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Carcere, le norme fondamentali del decreto congelato

Blindo interno carceredi Susanna Marietti, da il manifesto del 24 febbraio 2018

Colpo di scena nella storia della tentata riforma carceraria. Al Consiglio dei ministri dello scorso giovedì ci si aspettava che si discutesse dell’unico decreto che aveva già ricevuto i pareri delle Commissioni competenti di Camera e Senato, per il quale i tempi di approvazione potevano essere vicinissimi anche nel caso – auspicabile – che il Governo non avesse voluto recepire del tutto tali pareri. Invece quel decreto non si è visto. 

Ne sono comparsi però altri tre, relativi a un numero inferiore di punti di delega, che a pochi giorni dal voto hanno appena cominciato il loro iter. 

Cosa ci perderemo se il primo decreto non vedrà una coraggiosa accelerazione?

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Continua ad essere trattenuto senza titolo il ragazzo internato a Vasto. E le sue condizioni peggiorano

Carcere italiano chiave"Va aiutato dai servizi territoriali di Latina. Va fatto uscire dal carcere. Non si può aspettare ancora. Da oltre tre mesi A.C., ragazzo di 24 anni, continua ad essere trattenuto senza titolo presso la Casa di Lavoro di Vasto e le sue condizioni sono ogni giorno più gravi. Va dato immediato seguito al provvedimento del magistrato di Sorveglianza che lo scorso 7 dicembre aveva preso atto dell'assoluta incompatibilità del giovane con il regime penitenziario". 

A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, tornando sul caso del giovane che, malato psichiatrico affetto da una forma di epilessia cronica e da una gravissima schizofrenia paranoide, nonché da disturbi di personalità, ha visto le sue condizioni di salute peggiorare da quando è stato condotto presso la Casa di Lavoro. 

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Sulla riforma dell'ordinamento penitenziario oggi si è sprecata un'occasione storica

carcereinsideSiamo delusi. Speravamo che non vincessero la tattica e la preoccupazione elettorale. Oggi si è sprecata un'occasione storica per riformare le carceri italiane. La legge che le governa risale al lontano 1975. Il Consiglio dei Ministri di stamattina poteva adeguarla alle esigenze del mondo attuale. Poteva allargare il campo delle misure alternative alla detenzione, la cui capacità di ridurre la recidiva e dunque di garantire maggiore sicurezza ai cittadini è ampiamente dimostrata. Poteva avvicinare la vita penitenziaria a quella esterna, come tutti gli organismi internazionali sui diritti umani raccomandano di fare. Poteva garantire una maggiore tutela del diritto alla salute fisica e psichica. Ha invece preferito farsi spaventare dall'avvicinarsi dell'appuntamento elettorale piuttosto che pensare alla tutela dei diritti dei detenuti. 

Ma la speranza non è del tutto persa. Speriamo che anche dopo le elezioni le autorità vogliano portare a compimento una riforma storica. Il tempo tecnico c'è. I decreti - scritti da persone della massima competenza e supportati dagli Stati Generali dell'esecuzione penale - anche. Bisogna solamente avere la volontà politica di farlo. 

Questa la nostra presa di posizione a seguito del Consiglio dei Ministri tenutosi oggi e durante il quale è stato effettuato un esame preliminare di tre decreti relativi alla riforma penitenziaria, senza che venisse riportato in questa sede l'unico che aveva già effettuato anche i passaggi nelle Commissioni parlamentari competenti.

#QualeGiustizia. La nostra guida ai programmi elettorali: il Partito Democratico

matteo renziDopo aver analizzato i programmi di Movimento 5 stelle e Centrodestra, oggi ci occuperemo del Partito Democratico. Trattandosi del principale azionista dell'attuale maggioranza, la nostra analisi prenderà in largo conto le politiche attuate nell'ultima legislatura. Non essendo stato dato nel programma elettorale ampio spazio alle questioni da noi affrontate, riteniamo che le politiche messe in campo negli ultimi anni potranno costituire il solco in cui il Partito intenderà muoversi anche nel futuro. 

La riforma dell'ordinamento penitenziario 

Nella piccola parte di programma dedicata alla giustizia si parla soprattutto carcere. Le priorità indicate sono: attuazione della riforma dell'ordinamento penitenziario, finalità rieducativa della pena, misure alternative, formazione e lavoro. La riforma è il punto più sostanzioso. Nonostante si parli di attuazione, non è ancora stata approvata e rischia fortemente di non esserlo.

