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Ordinamento penitenziario, il lungo cammino dell’attesa riforma

carceriCarcere. Con il varo dei decreti delegati si è concluso un percorso iniziato nel 2013. Ma c’è ancora molto da fare

Di Patrizio Gonnella, il manifesto del 24/12/2017

In extremis, il governo ha approvato le nuove norme penitenziarie. La riforma è quasi arrivata al traguardo a quarantadue anni dall’entrata in vigore dell’ordinamento penitenziario che a sua volta sostituiva il regolamento fascista del 1931 (fondato sugli assiomi del lavoro obbligatorio, del silenzio e della preghiera) e a quattro anni abbondanti dalla condanna umiliante della Corte europea dei diritti umani per le condizioni degradate di vita e i diritti negati nelle nostre carceri. Le Commissioni Giustizia delle due Camere hanno a disposizione, anche nel caso di scioglimento delle stesse, quarantacinque giorni per esprimere un parere sulla conformità dei decreti alla legge delega. 

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Guardiamo oltre. Presentato il 4° Rapporto di Antigone sulle carceri per minori. Ecco la situazione italiana

Rapporto Minori 2017La giustizia minorile italiana è un sistema che funziona e del quale dobbiamo essere fieri in Europa. Riesce realmente a residualizzare il carcere e relegarlo a numeri minimi. Tuttavia, in questi numeri ci sono sempre le stesse persone: gli stranieri, i ragazzi più marginali del sud Italia, tutti coloro per i quali la fragilità sociale e l’assenza di legami sul territorio rende difficile trovare percorsi alternativi alla detenzione.   

E' questo ciò che emerge da Guardiamo Oltre, il 4° Rapporto di Antigone sugli Istituti di Pena per Minorenni (IPM) presentato oggi a Roma durante una conferenza stampa.

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Tap. Denunicati episodi di violenze. Scarciglia (Antigone Puglia): “se verificati sarebbe una intollerabile violazione dei diritti”

Tap Puglia“Non vanno sospesi i diritti e le libertà di un intera comunità in nome di una Grande Opera. Le regole dello Stato di diritto non ammettono eccezioni. Limitare la libertà di movimento di  circa 15.000 persone creando zone rosse mette a rischio diritti fondamentali incomprmibili”. Dichiara Maria Pia Scarciglia, presidente di Antigone Puglia. 

Nel comune di Melendugno, in provincia di Lecce, vi è una massiccia presenza di forze dell’ordine che presidiano giorno e notte l’intero territorio. Una militarizzazione che mette a rischio la libertà di movimento, presupposto di una vita democratica: cittadini soggetti a costanti controlli, con pass d’entrata e d’uscita, esibizione di documenti d’identità per attraversarsare una strada e interdizioni a più livelli. A Melendugno per 30 giorni è stata creata una zona rossa (è di ieri, 13 dicembre, la notizia che l’ordinanza prefettizia fortunatamente non è stata rinnovata), una zona off limit dove sino a qualche giorno fa nemmeno i giornalisti potevano accedere. Un fatto gravissimo su cui è intervenuto l’Ordine dei Giornalisti della Puglia per chiedere al Governo il rispetto della libertà di stampa e l’esercizio del diritto di cronaca. Chiunque sia passato o abbia attraversato Melendugno e le zone limitrofe ha visto e respirato un clima pesantissimo.

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Suicidi, sono 49 nel 2017. Le dichiarazioni di Patrizio Gonnella

regina coeliCOMUNICATO STAMPA - Siamo a 49 suicidi dall'inizio dell'anno, secondo i dati di Ristretti Orizzonti. Ogni suicidio è sicuramente una storia a sé, un gesto individuale di disperazione. Detto questo, ogni suicidio è anche il fallimento di un processo di conoscenza e presa in carico della persona.

I suicidi non si prevengono con la sorveglianza asfissiante ma con i colloqui individuali, il sostegno psicosociale, la liberalizzazione delle telefonate, la sorveglianza dinamica, l'umanità del trattamento. Vanno chiusi tutti i reparti di isolamento di fatto o di diritto, a partire dal carcere romano di Regina Coeli. Tutti i detenuti devono stare almeno 8 ore fuori dalla cella.

Speriamo che arrivi presto la riforma della legge penitenziaria che renda la vita in carcere meno dura di quello che è oggi. E che sia meno dura anche per lo staff penitenziario tutto, ivi compreso il personale di polizia.

