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Anche Antigone partecipa al digiuno a staffetta contro il Decreto Sicurezza

WhatsApp Image 2025-04-29 at 10.14.27Resistenza civile contro il Decreto Sicurezza. Catena di solidarietà per i diritti di tutte e tutti. 

Parte il digiuno a staffetta contro il Decreto Sicurezza, che dal 29 aprile proseguirà fino al 30 maggio, vigilia della manifestazione nazionale a Roma. 

A Buon Diritto, Acli, Antigone, Arci, Cgil, Cnca, Forum Droghe, L’Altro Diritto, La Società della Ragione, Ristretti Orizzonti, lanciano un appello per una grande azione collettiva contro il Decreto Sicurezza. Accogliendo l'invito di Don Ciotti a digiunare contro le leggi ingiuste, e raccogliendo l’iniziativa lanciata da Franco Corleone, le organizzazioni promotrici intendono denunciare l'approvazione di un provvedimento che limita gravemente lo spazio civico, criminalizza il dissenso pacifico e mette a rischio i diritti fondamentali di cittadine e cittadini. 

Il Decreto Legge Sicurezza, privo dei requisiti di necessità e urgenza,  è stato emanato scippando il testo su cui era ormai concluso il dibattito parlamentare, con un atto di prepotenza istituzionale, che colpisce il cuore della democrazia italiana.

Tra i suoi contenuti più gravi:

- la criminalizzazione della povertà, delle manifestazioni pacifiche e del dissenso, anche in carcere e nei CPR; 
- la reclusione di donne incinte o con figli piccoli negli ICAM, che sono veri e propri istituti penitenziari, con la minaccia di separare i bambini dalle madri come sanzione disciplinare;
- il divieto della coltivazione e commercializzazione della canapa tessile; 
- l’ampliamento dei poteri delle forze di sicurezza la costruzione di nuovi reati con pene pesanti anche per fatti di sola rilevanza sociale.

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Ogni firma conta. Destina il tuo 5X1000 ad Antigone

5x1000 2 1Anche quest’anno puoi scegliere di stare dalla parte dei diritti.

Con il tuo 5x1000 ad Antigone sostieni chi ogni giorno si batte contro le ingiustizie, per condizioni di detenzione dignitose, per i diritti delle persone private della libertà. 

Destinare il 5x1000 ad Antigone significa sostenere le nostre visite di monitoraggio degli istituti penitenziari e il lavoro dei nostri osservatori (sono state oltre 100 quelle effettuate nell'ultimo anno), le battaglie legali per tutelare i diritti umani (siamo costituiti in numerosi processi, soprattutto in quelli per violenze e torture), il lavoro di informazione legale del nostro difensore civico e dei nostri sportelli nelle carceri (abbiamo supportato oltre 2.000 persone detenute solo nel 2024).   

Significa darci la forza di continuare a raccontare, denunciare, proporre, cambiare. 

Destinare il 5x1000 ad Antigone non ti costa nulla, ma per noi vale tantissimo.   

Nel modulo della dichiarazione dei redditi, firma nel riquadro “Sostegno degli Enti del Terzo Settore iscritti nel RUNTS...” e inserisci il codice fiscale di Antigone: 97117840583 

Grazie per essere al nostro fianco verso un sistema penale e penitenziario più umano, dignitoso, rispettoso dei diritti.

Papa Francesco. Antigone: "suo dicastero segnato dall'attenzione per le persone detenute. I governi valutino atti di clemenza in ricordo del Pontefice"

a-Foto-2"L'associazione Antigone si unisce al cordoglio per la morte di Papa Francesco. Uno degli ultimi impegni pubblici del Papa è stato lo scorso giovedì Santo, quando si è recato al carcere di Regina Coeli per incontrare le persone detenute. Si tratta di un appuntamento che il Pontefice aveva rinnovato di anno in anno. 

“A me piace fare tutti gli anni quello che ha fatto Gesù il Giovedì Santo, la lavanda dei piedi, in carcere”, aveva detto il Papa. 

