questo messaggio contro il sovraffollamento che si sostanzia anche nella richiesta di un maggiore investimento in pene e misure alternative alla detenzione”. 

Passaggio importante della risoluzione è quello in cui si richiama il rischio che condizioni degradate di detenzione e il sovraffollamento possono avere nel favorire la radicalizzazione. Per contrastarla, sottolinea il documento approvato, è invece necessario adottare una politica fondata sul rispetto dei diritti dei detenuti. 

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Regina Coeli. Rinvio a giudizio per il suicidio di Valerio Guerrieri. Le dichiarazioni di Patrizio Gonnella (Antigone)

regina coeliA febbraio scorso Valerio Guerrieri, un ragazzo di 22 anni, si è suicidato nel carcere di Regina Coeli. Oggi è uscita la notizia della richiesta di rinvio a giudizio, da parte della Procura di Roma, per due poliziotti penitenziari, rei di aver tardato di qualche minuto il controllo di Valerio, soggetto considerato a rischio suicidario.   

Sul caso interviene Patrizio Gonnella, presidente dell’Associazione Antigone, che fin dall’inizio - contattata dalla madre del ragazzo - sta seguendo il caso. 

“L’unica cosa che non vorremmo da tutta questa inchiesta è che si vada alla ricerca di capri espiatori e che tutto si risolva in una questione di mancata sorveglianza. Non è con un controllo esasperato, né privando i detenuti di magliette, cinte o lenzuola che si può risolvere la questione suicidi. Il rischio, anzi, è quello di rendere la vita del detenuto ancora più faticosa e difficile di quella che già è.

Nello specifico della questione di Valerio Guerrieri c’è da capire perché il ragazzo fosse in carcere e se vi fossero tutti i titoli per trattenerlo in custodia. Questo è il punto che più ci interessa della questione. Valerio aveva problemi di carattere psichiatrico, per questo era stato ricoverato in una Rems dal quale era scappato. Persone come lui non si possono curare dietro le sbarre, le si cura affidandole al sostegno medico, sociale, psicologico dei servizi del territorio. 

Questo andava fatto anche con questo ragazzo”.

ROMA, 03/10/2017

Sport e integrazione. Dal carcere di Rebibbia Atletico Diritti lancia la sua sfida per la nuova stagione

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Nuove maglie, nuovi sponsor, una nuova disciplina con cui confrontarsi, ma lo stesso obiettivo: utilizzare lo sport come strumento di integrazione.  

Si possono riassumere così i temi trattati nell’incontro di oggi nel carcere di Rebibbia Nuovo Complesso, durante il quale è stata presentata la stagione 2017/2018 della Polisportiva Atletico Diritti, nata dall’iniziativa di Antigone e Progetto Diritti, due associazioni che da oltre venti anni si occupano rispettivamente di giustizia e migranti, con il sostegno dell’Università Roma Tre.  

Per la quarta volta, la squadra di calcio dell’Atletico Diritti scenderà in campo nella Terza Categoria del Lazio. I calciatori sono studenti, migranti e persone in esecuzione penale. Interamente rinnovata la divisa da gioco, che per la prima volta vede apposto il logo di Banca Etica, sostenitrice della squadra.  

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1000 € al mese ai detenuti che lavorano? Patrizio Gonnella risponde a Sappe e Lega Nord

16803772605 cec3e15211 oA chi, politico o sindacalista, si indigna della rivalutazione della misera retribuzione, che per pudicizia il legislatore chiama mercede, concessa ai detenuti per le loro altrettanto poche e misere ore di lavoro dequalificato che svolgono all'interno di un carcere, mi sentirei di rispondere così: a) era più o meno dai tempi della lira che non c'era un adeguamento della mercede ai costi della vita. Nel frattempo è successo di tutto;

a) l'adeguamento è il frutto di un lungo contenzioso con le Corti italiane ed europee;

b) il lavoro se non è retribuito allora è forzato e i lavori forzati sono un retaggio di un passato autoritario. Negli Stati Uniti, dove ancora in alcune galere private si lavora con le palle al piede, le guardie sono dipendenti di società private. Per cui starei attento a evocare modelli che poi toglierebbero posti di lavoro pubblici. Che ne pensano gli iscritti ai sindacati autonomi di Polizia penitenziaria? Coerenza fino in fondo ci vuole;

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Il rapporto del CPT è in linea con quanto abbiamo denunciato negli ultimi mesi. Necessario riprendere la strada delle riforme

carcereinsideUna situazione di sovraffollamento penitenziario che persiste e ha ricominciato a crescere dopo l’importante flessione registrata nel post-Torreggiani, carceri con ampie carenze strutturali e che necessiterebbero di interventi di ristrutturazione, alcuni casi di violenza sui detenuti, persone in custodia della polizia che non sempre beneficiano dei loro diritti. È questa parte della situazione che emerge nel rapporto del Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura (CPT) che, nell’aprile del 2016, ha visitato alcune carceri italiane e altri luoghi di privazione della libertà.  

Secondo il rapporto, nel periodo successivo alla sentenza Torreggiani con la quale la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo aveva condannato l’Italia per trattamenti inumani e degradanti, c’era stata una importante stagione di riforme nell’ambito penitenziario che aveva portato ad avere in breve tempo circa 11.000 detenuti in meno e recuperare 2.500 posti. Tuttavia questa diminuzione si è interrotta nel 2016 con i numeri che hanno ricominciato a salire. Attualmente il 16% della popolazione vive in meno di 4 mq, non lontano dal parametro minimo che è fissato a 3 mq. Proprio su questo parametro il CPT critica l’Italia, rea di utilizzare lo stesso come elemento centrale delle proprie politiche, quando è nettamente al di sotto degli standard che lo stesso Comitato indica.  

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