Il suicidio di un agente a Tolmezzo, al di là delle motivazioni personali, è un grido di allarme verso le istituzioni. Va assicurato prestigio sociale ed economico a tutti gli operatori penitenziari. E vanno subito assunti giovani direttori, educatori, assistenti sociali e psicologi. In questo modo ci sarà anche meno carico sui poliziotti.

Comitato Onu Contro la Tortura: legge italiana va modificata

th 73d9f63cbf68d5d7391d41bb4dcbecbf 8224932La legge approvata dall'Italia per istituire il reato di tortura non è conforme alle disposizioni della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e deve essere modificata. Lo afferma l'apposito Comitato Onu contro la tortura che ha presentato a Ginevra le conclusioni e raccomandazioni sul rispetto della Convenzione così come emersi durante la sessantaduesima sessione tenutasi lo scroso 14 e 15 novembre. Tra gli altri rilievi mossi al paese, anche alcuni aspetti della politica migratoria, tra cui l'accordo con la Libia ed il regime carcerario duro del 41bis.

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A Natale, regala Antigone, il nostro graphic novel

graphic novel

 

E' possibile ordinare il graphic novel Antigone. 25 anni di storia italiana visti da dietro le sbarre, attraverso una delle seguenti modalità: 

-  conto corrente postale n. 93099000, intestato ad Associazione Antigone Onlus, Via della Dogana Vecchia, 5 – Roma IBAN IT 45 N 07601 03200 000093099000;   

- conto corrente bancario intestato ad Antigone Onlus presso Banca di Credito Cooperativo di Roma, IBAN IT 17 U 08327 03251 00000 0000698, SWIFT ROMAITRRXXX 

- oppure tramite paypal a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Indicare nella causale "acquisto graphic novel Antigone". Il prezzo di ciascuna copia è di 15 euro. 
Mandare la prova di pagamento a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. insieme all'indirizzo di spedizione.

E' possibile ordinare il graphic novel Antigone. 25 anni di storia italiana visti da dietro le sbarre, attraverso una delle seguenti modalità:
 
-  conto corrente postale n. 93099000, intestato ad Associazione Antigone Onlus, Via della Dogana Vecchia, 5 – Roma
IBAN IT 45 N 07601 03200 000093099000;
 
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IBAN IT 17 U 08327 03251 00000 0000698SWIFT ROMAITRRXXX
 
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Rapporto CRC: diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia

rapportocrcPresentato ieri il 3° Rapporto supplementare del Gruppo CRC alle Nazioni Unite, che fa il punto sull’attuazione della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia e a cui Antigone collabora fin dal principio.

Minori in povertà, accesso ai servizi sanitari per l’infanzia, nidi, tempo pieno, refezione scolastica: il divario nelle condizioni di minori e adolescenti è ampio, specie tra Nord e Sud, con le regioni del Mezzogiorno che registrano il 20,4% di bambini in svantaggio socio-economico (il doppio rispetto alla media nazionale); con la Calabria che ha un tasso di mortalità infantile del 4,7‰ (contro il  3,1‰ nazionale); con Sicilia, Puglia, Campania e Calabria con il più alto numero di bambini che  non ha accesso al servizio mensa nella scuola primaria e i più elevati tassi di dispersione. Le politiche dell’infanzia in Italia continuano a non essere trattate come una priorità e, in assenza di una visione d’insieme strategica, permangono le diseguaglianze, che si riflettono in primo luogo sulle disparità regionali. A interventi discontinui, talvolta realizzati in risposta a situazioni emergenziali, si sono alternati, tuttavia, anche alcuni segnali incoraggianti sul piano legislativo. È quanto emerge dal 3° Rapporto supplementare del Gruppo CRC, che sarà trasmesso alle Nazione Unite, presentato oggi alla presenza del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, della Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Filomena Albano e della vice-presidente della Commissione parlamentare infanzia Sandra Zampa, promotrice della legge 47/2017 sulla protezione dei minori stranieri non accompagnati. Il Rapporto, che fotografa lo stato delle politiche dell’infanzia dalla prospettiva del terzo settore, a partire dall’esperienza di coloro che lavorano quotidianamente con i bambini e i ragazzi, è un report complementare rispetto a quello fornito dal Governo e completa il terzo ciclo di monitoraggio del Gruppo CRC. Alla redazione degli undici capitoli che lo compongono hanno contribuito 144 operatori delle 96 associazioni che costituiscono il Gruppo CRC. 