Durante il suo dicastero con frequenza ha manifestato preoccupazione per le condizioni di detenzione, chiedendo anche provvedimenti di clemenza per le persone detenute. Ribadendo questa richiesta e questa vicinanza anche con un gesto fortemente simbolico, aprendo una delle Porte Sante dell'anno giubilare nel carcere di Rebibbia. 

Auspichiamo che in ricordo del Papa i governi, a partire da quello italiano, facciano proprio l'appello per un atto di clemenza per le persone detenute".  Queste le dichiarazioni di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.

 

Pubblicate le graduatorie del Servizio Civile Universale

scuGentili candidate e candidati,
come accaduto nei due anni precedenti, ancora una volta abbiamo sentito da parte vostra un grande entusiasmo e tanta competenza riguardo i temi che ci coinvolgono.

Vi ringraziamo di cuore per l'interesse dimostrato nei confronti della nostra associazione. Avremmo voluto avervi tutte e tutti con noi, ma ovviamente non è possibile. Come è giusto che sia, ci siamo affidati alle valutazioni obbligate dal bando di concorso. 

Per coloro che non fossero stati selezionati, il nostro invito e di restare in contatto con noi. 
Se Antigone potrà esservi utile per motivi di studio, di ricerca o di qualsiasi altra cosa, siamo a disposizione.

Continuare a portare avanti uno sguardo consapevole e critico sul carcere e sulla penalità è fondamentale per una società aperta e democratica. 

Qui trovate la graduatoria

Diamo dunque il benvenuto a chi si unirà ad Antigone per il servizio civile.

Nessuno escluso. Il report sulle carceri marchigiane

Nessuno escluso MarcheNessuno Escluso. E’ questo il titolo del Report annuale 2024 di Antigone Marche, presentato lo scorso 12 aprile ad Ancona. L’iniziativa, con il patrocinio del Comune di Ancona, è stata organizzata in collaborazione con Amnesty Marche, nell'ambito del cartellone di eventi ‘Primavera della Legalità’. 

Il rapporto, oltre a raccontare un anno di volontariato di Antigone Marche fuori e dentro il carcere, con le visite di monitoraggio effettuate nei 6 istituti regionali e gli sportelli di informazione legale presenti in tre delle carceri marchigiane (Pesaro, Fermo e Montacuto), ha un focus specifico sulla giustizia minorile e sulla situazione delle persone migranti. 

SCARICA E LEGGI IL RAPPORTO

Diritto agli affetti in carcere. Antigone: "La circolare del DAP emana finalmente le linee guida per il diritto alla sessualità e alla affettività. Ora si parta"

8197252354 d41a1666da10 aprile 2025 - "Oggi il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria (DAP) ha emanato una circolare per assicurare, finalmente, il diritto alla affettività e alla sessualità nelle carceri. Un diritto sancito dalla Corte Costituzionale nel gennaio 2024 e ribadito nelle settimane scorse da ben tre tribunali di sorveglianza, che avevano accolto i ricorsi presentati da altrettante persone detenute i quali denunciavano l'impossibilità di svolgere rapporti intimi con i propri partner". A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. 

In particolare la circolare del DAP fornisce indirizzi operativi per garantire il diritto all’affettività delle persone detenute. Sottolineando come questa sia un diritto fondamentale, da esercitare anche durante la detenzione, demanda ai direttori degli istituti penitenziari di attrezzarsi per mettere a disposizione spazi dedicati ai colloqui privati tra detenuti e persone con cui abbiano relazioni affettive stabili. Inoltre viene sottolineato come le richieste di colloqui intimi vadano valutate caso per caso, considerando la stabilità della relazione, la condotta del detenuto e le esigenze di sicurezza, prevedendo anche una dichiarazione congiunta delle parti e documentazione a supporto della relazione. Si prevede infine che gli istituti dovranno individuare e, se necessario, adeguare locali per garantire privacy e sicurezza e che le visite intime non avranno una frequenza prestabilita uguale per tutti, ma saranno valutate individualmente, anche in base alla capienza e alle risorse dell’istituto. 