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Sulla riforma dell'ordinamento penitenziario ci siamo appellati a Gentiloni affinché la si approvi

Carcere docce"C'è bisogno della riforma penitenziaria che cambi la legge del 1975, che faciliti l'accesso alle misure alternative, che consenta di rendere la vita in carcere una vita dignitosa e più vicina alla vita normale. C'è bisogno di nuove norme sulla salute fisica e psichica. Troppe persone soffrono oggi in carcere senza possibilità di avere una chance di supporto. C'è bisogno di una legge che tenga conto che sono passati 43 anni dal 1975 e da allora tutto è cambiato. Per questo ci siamo rivolti al Presidente del Consiglio Gentiloni a cui abbiamo chiesto di portare nel Consiglio dei Ministri di domani il decreto legislativo di riforma dell'ordinamento penitenziario". A dichiararlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. 

Dopo una flessione nel numero dei detenuti seguita alla sentenza Torreggiani, con la quale la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo condannò l'Italia per trattamenti inumani e degradanti, negli ultimi tre anni si è assistito ad un aumento costante delle presenze in carcere. Si è infatti passati dai 53.889 detenuti del gennaio 2015 ai 58.087 di gennaio 2018. La riforma dell'ordinamento penitenziario, che contiene importanti novità in particolare sulle misure alternative alla detenzione, darebbe l'opportunità di tornare a far calare gli attuali numeri e questo avrebbe positive ripercussioni sulla vita penitenziaria.

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#QualeGiustizia. La nostra guida ai programmi elettorali: il Centro-destra

berlusconi-meloni-salviniDopo aver analizzato cosa dice il Movimento 5 stelle su giustizia e sicurezza, oggi passiamo in rassegna il programma della coalizione di centrodestra ed in particolare i punti in cui si parla di legittima difesa, inasprimento delle pene, carceri, legge sulla tortura e detenuti stranieri.   

Legittima difesa

Una delle proposte faro della coalizione di centrodestra in materia di sicurezza è l'introduzione del “principio che la difesa è sempre legittima”. Il punto riguarda la possibilità da parte dei proprietari di case o esercizi commerciali di usare le armi contro chi senza autorizzazione si introduce nella loro proprietà. Per il centrodestra la legge attuale non protegge a sufficienza commercianti e proprietari, ai quali si dovrebbe consentire una maggiore possibilità di usare le armi. Si tratta di un tema che ciclicamente ritorna nel dibattito pubblico, sulla scia di fatti di cronaca che impediscono riflessioni fredde e razionali. La legittima difesa esiste fin dagli anni '30: l'art. 52 del codice penale prevede che chi si difende contro un'offesa ingiusta non sia punibile, sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa. Le proposte di questo tipo mirano a oltrepassare il criterio della proporzionalità, che è però l'elemento che consente di stabilire una gerarchia tra i beni che è necessario proteggere - per cui la vita vale più di un televisore, per esempio. Riducendo le possibilità che il giudice di valutare caso per caso la proporzionalità della risposta si ridurrebbero anche le garanzie poste a protezione della vita di chicchessia. 

E' interessante peraltro vedere come tra gli effetti del recente dibattito sulla legittima difesa ci sia stato poi un aumento immediato delle richieste di porto d'armi, che nel milanese sono triplicate. E casi come quelli degli Stati Uniti mostrano che l'aumento delle armi in circolazione produce maggiore insicurezza, e non più sicurezza. 

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Riforma delle carceri, il tempo per salvarla c’è. Il coraggio no

disegno detenutoNuovo ordinamento penitenziario. Perché il governo si è inceppato ad un passo dalla conclusione di un iter durato due anni
di Susanna Marietti, su il manifesto del 16 febbraio 2018

La legge penitenziaria italiana è di oltre quattro decenni fa, parla di un carcere e di un mondo che non esistono più. La determinazione dimostrata dal Governo negli ultimi due anni e mezzo nel volerla riformare è apparsa come la cosa più ovvia, necessaria e ragionevole che si potesse immaginare. Due anni e mezzo nei quali si sono profuse energie a dismisura, prima in quegli Stati generali dell’esecuzione penale che hanno coinvolto circa 200 operatori della giustizia ed esperti, poi con le Commissioni ministeriali appositamente nominate dal ministro Orlando. E adesso cosa succede? 

A un passo dall’approvazione della riforma, tutto rischia di saltare. I tempi, come capita, si sono dilatati. Le elezioni, oggi troppo vicine, rischiano di vedere assecondate paure populiste contrarie a quella apertura del modello di pena – ampliamento delle misure alternative, potenziamento delle opportunità di lavoro, maggiori contatti tra dentro e fuori – cui le nuove norme volevano tendere. 