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Insicurezza integrata e diritti compressi: la decretazione d’urgenza del ministro Minniti

Marco-Minniti1-600x300di Antigone Emilia-Romagna

I decreti sulla Sicurezza delle città e sull’Immigrazione – recentemente emanati dal governo italiano con la firma del Ministro dell’interno Minniti – rispondono alla logica di contenere ed escludere una parte della popolazione. La soluzione proposta si configura come risposta repressiva e semplicistica a fenomeni sociali complessi correlati, da un lato, a una gestione miope dei flussi migratori e, dall’altro, alla prolungata e intensa crisi economica e sociale che continua a produrre i soggetti marginali che risultano poi i principali destinatari di queste misure. 

Questi decreti si pongono in continuità rispetto al delinearsi di un paradigma della sicurezza pervasivo e dannoso, ma allo stesso tempo evidentemente funzionale alle forze politiche – di destra e di sinistra – che cercano un riscontro rapido in termini di consenso elettorale. Ma non è più solo quella della paura la logica organizzatrice delle misure qui proposte: riemerge la difesa del decoro.I decreti in questo senso forniscono una nuova occasione di dibattito su alcune questioni fondamentali relative alla regolamentazione verticale degli spazi urbani e delle interazioni sociali che vi prendono corpo: chi definisce che cos’è uno spazio pubblico, chi ha diritto ad attraversarlo e chi ne può venire escluso? Chi ha il potere di definire decoro e sicurezza? Chi in definitiva ha diritto di parola rispetto a questi temi? E’ sufficiente essere parte della cittadinanza che deve essere “rassicurata”? 

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Tortura e migranti. Il Comitato Onu contro la tortura critica duramente l'Italia

Cat 62La legge sulla tortura recentemente approvata dal parlamento italiano non è conforme alla Convenzione Onu e va cambiata. La definizione di tortura aggiunge elementi che rendono la tortura difficile da dimostrare (la crudeltà, il verificabile trauma psichico, le condotte plurime), il reato è stato concepito come generico e dunque commettibile da chiunque e non solo da pubblici ufficiali, inoltre non è imprescrittibile e non c'è un fondo per risarcire le vittime. Sono tra i rilievi più importanti che il rapporteur sull’Italia del comitato delle Nazioni Unite contro la tortura (CAT) ha formulato questa mattina all'Italia, durante la sessantaduesima sessione del Comitato stesso. Altro rilievo mosso al nostro paese riguarda la raccomandazione ad istituire un comitato nazionale per la promozione e protezione dei diritti umani. Molto apprezzata è stata invece l'istituzione del Garante Nazionale dei detenuti e delle persone private della libertà, che risponde al Meccanismo Nazionale di Prevenzione stabilito dalle Nazioni Unite, incarico attualmente ricoperto da Mauro Palma. 

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Riecco il depistaggio dell’«appassionato» Al Sisi (e di Alfano)

regeni pantheonGiulio Regeni. Di quale verità parla il nostro massimo responsabile della diplomazia? Fino a ieri erano due le verità certe: la tortura in Egitto come pratica sistematica e il corpo torturato a morte di Giulio Regeni. Ora ne abbiamo un’altra: l’Italia con le parole di Alfano ha scelto la via dell’ingiustizia

di Patrizio Gonnella su il manifesto del 10/11/2017

Siamo sufficientemente esperti da sapere che la verità storica non è sovrapponibile alla verità processuale. Ogni investigazione su fatti criminali – di minore o maggiore rilevanza pubblica – è un procedimento più o meno faticoso, lungo, inquieto, stentato di approssimazione alla verità. 

La parola ‘verità’ va usata con grande cautela, con assoluto rispetto. Ieri invece è stata maltrattata, abusata a proposito di Giulio Regeni. «Siamo convinti che il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi sia un interlocutore appassionato nella ricerca della verità»: queste le parole del ministro degli esteri Angelino Alfano. 

Di quale verità parla il nostro massimo responsabile della diplomazia? Non di certo dell’unica verità di cui noi disponiamo, ossia che in Egitto la tortura è una pratica sistematica. 

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