"La circolare disciplina le modalità di svolgimento dei colloqui intimi, demandando ai provveditori e ai direttori il compito di garantire questo diritto. Molto è rinviato a loro e ora il diritto dovrà essere pienamente assicurato a livello territoriale. Ci auguriamo che tutte le carceri si adeguino per tempo. Le sentenze della Consulta vanno rispettate. Non ci sono più giustificazioni per ulteriori ritardi. Abbiamo bisogno di promuovere un modello detentivo che sia più umano e che guardi alla Costituzione per costruire reali percorsi di reinserimento sociale". Queste le dichiarazioni di Patrizio Gonnella.

"Oggi il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria (DAP) ha emanato una circolare per assicurare, finalmente, il diritto alla affettività e alla sessualità nelle carceri. Un diritto sancito dalla Corte Costituzionale nel gennaio 2024 e ribadito nelle settimane scorse da ben tre tribunali di sorveglianza, che avevano accolto i ricorsi presentati da altrettante persone detenute i quali denunciavano l'impossibilità di svolgere rapporti intimi con i propri partner". A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.

In particolare la circolare del DAP fornisce indirizzi operativi per garantire il diritto all’affettività delle persone detenute. Sottolineando come questa sia un diritto fondamentale, da esercitare anche durante la detenzione, demanda ai direttori degli istituti penitenziari di attrezzarsi per mettere a disposizione spazi dedicati ai colloqui privati tra detenuti e persone con cui abbiano relazioni affettive stabili. Inoltre viene sottolineato come le richieste di colloqui intimi vadano valutate caso per caso, considerando la stabilità della relazione, la condotta del detenuto e le esigenze di sicurezza, prevedendo anche una dichiarazione congiunta delle parti e documentazione a supporto della relazione. Si prevede infine che gli istituti dovranno individuare e, se necessario, adeguare locali per garantire privacy e sicurezza e che le visite intime non avranno una frequenza prestabilita uguale per tutti, ma saranno valutate individualmente, anche in base alla capienza e alle risorse dell’istituto.

"La circolare disciplina le modalità di svolgimento dei colloqui intimi, demandando ai provveditori e ai direttori il compito di garantire questo diritto. Molto è rinviato a loro e ora il diritto dovrà essere pienamente assicurato a livello territoriale. Ci auguriamo che tutte le carceri si adeguino per tempo. Le sentenze della Consulta vanno rispettate. Non ci sono più giustificazioni per ulteriori ritardi. Abbiamo bisogno di promuovere un modello detentivo che sia più umano e che guardi alla Costituzione per costruire reali percorsi di reinserimento sociale". Queste le dichiarazioni di Patrizio Gonnella.

Nordio accusa i giudici, ma il sovraffollamento carcerario è soprattutto figlio delle leggi del governo

finestre schermate carcereIl Ministro della Giustizia Nordio ci dice che il sovraffollamento è prodotto dai giudici e non invece dalle leggi approvate dal governo. Ovviamente ciò non è vero. Ma con questa affermazione Nordio ammette dunque che le leggi introdotte sono pensate per costruire consenso e non servono a reprimere comportamenti effettivamente meritevoli di pena. Ossia ammette che  il governo sta facendo semplice propaganda penale e ha usato tutte le tecniche del populismo penale fin dalla norma che introdusse il reato legato ai rave party.

Il sovraffollamento carcerario - che oggi è arrivato anche nelle carceri minorili, cosa mai accaduta prima - è indubbiamente colpa di alcune leggi del governo, come l'inasprimento delle pene per i reati di lieve entità legati alle droghe e le altre norme del decreto Caivano. E quando sarà in vigore il decreto sicurezza, con il delitto di rivolta penitenziaria che punirà chi protesta senza uso della violenza, le carceri esploderanno.

Il discorso pubblico del governo, inoltre, spinge le forze di polizia a effettuare più arresti, come sottolineano anche i dati relativi a Milano, diffusi ieri dal Questore, il quale ha riportato come negli ultimi mesi ci sia stato un aumento degli arresti a fronte di un calo dei reati. La questione della sicurezza è usata come anestetico sociale, per impaurire.