Nel giugno scorso il Governo ha ricevuto una delega parlamentare per riscrivere l’ordinamento penitenziario secondo alcuni criteri direttivi. Il solo decreto delegato a oggi uscito dal Consiglio dei ministri è stato trasmesso alle Commissioni Giustizia delle due Camere che, come previsto dalla legge, hanno espresso il loro parere, chiedendo alcune modifiche. Il Governo può a questo punto dare il via libera definitivo al testo. Se tuttavia non vorrà conformarsi al parere parlamentare, non vincolante, potrà spiegare il perché rimandando indietro le proprie considerazioni. Le Commissioni avranno allora altri dieci giorni di tempo per dire la loro. Dopo quella data, il Governo potrà comunque seguire la propria strada.

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#QualeGiustizia. La nostra guida ai programmi elettorali: il M5S

di-maioPer affrontare in maniera più informata questa campagna elettorale, abbiamo deciso di realizzare delle piccole guide ai programmi dei principali partiti politici nelle quali analizziamo le proposte in tema di giustizia e sicurezza. Abbiamo iniziato con il Movimento 5 stelle, di cui abbiamo esaminato il programma esteso e quello sintetico, mettendoli in prospettiva con le votazioni e dichiarazioni accumulate nel corso degli ultimi anni. 

Come tutti gli altri partiti o schieramenti, i 5 stelle hanno tra i propri obiettivi una giustizia più efficiente, rapida ed equa. In che modo però propongono di arrivarci? Quanto queste proposte combaciano con il garantismo penale che Antigone promuove da oltre 27 anni? 

Abolizione della prescrizione   

Tra i punti più controversi del programma pentastellato c’è la riforma della prescrizione. In una recente dichiarazione Luigi Di Maio, capo politico del Movimento, ha dichiarato che è necessario riformarla, “con la [sua] sospensione dal primo grado di giudizio o dal rinvio a giudizio”. 

Cos'è la prescrizione? Si tratta di un istituto giuridico posto a garanzia dell'imputato: se in un determinato lasso di tempo dal compimento di un reato o dall'inizio del processo non si arriva a giudizio il reato è da considerarsi estinto e il processo viene sospeso. Fissa dei limiti oltre i quali la durata del procedimento non è ragionevole, partendo dal presupposto che la lentezza della macchina giudiziaria non deve ripercuotersi in maniera eccessiva sui cittadini. 

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Parte un progetto per rendere più efficaci le politiche di reinserimento dei detenuti

8197402220 564af88270 oA novembre del 2017 ha preso il via il progetto MOBI (Mobilizing Society Towards ex Offenders Integration), volto a rendere più effettivo il reinserimento degli ex detenuti. Il progetto, a cui Antigone ha preso parte, è finanziato dal Directorate General for Education della Commissione Europea e ha come capofila l'organizzazione rumena CPIP (Center For Promoting Lifelong Learning).

I paesi coinvolti sono l'Italia, la Romania, la Francia, la Germania e il Portogallo. A organizzazioni della società civile quali Génépi per la Francia, l'associazione Hoppenbank e.V. per la Germania, Antigone per l'Italia e la cooperativa Aproximar per il Portogallo si affiancano l'amministrazione penitenziaria portoghese, l'istituto penitenziario di Baia Mare in Romania e il Bremen Senate of Justice and Constitution tedesco.

Nel corso del progetto, che si estende su una durata di trenta mesi, verrà realizzato uno studio dei bisogni degli ex detenuti, prendendo al contempo in considerazione la percezione degli stessi da parte della società.

Obiettivo generale del progetto è la realizzazione di una metodologia che contribuisca all’implementazione effettiva delle politiche di reinserimento presenti in diversi paesi europei.

Droghe, ripartiamo da 7

Ripartiamo da 7Le proposte alle forze politiche per una nuova politica sulle droghe Venerdì 16 febbraio al Senato. 

Venerdì 16 febbraio 2018 alle ore 12, presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica Associazione Antigone, Associazione Luca Coscioni, CGIL, Comunità di San Benedetto al Porto, Coordinamento Nazionale Comunità d’Accoglienza, Funzione Pubblica CGIL, Forum Droghe, Gruppo Abele, ITARDD, la Società della Ragione, LegacoopSociali, Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids promuovono una conferenza stampa per presentare la propria proposta di intervento sulle politiche sulle droghe in 7 punti. 

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