Di fronte alla catastrofe penitenziaria, alle morti, alle tragedie, alla vita resa impossibile a detenuti e operatori, non si possono proporre le solite ricette edilizie e qualche posto in più in container improvvisati. Oggi ci sono 15.000 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare. Il sistema è illegale. Lo Stato così perde credibilità.

Antigone: "A San Gimignano fu tortura di Stato. Prima sentenza di appello che lo certifica"

8196398253 b323a88bf7 o 1La Corte di appello di Firenze ha confermato le condanne per tortura a carico di alcuni agenti penitenziari per le violenze inferte ad una persona detenuta nel carcere di San Gimignano. Le pene inflitte vanno dai 4 anni e 2 mesi ai 3 anni e 8 mesi, con l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. 

"Si tratta della prima condanna in appello per il reato di tortura di cui con forza abbiamo chiesto l'introduzione nel codice penale, ottenuta nel 2017. In un paese democratico non deve esserci spazio per la tortura di Stato e crediamo che questa sentenza sia una vittoria innanzitutto per lo stato di diritto, le istituzioni e i cittadini", ha dichiarato Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.

Antigone, fin dall'inizio, era costituita parte civile nel processo.

Carceri. Antigone: "importante la sentenza che condanna l'Italia per la violazione del diritto di cura in carcere"

corteStrasburgo-755x491"Sebbene non vi sia un obbligo generale di liberare una persona detenuta per motivi di salute, in certe situazioni il rispetto dell’articolo 3 della Convenzione Europea dei diritti dell'uomo, che vieta i trattamenti inumani e degradanti, può imporne la liberazione o il trasferimento in una struttura di cura. Ciò si verifica, in particolare, quando lo stato di salute del detenuto è talmente grave da rendere necessarie misure di carattere umanitario, oppure quando la presa in carico non è possibile in un contesto penitenziario ordinario, rendendo necessario il trasferimento del detenuto in un servizio specializzato o in una struttura esterna". Queste le dichiarazioni di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, a seguito della sentenza emessa dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nel caso "Niort c. Italia". Una decisione con cui la Corte ha riconosciuto la responsabilità dello Stato italiano per la violazione del diritto alla salute e alle cure mediche di questa persona detenuta. 

In particolare il ricorrente era una persona affetta da importanti disturbi psichiatrici, appurati da una relazione compilata da un tecnico nominato d'ufficio che, dopo un periodo di osservazione psichiatrica aveva accertato che la malattia di Simone si era aggravata ulteriormente in carcere dove il giovane aveva sviluppato una “sindrome reattiva al carcere”, come racconterà uno degli avvocati che ha curato il ricorso alla Cedu. Una relazione che rimane tuttavia riservata e che il ricorrente e il suo difensore non riusciranno a vedere.

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Carceri dell'Emilia-Romagna: un anno di monitoraggio tra emergenze e prospettive

Screenshot 2025-03-26 090304Il sistema carcerario dell’Emilia-Romagna si trova ad affrontare una fase critica, segnata da sovraffollamento, condizioni strutturali precarie e un drammatico aumento dei suicidi.

Lo evidenzia il report della nostra sede regionale dell'Emilia-Romagna che ha raccolto un anno di visite nei dieci istituti di pena della regione e nell’IPM di Bologna. 

Le carceri regionali, si spiega, rispecchiano il quadro nazionale: in alcuni istituti, come Bologna e Ferrara, il tasso di sovraffollamento supera il 160%, rendendo difficile garantire condizioni di vita dignitose. Le strutture sono spesso fatiscenti, con carenza di acqua calda e spazi per la socialità. L’offerta trattamentale è disomogenea: se in istituti come Forlì e Castelfranco si registrano buone pratiche di reinserimento, in altri le opportunità di studio e lavoro restano insufficienti. 

Particolarmente allarmante è poi il dato sui suicidi: nel 2024, ben 9 detenuti si sono tolti la vita. A ciò si aggiungono le difficoltà nell’IPM di Bologna, dove il sovraffollamento e la carenza di personale educativo rendono complicata la gestione dei giovani detenuti. 

Una condizione che richiede un netto cambio di passo, con investimenti strutturali, più personale e un reale impegno per il reinserimento sociale.

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